Kremmerz 1898 - Il Mondo Secreto

August 16, 2017 | Author: Emiliano Galluccio | Category: Religious Belief And Doctrine, Religion And Belief, Philosophical Science, Science
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IL MONDO SECRETO Anno 1898 FASCICOLO .I. - Gennaio -

Inno al sole

UNUS, POLLENTISSIMUS OMNIUM!

O SOLE, radiante Iddio, padre nostro, tu, che crei le forme e dài con l'ombra rilievo alle cose visibili nell'onda del tuo splendore eterno, illumina della tua Luce Divina colui che, puro di mente e cuore, leggerà in questo libro le leggi e le pratiche per assorgere alla potestà dei Numi: fa che egli intenda e non fraintenda: dagli l'umiltà di sapersi ignorante e la virtù di prescindere dalla sorda sensività della vita terrena, affinché dove la voce della Bestia non lo seduca, senta l'alito del tuo Spirito fecondo. O SOLE, tu, che spazzi le tenebre della gran notte dei fantasmi passionali, degli spettri delle concupiscenze più sfrenate, delle superbe creazioni dell'orgoglio umano, illumina l'ignoranza di colui che, mondo dai fremiti della voluttà delle cose temporanee, ha sete di verità eterne e fa che l'idolatra della Bestia, incatenato alla vanagloria dell'ignoranza, senta il tuo raggio divino e si prepari all'avvento del cristo. O SOLE, sfolgorante Iddio, perdona a chi mi leggerà in mala fede, ai massoni ignoranti, ai preti mestieranti o ciechi, ai dottori di teologia che non intendono la parola del tuo Spirito, ai sapienti adoratori dell'acido fenico, dei microbi e dei sieri, ai critici che non sanno e ai pinzocheri che hanno paura; fa che i tuoi Messaggeri di Luce, angeli alati e demoni cornuti, li convertano alla intelligenza della verità delle cose visibili. Ma tu che solo ai ciechi nascondi la tua luce, o SOLE, non negare il tuo raggio e la tua provvidenza a colui che leggendo senza la virtù dell'anima e del cuore voglia una prova sola per convertirsi alla verità Ma se la PROVA non basta e il tentatore degli Dei, ostinato, ritenta ancora una prova senza la fede, sii clemente come sei magnifico. Perdona alla fragilità dei presuntuosi. Fa che il tuo demonio rosso non gli avvampi il sangue nelle vene e che il suo cervello non bolla per pazzia innanzi alle vaganti e fuggevoli immagini della lussuria dell'inesistente. 1

Perdona, o SOLE, e risparmia la tua collera terribile ai ciechi conduttori della cieca turba, ai Sofi maligni e ai giullari della sapienza umana. Mentre essi negano, il Gallo canta, e l'alba della luce, delle anime, delle intelligenze si annunzia all'oriente, di sopra alla catena serrata dei monti altissimi che precludono all'occhio umano la città di Dio. Mentre essi deridono ciò che non veggono, accarezzano le pecore da tondere, e i tordi grassi da pelare, cercano le carte monetate e il paradiso della suburra fra tanto il Gallo ripete il canto, l'alba diviene aurora, il mondo si risveglia alla luce e lascia i gufi, padroni della lunga notte, nelle tane a divorare il cadavere della grande menzogna che li ha nutricati la vigilia. A chi crede, a chi ama, a chi spera il senso vero della mia parola, che è la tua legge. GIULIANO KREMMERZ

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ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA

PREPARAZIONE I. Amico lettore, Se, dopo letta l'introduzione nella quale ho condensato, un po’ a larghi tratti, tutto ciò che si è detto e scritto su questo problema dell'incredibile, tu ti sei deciso a continuare la lettura di quanto ho promesso, ti avviso che da questo momento io mi credo in diritto di stimarti un mio discepolo. Cristo se ne accontentò di dodici, a me basta un solo, e ti parlo e ti discorro come maestro, prendendoti per mano, e accompagnandoti nei regni bui dell'invisibile, come in una passeggiata amena il buon precettore conduce a diporto il giovanotto adolescente alla vita, che sente nella fibra il sangue primaverile, e nel cervello immagini di una realtà che si vede nei bei quadri ad olio della regie e ducali e principesche pinacoteche di cui è ricco il bel paese di Messer Dante e di Giordano Bruno. E come discepolo ti avviso che, se entrar vuoi nel mondo di cui gli altri non trovano la porta, devi non credere alle illusioni, ai pregiudizii della tua coscienza volgare: e per quanto siano i bei quadri profani seducenti per varietà di tinte, preparati a vedere intorno a te ad una ad una dileguate le illusioni delle abitudini e vedere con gli occhi dove gli altri coi migliori telescopii non trovano che il nero delle tenebre. Considera che il desiderio di tutti gli uomini, la curiosità di tutte le donne, in tutti i tempi, in tutti i paesi, in tutte le razze, approdano insieme alla solenne e capitale questione: entrare in commercio con angeli, dèmoni e diavoli, spiriti folletti e spiriti di defunti, larve ed ombre, per sapere la verità vera della vita e risolvere il triplice problema: donde veniamo, che cosa siamo e dove andremo. Lo sforzo di tutte le intelligenze umane è di giungere a sorprendere il secreto di Dio, e di qui la colluvie delle scienze profane, dall'astronomia alla chimica analitica, dalla fisica meteorica alla speculazione microbica, dalla fisica sperimentale alla fisiologia poetica del sistema nervoso ed alle. scienze embriologiche ed alle altre infinite che nate o nasciture paiono l’ultima parola della verità e sono invece dei punti sospensivi nella cecità della gran massa umana che tenta la scalata dell’Olimpo. Ma se l'astronomo nel silenzio dell'osservatorio si sente atomo innanzi alla unità sintetica dell'universo, il chimico ignora come si fabbrica un uomo di carne ed ossa, Che ogni villan più vile Senza dottrina crea! Per la massa, per l'umanità, mio discepolo, questo è fatale. La sembianza occulta della maledizione biblica, del dolore nel parto alla donna e del sudore e della fatica all'uomo non è mostrata a chi non è atto a comprendere quale violazione e quale profanazione nasconda il mito di quel pomo che mangiato dai papà deve essere in lunghi 3

eterni secoli digerito dai posteri, e mentre lo spirito dei profeti aleggia sul secolo morente ed annunzia l'ascenso dell'umanità in regione intellettuale e spirituale più pura, la digestione del pomo è ancora di là da venire e il bicarbonato di soda non giova ad aprire a tutti i fratelli di carne il paradiso simbolico in cui Adamo, l'uomo di argilla, giocava a scacchi coi mostri immani delle epoche inverosimili! Cosi, da che mondo è mondo, l'umanità è divisa in due grandi classi: dei semplici che inconsapevolmente evocano il regno anteriore alla malizia umana, e degli astuti che negano per non essere cacciati tra gli sciocchi. Ai primi è compagna la fede, ai secondi la paura dell'inganno: e sono gli estremi, il cui medio è rappresentato dagli illuminati, uomini che non mancarono mai né mancano in nessun paese, in nessuna razza, in nessun tempo, per servire nel buio della traversata umana come fiaccola all'onda delle creature che tra la vanagloria, gli spasimi e l'impotenza si avviano a popolare di ossa i cimiteri, dove la vanità erige mausolei che paiono eterni e sono nella eternità un palpito di luce! I semplici, cui la fede accarezza l’anima di una poesia che non ha fine, hanno il sogno della vita. Ai cercatori sensisti è riserbata tutta la asprezza del dubbio, il quale è un flagello più feroce della scabbia e della sete. Agli illuminati ed ai veggenti la missione di vivacchiare nel fango mentre intravedono o vedono e toccano colline verdeggianti e palagi di cristallo e di diaspro, che i precedenti pigliano per donchisciottate di furbacchioni o per utopie di cervelli malinconici cui manca il sale per la minestra del positivismo utilitario. Il perché di tutta questa discordia è un paradosso, che io nella introduzione ho accennato coi versetti del salmo 113. I semplici non sentono perché la loro semplicità, vera frugalità dello spirito umano, li fa accontentare dell'anticamera dei cicli: sanno che papà Giove sta dentro e quieti e contenti vanno a dormire confidando nei salamelecchi che prodigano ai valletti. Gli scienziati, l’altro estremo, invece di picchiare alla porta dell'olimpo, minacciano di mandare ogni giorno due poliziotti per acchiappare Giove in mutande e farne la conoscenza: e quando i poliziotti non trovano la porta o si briacano per via e ritornano innanzi ai padroni con le mani vuote, gli scienziati gridano alla turba: —Vedete, Giove e una fanfaluca, se no noi l'avremmo qui carne ed ossa. I veggenti, gli illuminati, gli iniziati di tutti i tempi invece hanno predicato e predicano che se alla turba degli imperfetti è lecita la speranza dolcissima della fede, ai dottoroni non lice di erigersi a giudici del cristo, pretendendo di trattare le manifestazioni divine con lo stesso metodo col quale Galvani trattava le ranocchie. Ed in questo scritto per la infinitesima volta a questi falsi savii, cui la dottrina profana ha deviato il genio, io ripeto il monito che la conoscenza di Giove non è possibile che venga considerata come trastullo ed oggetto di vanagloria umana, perché quando si ha la conoscenza degli dei, cogli dei si banchetta, e in questa valle di lagrime e di carte monete non si ridiscende. Ermes, negli antichi aforismi magici, patrimonio della perpetua e divina rivelazione, insegna che per aver dimestichezza col cane è necessario cangiarsi in cane. Aforisma o domma misterioso che va interpetrato letteralmente: diventerai dio, angelo, dèmone o diavolo se domandi l'amistà di dei, di angeli e di diavoli, e per entrare in rapporti con le anime dei defunti hai bisogno di vivere la vita dei morti. In questo è tutta la pratica e la dottrina per entrare nell'invisibile.

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Chi non ha il coraggio di abbandonare il carnevale delle illusioni mondane e porre l'intelletto al disopra di tutte le fugaci ed illudenti sensazioni della materia graveolente di putredine umana;— chi pur dichiarandosi uomo forte e di cuore adamantino non sa dominare il piacere e il dolore della natura umana, deve rinunziare al mondo in cui esistenze più pure e perfette hanno l'intelletto della verità. A me pare di aver detto tutto; e a te, caro discepolo, sembrerà di avere ascoltato un predicozzo di morale; tu intendi il commercio col mondo invisibile come tutte le genti che ragionano in queste basse sfere, coi tacchi degli stivali. L'arte di evocare gli spiriti e i dèmoni dovrebbe per tutti consistere nell'asservire angoli, spiriti e diavoli alle passioni umane e fare dell'uomo volgare una specie di padrone e donno di tutti i folletti e spiritelli dell'invisibile, per esser servito a mensa lauta senza indigestione, per colmare di oro forzieri profondi come caverne, e per godere le fanciulle più ritrose e le donne più oneste senza incespicare nel codice penale. In altri termini il pubblico grosso vorrebbe che gli dei, gli angeli, i demoni profanassero la loro natura divina, e godessero nello scendere ad imporchirsi nello stagno melmoso della umanità curiosa, per mettersi al servizio, come valletti in marsina, di poveri scemi che della propria vanagloria molto presumono e l'uomo mettono pari a pari con gli dei! Ma la Magia, scienza perfetta, che io insegnerò a te e che tu capirai se ti astrai dalla turbolenta e passionale vita della umanità, non è né la scienza degli sciocchi, né il libro delle ricette per satollare la vanagloria di nobili dame cicciose e di gagliardi cavalieri che cacciano al baccaràt i quattrini, e nelle case doviziose le vispe e vanitose fanciulle oneste che aspettano di esser vinte dal primo D. Giovanni che le inviti al peccato. Io ti avviso, o discepolo, che il mio linguaggio sarà chiaro, e se tu non ti senti in gambe di seguirmi, non mi dirai che io ti ho venduto pane bigio per torta di ricotta. Ascoltami. Le antiche iniziazioni sacerdotali, dalle caldaiche alle egizie e da queste ai templari e ai massoni, non accettavano un discepolo senza provarne il coraggio e la fede. Tu leggi le prove del fuoco, la resistenza alle voluttà, il coraggio di non avvilirsi innanzi a spaventose apparizioni. Son sicuro che tu vinceresti il premio fra tutti gli spauracchi sacerdotali di un tempo. Ma vi è un mostro che tu devi debellare prima di picchiare alla porta dell'occulto — questo orco della gioventù cosciente si chiama, al giorno d'oggi come ai tempi di Aristofane, la pubblica opinione. Tu non hai paura dei mostri, del fuoco, degli elementi, ma tu, per la educazione sociale viziata dei nostri tempi, puoi aver paura di ciò che la gente dirà di te, se ti sorprendono a colloquio con un libro da manicomio e con pratiche da matti! Tu riparerai la faccia dietro un paravento mentre la gente così detta savia ti griderà al pazzo — e la turba che ti sogghigna — turba di impotenti che non possono raggiungere vivi il regno della verità assoluta — avrà vittoria su di te, sulla tua codardìa, sulla debolezza della tua natura di non parere diverso dalla turba degli imbecilli che ti dileggia. È il momento fatale. Se tu disprezzi lo scherno della turba, se tra l'equilibrio della ragione ben sodo e il motto dei messeri che ti deridono tu sei forte abbastanza per separarti dal mondo, tu cominci ad essere: tu cominci a vivere di vita propria: tu inizii la vittoria sulla 5

maggioranza numerica della illusione. E vedrai il quadro cangiato appena che il tuo genio ti avrà tocca la fronte e mostrato alla folla come superiore alla natura volgare — e vedrai la gente, che prima ti motteggiò e ti derise, che ti dette del pazzo o dell'imbroglione, venirti a chiedere un responso o una ricetta per evitare una catastrofe. Hic punctus![i]. L'unico controllo alle azioni del discepolo deve essere la ragione della libertà, il giudizio equilibrato che dà l'intuito delta perfettibilità dello spirito umano. Il cervello dell’uomo è un santuario che riflette, nello assoluto della logica, tutto lo splendore della ragione divina quando non traballa per congestioni di passioni umane. L’abbate Tritemio dà nella sua Steganografta la prescrizione necessaria per entrare nell'occulto[ii]. Essere ornato di tutte le virtù, avere la coscienza monda, desiderare il bene per Dio, per se e per gli altri; né tendere alle cose turpi né a far male. Come nel mondo visibile, così nell’invisibile, il bene attira il bene. Nella Società umana le affinità di indole, di cultura, di educazione, di tendenze, di passioni aggruppano gli esseri. Nell'invisibile la legge è identica. Al livello della sintesi intellettuale, tutti gli uomini sono eguali, come tutti i fiori sono fiori, ma il crisantemo non è il papavero, e il bianco giglio non è la rosa purpurea. Degli uomini sono dii e degli altri sono belve: la civiltà li affratella, perché la legge divina mira alla redenzione delle nature inferiori — evoluzione di materia e di anime verso la Luce Eterna. Noi stessi che facciamo la più grande pratica di amore verso il prossimo cristiano, turco o cinese che sia, non avviciniamo le genti che ci ripugnano. Gli astemii non cercano la compagnia dei briaconi nelle taverne—le donne caste non prediligono la conversazione di uomini sozzi — cosi nel mondo invisibile. La gente non avvicina un principe senza indossare un abbigliamento di rito, le famose code di rondini che nel mondo dei sensi distinguono l’uomo elegante ed a modo dai miseri e grossolani mortali, e poi v'ha chi. pretende di discorrer con Giove, che ha certo un blasone più antico ed autentico di tutti i coronati, con l'anima lorda delle turpitudini e dei vizii più abietti! Il fardello di carne ed ossa che involge il nostro corpo angelico è già tanto grave per se stesso da metterci in grado inferiore di molto a qualunque essere che abbia un corpo più tenue, ma quale inferiorità è la nostra di fronte alla splendida luce delle intelligenze superiori? Se a questa disuguaglianza per natura tu aggiungi la briachezza delle passioni terrene, tu renderai impossibile ogni intelletto di verità. Perciò tutte le preparazioni sacerdotali di tutti i tempi prescrivono la stessa ricetta, ed il cristianesimo dà la mano alla magia operante. Il Darmesteter[iii] cita l'Asha dei Parsi, l'Asha tanto cara ad Ormazd, anzi caratteristica del mondo divino. L'Asha pei Parsi è la purità e comprende tre cose: buoni pensieri, buone opere, buone parole[iv]. Chi aspira a diventar mago deve esser degno di assidersi vivo al banchetto dell'Olimpo ed anticipare la sua vita ultraterrestre pur restando uomo come il resto dei mortali. È lo stesso delle scuole ed iniziazioni antiche. Lo Chaignet, nel suo studio sulla filosofia pitagorica, dice cosi: Tutta la regola della vita pitagorica può riassumersi in questa grande massima: divenire prima un uomo, poi un Dio, unirsi in commercio intimo con Dio, seguire e imitare Dio. Ma questo non era del solo pitagorismo. Il neofito del primo rituale cristiano vestiva di bianco, in segno di candore (candidus da cui candidato), e la veste bianca si è conservata per il prete cristiano che celebra e si è raccorciata nella cotta nelle funzioni minori, perché il 6

carattere della scienza divina è bianco come il colore del crescente lunare che è messo sotto ai piedi della Vergine Senza Macchia. Ma, mio caro discepolo, non ci tuffiiamo nel simbolo che gli omenoni dell'oggi chiamano indizio di decadenza, e ritorniamo donde siamo partiti: se la rompi col volgo tu picchi alla porta dell'invisibile. Chi invochi o chi evochi? un dio, come i teosofi, un genio, come i cabalisti, un angelo, come un cristiano, l'anima dei morti, come uno spiritista? Le teorie più o meno particolari te le ho sciorinate nel fascicolo precedente: il teosofo, l'occultista, lo spiritista, lo gnostico hanno dei punti di contatto per la finalità dell'evoluzione dello spirito dell’uomo: la filosofia è più antica del salterio e nelle scuole di filosofia antica tu trovi l'embrione di ciò che modernamente si dipinge in tanti modi. Io non amo, dove la esperienza può far scuola, di sofisticare sui sistemi di teologia. Quando tu comincerai a conoscere coloro o colui che ti illuminano saprai la legge occulta che regge le potestà divine nel mondo invisibile. « Platone ha diviso in tre tutto ciò che è nella natura e particolarmente gli esseri animati, ed ha creduto — scrisse Lucio Apuleio, filosofo platonico del secolo IV e mago — che vi siano degli dei superiori, degli inferi e di quelli che hanno il giusto mezzo tra gli uni e gli altri. Questi dei differiscono tra loro non solamente per la differenza dei luoghi che abitano ma anche per l'eccellenza della loro natura, e ciò non si conosce per una o per due ragioni, ma per un numero grandissimo ». Apuleio non enumera queste ragioni, e, come tutti i platonici, lascia all'esperienza la parte dell'addottrinamento pratico. Apri una enciclopedia moderna e troverai la storia del Dio e delle definizioni che le scuole teologiche e filosofiche gli appiccicarono. Sul tempio d'Iside in Egitto era inciso: IO SONO CIO’CHE E’ CHE FU E CHE SARÀ E NESSUN MORTALE HA PER ANCO SQUARCIATO IL VELO CHE MI COPRE Il sistema orfico concentrava nell'Etere i tre principii della forza divina, Luce, Consiglio e Vita; di qui tutta la classificazione trinitaria, che da Pitagora a Timeo di Locri e Platone si trovò diffusa nel mondo pensante e nel simbolismo sacro di tutte le religioni classiche, emanante dalla trinità assoluta primitiva, che designava il Grande Ignoto Uno e Trino. Giovanni Boccacci, nell’Ameto, commedia delle Ninfe Fiorentine, cosi fa cantare alla voce dell'ignoto: Io son luce del cielo unica e trina, Principio e fine di ciascuna cosa Del qual men fu, nè fia nulla vicina, E sì son vera luce e graziosa, Che chi mi segue non andrà giammai Errando in parte trista e tenebrosa. 7

