Hegel riassunto caratteri generali filosofia hegeliana

September 14, 2017 | Author: Gianfranco Marini | Category: Reason, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Dialectic, Idea, Reality
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Riassunto sui caratteri generali della filosofia hegeliana (reale e razionale, finito e infinito, realtà come processo, ...

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Hegel 1 CAPISALDI DEL SISTEMA • Finito e infinito: La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione. Tale organismo (che non appartiene a nulla ma a cui tutto appartiene) è l'Infinito, mentre i vari enti del mondo (essendo manifestazioni di esso) sono il finito. Dato che il finito non è altro che un'espressione parziale dell'infinito, di per sé non esiste: così come la parte non esiste se non in relazione al Tutto, il finito non esiste se non in relazione all’infinito. Detto altrimenti: il finito, in quanto è reale, non è tale, ma è lo stesso infinito . L'hegelismo si configura quindi come una forma di monismo panteistico, cioè come una teoria che vede nel mondo (finito) la manifestazione o la realizzazione di Dio (l'infinito). Per Hegel la realtà è "soggetto", ovvero un processo di auto-produzione che soltanto con l'uomo (Spirito) e le sue attività più alte (arte, religione e filosofia), giunge a rivelarsi per quello che è veramente. • Ragione e realtà: Il Soggetto spirituale infinito che sta alla base della realtà viene denominato da Hegel con il termine Idea o Ragione. Egli intende la necessaria, totale e sostanziale identità di realtà e ragione: Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale. o Ciò che è razionale è reale: La razionalità non è pura astrazione, ma la forma stessa di ciò che esiste, poiché la Ragione o Idea “governa” la realtà e la costituisce. o Ciò che è reale è razionale: La realtà non è una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (l'Idea o la Ragione) che si manifesta o realizza nella natura e nell'uomo. Tale identità implica anche l’identità fra essere e dover-essere. Il mondo è costituito da una serie di momenti, che sono manifestazione o realizzazione della Ragione o Idea, e quindi razionali e necessari che non possono essere diversi da come sono, in quanto sono il risultato dei momenti precedenti e il presupposto di quelli successivi. La realtà costituisce una totalità processuale necessaria. • La funzione della filosofia: Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel comprendere la realtà e le strutture razionali che la costituiscono. La filosofia non può affermare come dev'essere il mondo, in quanto nel frattempo la realtà ha già compiuto il suo processo di formazione. La filosofia deve rinunciare alla pretesa assurda di determinare e guidare la realtà, ma solamente di portarla nella forma delpensiero, ovvero giustificare la razionalità della realtà attraverso l’enunciazione di concetti e leggi. • Il dibattito critico intorno al giustificazionismo hegeliano: La filosofia di Hegel implica un atteggiamento programmaticamente giustificazionista nei confronti della realtà. Sebbene Hegel sottolinei che per realtà non intende ciò che è accidentale e alcuni studiosi sostengano che ciò dimostrerebbe come l'hegelismo non sia riducibile ad una forma di giustificazionismo, in verità così non è in quanto egli non sconfessa la sua tesi della razionalità del reale ma semplicemente esclude dalla concezione di realtà ciò che è accidentale. 2. IDEA, NATURA E SPIRITO. LE PARTIZIONI DELLA FILOSOFIA Hegel ritiene che il farsi dinamico dell'infinito passi attraverso tre momenti: • Tesi: Idea in sé e per sé: E’ Dio. l'Idea considerata in se stessa, a prescindere dalla sua concreta realizzazione nel mondo. L'ossatura logicorazionale della realtà, Dio inteso come infinito che non crea il mondo, ma è il mondo: natura e spirito finito. Studiata dalla logica. • Antitesi: Idea fuori di sé: è la Natura. La manifestazione dell'Idea nelle realtà spaziotemporali del mondo. Studiata dalla Filosofia naturale. • Sintesi: Idea che "ritorna in sé": è lo Spirito. Cioè l'Idea che dopo essersi fatta natura torna "presso di sé" nell'uomo. Ciò che concretamente esiste nella realtà è lo Spirito (la sintesi), il quale ha come sua coeterna condizione la Natura (l'antitesi) e come suo coeterno presupposto l’ossatura logico-razionale rappresentata dall'Idea pura (la tesi). 3. LA DIALETTICA E ALCUNE PUNTUALIZZAZIONI SU DI ESSA Hegel identifica l’infinito nel divenire. La legge che regola tale divenire è la “dialettica": • La legge ontologica: Per cui si sviluppa la realtà; • La legge logica: Per cui si comprende la realtà. Hegel distingue tre momenti o aspetti del pensiero: • Il momento astratto o intellettuale: Concepire l'esistente sotto forma di una molteplicità di determinazioni statiche e separate le une dalle altre. E’ il grado più basso della ragione per