Ma con letizia agli angelichi rai Mi seguirà nelle divizie eterne, Serbate lor d'allor ch’io le creai. Chi di me parla, alle cose superne La mente avendo con intero core, Spregiando il mondo e le cose moderne, C'hanno potenza di trarre in errore Gli animi puri, i’son sempre con loro, Loro infiammando più del mio ardore. Adunque a voi, o grazioso coro, Sia pace e ben, dimorate sicure, Non vi spaventi lo mio dir sonoro, Nè l'alta luce in queste parti oscure. « Per maggior chiarezza, continua il filosofo, Platone ha assegnato il cielo ai dii immortali, come conveniente alla dignità della loro essenza e questi dii celesti ci sono noti gli uni solamente per gli occhi dell'intelletto, gli altri perché li vediamo [v]. « Platone crede che questi Dii siano di sostanze immateriali, animati, senza principio e senza fine, che sono esistiti in eterno, che in eterno esisteranno, distinti dalla materia per la loro propria essenza, godenti della suprema felicità dovuta alla loro natura intelligente, buoni senza bisogno di sprone esterno a fare il bene, e che posseggono tutto quanto loro conviene liberamente, facilmente e perfettamente. « Il padre di questi Dii è il sovrano Signore e creatore di tutti gli esseri, libero della necessità di agire o di riposare o di soffrire, non è sottomesso ad alcun bisogno ». Qui l’Apuleio si interrompe per appellarsi all’eloquenza del suo maestro e discendere dal cielo alla terra e studiare l’uomo, l'animale più intelligente, e dice: « Gli uomini sono sulla terra dotati di ragione e dell'uso della parola; essi hanno un'anima immortale racchiusa nella materia che perisce: il loro spirito è inquieto e leggiero, il loro corpo è terrestre ed infermiccio, i loro costumi sono differenti, i loro errori non si somigliano, sempre intraprendenti sperano fino all'ultimo sospiro, lavorano vanamente, sono asserviti ai capricci della fortuna, sono sottomessi alla legge della morte. « Eterni nonpertanto nella loro specie, mutano nel succedersi gli uni agli altri in tempo molto breve. Non acquistano la prudenza che molto tardi e trovano ben presto la fine della vita che passano in continue miserie ». « Voi avete dunque due specie di esseri animati; gli Dei che differiscono infinitamente dagli uomini per la lontananza della loro dimora celeste, per l’eternità della loro vita e la perfezione della loro natura, non hanno prossimo contatto con gli uomini dai quali sono separati da uno spazio grande; mentre la vita che essi godono non soffre la menoma alterazione ed è eterna, quella degli uomini trova la sua fine; mentre gli spiriti degli dii sono elevati alla felicità, quelli degli uomini abbattuti nelle calamità. « Ma come? sclama Apuleio, la Natura non si è unita essa stessa? Ha voluto dividersi tra dii ed uomini e restare per così dire interrotta ed imperfetta? perché, come ha detto Platone, alcun Dio conversa con gli uomini ed una delle grandi prove della loro dignità è che essi non si mischiano in nessun commercio con noialtri. Se ne vede

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qualcuno debolmente, intendo degli Astri; e gli uomini sono ancora incerti della loro grandezza e del loro colore » ……………………………………………………… « Allora gli uomini sono abbandonati a se stessi?... Platone vi risponderà per la mia bocca: Io non pretendo che gii dei siano così lontani e differenti da noi che le nostre preghiere non possano giungere ad essi, perché ad essi io non tolgo affatto la cura ma solo l'amministrazione degli affari di quaggiù. Del resto vi sono certe potenze medie che abitano questo intervallo aereo, tra Cielo e Terra per mezzo delle quali i nostri voti e le nostre buone azioni passano fino agli dei. « Queste potenze, che i Greci chiamano Demoni[vi], che sono tra gli abitanti della terra e quelli del cielo, portano le preghiere e le suppliche, e riportano a noi i soccorsi e le grazie, come delle specie d’interpetri, di ambasciatori, tra gli uomini e gli dei. E pel loro ministero, come dice Platone nel Banchetto, che avvengono tutte le rivelazioni e i presagi, di qualunque natura siano, e i miracoli che fanno i maghi, perché ognuno di questi Dèmoni o Spiriti prendi cura delle cose che gli sono assegnate, sia producendo dei sogni, sia disponendo le interiora delle vittime nei sacrificii, sia governando il canto e il volo degli uccelli, sia ispirando i Profeti, facendo brillare dei lampi nelle nuvole, o lanciando la folgore, in una parola preparando tutto quello che serve a conoscere l’avvenire. « E bisogna essere persuasi che tutte queste cose avvengono per la potenza, la volontà e il comando degli Dei, ma per la mediazione e il ministero dei Demoni. È per mezzo di essi che Annibale è minacciato in sogno di perdere la vista; che le interiora delle vittime annunziano a Flaminio la disfatta del suo esercito; che gli Auguri fanno conoscere ad Attio Nevio che egli può fare il miracolo di tagliare con un rasoio una pietra molare. È per essi che certi segni predicono ad alcuni il loro avvento all’Impero, e che un’aquila viene a posarsi sulla testa del vecchio Tarquinio, e che quella di Servio Tullio apparve in fiamme »[vii]. Lo spiritismo di Allan Kardec, le tavole che girano, le penne che volano, i colpi dati sui muri, hanno fatto un gran bene alla gente semplice, non abituata a pensare al mondo di là che con la cocumera dei bravi curati — se a tutte le buone persone che oggi sono contente dello spiritismo tu andassi a regalare tutta la biblioteca teosofa, tutte le voluminose memorie accademiche sull'occultismo, esse non ti sarebbero grate del fardello che tu loro arrechi. Il perché di questa repulsione alla dottrina, nella sua parte filosofica e alta, è nella struttura dell’uomo semplice, che ama le cose semplici. Le dottrine esoteriche, quelle che si insegnavano palesemente, erano le più adatte alla comprensione del discepolo. Il breve saggio della trinità delle intelligenze che io ti ho esposto è facile per la sua concezione e nasconde per la sua sintesi la dottrina occulta o segreta che nel tempio e nelle scuole non si insegnava che ai fedeli. Gli esseri intelligenti divisi in tre classi: gli Dei che stanno in su, troppo in su che un volgare non può nè intendere né percepire; i messaggeri di questi Dei, Démoni o Angeli, che stanno in contatto con noi altri, e gli nomini. « Tu abbi confidenza e coraggio, dicevano i Pitagorici, perchè l’uomo è della razza degli dei ».

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È un re non spodestato, ma in esilio che aspetta e fabbrica lentamente il suo ritorno al trono. È un uccello splendido che la passione di beccare nel fango gli ha serrate le ali con la creta. È un Dio che la materia ha briacato e sedotto ed accecato ma che ha per fine di ritornare al suo soggiorno. I Pitagorici ammonivano: « Purifica il tuo corpo e la tua anima, la ragione sia la guida sovrana ed assoluta della tua vita, e nell’ora in cui la morte libererà della prigione del corpo la tua anima prigioniera, tu diventerai un Dio ». Nella Genesi il Versetto 22. c. 3 è tradotto dall'ebraico: Ecce Adam quasi unus ex NOBIS factus est, sciens bonum et malum; che il buon monsignor Martini traduce e fa dire a Dio: Ecco che Adamo è diventato come UNO DI NOI, conoscitore del bene e del male, e poi annota che il NOI si riferisce alle tre divine persone, mentre il senso occulto è che Adamo è creato simile agli dei, o agli spiriti di Dio. Perciò io il mio discepolo lo intendo atto a mostrare tutte le sue qualità divine, fuori la verminaia che dottoreggia incredula e tenta, che sia. incapace di godere la gioia infantile di sentire gli applausi o i fischi del pecorume scientifico: lo voglio atto a percepire il bello di questa divinità-uomo, che ancora nel fodero di pelle e di muscoli ambisca ad una perfezione che agli altri uomini non è negata, ma che gli altri uomini negano a stessi, per la vanagloria di essere ciò che sono gli altri. Tu, mio discepolo, uscendo dalla mandria umana ti avvicini agli dei: lascia che la gente di fede preghi nelle chiese, nelle sinagoghe, nelle moschee; permetti che delle eccellenti e pacifiche creature si vellichino l'immaginazione nelle tavole che crepitano o levano il piede; gloriati che gli scienziati curiosi e presuntuosi diano il loro parere sugli effetti fisici della medianità; lusingati che costoro lavorino per l’umanità e pel suo progresso, perché tutta l'enciclopedia dei fenomeni approda al processo del materialismo sensista e grossolano e ad edificare un altare allo spirito dell'uomo. Una signora che guarda la buona ventura dello sposo nelle carte da gioco; il sogno profetico che annunzia la morte di una persona cara; il campanello che suona alla porta di casa per annunciare una sciagura; la apparizione di una luce che vaticina un trionfo; un fotografo che ritrae l'immagine di un fantasma e una pastorella che vede la Madonna delle Rose segnano e seguono il fenomeno dello spirito umano che rivela, con lampi e bagliori fugaci, le sue virtù e potestà divine [viii]. Amico lettore, io ti precludo, per dovere di maestro, la libertà di usare della tua logica volgare nelle cose attinenti al tuo spirito che non è volgare, e ti dico che, il giorno in cui porrai la tua fede nella ragione di un uomo, tu rinunzi per sempre alla tua che deve modellarsi e perfezionarsi nella ragione universale, che è conforme alla tua natura divina. Il Conte Claudio di Saint-Martin, il Filosofo Sconosciuto, scrive queste parole nell'introduzione all'aureo libro sugli Errori e sulla Verità: « Il lavoro che offro agli uomini non e una raccolta di congetture, non è un sistema; credo far loro un dono più utile. Non è però la scienza stessa che vengo qui ad arrecargli; so BENE CHE NON È DALL'UOMO, CHE L'UOMO DEVE ASPETTARSELA: GLI È SOLO UN RAGGIO DELLA LORO PROPRIA FIACCOLA CHE RIANIMO INNANZI AD ESSI, affinché li rischiari sulle false idee della Verità che gli sono state date, al pari che sulle false e pericolose armi che mani mal destre hanno adoperalo per difenderla », e più sotto, volendo dire che il suo non era 10

insegnamento umano, aggiunge:...«ma senza spiegarmi sulle risorse di cui mi varrò, basterà dire che esse traggono origine dalla stessa natura dell'uomo, che esse sono state sempre conosciute da qualcuno di loro fino dalle origini delle cose e, che esse non saranno mai ritirate totalmente di sopra la terra, finché qui vi saranno esseri pensanti ». Stolto colui che vuole allettare gli orecchi dei sordi col canto del flauto. Tu, o mio amico lettore, devi ascoltare la tua musica celeste e contentarti che gli dei te ne han dato la percezione; se tu chiami a concilio tutte le università del mondo, i sordi alla voce dello spirito ti rideranno in viso: sono sordi! Ora per entrare nel tempio degli antichi sacerdoti, che è il tempio della verità, bisogna ricordarsi che nelle iniziazioni, come nei versi orfici e in quelli attribuiti a Pitagora, il poeta dei misteri, maestro nel linguaggio arcano, si ripete insistente: Io canto per quegli che comprendono: le porte son chiuse ai profani. Nel 91° salmo, il settimo versetto dice: l'ignorante non conosce e lo stolto non comprende queste cose. I Pitagorici non dimostravano, ma sentenziavano: il maestro l'ha detto; magister dixit; ipse dixit[ix]. Di questo Cicerone si mostra scandalizzato e dice che l'autorità di Pitagora non serviva a niente[x]. Per Cicerone ipse era Pitagora, ma pei Pitagorici il maestro non era Pitagora, l'uomo, ma lo spirito dell'insegnamento occulto che è lo spirito della scienza divina, cioè della verità eterna. GIULIANO KREMMERZ

[i] Dopo l’opinione del volgo, potrà intiepidirti il dubbio che la tua coscienza di cristiano cattolico apostolico romano non possa urtare con gli studii che tu liberamente intraprendi. Se tieni molto a questo, io ti assicuro che tu non farai nessun peccato di nessun peso, perché io, per quanto posso, mi manterrò sempre in buona armonia con gli autori cristiani che hanno scritto e stampato di cose nostra e che la chiesa di Roma non ha nè scomunicato nè messo all’indice; ti cito Giovanni Tritemio abbate dei benedettini di Wurzburg, il gesuita padre Kircher, Raimondo Lulli, e, se mi permetti, quel sublime dottore di Tommaso d’Aquino, santificato per giunta, e altri che meglio gioveranno ad illustrare l'argomento. In ogni caso se tu sei un credente, sei un cattolicone per vocazione, io ti prego di consultare la tua coscienza, ma di non chiedere mai il bravo parere ad un confessore, perché sarebbe tempo perso. Devi sapere che la confessione entrò nel rituale religioso cattolico, quando la virtù dei primi cristiani e del primo cristianesimo era andato... all’aceto. Finita la virtù per la quale il credente domandava a Dio il perdono dei peccati commessi, venne in campo la costumanza di raccontare le colpe proprie ad un uomo che avesse la virtù che il penitente aveva perduto. Quel casotto di legno che si chiama nelle nostre chiese il confessionile è spesso sormontato da un colombo rappresentante lo Spirito Santo, il quale dovrebbe illuminare il confessore e fargli parlare la parola della verità. Ma il confessore è sempre degno di ricevere l'imbeccata dal colombo divino e parlare la parola della verità o più sovente non risponde con l'ignorante teorica della casistica morale e non si fa eco degli interessi della curia? Tu potresti imbatterti in un prete che non capisce più in là della minestra di 11

cicoria e tu saresti lavato nell’acqua santa come un tentato; o potresti, caso non difficile, imbatterti in un prete che la sappia più lunga della litania e costui te lo sconsiglierebbe lo stesso, perché non potrebbe ammettere che un aspirante alla magia rinunziasse alla ragione propria per rimettersi nelle mani del primo che gli capita. D'altra parte, vescovi e cardinali, porporati e mitrati, han fatto una figura barbina assai con le recenti rivelazioni del signor Taxil, un burlone che speculando sulla dabbenaggine dei cattolici ha scritto tante rivelazioni di diavolerie massoniche, da far credere che quel povero Adriano Lemmi stesse in intimi rapporti con Asmodeo, Baphomet e Lucifero e che i francomassoni al 1897 fossero buoni a far cosa migliore della congrega di carità politica! Si figuri il buon lettore che un disegno di Eliphas Levi, simboleggiante le potestà della realizzazione in magia, è stato gabellato presso questi teologi per il ritratto del Mostro che i Massoni adoravano in secreto! Questi buoni porporati, che mangiano il tonno arrosto nei giorni di magro, vivono fuori ogni progresso umano e veggono il diavolo di ceralacca in ogni persona che ragiona; e se per il pubblico che beve grosso magia è sinonimo di pazzia, per questi monsignori è opera del cornuto che si vede dipinto sotto tutte le Vergini, i S. Michele e i Sangiorgio delle chiese dell'universo. Il giorno in cui capiranno avremo la chiesa illuminata e vedremo la spada del mago confondersi con la croce che è l'elsa della spada di Michàel. [ii] Quicumque ad hujus artis nostrae occultae scientiam accedere desiderat: quicumque operare per eam mirabilia et multis commodosa periculis optat: in primis oportet eum ornatum esse virtutibus et conscientiae mundae ac voluntatis bonae, ad Deum, ad seipsum et ad proximum: ne sit inclinatus ad nocendum alicui, neque commercia turpitudinis quaerat. [iii] Ormazd et Ahriman — Parigi 1877. [iv] Richiamo la tua attenzione su di una questione che ha bisogno di essere chiarita: la differenza cioè tra religione e magia, tra santo e mago. La religione è l'insieme di tutta una dottrina sacra, adatta alla concezione delle masse: se ha un’origine scientifica, vera, profonda, parla alle turbe sotto il velame di precetti e di ammonimenti divini. Personifica le divinità e le fa parlare una morale relativa al progresso delle masse. La MAGIA, sapienza e dottrina dell’esistente, sintesi delle leggi delle cose creato, processo di creazione essa stessa nell’ordine della verità e della natura, è la chiave di tutte le religioni classiche. Il religioso e il discepolo in MAGIA cercano tutti due la conoscenza del mondo divino, il primo passivamente mettendo in pratica i precetti religioni, il secondo attivamente tentando di forzare la natura umana ad entrare nel mondo invisibile per iscoprirne le leggi e servirsene come padrone per la conquista delle podestà divine. Il religioso può diventar santo, Il discepolo in magia deve diventar mago o sparire. La santità è una virtù dell’iniziato, non è il fine. Il Mago ha per fine la integrità divina e le sue virtù sovraumane. Il santo può ottenere la grazia; il Mago DEVE compiere opera divina. Il primo non ha bisogno della scienza; il secondo non esiste senza la scienza. Un fraticello pio, dopo una lunga vita di stenti e di preghiere, si gloria delle stimmate del Crocifisso; uno scienziato deve avere la ragione delle stimmate e della causa di esse.

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Il pio santarello non desidera, è alla mercé della grazia di Dio e se ne fa strumento: guarisce ammalati, predice una gioia, viene in aiuto di una sventura quando egli meno l’aspetta Il Mago, secondo la sua potestà, devo dare e compiere quando vuole e quando ha necessità di usare della sua sapienza e della sua forza e delle forze di cui può disporre. La santità si ottiene, la magia si conquista. Ho voluto ben chiarire questo per non generare equivoci, affinchè tu non intenda, o cortese discepolo, che io voglio convertirti al terzo ordine dei francescani. [v] L'autore accenna agli astri, il sole, la luna, le stelle che nel sistema religiosoastronomico degli antichi personificavano le deità coi loro attributi. [vi] DÈMONI e non DEMÒNII: il Dèmone era inteso dai gentili in un significato diverso di quello che vollero intenderlo i padri della chiesa che polemizzavano cogli scrittori pagani, ma di questo avremo occasione di parlare a lungo. C. de Vesme, nella Storia dello spiritismo fa notare questo. [vii] «La divinazione per mezzo dei geni (Demonoscopia) evocava gli esseri soprannaturali, ma inferiori agli Dei, di cui il paganesimo popolava l'aria, il fuoco, la terra e le acque. La credenza in questi geni degli elementi sussiste ancora in tutte le razze del nord. Il cristianesimo ufficiale ha sempre fatto vani sforai, specialmente nelle contrade boscose e montagnose, per sradicare queste poetiche superstizioni. La Francia le ha conservate sotto il nome di Fate; esse regnano ancora in Inghilterra, in Iscozia, in Irlanda, sotto i nomi di Fairies, di Klabbers, di Water-Elven, di Daonie-Sie, di TyIwithTeg; in Germania e nelle regioni Scandinave, sotto i nomi di Stille-Volk, di Kobbold, di Alfen, di Nokke, ec. ec. V. CHRISTIAN, Histoire de la Magie. [viii] Lo spirito dell'uomo con le fotografìe spiritiche dà una prova della sua materialità, perché è atto a determinare dei cangiamenti di luce per cui le lastre sensibili possono ritenere l'impressione o l'immagine. Ma le potestà divine dello spirito umano per cului che a pena a pena è più sensibile del collodion o della gelatina lasciano immagini e idee che non appartengono alla potenzialità più terrestre dell'uomo. [ix] αυτός έφη. [x] De Natura Deorum.

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LA VALIGIA DEL MONDO SECRETO

Dall'aprile del 1897, in cui comparve il primo grosso fascicolo del MONDO SECRETO una specie di breve raccolta delle notizie che più occorrono agli studiosi profani alle dottrine occulte, son passati nove mesi. A parte l’accoglienza lieta che al fascicolo venne fatta, dalla stampa, dagli amici e dagli studiosi, alla bontà dei quali i ringraziamenti riuscirebbero oggi fuor di luogo; in questi lunghi mesi di silenzio non un giorno solo è trascorso senza che lettere, visite di amici, e raccomandazioni di ogni sorta mi siano piovute per incitarmi a continuare, o meglio a cominciare la parte originale degli insegnamenti che io ho promesso, al livello di tutte le intelligenze, senza astruserie metafisiche che non sarebbero acchiappate a volo, e con quel tanto di sensetto moderno da impedire ai cagnolini del materialismo ufficiale di abbaiare le solite scomuniche. Io non mi auguravo che pochi lettori capaci di seguirmi, e una dozzina di bibliofili curiosi, e invece mi son trovato con tutto un pubblico intelligente che mi invitava a parlare, a scrivere, ad insegnare perché la cosa a parecchi è sembrata talmente pregevole che mi son giunte profferte di abbonati da ogni angolo d'Italia, e dai paesi in cui l'idioma italico è inteso facilmente. Così ad evitare noie, e per giovare ai lettori che desiderano le pubblicazioni esatte come i giorni del calendario, abbiamo consegnato tutti i poteri amministrativi nelle mani della casa editrice DETKEN & ROCHOLL che con questo n. 1, anno II, assume la pubblicazione del MONDO SECRETO, ed è verso il pubblico la garenzia di puntualità libraria che inutilmente amici, lettori, e curiosi avrebbero atteso dal sottoscritto. Così i lettori, per tutto quello che riguarda abbonamenti, compra di esemplari, annunzii della copertina si debbono dirigere esclusivamente alla casa editrice summentovata, mentre che quanto si riferisce alla direzione del periodico, libri, manoscritti, comunicazioni, cambii, deve essere indirizzato il Signor ERRICO CAS, Viale Principessa Elena, 17, NAPOLI. Cosi nessuna confusione di poteri e le cose cammineranno con la più scrupolosa precisione. Agli studiosi e ai cultori dei nostri studii non raccomando che la più larga e completa diffusione di questa rivista, la quale si promette di far bene a tutti coloro che leggeranno per apprendere, per studiare e per provare, senza le solite ciarlo o disquisizioni di cui sono pieni i libri di filosofia scientifica. D’altronde il secolo XIX si chiude con un risveglio portentoso delle scienze morte. Dopo aver cercato invano i refrigerii dell’intelletto ai libri di filosofia materialista, le masse ritornano ad agitare il problema dello spirito umano. Ho innanzi a me due Almanacchi del 1898, quello della casa Bemporad di Firenze e l’altro della casa Hachette di Parigi, e tutti due consacrano delle pagine alla Teosofia, all'Occultismo e allo Spiritismo. Chi ben considera che questi Almanacchi sono vere riviste di ciò che più attira e soggioga la pubblica opinione, e che si compilano molto diversamente che non 14

gli antichi Barbanera di Foligno, ha sicuro indizio della febbre latente che in questo anno trascorso ha preso nelle sue vampe l’umanità che pensa e scrive e dottoreggia. Nell’Almanacco Italiano del Bemporad, il compilatore dell’articolo OCCULTISMO e TEOSOFIA dà un facile riassunto della Teosofia, dell'Occultismo, del campo riservato alla Magia ed ha un periodo molto felice che mi piace riprodurre: « Non bisogna dimenticare che l’Occultismo è basato sull’esperienza, perché « conosce troppo bene che l’uomo non può realmente sapere, se prima non ha « sperimentato. Sotto questo punto di vista è anch’esso una scienza naturale nel « più stretto senso della parola, la quale coll'educare le facoltà soprasensibili « fa acquistare a chi coltiva il suo studio con coraggio ed amore non solo una « conoscenza pratica diretta (e non semplicemente intellettuale) dei cosi detti « poteri soprannaturali che si supposero fin qui appartenere al campo della « religione, ma mette il discepolo in grado di abbracciare in maniera vasta e « generale quella Verità che è scopo supremo di ogni sistema scientifico e filosofico». Tanto val la pena di trovare qualcuno che faccia intendere che le nostre pretese utopie non le vediamo nè le tocchiamo poetando! e ciò è un conforto per tutti gli occultisti che vivono come lumache nel guscio, sicuri che se mostrassero le corna il pubblico indifferente sorriderebbe incredulo! Sono i primi frutti, o cari italiani, che si raccolgono dalla propaganda straniera: la Società Teosofica, fondata al 1875 dal generale Olcott e da H. P. Blavatsky a New York, in ventisette anni ha messo in rivoluzione tutte le menti progredite che cercano la risoluzione degli alti problemi intellettuali e spirituali. A questi si aggiungano gli spiritisti kardechiani, che datano dal 1856, i magnetisti che si riannodano ai precedenti della rivoluzione francese del 1799, e i Rosa Croce, gli Gnostici, i Martinisti con Stanislao de Guaita e il Dott. Encausse o dott. Papus, e si ha il risultato oggi visibilissimo che il qualcuno di ieri diventa legione. L'ultima volta che son passato per Parigi si faceva un gran discorrere della signorina Couédon, l'ispirata dall'Angelo Gabriele, che profetizza un mondo di cose e la letteratura spiritualista e demoniaca vi aveva preso proporzioni non indegne alla gravità del soggetto. Non mi occupo, perché sarebbe lungo, dell'inventario di tutte le pubblicazioni del genere, che oggi si fanno a Parigi, ma per citarne le principali ricordo il Lotus Bleu dei Teosofi, diretto dal Signor A. Curmes, l'Initiation del dott. Papus, Le Voile d'Isis, l'Hyperchimie, la Paix Universelle, Le Journal de Magnetismo del Dourville, Les Annales des scienees psichiques del Dott. Dariex, L'Isis moderne. La Lumiere della signorina Grange; L'Echo du Merveilleux del Mery, la Curiosité del signor E. Bosc, ed a questo aggiungerò la Révus Spirite, già carica di anni, fondata da Allan Kardec e continuata con ideali più larghi dall'ottimo signor Leymarie, scrittore di lena e dei pochi che mantengono alto il livello della letteratura spiritista. Di tutti l’Initiation tende a conservare e perpetuare la tradizione cabalista o occidentale, mentre il Lotus Bleu si riattacca alle tradizioni bramaniche od orientali. L’Initiation, fondata dieci anni or sono dal Dott. Gerardo Encausse, meglio conosciuto nella letteratura occultista col nome di PAPUS, ha pubblicato scritti meritevoli di ogni considerazione, e si è fatta centro di un movimento di propaganda che prende di anno in anno proporzioni molto vaste. Il Dott. Papus è il capo del Martinismo 15

in Francia, una società iniziatica che fa capo alle dottrine del Conte Claudio di S. Martin e alla pratica dei discepoli del portoghese Martinez de Pasqualis, e che ha formato e forma centri iniziatici in Europa e fuori, molto vivi e numerosi. L’Initiation cominciando la sua undecima annata ha intrapreso la pubblicazione di numeri eccezionali, vere e complete monografie, di cui la prima è dedicata alla Tradizione orientale e particolarmente alla iniziazione bramanica. Questo fascicolo, eccezionalmente grosso, è ricco di tavole, note storiche, un metodo per apprendere la lettura del Sanscrito in sette lezioni (è del Dott. Papus, uno studio profondo sull’esoterismo bramanico (di Amaravella), poi articoli del Dott. Laurent e una bibliografia speciale (Sédir). Così promette altri numeri speciali sull’esoterismo cristiano, sulla Cabala, e sulla letteratura occultista. Tentativo ardito ma proficuo. A questo bisogna aggiungere che gli occultisti e propagandisti dell'occulto in Francia si fanno promotori di una Unione Idealista Universale per l'Altruismo e l'Idealità; si organizza il Congresso Spiritualista del 1900; si consolida il Gruppo indipendente di studii esoterici, si stabilisce una Università Libera di alti studii per l'insegnamento delle scienze ermetiche ed infino un sindacato della stampa spiritualista. Non cito le riviste e i giornali che si pubblicano altrove in altre lingue, perché bastano i soli francesi per determinare la influenza della loro propaganda sugli italiani; i quali non dal Bordelaud o dal Light che si pubblicano a Londra riccamente compilati o dall'Unccen Wold di Melburne succhiano il latte di tutte le novità, ma dai fratelli di Gallia si sentono incoraggiati ad occuparsi di quanto in tempi remoti praticava in Magna Grecia il divino Pitagora la cui scuola è conosciuta per Italica, e in tempi più vicini i Neoplatonici con Dante Alighieri che nelle scuole regie si dovrebbe studiare con miglior criterio che non le note e i commenti dei maestri grammatici! Non attribuisca il lettore nessun senso separatista alla mia prosa: siamo uomini e creta, e venga donde venga, purché la Luce arrivi; noi abbiamo il dovere di salutarla! Venga dalla Francia o insegni la Madre Italia, vetusta nutrice della Sapienza Arcana, noi dobbiamo inchinarci, perché la Luce ha una sola patria, il SOLE. Solamente la nostra stampa spiritualista è scarsa. A Roma, Nova Lux, diretta dal Dott. G. Hoffmann, che accoglie tutte le dottrine di tutte le scuole, dalla Teosofia allo Spiritismo, e non è diffusa abbastanza per avere una influenza grande sulle masse. A Torino il Progresso Spiritico e gli Annali dello Spiritismo. A Vercelli il Vessillo Spiritista. un giornaletto pieno di buone intenzioni, che riferisce tante belle cose di oltre tomba e che prende cappello appena si accenni a discutere lo spiritismo. A Piacenza si pubblicò dal Conte Douglas-Scotti il primo numero di Supersciema, calcato un po' troppo anche come forma tipografica sull’Initlation di Parigi, e poi fu sospesa. A Napoli il MONDO SECRETO che oggi ripiglia l'aire armato di incensiere e che, a parte, ripeto, intenzioni di separatività che non ho, tende a semplificare con la antica semplicità della Filosofia Italica tutto l'edificio di dottrine che prima dettero i filosofi e i maghi e poi generarono i sofi della decadenza. Solamente devo notare che in Italia gli scrittori di teosofia, di spiritismo e di psicologia già sono parecchi, e nell'anno testé decorso ho avuto occasione di leggere dei pregevoli scritti del Calvari, del Bornia, dell'Hoffmann, e dell'instancabile signor Fulgenzio Bruni, pel quale non è bastevole una parola di encomio per premiarne l'attività prodigiosa, prodigiosamente spiegata per la diffusione dell'occultismo. Il Bruni è un 16

apostolo fervente, uno scrittore efficace, che guadagna alla causa della Verità proseliti intelligenti. Nei fascicoli di Nova Lux del novembre e del decembre 1897 trovo due dichiarazioni del Bruni simpatice per l'idealità a cui sono ispirate. Nella prima (una lettera ai Fratelli carissimi Abignente e Vespasiani) invoca con fede e coscienza all'Unione di teosofi, occultisti e spiritisti; e nella seconda egli confessa pubblicamente di dovere la sua vera iniziazione al Lotus Bleu e alla Teosofia, e che ripudia quanto suoni aggressioni al pensiero altrui nei suoi scritti precedenti. Io non sono molto abituato al plauso, ma la lealtà del Bruni, mentre insegna agli altri di predicare sempre tra le scuole del fenomeni del di là la concordia come tra le diverse armi dello stesso esercito, porge a me l'occasione di confessare un peccato che mi è addebitato a torto. Nel fascicolo dell'Aprile 1897 del MONDO SECRETO a pag. 60 io fraternamente ho tracciato la linea che separa gli spiritisti dei tavolini dall'occultismo pratico e scientifico. Ho voluto dire questo: voi credete di parlare con Francescantonio? disilludetevi: voi compite una ginnastica della vostra psiche: non perché lo spirito di Francescantonio non si possa qualche volta manifestare, ma che spesso e volentieri siete voi che rispondete a voi, trasformandovi nel Francescantonto che invocate. Ermete Novelli incarna sulla scena tutti i suoi personaggi con lo stesso processo psichico che certi medii scriventi invocano le idee dei morti... e magari riuscissero nell'invocazione come il Novelli riesce nell'incarnazioni, ma io leggo per es. sul Vessillo Spiritista una evocazione di Giuseppe Mazzini fatta a Montevideo che, se dovessi credere allo spiritismo nel senso che l'intendono molti, sarei convinto che il rivoluzionario simpatico e lo scrittore ispirato dopo morto sia diventato un mezzo scemo. Accennavo allora alle varie e sostanziali differenze, su cui ritornerò quando io vi giungerò nell'esposizione della magia operante. In altri termini io non ho detto: gli spiritisti sono degli impostori. In voluto dire che la spiegazione che gli spiritisti danno al fenomeno meccanico o intelligente non è la giusta. E noi possiamo predicare l'unione, la fratellanza, l'unità di tutte le scuole, di tutte le chiese, di tutte le sette, ma fino a quando incontrerò un amico che val la pena di convertire, gli dirò non che lo spiritismo non esiste o è una, allucinazione, ma che quello che si crede per lo spirito di Francescantonio o di Francescosaverio può essere spesso e volentieri lo spirito di Francescopaolo che non è morto. Per il fraterno amore alla concordia io mi son sorbite pacificamente in silenzio tutte le lettere pepate e insolenti che ho ricevuto, tra le quali qualcuna che mi qualificava assolutamente con vocaboli tali che so io, Kremmerz, fossi uomo come gli altri uomini, avrei dovuto mandare a chi ma la scrisse una dozzina di padrini e altrettanti cannoni a retrocarica. Quindi con la presente dichiaro anch'io che accetto e rispetto tutte le buone intenzioni, ma in quanto alla verità dello cose vere invito gli altri a vedere, a toccare, a sapere e ad intendere, prima di ribellarsi a quello cui io accenno, anche se le mie parole e le mie rettificazioni non vanno a sangue... so no dovrebbe succedere il caso contrario, cioè dovrei rinunziare alla verità che io veggo ed intendo per correre a prender lezioni dalla congetture filosofiche degli altri o dai desiderii dei semplici evocatori di Francescantonio. 17

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A questo proposito ricordo al lettore studioso che a Torino, pei tipi di Roux e Frassati, si è pubblicato nel 1897 il primo e secondo volume della Storia dello Spiritismo del signor Cesare de Vesme. Ho comprato e letto con piacere i due volumi pubblicati perchè sono una splendida storia della fenomenologia dello spirito umano; o da questo lato è molto ben detta Storia dello Spiritismo. La raccomando al mio lettore affinchè la legga e la ricordi, ma raccomando al tempo stesso di non ingoiare come oro di coppella tutte le osservazioni dell'autore sui fenomeni e tutta la critica che è unilaterale. Il difetto dell’autore è quello di tutti i novizii; correre in bicicletta par ridurre tutto ciò che non si comprende a quello che si conosce bene. * * * Tra i periodici italiani, non esclusivamente spiritisti, debbo annoverare la Rivista di Studii Psichici che si pubblica a Milano diretta dai dottori Ermacora e Finzi, dedicato alle ricerche sperimentali e critiche, che mi pare compilato con criterio di osservazione serena e scelta di materiale interessante. * * * Da Montevideo (Uruguay) ricevo l'avviso della formazione di un centro di sciense occulte fondata dal Dott. Conte de Dàs, e i primi due numeri del giornale El plano Astral che fa la propaganda al centro. * * * Col fascicolo di ottobre 1897 ha sospese le sue pubblicazioni dopo trent'anni di esistenza, la Revista de estudios psicologicos di Barcellona (Spagna), per le deplorevoli condizioni in cui è piombato il popolo spagnuolo per le guerre coloniali e fratricide che lo dissanguano. Mandiamo augurii di pace alla Spagna e alla Rivista della ripresa delle sue pubblicazioni. K.