cui il pensiero intuitivamente concepisce la realtà come composta da un insieme di determinazioni (considerandole mediante il principio di identità e di non contraddizione). • Il momento dialettico o negativo-razionale: Mostrare come le determinazioni siano unilaterali ed esigano di essere messe in relazione con altre determinazioni. E’ necessario, per comprendere una determinazione, metterla in relazione con la sua opposta, andando oltre il principio di identità. Il particolare richiama l’universale, l’uguale il diverso, il bene il male ecc. • Il momento speculativo o positivo-razionale: Cogliere l'unità delle determinazioni opposte, ossia nel rendersi conto che tali determinazioni sono aspetti unilaterali di una realtà più alta che li ricomprende o sintetizza entrambi. Quindi: Tesi -> Antitesi -> Sintesi. Quest’ultima si configura come una affermazione consequenziale all’affermazione e alla negazione iniziali. 1. La dialettica comprende la totalità dei tre momenti elencati. 2. La dialettica non fa che illustrare il principio fondamentale della filosofia hegeliana: la risoluzione del finito nell'infinito. Ogni realtà finita non può esistere in se stessa (poiché in tal caso sarebbe un infinito autosufficiente) ma solo in relazione ad altre realtà finite. Così si crea una trama di relazioni che forma la realtà e che coincide con il tutto infinito di cui essa è parte o manifestazione. Ogni realtà finita perde la propria rigidezza e si fluidifica costituendosi come uno dei tanti momenti di un’unica Idea o Ragione. 3. La dialettica ha un significato globalmente ottimistico, in quanto unifica il molteplice, gli opposti, e riduce ogni cosa all'ordine e alla perfezione del Tutto. Il negativo, è solo un passaggio per arrivare al costituirsi del positivo. 4. Dato che ogni sintesi rappresenta a sua volta la tesi di un'altra antitesi, cui succede un'ulteriore sintesi e cosi via, sembrerebbe che la dialettica esprima un processo costitutivamente aperto. Ma Hegel intende la dialettica a sintesi finale chiusa. 5. I filosofi che si rifanno a Hegel tuttavia hanno criticato questa sintesi finale chiusa. Inoltre, si soffermarono più sulla tesi e sull’antitesi rispetto che alla sintesi. 4. LA CRITICA ALLE FILOSOFIE PRECEDENTI • Hegel e gli illuministi: La ragione illuministica si erge a giudice della storia, stabilendo come essa dovrebbe essere e non è. (Realtà non razionale) La ragione hegeliana si manifesta e realizza nella storia, che è sempre necessariamente come dovrebbe essere. (Realtà razionale) • Hegel e Kant: Kant creò una filosofia del finito fondata sul fatto che l’essere non si adegua mai al dover essere (la realtà alla razionalità). Hegel, al contrario, afferma che l’essere è sempre ciò che deve essere. Inoltre Hegel rimprovera a Kant la pretesa di indagare il conoscere prima di conoscere. • Hegel e i Romantici: 1. Hegel contesta il primato del sentimento, dell'arte o della fede, sostenendo che la filosofia, in quanto scienza dell'Assoluto, non può che essere una forma di sapere mediato e razionale. 2. Hegel contesta gli atteggiamenti individualistici dei romantici: l'intellettuale deve d'occhio soprattutto l'oggettivo “corso del mondo” e non rinchiudersi in se stesso isolandosi. 3. Hegel pur non appartenendo alla “scuola romantica” risulta profondamente partecipe al clima culturale romantico, condividendo soprattutto il tema dell'infinito, ma ritenendo che ad esso si acceda tramite la ragione e non attraverso vie "immediate".

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