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I PROGRESSI DELLA MEDICINA UMANA MORBI, CONTAGI ED EFFLUVII FOTOGRAFIE DELLO SPIRITO E DEL PENSIERO

Ho il dovere di rispondere a chi vuol sapere perché professo tanto sarcasmo per gli sperimentatori della terapeutica dei sieri e dei bacilli. Lo confesso senza arrossire. La terapeutica affidata alle investigazioni materialiste mi spaventa. Nella storia della medicina tu trovi che l'uomo s'affanna in perpetuo a salvare la pancia pei fichi e la pelle per la saponetta con tutti i mezzi, dalla dottrina illuminata all’empirismo; ma fino a quando non si troverà dai profani il legame che unisce lo spirito al corpo dell’uomo, il rimedio per far rifiorire la carne non si troverà: aggiungo che ora si è lungi dal prendere la via maestra e la medicina come la farmacia scende al livello della speculazione sulla vigliaccheria umana. Il medico non è colui che le università battezzano tale, vomitato sulle spalle dell’infermo per curarlo con l'autorità della legge. Il medico non è l'uomo che su di un mal di pancia scrive un volume, ma il medico è chi dà la sanità della carne per l'amore alla umanità e non ai quattrini dell’umanità. Ma il medico che non sa, non ha fede nella sua missione e diventa mercante della scienza ufficiale. Vende la sua impostura a tanto il metro, come il mercante vende la tela. Cosi io non lo concepisco. La donna diventa feconda o infeconda per virtù di un quid che in medicina si ignora, perché al fenomeno della fecondazione l'osservatore si arresta; non vede niente di quello che agisce in una crisi che dura un baleno o genera un’esistenza. Se la donna diventa madre, una creatura è messa al mondo; vagisce, il sangue le circola nelle vene, il cuore le batte. Nessun laboratorio del mondo avrebbe fabbricato un pupattolo così perfetto e il medico che gli prepara il siero per la peste, non scopre il segreto di quella piccola anima che inizia con un vagito una esistenza che va a terminare o sulle rose della dovizia o sul letto di un ospedale. Se un morbo violento la colpisce e l'uccide, dimmi tu, o medico che ti fanno senatore del Regno o Gran Cordone, che è questo morbo che ha tagliato il filo a questa vita? Che è la vita?... prepara il siero. Ma il mio sarcasmo non è una ingiuria per nessuno: al postutto è una tirata al secolo XIX che muore. La cupola di S. Pietro ha visto morire parecchi secoli ed è sempre cupola! 19

È bene, giacchè mi trovo a discorrerne, che il lettore comprenda che io non sono solo a pensarla cosi, che anche qualche altro è del mio stesso umilissimo parere. Il dott. Boucher scrive nel suo saggio sulle origini epidemiche (Parigi 1896): « Che pensare del contagio? Esso è innegabile. Lo si spiega ordinariamente con l'identità dell’ambiente, delle condizioni esteriori ecc., ma una minuziosa osservazione fa riconoscere che la quistione dell’ambiente non sempre basta, gli è sopratutto in questi casi che si rileva la insufficienza della teoria microbica. Sicché, dice l'autore, dirigerò le mie ri-cerche verso un ordine di idee differente del tutto. Le malattie infettive non sono le sole che forniscono esempii di ciò che si chiama contagio... Le nevrosi, per esempio, si trasmettono perfettamente da un individuo che n'è affetto ad un individuo sano fin'allora e possono anch'esse rivestire il carattere epidemico. Citerò l’epidemia del ballo di San Vito del 1374, la tarantola che infierì in Italia alla stessa epoca, la epidemia delle religiose ritirate nei conventi di donne in Germania nel XV secolo; l'epidemia di Loudun nel 1632, ed i convulsionisti di Saint Médard del 623. Inoltre Fése ricorda dei casi curiosi di abitudini e pazzie comunicate ai cani dalle loro padrone, divenuti agorafobi (amanti della solitudine), per esempio, avversi a certi odori. Infine Laségne ha dimostrato il contagio della follia e Wallenberg ammette, per ispiegare questo contagio, una specie di affezione psichica che si produrrebbe. In questi casi evidentemente esisto influenza nociva di un soggetto sull’altro, vale a dire contagio, e non pertanto nessun elemento bacillare può invocarsi, come dunque questo contagio si produce? « Per comprendere questo meccanismo altrove che nei trattati classici moderni bisogna fare le analoghe ricerche. Bisogna dirigersi a quella scienza nuova che va illustrando una pleiade di pensatori, quali de Rochas, Richet, Crookes, Baraduc, Aksakof ec. ec.... e che schiaccerà sotto la sua possente spiritualità i sofismi batteriologici. E fin d’adesso che vi si scorge? Vi si scorge che l’essere animato irradia un fluido, una forza, e che questo fluido, questa forza possa essere misurata e calcolata da apparecchi di precisione. « Nello stato di sanità l'individuo irradia dunque un fluido normale. La legittimità di questa proposizione è non solamente mostrata da quegli apparecchi di precisione di cui sopra ho parlato ma benanche da tutta una sequela di fenomeni risultanti solo dall'osservazione o che arrecano essi stessi il loro contingente di prove. Prendiamo due esseri di costituzione e di temperamento dissimili. Mettiamoli in contatto permanente. L’un verso l’altro reagiranno per lo scambio continuo della loro forza radiante; e dopo un elasso di tempo più o meno lungo avranno acquistato uno stato generale del tutto nuovo. Nell'uno si saranno prodotte attenuazioni di certi lati predominanti in principio; nell’altro vi sarà aumento di altri lati dapprima poco sviluppati e che, per opera del contatto, si saranno a poco a poco accentuati. « Gli è con la legge dell'equilibrio dei fluidi insegnateci dalla fisica, e con la legge dell’irradiamento che si applica a tutti i corpi e che ingloba tutti gli esseri, che questi fatti possono spiegarsi; al punto che si potrebbero per analogia formulare le leggi seguenti: L'influenza esercitata dai corpi animati, gli uni su gli altri, sta in ragione inversa del quadrato della loro distanza.

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« Da esse soltanto eziandio i fenomeni di telepatia, di suggestione, di ipnotismo possono ricevere una interpetrazione razionale. « Vi è dunque nell’uomo allo stato normale irradiamento di un fluido normale, E sia che si tratti di, nevrosi ovvero di malattie infettive, il meccanismo del contagio dev’essere incontestabilmente il medesimo nei (lue casi. Gli effetti simili riconoscono per loro origine cause simili. E dacché vi è irradiamento normale nell'individuo allo stato normale vi dev’essere irradiamento morboso nell'individuo allo stato patologico. Dunque, al contatto l’una dell’altra, le due forze fluidiche reagiscono l'una sull'altra, e la loro risultante prenderli una risultante determinata, nel senso della salute per questi, nel senso della malattia per quegli, a seconda che il potere emissivo del primo sarà stato superiore o inferiore al potere del secondo. « Non vediamo dunque qui agire il microbo sull'uomo, è l'essere stesso che agisce sull’altro essere, e che l'influenza o ne è influenzato secondo la sua potenza di recezione dall’altra parte. Cosi mi si presenta il fenomeno del contagio con il suo processo comune a tutti i generi di affezioni, alle malattie infettive come alle malattie psichiche.... « Affermo adunque la rassomigliauza, la similitudine, l'identità che esistono tra i due ordini di fatti; poiché all'infuori di tutte le considerazioni filosofiche, all'infuori delle relazioni che ho esposto più sopra, l'osservazione diretta di certe epidemie dimostra che le medesime cause possono produrre e le malattie infettive e le psicosi più svariate. Gli è a questa guisa che la medesima qualità degli agenti esterni che fanno nascere l 'influenza, generano egualmente una recrudescenza molto manifesta di follie, di suicidii, di delitti: «Esiste in ciò, dice il Dr P. Aubry, un ambiente che sprigiona le disposizioni latenti, formando degli scoppii multipli ma indipendenti gli uni dagli altri ». Rientriamo qui adunque nel processo generale. Ma più su ho insistito sulla importanza delle cause secondarie o concomitanti; ho dimostrato che esagerando l'impressionabilità degli individui viventi al loro contatto e che senza esse avrebbe potuto sottrarsi alle azioni degli agenti esteriori, esse pervengono pertanto a soggiogarli alla loro dipendenza e permettono a questi di manifestare la loro potenza. « L'irradiamento neurico può agire del pari, esaltando l'impressionabilità dell'individuo che la subisco, innalzandola al grado necessario perché possa essere influenzata nel modo stesso dagli agenti generatori, della manifestazione primaria. « Il meccanismo intimo della morbosità e della epidemicità è ora completamente scoverto. Il focolaio degeneratore è sempre e per tutto l'ambiente atmosferico di cui i complessi pressione, elettricità, calore, magnetismo in movimento perpetuo, fanno variare all'infinito la qualità. Ed in questa infinita varietà dell'ambiente le diverse impressionabilità possono trovare l'elemento che le travaglia e le fa manifestare secondo il locus minoris resistentis. « In queste condizioni, il contagio non ci appare più come il principio primo delle manifestazioni epidemiche o sporadiche, come lo sostengono i microbiani, contro ogni dettato di logica. Esso non è neanche più una ruota principale ma semplicemente un'appendice, un corollario della legge dell'ambiente, e i suoi effetti sono necessariamente diminuiti nella stessa proporzione. In realtà dunque il contagio è cosa 21

rara; bisogna gonfiare i fatti oltre misura per farlo apparire agli occhi del volgo con le proporzioni che gli hanno dato i batteriologi ». « In tutto ciò non è più quistione dei microbi specifici delle malattie infettive. D'altronde domanderemmo ai batteriologi: donde vengono questi microbi? Non possono provenire dall'acqua che al contrario li annienta come lo provano le esperienze di Karlinski, di Mead Bolton e di Krauss. Essi non possono provenire dall'aria che li dissemina in tutte le direzioni. Miguel considera come molto poco probabile che a questo stato di diffusione essi sieno molto pericolosi. Resterebbe la terra, ma Froenkel ha constatato che i microbi cessano nella terra di essere nocivi a capo di pochissimo tempo. Koch e Prausnitz non hanno ottenuto alcun risultato dalle loro esperienze di seminazione sul suolo. Arnould dice: i microrganismi patogeni non si moltiplicano nel suolo e spariscono rapidamente. « Il meccanismo delle epidemie resta dunque inesplicabile per mezzo dei microbi ». Ma pel lettore che non e al corrente delle ultimo esperienze fotogra-fiche sugli effluvii umani non basta questo brano. Circa due anni or sono il dott. Baraduc riuscì a fotografare il fluido magnetico sprigionatosi dalle sue dita. Queste esperienze ebbero dei continuatori. Il dottore Adam fotografò il fluido emanato dal sangue degli animali recentemente uccisi; il comandante Tegrad della marina francese, poi il Dott. Luys, col signor David chimico delle manifatture dei Gobelins continuarono le esperienze, fino a che questo fenomeno insospettato è diventato una cortezza anche per coloro che negavano le radiazioni magnetiche dalle mani dell'uomo. Morto il Dott. Luys, il signor David ha proseguito le provo col chimico Brant capo del laboratorio radiografico di Parigi, e il risultato delle esperienze dimostra che il fluido emanante dal corpo umano dà una immagine identica a quella che si ritrae dai due poli di una calamità e quasi ne stabilisce la pruova di confronto. Queste dimostrazioni meccaniche e patenti del fluido psichico danno una grande importanza nell'avvenire alla propaganda dello spiritualismo e possono portare, se continuate, una grande e diretta influenza su tutto l'edificio scientifico del secolo spirante. Ora nei medii questo fluido può condensarsi al punto da proiettare fuori il braccio visibile un braccio fluidico che muove un oggetto, o picchia su di un tavolo? Il de Rochas ne ha fatto esperimenti e così il dott. Montin per mezzo di soggetti magnetizzati. Ma la Magia lo sta predicando da secoli e la pratica della bassa magia è fondata su questo! e la progredita scuola magnetista dei de Rochas, Boriac, Dalboeuf, Barety ha ragione da vendere! I Luys, Barety, Durand de Gros han imostrato che il magnetismo è una radiazione del nostro sistema nervoso che trasporta la polarità e la luminosità, il De Rochas, dice l'Harbinger of Light di Melburne, ci dà una pruova plastica della continuazione della vita terrena; perché se il magnetismo trasporta non la sola polarità o la luminosità ma anche il sentimento e la percezione e costituisce il doppio psichico dell'organismo che entra in relazione con esseri incorporei, può anche staccarsi permanentemente dal corpo dopo la morte di quest'ultimo e... sopravvivergli. Ma questo non è dimostrato nelle pratiche magiche, quando il corpo umano è ancora vivo e palpitante? Ma vi è qualche cosa di più sbalorditivo. Il Dott. Baraduc solo 22

pensando energicamente ad un soggetto è riuscito ad impressionarne una lastra fotografica. Dunque il pensiero, proiettato energicamente, genera un movimento nella luce e crea una forma? E non si va più in là? Ed allora le forme che impressionano le lastre sensibili nelle fotografie spiritiche sono di esseri fluidici intelligenti che vengono di fuori o non è un movimento dell'Etere che genera luce e forma e impressiona la placca sensibile? Ma a proiettare col solo meccanismo cerebrale una scarica fluidica tale da condensare una forma possono tutti gli uomini prestarsi e quali? o quale è la ginnastica adatta a queste funzioni? Ma lo stesso quid che proietta una immagine non può proiettare una scarica negativa o assorbente la psiche fluidica degli altri o non la può scompigliare e generare un disastro mentale? Bisogna domandare a un materialista: dove andremo? — Certamente a metterci il bavaglio e ad invocare che si sopprima la libertà di stampa... se tutte queste cose, che son vere, paiono eresie. KREMMERZ

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COMUNICAZIONI

Un signore, medico, nostro amico, che vuol serbare l'incognito, ci scrive: In Calvanico (Salerno) dove sono nato e dove era la mia famiglia, verso il 1850 avvenne il seguente fatto. Un individuo del villaggio, mezzo scemo di mente, raccolto più per compassione che per i servizi reali che poteva rendere dalla mia famiglia, quasi ogni sera, si addormentava sul banco, che nel mio paese si è soliti tenere presso il focolaio della cucina, e, passando dal sonno alla catalessia, cominciava da sé a parlare, come se l'anima di un morto fosse venuta a discorrere con lui. Questo individuo, di nome Michele Caleo, ripeto quasi scemo di mente, faceva discorsi alle volte molto elevati, e, se una persona qualunque rispondeva, pigliando parte al suo soliloquio, allora l'anima del morto entrava direttamente in relazione con questa persona, e il Caleo non diventava che un semplice mezzo di comunicazione. Fu notato però che ciò non avveniva se nella stanza, cioè nella cucina, non si fosse trovata presente una mia zia, la quale però era del tutto incosciente della sua influenza. Questo Michele Caleo cambiava di voce a seconda che parlava l'anima di un uomo o di una donna defunta, anzi dicono i vecchi del mio paese che la voce che faceva era simile a quella che aveva la persona in vita. A seconda che la comune opinione riteneva che il tale dei tali, p. e. per la sua vita passata aveva potuto meritare il paradiso o l'inferno cosi, quando parlava, faceva una voce allegra, o di disperazione, e qualunque persona, a semplice richiesta, poteva conversare con l'anima del defunto che desiderava. Mio zio, medico, condusse a Napoli questo Caleo e lo fece visitare al Prof. Tommasi il quale non dette alcuna spiegazione — il fatto a Napoli si rinnovò egualmente, essendo venuta anche mia zia, la quale, ripeto, influiva colla sola presenza della persona. Ritornati in paese, siccome il fatto cominciò a fare rumore, e tutti venivano a casa nostra, l'autorità di quel tempo proibì di più tenere questo individuo in casa—uscito di casa, il fenomeno non si verificò più. 5, o 6 anni sono, andato a casa, rividi questo Caleo — lo invitai a casa mia, alla presenza di mia zia, nella stessa cucina; non fu possibile che si addormentasse: gli feci bere molto vino, e neppure ottenni niente, anzi era evidente una certa agitazione in lui e volle assolutamente andar via. Ho visitato questo Caleo, ed il suo corpo non presenta niente niente di anormale, meno il gozzo ed un oscheocele antica. E da notarsi che nello stato catalettico rivelava segreti di famiglia, riferiva esattamente fatti che accadevano a distanza, ma non fu mai possibile farlo predire — interrogato su questo rispondeva che Dio solo conosce il futuro. Fu pure esorcizzato diverse volte: ma l'ultima volta disse che non avrebbe più parlato, e cosi è stato. Una profezia sull’Europa. 24

La Revista espirita do Porto, che si pubblica in Portogallo, annunzia delle profezie: tra esse citiamo: Distruzione dell’Inghilterra e dell’Italia; per la prima perdita di tutte le colonie, distruzione di tutte le città e l'Isola ridotta ad uno scoglio di pescatori; per le seconda (questa tocca a noi) completamente sfasciata e Roma, la prostituta dell'Apocalisse, non avrà più pietra su pietra. Ingrandimento della Danimarca che diventerà un grande stato La Germania battuta dalla Russia e la Francia vinta un'altra volta dai tedeschi. La riportiamo a titolo di varietà, perché ha dei tratti comuni alle altre profezie politiche anteriori e che quando capita citeremo. L’ « anima pia » di Amalfi Tolgo dalla rivista tedesca Psychisehe Studien del decembre 1896: M. X. giunta ad Amalfi con un amico prese stanza all'Hotel Luna, che è un antico chiostro; la camera che gli fu data insieme all’amico si apriva con un balcone al sesto piano. La porta del balcone tu lasciata aperta, e quella che immetteva nel corridoio chiusa accuratamente. M. X sognò che passeggiando sulla spiaggia di Amalfi, vide venire a lui un giovanotto che gli domandò: — Sei tu cattolico o protestante? — Protestante, risposo M. X. — Ebbene, replicò il giovanotto, io ti annunzio che vi è ad Amalfi uno spirito che si chiama l’Anima Pia che va a trovare gli eretici per convertirli;esso verrà a te. M. X. si svegliò e, stupefazione! vide sul balcone al chiaro di luna una donna col costume amalfitano, e che parca non avesse niente del fantasma. Questa donna entrò. Si appressò al letto. — Che cosa volete? Domandò M. X. — Io sono l’Anima Pia. — Se tu non sei uno spirito, disse M. X., dammi la mano. L’Anima Pia si avvicinò e gli tese la mano. M.X. ebbe come la sensazione dell’acqua tiepida versata sulla sua mano. Spaventato nascose la faccia, ma quando riapri gli occhi tutto era scomparso. Il suo amico non aveva nè visto nè inteso niente; dormiva profondamente. Interrogato il padrone dell’albergo, confessò che nella casa vi era uno Spirito chiamato l’Anima Pia che va dietro agli eretici per convertirli.

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FASCICOLO .II. - Febbraio -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA PREPARAZIONE II. Discepolo mio, la seconda parte della preparazione alla magia mira a farti intendere per sommi capi dove cominciare per riuscire —come metterti fuori il sofiloquio dottrinario e come vedere e toccare ed imparare con la tua esperienza, non con la esperienza degli altri. Se adempiendo alla prima parto della preparazione tu sei coraggioso e buono nel senso più largo delle due parole; se comprendi precisamente che il tuo spirito, nel fodero di carne, è suscettibile di ogni miglioramento, fino a diventar come divinità dell'Olimpo e Nume maggiore; puoi attendere ad entrare in rapporto colle nature che sono più in alto di te e meno in alto che le divinità dei cieli. Che cosa sono le divinità medie, queste creature o dèmoni o angeli o messaggeri di Dio con le quali tu entrerai in rapporto? o meglio di che natura sono questi dei intermedii che tu devi ardentemente desiderare di conoscere? I migliori trattati di scienze occulte, dal Levi al Papus e da questi al resto dei Maghi di Parigi che il paradossale Nordau non accetta a cosa seria, ti dicono che fuori la natura umana, nell'Etere o nella Zona di luce astrale esistono gli spiriti dei morti, i corpi astrali dei medii e degli iniziati, gli elementari, le concezioni umane, i lemuri, le larve e le altre concezioni peccaminose ed incomplete. Io te l'ho scritto nel fascicolo del 1897. Ma, in ordine al primo precetto della precedente preparazione, tu devi pensare e ragionare da te. Eliphas Levi ti ha potuto corbellare, Papus ha potuto non dirti le cose sul serio, io stesso posso prendermi diletto a fare il romanzo delle scienze occulte come tanti romanzieri che inventano tante cose allegre. Ora tu devi formarti un concetto concreto ma generale delle nature intradivine o dèmoni nella forma plastica come gli antichi solevano, senza determinazione di particolari più o meno sbalordenti. Il biondo cavaliere, armato di fucile e provvisto di carniera, parte per la caccia. 26

Se prima di partire un professore di zoologia gli vuol far intendere uno per uno, specie per specie, famiglia per famiglia tutti gli animali che troverà nella sua escursione, farà opera vana, perché il cacciatore potrà fermarsi al gallinaio e non uccellare a fagiani. Il biondo cavaliere innanzi al dotto sorriderà allegramente e domanderà solo: — posso io entrare in campagna? incontrerò della caccia... in quanto a distinguere la salvaggina ci penseremo poi. All'allievo basta avere un concetto generale di ciò che incontrerà, ed io seguo il metodo antico. Cosi per te. Dii, dèmoni ed uomini: lo stesso rapporto come tra i tre stati della materia sensibile: i gravi, i leggieri, gli evanescenti[1]. Apuleio continua a ripetere Platone: « I dèmoni sono di una materia infinitamente più sottile e meno densa delle nuvole. Non sono come le nuvole composti di materia impura... sono di una materia rara, brillante e sottile e i nostri occhi non possono vederli por la loro trasparenza... questi dii sono suscettibili di pietà, di collera, di tristezza, e provano gli stessi sentimenti dello spirito dell'uomo... così sono esposti a tutti gli uragani e tumulti di pensieri in cui si agitano il nostro cuore e il nostro spirito. « Questi turbini e queste tempeste son improprii alla tranquillità degli dei del cielo, perché tutti gli abitanti dei cieli hanno costantemente e perpetuamente lo stesso stato di spirito. « Il dolore e il piacere non hanno presa sul loro spirito, e non mai si commuovono per ragioni esterne. « Il dio dei cieli non deve compiere nessuna funzione temporale, sia donando aiuti, sia sentendo affezioni: cosi non sente nè collera nè pietà; non l'agita la tristezza nè la gioia, libero da tutte le passioni dello spirito niente lo può affliggere e niente rallegrare, non ha desiderio nè avversione per alcuna cosa »[2]. Cosi il mago Apuleio spiega che tutte le passioni, la simpatia, la gioia, le afflizioni, l'odio, l'amore contengono alla natura dei dèmoni, perché essi partecipano delle due nature, della umana e della divina: abitano lo spazio tra gli uomini e gli dei, partecipano della immortalità di questi e delle passioni di quelli. La collera e la bestemmia li irrita, la pietà li commuove, i doni, i voti, le offerte li seducono; il disprezzo li sconvolge; le preghiere li riconciliano. « Per definirli esattamente si può dire che i demoni sono degli esseri animati, ragionevoli per lo spirito, ma con l’anima passiva, il corpo aereo e la durata eterna. « Animati, ragionevoli e passivi come gli uomini: hanno speciale la formazione del loro corpo: sono eterni come gli dei, ma dagli dei differiscono per le loro passioni ». 27

In queste passioni dei demoni tutti i culti eroici delle antiche religioni basavano i riti, pubblici o secreti, notturni o diurni, allegri o pietosi, casti od osceni. E più giù Apuleio insegna che l'anima dell’uomo mentre è nel corpo può essere chiamata un demone o un dio... e questa medesima anima liberata dai vincoli del corpo, quando il corso della nostra vita e finito, è ciò che gli antichi latini chiamavano LEMURI: così i Lari o dii familiari si attaccano alle famiglie e prendono cura della loro posterità; così le Larve o Fantasmi residui di coloro che vissero male; così i Mani o Dii Mani, detti dii per rispetto, mentre il nome di Dii non spetterebbe che a coloro che vissero ottimamente. «... Ma queste divisioni che appartengono agli spiriti di coloro che son vissuti sulla terra non sono adattabili a quelli che non vi vissero e mai vi furono legali ai corpi materiali, e che hanno una possanza più estesa, ira i quali il sonno e l'amore hanno due facoltà opposte, l’amore quella di risvegliare e il sonno quella di assopire. « In questo esercito numeroso di genii sublimi, Platone pretende che ogni uomo abbia il suo, arbitro sovrano della sua condotta, sempre invisibile e assiduo testimone dei più secreti pensieri. «... non avviene alcuna cosa nè dentro nè fuori di voi che il vostro genio non vegga, che non esamini, che non interpetri, che non senta, fin nelle più ascose profondità del vostro cuore ».

Dicono i pezzi grossi della artiglieria filosofica che la teologia degli antichi era simbolica: che il dèmone o genio individuale rappresenti la coscienza, il sentimento della ragione dell’essere. Sta bene. È un lato della questione. Ma la sapienza sacra, che gli antichi manifestavano nelle loro esposizioni esoteriche, aveva tre facce: a) una volgare, serviva pel profano; b) una simbolica, ed era filosofica; c) una arcana, ed era sacra, riserbata a chi aveva il passo nel tempio[3]. Che cosa è il dèmone o il genio definito nella forma plastica dello esoterismo pagano? Il volgare di oggi non fa che sorridere. Il dèmone degli antichi ed il genio tutelare dei platonici sono i padri putativi degli angeli custodi del cristianesimo e sono figure poetiche. Chi fa pompa di dottrina si contenta di mirare nel dèmone o genio l'anima dell’uomo nella sua essenza di ragione e di coscienza. Chi invece è addentro al linguaggio sacro dei sacerdoti-filosofi, ed ha la chiave delle tre facce dei parlari arcani, sa che il terzo, vero, profondo significato del dèmone o genio degli antichi risponde ad un raggio di luce di ciò che è: una verità che è la prima a cui tu, 28

o discepolo, devi mirare e che nessun maestro ti verrà a notomizzare col processo col quale, come ti ho detto nella prima parte, il Galvani trattava le ranocchie[4]. Nè ti arrabbiare per questo. Io ti propongo un problema da risolvere: per cavarne le mani hai bisogno di studiare e di esercitare te stesso nei teoremi scientifici[5] che la Magia t'insegna o ti accenna. Ne capirai l'essenza studiando e praticando. Se pratichi e non rifletti, diventerai uno sperimentatore ignorante. Se io ti spiego con simboli, tu potresti scambiar me coi romanzieri dei paesi invisibili, ed io tengo molto a non essere cacciato tra i Montepin dell’oltretomba. Solo ti dirò, fermandomi alla prima parte dell'esoterismo, che i SS. Padri e i polemizzatori cristiani contro la teogonia pagana altra cosa intendevano per angeli che gli antichi non intendessero per démoni. Teodoreto, nella sua Terapeutica, scrive: « Le divine scritture ci insegnano che vi sono delle potenze invisibili che cantano le lodi del Creatore, che obbediscono alla divina volontà e che eseguono i suoi ordini. Ma noi cristiani non li chiamiamo Dii, non rendiamo loro un culto divino, nè usiamo dividere tra il vero Dio e queste creature l’adorazione dovuta alla sola divinità. In modo che riconoscendo che queste Potenze sono di una classe superiore a quella dell’uomo, noi sosteniamo che noi (cioè queste potenze e noi uomini) non siamo che i servitori di un medesimo comune Padrone. Comechè queste Potenze non hanno corpo, così noi loro non riconosciamo sesso, questa distinzione non riguardante che le specie soggette alle leggi della morte, sopra le quali specie la morte facendo delle falciature continue è necessaria la riproduzione sessuale. Non potendo gli angeli morire è inutile riprodurli — nè vi è processo carnale dove il corpo non esiste. ...... del resto per vivere come questi spiriti puri, è avvenuto che coloro che si sono dati al servizio di Dio han rinunziato perfino alla società legittima del matrimonio come capace di distoglierli dalla meditazione divina; ed hanno abbandonato il loro paese e i loro parenti per non avere che dei pensieri per l’eterno bene ». Così le sacre scritture, intendo parlare delle cristiane, ci insegnano la purità dell’essenza divina degli angeli, mentre la teopea pagana attribuisce ai dèmoni deboscia ed incontinenza e tante azioni vergognose in ogni senso di morale pura e divina. S. Clemente rimproverava ai pagani il libertinaggio di Giove, quel sommo dio cui di tanto in tanto fremevano i sensi per cacciare la selvaggina negli stagni umani. Ma S. Clemente intendeva parlare dell’esoterico Iupiter, mentre il Giove secreto era giusto pel sacerdozio pagano e jus viene da Iovis, e la giustizia è di Giove ed è divina! Invece il simbolismo pagano, esoterico nella forma profana, dove non si riconosce il senso secreto o sacerdotale della favola volgare, è semplicemente mostruoso più che impudico ed immorale. Così il vescovo Teodoreto aveva ragione di sferzare a sangue la favola pagana in cui il Padre degli Dei aveva per moglie la sorella Giunone, ed aveva attentato al pudore della madre, che aveva fatto violenza a Proserpina sua figlia, che non aveva risparmiato Danae, Leda, Semela e.... Ganimede. Ma la plastica oscenità gentile non nascondeva un vero sacerdotale che non doveva darsi in pasto ai profani[6]?

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Così nella teogonia pagana i Dèmoni non sono gli Angeli (lei cristiani, e viceversa sono il nome generico degli abitanti interstiziali che dai più puri scendono agli impuri. Così gli Angeli cristiani sono entità divine che nel bel linguaggio poetico degli asceti non stanno che a cantar laudi al Signore e che S. Paolo chiama administratorii spiritus in ministerium missi propter eos qui ereditatis capient saluitis; cioè spiriti amministranti, cioè inviati di Dio per gli eredi della verità, e che il salmista ebreo nelle vergini figure poetiche del canto sacro dice inviati per ascoltare i gemili dei prigionieri della carne e per liberare dai legami quelli che sono condannati a morire. Quanta poesia, o discepolo, prima di entrare nella realtà dell’Essere; e come la poesia nasconde nella sua più riposta piega il senso secreto della verità che l'aspirante alla magia deve ambire di stringerà nel suo pugno per impadronirsene o perire, per essere o per non essere! Non ti sembri che io adoperi dei paroloni risonanti — io ti traduco in placido volgare gli elementi divini dell’occulto. La prima cosa che ti devi porre innanzi agli occhi nel tentare l'occulto nella natura spirituale è di conoscere lo spirito, o il demone o Vangelo o il genio che immediatamente rappresenti lo scalino superiore alla tua natura di uomo più o meno perfetto. Da quello che ho citato da Teodoreto, l'angelo cristiano è spirito di purità assoluta e messaggero di Dio—il dèmone invece è variabile come tendenza e come purificazione. Adopererò il nome di Genio per uscire dalle restrizioni e dalle definizioni: quando tu avrai incominciato a conoscere il tuo, definirai il primo.... e quando ne avrai conosciuti molti potrai avere un concetto approssimativo, ma sempre imperfetto, della scala di oro che comincia dai meno puri e termina ai perfettissimi. Come fare per conoscere il proprio genio[7]?

Gli antichi insegnavano che per conoscerlo bisogna renderselo propizio con la pratica della giustizia, per l'innocenza dei nostri costumi (è sempre Apuleio che parla) allora egli vi aiuterà con la sua previdenza nelle cose che voi ignorate, dei suoi consigli nelle vostre indecisioni, vi soccorrerà nei pericoli, e della sua assistenza non vi priverà nelle avversità: talvolta nei sogni, talvolta nei segni visibili, talvolta comparendovi, vi eviterà i mali, vi procurerà il bene, vi solleverà nelle vostre cadute, vi sosterrà nelle dubbie occasioni, vi illuminerà nel buio delle vostre ricerche, vi manterrà nella buona fortuna, vi trarrà dalla cattiva. I Pitagorici, dice Aristotile, si maravigliavano ogni volta che sentivano qualcuno confessare di non aver visto mai il suo Genio. In un senso volgare e filosofico era quello dei Pitagorici un rimprovero a coloro che non coltivano il loro spirito, perché l'animo dell’uomo è il santuario del Genio: ma nel significato occulto era un disprezzo per colui che fuori la scuola aveva le orecchie tappate di stoppia e gli occhi legati con la cera, per non vedere la persona o l’immagine e non sentire la voce, l'armonia delle esistenze intradivine, che servono come fiaccola all'esistenza dei perfettibili. 30

Il domma cristiano è profondo: il buon angelo custodisce il fanciullo, ma voi non avete visto dipinto mai un adulto col suo bravo angelo a lato: il simbolismo vuol dire che per avere il buon angelo con le brave ali aperte, a tutela dei buoni passi, nella breve ed aspra traversata della vita bisogna del fanciullo conservare la purità, l'innocenza e... la fede: se no appaiono, di sotto alle ali, un bel paio di appendici più o meno bafomettiane, e il viaggiatore innocente, il fanciullo puro e mondo, diventa il Dottor Fausto, accompagnato dall'eccellente amico con le corna, il quale è un genio anche lui... ma un genio musicale che ti tocca tutte le corde sensibili, pur di farti ballare come una scimmia scottata[8]. Questa corrente astrale è simboleggiata dal serpente nella Bibbia e sale intorno all'albero del Bene e del Male, vale a dire che le due facce del serpente sono la bassa o terrena o fangosa che genera l'illusione, cioè la menzogna — mentre la parte alta è verità ed è luce. Nella mitologia Apollo attraversa con una freccia il serpente Pitone nato dal limo della terra, nonpertanto le Pizie (cioè che avevano in corpo lo spirito di Pitone) davano responsi e profetavano[9] (1). Giuseppe Balsamo, il famoso conte di Cagliostro, il cui nome per gli sciocchi suona impostore, ma che al secolo XVIII era detto il divino, aveva per simbolo un serpente attraversato da una freccia, cioè la corrente astrale trafitta da una volontà potente e padroneggiata. Questo stesso serpente è messo ai piedi della Vergine Purissima, perché la verginità e la purità lo condannano all'immobilità e lo dominano completamente. Ma quando non vi modellate sulla divinità di Apollo, o sulla potenza della volontà di Cagliostro, o sulla virtù extraumana di una concezione immacolata, il serpente vi prende nelle sue spire, vi domina, vi uccide fluidicamente e voi diventate una carogna della ragione e della verità.

III.

Caro ed amato figliuolo, la preparazione alla magia è questa: a) Possedere coraggio senza limite, ragione fredda e incapace di accendersi al primo bagliore di illusione. b) Avere alto il sentimento della rettitudine e della morale, e aver paura in nome della rettitudine e della morale di abusare di ciò che si tenta di rapire all'Ignoto. c) Desiderare che la luce arrivi per consolare coloro a cui le imperfezioni terrestri impediscono di vedere. d) Comprendere e far comprendere che l'uomo ha con se tutto il necessario per sviluppare le qualità sovrumane del suo spirito. e) Persuadersi che le coscienze rette, desiderose del bene, ragionevoli ed intere, senza ipocrisia e senza paura invitano il GENIO più affine alla natura dell'individuo a manifestarsi;

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f) Che la corrente delle opinioni e delle frasi fatte deviano e contorcono e traducono male il linguaggio che il GENIO parla alla nostra coscienza e che chiudiamo le orecchie alla verità par ascoltare le menzogne; g) Che se il GENIO si prende a duce, il serpente astrale che si affaccia in segno di lotta si domina e si diventa nume: se invece di intendere si fraintende, cioè si sogna il vituperio, allora si cade in bocca al serpente e... felice notte. È qui opportuno dire due parole sull’occulto e sul misterioso in quanto al dovere dell'aspirante mago di NON PARLARE. Gli spiritisti puri e semplici hanno di comune coi psicosofi e i medici sperimentatori da rivolgere al magismo un rimprovero che spesso e volentieri ottiene il suo effetto scenico; essi dicono: — Perché questo secreto in magia? alla vigilia del secolo XX possiamo noi bere di un fiato che la magia ha da nascondere alle masse, alla investigazione dei dotti, ai ricercatori del vero un qualche ritrovato che ai profani fa male? L'argomento è cornuto: o i maghi sanno una verità che gli altri ignorano, ed allora perché non dirla e illuminare le menti e le coscienze degli altri? O questa verità non esiste e i maghi vogliono far credere in un secreto di pulcinella e sono degli impostori. A questo ragionamento, che ha tutti i pregi della locuzione classica del sofismo, si potrebbe rispondere semplicemente con una burletta: cercate di custodire anche voi un secreto di pulcinella e se vi riuscite io non vi chiamerò impostore ma grande iniziato. E si otterrebbe il risultato arlecchinesco che delle persone molto serie, con barba prolissa, tuba e abito grave, dovrebbero sembrar agli occhi delle domestiche e delle cuciniere tante cicale o tanti mentecatti. Ma la burletta potrebbe non andare a sangue e io rispondo senza sofismi: A grado che le investigazioni dei dotti progrediscono nella determinazione delle facoltà latenti della materia umana, s'imbattono in proprietà nuove e insospettate del nostro organismo, e, per essere più proprio, non si scoprono le sole meraviglie inaudite del corpo dell'uomo, ma si intravedono radicali mutamenti nelle definizioni stesse della nostra fisica e della nostra chimica, di cui gli studiosi del secolo prossimo rideranno come di cose molto imperfette. I trasporti ottenuti nelle sedute chiamate spiritiche lasciano un dubbio atroce sulla penetrabilità della materia. Il telegrafo senza fili del Marconi dimostra una proprietà ignorata nelle leggi di simpatia della materia. I raggi Rötgen non determinano forse che un certo stato speciale della materia può permettere all'obbiettivo fotografico di vedere e non lascia supporre che uno stato specialissimo può far vedere all'occhio umano meglio che all'apparecchio fotografico? L'ipnotismo praticato nelle cliniche non ha provato che tutti gli orribili e vituperevoli detrattori del Mesmer e dei magnetisti erano al loro tempo degli ignoranti laureati coi titoli e i ciondoli più pomposi? La formazione degli spettri fluidici, impropriamente detti spiritici, osservati in tutte le sedute di medii materializzatori, non giustificano la popolare tradizione dei lupi-mannari che nelle nostre scuole si additano tra le superstizioni popolari? E non vi basta (parlo agli 32

spiritisti) il solo fatto che certi fenomeni non si ottengono neanche con la luce di una candela, per dimostrarvi che la luce artificiale o solare è già troppo densa e genera troppo movimento da influire sulle manifestazioni sensibili dell'io fluidico di un emissore di fluido? Ora voi leggete che le antiche iniziazioni filosofiche e le sacerdotali magiche erano precedute da una preparazione del discepolo al silenzio. Gli antichi discepoli-sacerdoti cominciavano con l’abituarsi a tacere. Io voglio credere con voi che l’antico sacerdozio aveva anche lui un secreto di pulcinella a nascondere con cura; ma voi se visitate un qualunque convento di frati, antico o recente, di qualunque ordine, dai camaldolesi ai benedettini, è inevitabile d'incontrare inciso o dipinto o a rilievo il famoso silentium e il simbolo di due braccia in due forme e colori intersecantisi a X. È un secreto ridicolo anche quello? Per esprimere con forma moderna cose che sono antiche quanto il pane, io ti dirò, o mio discepolo, le cose quali devi intenderle. Come gli stati della materia passano dal solido al liquido e al gassoso, l'organismo umano arriva dalla ottusità più completa alla più squisita sensazione. Tira un pugno, con la stessa forza, ad un gladiatore e ad una bambina: il primo crederà ad una carezza, la seconda avrà un osso rotto. Così dello effetto della luce, del suono e del calore e dell'elettricità sullo spirito umano, che è, di fronte al corpo fisico, ciò che è una fanciulla diafana rispetto ad un uomo-cannone da circo equestre. Nè è tutto. Le sensazioni esterne, luce, calore, elettricità, suono, scariche di fluido, determinano idee il cui lavorio si ripercuote per la sensibilità periferica od ottica sullo spirito e lo aggrava e l’ubbriaca, nello stesso modo che avviene tra le vivande e lo stomaco. Se uno stomaco è stracarico di cibi, le sue funzioni sono arrestate o insufficienti. Così le ripercussioni delle sensazioni esterne sullo spirito umano possono giungere perfino a paralizzare, cioè a impedirne la vita, quindi lo sviluppo e quindi la manifestazione. Puoi fare un paragone sullo sviluppo della sensività psichica tra un operaio di uno stabilimento metallurgico, assordante di martellate, e le percezioni spirituali dei coloni nei campi, lontani dai centri di popolazione. Tu vedrai in questi sviluppati istintiva mente e naturalmente pregi di percezione che non troverai nel primo[10]. Il silenzio dell'ambiente per lo spirito è quasi una astinenza dai cibi indigesti per lo stomaco. Ma bisogna ancora distinguere le sensazioni di origine esterna dalle sensazioni per ripercussione, sul quale fenomeno si potrebbe scrivere un trattato di matematica del senso. Un tuo vicino parla. La sua parola ti risveglia una idea o una sensazione. Ma se tu pronunzii una parola il lavorio è doppio, perché devi concepire l'idea, tradurla in parola e proiettarla nello spirito di chi ti ascolta. La parola che tu pronunzii è una proiezione 33

fluidica della tua concezione e la prova di questo lavorio si ha da ogni osservatore che, ascoltando un vocabolo che non risponde ad una idea fatta, deve concentrarsi meccanicamente per afferrare la concezione fluidica che accompagna l'idea proiettata. Che cosa ti dice il tuo maestro per non ricorrere alle mistiche condizioni cristiane e alle venerazioni del culto pagano? una sola Cosa: SII UOMO, SII RAGIONEVOLE, E DOMINA CON LA PERPETUA PADRONANZA DEI TUOI GIUDIZII TUTTE LE ILLUSIONI DEI SENSI MATERIALI E GROSSOLANI DELL'UOMO: FORMATI LA COSCIENZA DI ESSERE E SE LO MERITI O FORZI LA NATURA DI FUORI ALLA TUA COSCIENZA SPUNTERÀ RAPHAEL O ASTAROTH, L'ANGELO O IL DEMONE, IL TUO GENIO CERTAMENTE FARÀ CAPOLINO e come Papà Dante avrai trovato il tuo Virgilio, e con Virgilio il treno direttissimo pel manicomio o per la sapienza divina...

A questo punto il discepolo mi interrompe: —Se, come dice Apuleio, questi demoni non sono visibili, perché il loro corpo non offre resistenza ai nostri sguardi, come farò per entrarvi in comunicazione? Non li vedrò, non li ascolterò, non li toccherò quaggiù... È chiaro. Tu devi formarti un concetto esatto di ciò che è nel significato vero la luce astrale. In greco grammatico άστήρ è astro o stella. Nel greco ieratico άστρον è composto da α negativa e στερεόν fissità o solidità e significa senza fissità e vagante — e quindi la luce astrale nel senso riposto è la luce non fissa, vagante, eterea, evanescente[11]. Chiudi gli occhi, creati una immagine e mirala. Nel buio della tua cecità voluta, tu vedrai con una vista che, pur essendo comune a tutti gli uomini, non è la virtù visiva ordinaria agli altri uomini. In questo modo tu, facendo una operazione semplicissima, che tutti gli uomini possono fare, comincerai non ad espugnare fortezze incantate, ma a sentire l'odore della polvere, a iniziare una ginnastica che appena appena protratta ti dà l'idea di una luce eterea diversa di molto dalla luce della vista ordinaria. Quando dormi e sogni le tue immagini le vedi luminose. Eppure manca il sole e quella non è nè luce solare, nè elettrica, ma eterea o astrale. Quindi allorché dai maghi veri e non da novellieri della magia tu sentirai parlare della corrente astrale tu non crederai che sia la corrente fluidica che ci viene dagli astri, ma la vibrazione dell’Etere degli iniziati orfici, cioè la manifestazione del movimento vibratorio perpetuo che la teogonia pagana deificava in MERCURIO, ambasciatore e ruffiano, protettore dei ladri e dei commercianti, e anche un po’ dio molto pratico che nell’Orfeo all’Inferno di Offembach non trova mai riposo e canta continuamente op, op, op!

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Il dio colpito dalla tarantola nell'operetta è l'eterno moto generatore di tutti i fenomeni arcani della luce mentale. Alle tempio di Mercurio e ai piedi le ali; nelle mani il caduceo, la verga con due serpenti che fanno all'amore, una corrente attiva e passiva intorno ad un proiettore di fluido. Cosi il caduceo è restato simbolo dei farmacisti perché la sanità nella medicina occulta è rappresentata da due correnti di fluido etereo in equilibrio intorno ad uno strumento proiettore, organo simbolizzato in una verga... da cui poi vedrai come è venuta la verga del mago, a che serviva e qual mistero nasconda, Ora se appena appena ti sarai formata una idea approssimativa di una luce interna, potrai passare dal noto all'ignoto senza sofisticare molto. Fa che tre, quattro o più persone nell'identico modo chiudano gli occhi esterni e aprano la vista intellettuale alla percezione di questo mondo che si intravede e poi si vede con un senso che è la sintesi dei cinque noti, tu avrai stabilito per rapporto la comunione della luce che ciascuno degli osservatori intravede. Ti prego di intendere bene e rileggere il periodo precedente, se non l'hai ben capito, perché io non trovo parole più proprie nel linguaggio umano per indicare un fenomeno che quantunque in potestà di ogni uomo non è osservato da chi non si concentra e spiritualizza abbastanza per ottenerlo. IL RAPPORTO TRA LE VIBRAZIONI INTELLETTUALI ASTRALI PERCEPITE DAGLI OSSERVATORI FORMA LA CORRENTE ASTRALE CHE A SUO TEMPO DEVI IMPARARE A PADRONEGGIARE. Ora il silenzio nelle comunità religiose tende a diminuire nei limiti del possibile l’azione di tutto ciò che può turbare lo spirito e impedirne lo sviluppo... affinchè il braccio materiale del monaco trovi il. braccio del cristo! In magia la parola è uno strumento di realizzazione, è il silenzio sulle cose sacre della Verità, e il modo di custodia purificatrice che maggiormente vitalizza le idee da projettarsi, mentre impedisce che le ripercussioni delle idee projettate ubbriachino il mezzo ricettatore del mago. Per uscire dal pantano delle idee innestateci a viva forza dall’educazione profana, per purificarci da tutte le immagini vive e impure che noi respiriamo nella vita profana, per dileguare dalla nostra mente tutto il cumolo delle impressioni fumanti ancora dell'errore umano, l’allievo in magia farà infiniti sforzi e sacrifizii lunghi. Quando la purificazione si è ottenuta le percezioni intellettuali arrivano. Sono bagliori indistinti. Poi lampi fugaci, poi idee luminose. Se nelle morze dei vocaboli umani tu tenti di suggellare i barlumi della prima luce inafferrabili, avrai perduto il tempo: concretando e projettando con la parola la tua percezione, tu ne avrai tradita la natura, avrai voluto uma-nare ciò che è ultraumano e divino e che solo ai migliori si fa sentire e, come sacrilego, perderai la ragione della luce! Dice Fabre d’Olivet che lo stato del salvatore, del Cristo, è uno stato accessibile ad ogni animo umano agendo di. concerto assoluto col principio provvidenziale, e lo spirito 35

umano tende alla reintegrazione con l'intelligenza divina... e le nature extraumane non parlano ed in via di reintegrarsi non bisogna parlare. In quanto poi alla domanda: ma la magia ha veramente un secreto terribile da custodire e da nascondere? ma la rivelazione di questo secreto, l'arcano degli arcani, sarebbe tale da distruggere un mondo? Rispondo con poche parole: II filosofo intravede una verità che non afferra, il secreto della vita, della morte, della ragione di essere e della fine di uomini. nazioni, razze e specie. Il simbolismo di questo problema ne fa la Sfinge. Il discepolo della magia deve proporsi di arrivare in presenza dell’ultimo mostro che preannunzia il problema finale, e dominarlo. Come Edipo non fece. Il mago pone sulla propria testa la corona di re, se invece di tagliarle il capo le monta in sella: se no, pure essendo come il figliuolo di Laio, nato re, avrà ucciso in duello il padre e incestuosamente violata la madre per finire cieco di luce e in esilio dalla sua patria divina. Gli insegnamenti della magia, sapienza infinita, sono per tutti. Se gli spiritisti vogliono trovarsi in presenza della sfinge tebana son pregati, per amore del prossimo, di non credere che tutto il mondo sapiente abbia congiurato da secoli per custodire un secreto che non esiste. Che siano impostori e ciarlatani il Levi, Stanislao de Guaita, il Papus e il sottoscritto passi, ma che per corbellare i cultori dei poetici evocatori delle anime, alla cui pratica indefessa ed ispirata il progresso scientifico della società umana tento deve. abbiano congiurato Pitagora, i Caldei, gli Egizii, gli ordini religiosi di oriente e di occidente... mi pare che sia troppo!... Due cose debbo chiarire: 1.° la manifestazione di un qualunque essere extraumano porta alla conquista del serpente astrale? 2.° per chi è solo, e senza consiglio e senza iniziativa non esiste un mezzo per aprire, per quanto poco che sia, la via della vita occulta? Rispondo alle due domande: Alla prima: No. Perché l'entità di colui che si manifesta non è la stessa sempre, ma generalmente il genio del porco è... il majale, e il genio del filosofo illuminato è un Dio. Alla seconda: Si. Nel mondo vi sono molte vie che menano a Roma. Bisogna desiderare ardentemente; e quando meno si crede, a chi desidera con coraggio, una delle porte del reame divino si apre. Ipse dixit. Lo spirito della iniziazione occulta alla verità dei cieli si manifesta a misura che l'umanità migliora. Quando men si crede dietro ad un uomo che desidera o ad una donna che prega il genio della verità indica un maestro. Se l'iniziatore è veramente tale e non un ciarlatano, l’iniziando ne ha la percezione: gli stende la mano, cerca fondersi nell'animo di lui e lo ama. L'amore è divino e i cherubini non amano perché troppo vicini a Dio; ma il discepolo deve amare il suo maestro perché senza l'amore illimitato nella finalità del bene, la mente del primo non intenderà il cuore del secondo. 36

Qui mi fermo. Non sono nè un mistico nè un apostolo. Quando si scrive di cose del cielo pare ai profani che si sogni. Ebbene io prima di invitarti a ricercare la verità col cuore arido, ti dico: —Sogna di amare puramente, dolcemente, poeticamente un mondo migliore—e nel sogno pio di un amore infinito tu diventerai poeta: cioè poeta nel significato orfico, intuirai la scienza sacra e canterai la verità.

GIULIANO KREMMERZ [1] La sintesi della natura presenta i TRE STATI della materia, solida, liquida e gassosa. Questo numero 3 si ripete nei regni della natura visibile. Questo numero 3 completa la serie nella progressione divina, l'UOMO (il corpo grave, che imprigiona una intelligenza), il DEMONE (il corpo leggiero, che si avvicina all'intelligenza), lo spiano (il corpo evanescente, che non ha forma neanche ideale e si simbolizza nella luce). La trinità in tutto, perfino nei filosofi sommi dell'epoca contemporanea, come quell'eletto ingegno di Giovanni Bovio che mi si dice non accetti il simbolo nella Massoneria Scozzese, perché, dice lui, il simbolo ha fatto il suo tempo: ma appena l'illustre filosofo del diritto ha tentato il teatro, ha prodotto una trilogia, Cristo a Purim, S. Paolo e il Millennio. Onorato di Balzac, che Papus ben a ragione suppone addentro alle dottrine martiniste, così scrive nei suoi Études philosophiques: « Gli esseri che sono al di sotto di voi non hanno l'intelligenza dei mondi superiori, e voi l'avete;.. perché non si troverebbero al disopra di voi degli esseri più intelligenti di voi? Prima d'impiegare la sua forza a mirare Dio, non dovrebbe l’uomo esser più istruito di quanto lo è sopra se stesso? Prima di sfidare lo stello, prima di attaccare le certezze elevate, non dovrebbe egli stabilire le certezze che gli sono da presso? Voi credete fermamente a cose che agiscono e non sono degli esseri, che generano il pensiero e non sono degli spiriti, a delle astrazioni viventi che l'intelligenza non afferra sotto nessuna forma, che non sono in nessun luogo ma che voi trovate da per tutto; che sono senza un nome possibile e che voi avete nominate, che periscono sotto l'inesplicabile, l'incomprensibile, lo assurdo. Ed io vi domanderò come ammettendo tutte queste cose riserbate i vostri dubbi per i misteri sacri? Voi credete per esempio nel Numero, base sulla quale voi poggiate l'edifizio delle scienze che voi chiamate esatte. Senza il Numero addio matematiche! Ebbene quale essere misterioso, a cui fosse accordata la facoltà di vivere sempre, potrebbe finire di pronunziare, ed in quale linguaggio abbastanza svelto direbbe egli il Numero che contenesse i numeri infiniti, la cui esistenza vi è dimostrata dal vostro pensiero? Domandatelo al più bello dei geni umani: restasse egli seduto mille anni accanto ad una tavola colla testa fra le mani, che vi risponderebbe?..... Voi non sapete nè dove il numero comincia, nè dove si ferma, nè quando finirà. Qui lo chiamate il tempo, colà lo chiamato lo spazio, niente esiste se non per lui; senza di lui tutto sarebbe una sola e medesima so stanza, perché lui solo differenzia e qualifica. Il Numero è in rapporto al vostro spirito ciò che questo è alla materia, un agente incomprensibile. È desso un essere, è desso un soffio emanato da Dio per organizzare 37

l’Universo materiale, dove nulla ottiene la sua forma, se non per opera della Divinità, che è un effetto del Numero. Le più piccole come le più immense creazioni non si distinguono esse forse tra loro per le loro quantità, le loro qualità, le loro dimensioni, le loro forze, tutti attributi creati dal Numero? L'infinito dei numeri è un fatto provato per il vostro spirito, di cui nessuna prova può essere materialmente data. Il matematico vi dirà che l'infinito dei numeri esiste, e non si dimostra. Dio è un numero dotato di movimento che si sente e non si dimostra. Come l’Unità egli comincia dai numeri coi quali non ha nulla di comune. L’esistenza del Numero dipende dalla Unità, che senza essere un numero, li genera tutti. Dio è una magnifica Unità che non ha niente di comune con le sue creazioni e che non pertanto le genera. Perché se voi credete al Numero, dubitate voi di Dio? La Creazione non è dessa situata tra l’infinito delle sostanze inorganizzate e l’infinto delle sfere divine, come l'Unità si trova tra l'infinito delle frazioni che noi chiamiamo i Decimali, e l'infinito dei numeri che noi chiamiamo gl’Interi?... Voi soli sulla terra capite il Numero, questo primo gradino del peristilio che conduce a Dio, e già la vostra ragione v'incespica». Qui il discepolo potrebbe domandare se il triangolo può comprendere il numero infinito inafferrabile e se per questo significato lo hanno il simbolismo religioso e il massonico. Bisogna rispondere che è necessario riflettere sul numero tre. Ovidio parlando di Medea: Ter se convertit, ter sumptis flumine crinem Irroravit aquis, ternis ululatibus ora Solvit. E Tasso, al Canto XIII, dice del mago dopo fatto il cerchio: Girò tre volte all’Oriente il volto, Tre volte ai regni ove declina il sole: E tre scosse la verga onde uom sepolto Trar dalla tomba e dargli moto suole: E tre col piede scalzo il suol percosse, Poi con terribil grido il parlar mosse. E Carducci nei versi a Margherita di Savoia: Tre volte ti gira la chioma con la penna Che sa le tempeste: [2] È il fato inesorabile dei gentili. [3] I primi vati furono i grandi sacerdoti che davano i responsi in parlari dei numi in doppia intelligenza. Ed i vati, dice Esiodo, erano i primi sovrani delle dicarchie. Vate, Poeta, Creatore è la voce istessa. Ma Vate si diceva chi scriveva in parlari dei numi, a doppia intelligenza; arte divina che finora n'è mancata dacché le scienze ebbero la stanca. Σκιά id est Umbra, Scia-entia, nell’essenza del tenebrore appresa. Altrimenti era arte. » LEBANO. Il Cielo Urbico. [4] Scriveva il Papus nel suo studio sopra Martino Depasqualis o Martinez de Pasquallys: 38

«Entrare in comunicazione con l'invisibile, tale è il primo risultato ottenuto dall’illuminato. I problemi che sono insolubili per il filosofo, armato della grande sciabola di legno dell’induzione, sono risoluti positivamente dall’illuminato, che non discute più l'immortalità dell'anima poiché egli può liberare a volontà la scintilla divina che è in lui nel corpo materiale a lui prestato dalla natura par una esistenza. La realtà delle forze creatrici non è più un problema per chi può a suo piacimento percepirle in azione e qualche volta partecipare alla loro es-senza. Così l'illuminato non ha paura della morte di cui ha traversato la maggior parte delle fasi più che il minatore non tema le gallerie delle miniere in cui discende tutti i giorni. Ma questa situazione di uomo evoluto non saprebbe inorgoglire colui che l’ha realizzata, perché l'evoluzione dell’umanità è un atto collettivo e tutti gli sforzi di colui che sa debbono essere consacrati a divinizzare fino al possibile il fango umano che impastoia il suo piede ». [5] Vedi nota a pagina precedente. [6] Se papà Giove ne fece delle grosse e molto, gli altri dei dell'Olimpo greco-latino non ne fecero minor numero. Il simbolismo cristiano ha fatto man bassa sulla carnalità dei gentili ed è passato sulle forme divine come un soffio purificatore. L’Immacolata Concezione, cioè la Concezione Immacolata della Divinità pura, prende il posto della forma sensista di tutto le favole antiche. In queste tutto era amore più o meno impuro: gli EROI (da έρος, fuoco di amore) attraversando l’oceano dell’amore divinizzante si divinizzavano. Nella cabbala, Anael è l’amore in Dio e il Sunto vero nel Cristianesimo è chi ha fuso su stesso nell’amore del prossimo e di Dio. [7] Genius, cioè Generans, cioè Creator. San Martin dice che l’uomo non saprebbe fare un passo verso la verità senza la sua guida. [8] Per il cristianesimo l'angelo custode è guida e difesa. Un angelo, il tuo angelo ti ammonisce o ti salva. Il demònio o diavolo (personificazione del male) ti tenta. Martinez de Pasquallys insegnava la costituzione dell'uomo con la mano: il dito medio è l’anima, il pollice è lo spirito buono, l'indice è l’intelletto buono, le altre due dita annulare e mignolo esprimono lo spirito e l'intelletto demoniaco. Con ciò il Martinez voleva dire che l’uomo ha per guida tre elementi buoni contro due tendenti in basso. Gli spiritisti per guida di un uomo intendono lo spirito di tale o tal altra persona morta che si manifesta al medio. [9] Si osservi che i Pitagorici potevano essere interpretati per pitagorici. [10] Gli antichi, da Numa, ebbero il Faunus, dio che si rintanava nel silenzio dei campi e dai boschi, ed era « dio parlatore nel silenzio » cioè che dava responsi. Faunus, da for, faris, cioè parlatore. [11] I Meati Orfici e le città sotterranea o sacerdotali degli antichi iniziati erano astrali, cioè privi di luce solare, e colà i neofiti cominciavano ad imparare i veri; perciò molte volte si parla negli antichi degli astri e invece di guardare il cielo bisogna guardare sotterra. Il curioso è questo che alcuni vorrebbero vedere la luce astrale come in cielo si vede la via lattea e in essa divertirsi come in un cosmoroma a cinquanta centesimi l'entrata!

L’EVOCAZIONE DEI VIVI 39

La Rivista di Dublino, uno dei giornali più cattolici dell'universo, dove meno si crederebbe di trovare un avvenimento spiritico, ne racconta una che merita di esser letta. Parlando di una biografia di sir Kenelm Digby scritta da uno dei suoi discendenti, racconta un caso sbalordente occorso a Sir Kenelm, mentre viaggiava, per raggiungere all’ambasciata inglese di Madrid un suo parente, Sir John Digby. Viaggiando sir Kenelm si imbattè, compagno di strada, con un bramino indiano, col quale pare che immediatamente entrasse in discussione di fato e di libero arbitrio. Kenelm Digby ammetteva e difendeva il libero arbitrio, e il bramino, cui non piaceva la discussione teorica, propose un esperimento pratico di magia. Kenelm, cattolico, inorridisce pensando di avere comunicazioni o rapporto cogli spiriti infernali. Però la curiosità lo vince ed egli confida all'indiano i suoi scrupoli. Il bramino lo rassicurò, e condottolo in un sito molto buio di una foresta gli fece apparire... lady Venetia. Questa lady Venetia Stanley era la dolce fiamma di Kenelm, una signorina di cui era perdutamente innamorato, e intorno alla quale il rivale sir Eduardo Sackville aveva sparsi scandalosi rumori. L'evocata si dichiarò innocente, e predisse che Kenelm doveva sposarla e che in fede di ciò egli era aggredito da uomini armati di cui ne avrebbe uccisi due. Le predizioni si avverarono. A Madrid fu aggredito da malfattori e dopo sposò miss Venetia, che gli riuscì moglie fedele. Qualcuno potrà domandare se questo è possibile. L'occultismo ne ha la chiave, ma l'evocazione dei vivi si ottiene anche naturalmente tra due persone che si amano e si odiano: solamente il processo di ricordare l’evocazione fatta nello stato di sonnolenza o di veglia non lo posseggono tutti.

LO SDOPPIAMENTO

IL DIO NERO

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Questo disegno è dello stesso Eliphas Levi, cui si deve la volgarizzazione del Bafometto cabalistico. È il simbolo dello sdoppiamento magico nel mondo astrale, cioè nel mondo di luce non fissa, cioè di ombra (v.p. 75). Spiega questo disegno tutto il mistero dell’iniziazione nell’invisibile, annunciato dai primi versi della tavola di Ermes, Superior ut inferior e perpetuato nei due triangoli che si intersecano e si riflettono nella massoneria, che li spiega in squadre e compasso per misurare... l’universo. Questa figura è esoterica, come quella della Testa del Sokar; e tutti due danno un concetto del Dio Nero che preludeva l'iniziazione bramanica, di cui avremo occasione di parlare in prosieguo. Resta inteso parò che nel senso vero e scientifico il pentagono di Salomone, cioè i due triangoli che si sdoppiano, come nella simbolica figura del Levi, dovrebbero essere non un simbolo di vanagloria massonica, ma un segno certo che chi lo porta è in completa dimestichezza col mondo astrale.... ma Molti si noman Cesare e Pompeo Che meglio diriansi Bartolomeo!

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UNA OSSESSA A TORINO NEL 1850 LE INFERMITÀ PRODOTTE DAI DIAVOLI E LA MAGIA DEMONIACA NEGLI SCRITTORI DI COSE MEDICHE

Il caso merita di essere narrato per molte ragioni, tra le quali due principalissime; 1° Perché è un documento delle nevropatie in cui l'incosciente della sofferente acquista una speciale avversione agli scongiuri religiosi, 2° perché la memoria apologetica di uno dei medici, elaborata con cura, merita di essere riportata come una quasi completa bibliografia dell'occulto nella medicina, 3° perché si osservi quanto cammino gli esperimenti e le osservazioni degli investigatori abbiano fatto in cinquanta anni, dalla polemica medica per l'ossessa di Torino alla pubblicazione dei libri di Aksakoff e del De Rochas, dalle Superbe proteste dell'Accademia di medicina subalpina alla certezza che atto studio delle malattie nervose ed alla loro patogenia si apre un nuovo orizzonte delle ricerche mediche il cui risultato finale (risultato non di oggi nè di domani) sarà la certezza matematica che il simbolismo delle scienze calunniate dagli ignoranti e dagli increduli nasconde l’ultimo risultato della filosofia naturale dell'avvenire. Ma procediamo in ordine. La Gazzetta Medica Italiana del 23 settembre 1815, sotto il titolo « Osservazione e parere dei Dottori Vallauri, Forni o Bellingeri intorno ai fenomeni ed alla natura di una singolare neuropatia convulsiva da essi osservata in Torino nel giugno del 1850 » pubblicava la seguente relazione specifica « Noi sottoscritti dottori in medicina, esercenti in questa capitale, a richiesta del reverendo sacerdote Gio. Battista Ferreri degli Oblati di M. Vergine, ci siamo radunati il giorno 10 giugno 1850 per visitare certa Maria Geltrude Fodrat di Bessan in Moriana, creduta presentare fenomeni convulsivi insoliti, e riputati superiori alle ordinarie forze della; natura, per cui insieme ad un suo cugino Agostino Clapier che offeriva di simili insulti, era stata antecedentemente nel Santuario della Consolata sottoposta a benedizioni ed esorcismi, in seguito alle quali il Clapier avea ricuperata perfetta e sin qui permanente sanità, e la Maria Geltrude, dopo di aver goduto una calma quasi perfetta per lo spazio di una settimana, era stata di nuovo riassalita dai già sofferti insulti convulsivi, che da principio assai leggieri e poco durevoli, andavano di mano, in mano facendosi più gravi e continuativi. « Sottoposta l'inferma ad un attento esame del suo stato presente ed a quelle indagini commemorative che dalla medesima e dai numerosi congiunti e conoscenti che trovammo in casa sua ci potemmo procurare, risultò che la Maria Geltrude Fodrat in età d’anni 23, di robusta costituzione, non viziata, da alcuna labe discrasica, e dotata di apparecchio muscoloso molto sviluppato, non ha sofferto nelle epoche antecedenti della sua vita di alcuna notabile malattia, nè ebbe a soffrire particolari dissesti all’epoca della pubertà. « Essa ci presentò da bel principio un singhiozzo or moderato e rimesso, ed ora forte ed insistente accompagnato da convulsioni di tutto l'apparecchio muscolare concorrente alla respirazione, non che da un leggiero spasimo contemporaneo delle estremità 42

massime superiori, i polsi non duri, non frequenti, alquanto contratti, stato della cute naturale; quanto alle funzioni della niente era pienamente conscia di sè stessa, rispondeva adeguatamente alle interrogazioni; nulla presentano di morboso e di molesto i sensi dell’udito e della vista; non sonnambola o sonniloqua, e nulla indicherebbe in essa un’immaginazione molto vivace. Il colore e l'espressione del viso naturale alla sua condizione di contadina di montagna. L'occhio naturale pur esso, solo con accento di malinconia. La lingua rossiccia in tutta la superficie, le papille de’ margini alquanto rilevate, e più vivamente colorite. La deglutizione facile e normale, l'appetito dei cibi e le funzioni digestive come di persona sana, nè vomito nè sete dopo il pasto. Esplorate diligentemente tutte le regioni dell’addome, non presentarono alcuna tensione, nè tumore, nè calore accresciuto, nè senso di dolore a qualsivoglia pressione all'epigastrio, alle fosse iliache, alle ovaie, al corpo dell’utero, agli ipocondrii. Le menstruazioni ci furono affermate costantemente regolari, nè mai la persona aver sofferto di leucorrea od isterismi. Esplorata la colonna vertebrale con forte pressione tutto lunghesso i processi spinosi non sentì dolore in verun luogo. Accusa solamente cefalalgia frontale di tempo e di intensità rispondente alle convulsioni diaframmatiche. Interrogati i congiunti e l'informa separatamente se avesse per avventura la medesima sofferto qualche spavento o gravi patemi d'animo o vive contrarietà negli effetti, o accese, cadute, o arresto improvviso di menstruazione, risposero sopra di tatto l’una e gli altri negativamente. Tale si è lo stato fisico da noi riscontrato nella Maria Geltrude Fodrat. «I fenomeni aventi dell'insolito e straordinario furono, che essendo stati introdotti nella stanza in cui ci trovavamo coll’inferma alcuni sacerdoti, tra cui il rev.do Gio. Battista Ferreri della Consolata, i quali si fecero a recitare sopra l'inferma varie orazioni e benedizioni del Rituale Romano contro le infestazioni degli spiriti maligni, aggiuntevi aspersioni di acqua santa ed applicazione di sacre reliquie, le convulsioni diaframmatiche e dell’apparato muscolare respiratore acquistarono ad un tratto una intensità straordinaria con urli e strida accompagnate da convulsioni delle estremità sia superiori che inferiori, prima cloniche poi toniche, necessitanti il concorso e tutto il vigore di parecchie persone per poterla rattenere, ed impedire che urtando si facesse qualche grave male. In questo stato la pupilla diveniva estremamente mobile contraendosi e dilatandosi alternativamente con mirabile rapidità, finché tutto l’occhio diveniva convulso, il volto si contraeva deformemente, diveniva prima oscuro e poi livido con violenti e rabbiosi movimenti di espuizione, e contrazioni delle mascelle. Si è potuto osservare in modo ben distinto che ad alcune formole di orazione con cui il sacerdote imperava agli spiriti infestanti di dar segno attuale e manifesto della loro presenza ed operazione, le convulsioni toccavano il massimo grado, le urla divenivano insofferibili, con suoni ed accenti belluini raffiguranti specialmente i latrati del cane. Fu parimenti con ogni diligenza appurato che ogni qual volta il sacerdote interrompeva le orazioni, e passava in una stanza vicina, rientrava la paziente come per incanto nel suo stato ordinario di semplice e leggiero singulto, che cessava talvolta anche affatto senza presentare segno alcuno di lassitudine e sfinimento, come quella che subito beveva, e si alzava spontaneamente senza aiuto Veruno. Ritornando poi i sacerdoti nella camera e ricominciate le sacre deprecazioni, si riproduceva tosto tutto il complesso fenomenologico sovra descritto, e tutto questo abbiamo avuto occasione di vedere rinnovato per tre volte successivamente sempre colle stesse circostanze e nell’ordine medesimo. 43

« Dall’influenza veramente straordinaria che abbiamo veduto esercitar le preghiere e gli oggetti sacri sulla produzione ed intensivo eccitamento, di questa forma morbosa, e dalla evidente corrispondenza che la medesima costantemente seguiva col senso e colla espressione delle sacre orazioni, in modo da non potersi ovviamente spiegare cogli influssi generali delle semplici fisiche cagioni, sono unanimi di parere i sottoscritti che vi siano nel presente caso della Maria Geltrude Fodrat sufficienti anzi, validi motivi per addivenire, secondo il giudizio che sarà per portarne l'autorità ecclesiastica, a cui sola si spetta il discernimento degli spiriti e delle cose che ne dipendono, all'applicazione, delli speciali rimedii spirituali dalla Chiesa approvati e destinati contro le influenze ed operazioni degli spiriti maligni[i]. Vallauri Francesco medico Giacinto Forni dottore in med. e chirur. Celso Bellingeri dottore in med. e chirur. » A questa notizia o relazione officiale, il Forni, uno dei medici firmatari, aggiunge, in un opuscolo difensivo dell’intervento degli spiriti nelle infermità umane, altri particolari dello esame del caso; e dice: « Alla parte espositiva del riferito consulto debbo ora per maggiore dilucidazione aggiungere alcune circostanze di fatto delle quali se non importava tener conto per lo scopo cui era diretto il medesimo, rileva di non omettere ora che si è fatto segno di pubblica attenzione questo fatto, e oggetto di ripetute censure il parere che intorno ad esso si è dato. E primieramente riguardo all’origine di questa forma morbosa, vuolsi avvertire, che questa si svolse quasi contemporaneamente nei cugini Geltrude Fodrat, e Agostino Clapier fin allora perfettamente sani, gagliardi, senza nessuna nota fisica, o morale cagione; da cui cercati di curare dal medicante del luogo con sanguigne ed altri compensi non ne avevano ricevuto alcun giovamento, nè alleviazione. È a notarsi eziandio che dal principio di questa singolare affezione sino alla quasi total guarigione la Geltrude Fodrat (lo stesso dicono di Agostino Clapier) provava abituale involontario ribrezzo, ed avversione a tutti gli atti. di religione, come si vedeva chiaramente qualor si trattasse sia delle quotidiane orazioni, che dell'assistere alla santa messa, e anche del semplice invocare il nome di Dio, di Cristo Signore, o di Maria santissima, al punto di non poter la medesima molte volte, anche volendolo, sia invocare questi santi nomi, che farsi il segno della croce, provando in tatto queste circostanze tanto interiori tormenti dell’animo, quanto la rinnovazione, o l'accrescimento dei muscolari convellimenti. Tali tormenti di animo, e di corpo si rinnovavano pure nella Geltrude Fodrat (durante un mese e mezzo all’incirca, che potè essere conservata qui in Torino) ogni qual volta le si appressassero alla persona oggetti sacri [ii], come reliquie, stola sacerdotale, e comunque si toccasse a sua insaputa con acqua benedetta, come risulta dalle unanimi attestazioni di coloro che l'assistettero, e l'osservazione da vicino durante il suo soggiorno in Torino, e da appositi sperimenti che se ne fecero da’ medici esaminanti. Inutile dire che l'atto compiuto dai tre medici, audaci nel dichiarare l'insufficienza della dottrina nota sui mali che attaccano l’organismo umano, dovette far convellere i visceri di tutti i più reputati sanitarii della capitale subalpina; perché pochi giorni dopo la pubblicazione della disamina del morbo strano che aveva colpito una contadina, la Consulta Centrale dell'Associazione Medica degli Stadi Sardi si affrettò a pubblicare sui 44

giornali più reputati (l'Opinione, la Concardia, il Giornale della Regia Accademia Medico Chirurgica di Torino, la Gazzetta Medica Italiana degli Stati Sardi) una deliberazione da cui trapela tutta la bile accademica dei corpi costituiti ad infallibilità contro i medici che avevano parlato in nome della loro arte, liberamente, secondo le loro congetture in ordine ai tempi in cui vivevano. La deliberazione, sul tono della inappellabilità, diceva così: « La Consulta Centrale dell'Associazione Medica degli Stati Sardi ha presa la seguente deliberazione: « Visto e considerato il fatto pubblicato al numero 28 della Gazzetta Medica italiana, stampata m Torino, concernente una infermità dei nominati Maria Geltrude Fodrat di Bessan ed Agostina Clapier, non che la dichiarazione dei medici VALLAURI, FORNI e BELLINGERI, colla quale affermano che questa infermità sia tale da non potersi ovviamente spiegare cogli influssi generali delle semplici fìsiche cagioni e che quindi vi sieno nel presente caso sufficienti anzi validi motivi per addivenire, secondo giudizio che sarà per portarne l'Autorità ecclesiastica, a cui sola si spetta il discernimento degli spiriti e delle case che ne dipendono, all'applicazione degli speciali rimedii spirituali dalla Chiesa approvati e destinati contro le influenze ed operazioni degli spiriti maligni; « Visto e considerato che niun richiamo per parte degli stessi medici essendo stato fatto contro la pubblicazione della Gazzetta Medica, il fatto narrato ha tutto il carattere dell'autenticità! « La Consulta, Centrale dell'Associazione Medica degli Stati Sardi, fat-tasi in ciò l'interprete dell’opinione universale dei suoi colleghi, stretta dall'autorità dei più illustri medici antichi e moderni, unanime protesta che di tutti i fenomeni osservati negli individui in discorso e citati nella relativa storia pubblicata nella Gazzetta Medica, niuno assolutamente trovasene che la scienza medica non ispieghi al giorno d'oggi unicamente per l'azione delle semplici cause naturali; « E dichiara nello stesso tempo che, sia dalla summentovata narrazione, sia dalle notizie comunicatele da varii Membri della Consulta Centrale i quali ebbero prima occasione di visitare ed esaminare i medesimi Fodrat e Clapier appena giunti in Torino, risulta abbastanza chiaramente e indubitatamente che i sovranominati medici nel profferire il loro giudizio intorno al fatto in questione, hanno posto in non cale tutte le norme prescritte della prudenza medica in simili contingenze; E conchiude pertanto potersi con certezza applicare a questo fatto, come a tutte gli analoghi, la nota sentenza di Riolano: MULTA FICTA, A MORBO PAUCA, NIHIL A DAEMONE « Per deliberazione presa dalla Consulta Centrale dell'Associazione Medica degli Stati Sardi nella tornata del primo ottobre 1850. Per la Consulta Centrale Il Presidente G. S. BONACOSSA. Il Segretario PACCHIOTTI ». 45

Alla ennsima della Consulta Centrate Torinese tennero dietro altre del Comitato medico di Pinerolo del 9 ottobre e del Comitato medico di Alba del 19 predetto[iii]. Da ultimo la Reale Accademia medico-chirurgica di Torino volendo manifestare anch'essa il suo giudizio intorno al parere del 10 giugno, si fece coll'adottare nella sua tornata del 4 novembre 1850 il seguente ordine del giorno. L'Accademia, esaminata e discussa la dichiarazione relativa alla Geltrude Fodrat, di cui nel supplemento al N. 18 della Gazzetta Medica italiana Stati Sardi, sottoscritta dal socio Forni unitamente ai Dottori Bellingeri e Vallauri, ha riconosciuto e conchiuso essere erroneo il giudizio dato dai medesimi circa la spiegazione di quel fatto, e passa all'ordine del giorno[iv] ». (continua)

[i] Nell'aplologia della comunicazione il medico Forni, uno dei firmatarii, ha notato: Alcuni hanno voluto ravvisare in questo atto il carattere di una perizia Medico-legale. Esso non era, tanto ne’ suoi termini, che nell’intenzione di coloro che lo hanno fatto, che un semplice Consulto Curativo. Se si fosse inteso di dare un parere legale (che ad ogni modo non sarebbe ancora staio perizia perché a costituirla si richiede, per quello che mi pare, una delegazione esplicita del Magistrato) certamente la conclusione non sarebbe stata di un punto diversa, ma diversa ne sarebbe stata l'esposizione, la forma, e la deduzione degli argomenti. [ii] Andando essa un giorno per città in compagnia d'altri, e avvenendole di passare presso la porta laterale di una chiesa fu presa improvvisamente da si forte attacco di singulto, e di convellimento, che aumentando ad ogni passo, che faceva per la sua via, fu obbligata a retrocedere, e a prendere il suo cammino per altra strada. La persona che l'accompagnava non sapendo rendersi ragione di quest'attacco torna sul luogo per ricercarne, e. trova che in quella chiesa stava esposto il SS. Sacramento. Un'altra volta stando in casa fuori di accesso, e tranquilla tutt'ad un tratto dà m fremiti, e smanie: indi a pochi minuti entra una signora, che portava seco una reliquia dal santo legno della croce. La paziente sente in se grandi tormenti ed ambascio, strìde, e singhiozza forte, allontanatasi tal persona, e con essa la santa reliquia, torna alla primiera quiete. Questo aggiunge il Forni. [iii] Gazzetta Medica italiana Stati Sardi. N.42 – Concordia 23 Ottobre 1850. [iv] La Croce di Savoia 6 novembre 1850 n.114 e il giornale Reale Accademia Medicochirurgica di Torino puntata del 31 dicembre 1850.

IL PRINCIPE DI MOLITERNO

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Col rammarico più sincero ho saputo con ritardo la morte del Senatore Giuseppe Gallone Principe di Moliterno, sparito al mondo dei vivi il 13 dello scorso gennaio. Di censo e nobiltà vetustissimi, il Principe era cultore delle nostre scienze tra i più assidui e amorevoli. Ha scritto l’Olos in due volumi e di cui daremo un esame appena ci riescirà provvederci del secondo volume. Alla vedova, Donna Antonia Melodia Principessa di Tricase, le più care condoglianze per la perdita del suo sposo e del nostro fratello. K OSSERVAZIONI SUL METODO D'INVESTIGARE LA VERITÀ A sentire il sign. J. d’Angelo, il quale mi ha, onorato di una lettera quasi critica, il fascicolo precedente a questo è riuscito una disillusione per molte ragioni; soprattutto, mi pare di avere capito, per la preghiera al Sole e per gli homuncoli di Kueffstein, di cui le persone serie non possono occuparsi si e preoccuparsi. Chieggo perdono; ma per rispondere olle critiche e giustificare la mia opera innanzi al grosso pubblico dei miei tredici lettori, è necessario che io richiami la riflessione serena degli spassionati sui due metodi di investigazione nelle scienze sperimentali. I quali due metodi si riducono a due maniere di sperimento: studiare il fenomeno che si presenti in un qualunque individuo, si chiami Homo, Paladino o Stewort, e preparare l’organismo proprio a produrre i fenomeni e studiarli. Un metodo oggettivo e un metodo soggettivo. Il primo ha bisogno di fenomeni materializzatori, di strumenti e preparati per costatare fisicamente e incontestabilmente l’effetto ottenuto; il secondo è invece una lenta e precisa trasformazione dell’individuo dalla sfera fangosa e graveolente della umanità a uno stato di spirito, con tutti i fenomeni inerenti, e che è stato sovrumano, cioè di sopra allo stato psichico dei migliori. Ridono ancora i discepoli della filosofia positiva sul metodo ascetico: mettersi in testa di cangiare il Lombroso che certo ha avuto ed ha intuiti chiaroveggenti che lo trasportano in piena magia naturale di G. B. della Porta, in uno stato di spirito quasi angelico, parrà un paradosso sbalordente; mutare un incredulo in un santo è miracolo degno di Budda; ma l’analisi più accurata della psiche di chiaroveggenti naturali nel campo della speculazione scientifica non è mai una smentita alla verità magica, perché lo stato di spirito più elevato della media umana vi si riscontra sempre. Il Lombroso ha molto studiato sulle leggi delle anormalità psichiche degli altri, da permettere che un ignoto figliuolo del Celeste Impero investighi il suo stato angelico o diabolico per farne un adepto per naturale rivelazione: ma il metodo soggettivo, di investigazione cosciente sul proprio Io, tanto da svilupparne la intensità e raccoglierne i frutti, rappresenta sempre e costantemente il metodo da preferirsi da coloro che desiderano ardentemente di sapere, di conoscere, di progredire, non per acquistar gradi accademici o per stampare dei libri curiosi, ma pel solo fine di avvicinarsi alla verità per la verità. 47

Gli scienziati officiali, quelli che fanno il sereno ed il bel tempo, in tutta le cose della scienza profana, non possono seguire il metodo soggettivo, perché, sventuratamente, essi lavorano per far sapere che essi sono dei grandi uomini: invece lo studio del Mondo Secreto richiede una costanza senza pari, una fedeltà senza limite, una abnegazione senza trepidazione, un coraggio senza fine... per poter immolare la vanità del nostro piccolo, insignificante nome di battesimo in olocausto a quell'immenso universo di fronte a cui ognuno di noi non è che atomo rigonfio come bolla di sapone, che si spacca al contatto di un soffio. Se il metodo da me seguito nell'insegnamento magico, come nella mia educazione individuale, non pare scientifico al signor d'Angelo, gli chieggo umilinente perdono: ma i dott. Ermacora e Finzi nella Rivista di studii Psichici, che io ho precedentemente elogiato, fanno assai bene il primo metodo di investigazione da non desiderare nella mia rivista una seconda edizione della loro. La Magia non ha bisogno di una constatazione officiale: non ci credete o ci credete non importa, la verità non ha paura della miscredenza: progredendo l'umanità, la sintesi delle scienze porta alla verità assoluta, alla teocrazia sapiente, e gli ultimi scienziati della umanità avvenire saranno maghi e pontefici. Posso io solo accertare all'egregio e cortese critico che prima di raggiungere la profanazione della verità occulta per mezzo del metodo oggettivo, molt'acqua deve scorrere in Tevere e molti carciofi devono essere divorati dall’umanità pensante. Chi osserva come un tavolino si sollevi o uno spettro si formi con l'intervento di un medium, non sa ciò cha avviene nell'intimo del medium, e non lo saprà mai nè lo troverà stampato in nessun libro, finché lui stesso non si trasformi in quello, e secondo la sua speciale attitudine intenda. Ecco perché il fascicolo precedente, che esce dalla carreggiata degli esperimenti e delle solite critiche, sembra opera non degna di un austero seguace di Galeno! Eppure voi credete che la istoria di Kueffstein non sia degna delle persone serie, quasi che la mia fosse stata una trovata umoristica per divertire gli impazienti, e voi, amante tanto sincero di notomizzare la verità, non potete col vostro metodo oggettivo neanche immaginare che la divertente novella non nasconda un vero e proprio secreto di fabbricazione di spiriti! Qui sento gridare alla ciurma:- Dott. Kremmerz, voi ci trasportate nelle novelle arabe.... o siete un illuso.... o vi piace celiare! Nè l'una, nè l'altra accusa: è la fabbrica degli elementari quella là che gli spiritisti ogni tanto rimproverano agli occultisti come di una utopia o di una menzogna. Chi segue il mio metodo soggettivo, cioè d’iniziazione progressiva, operando, vi arriverà piano piano, capirà e praticherà con completa riuscita.... ma per far questo bisogna essere una persona molto seria, se no la ricetta non arriva, gli elementari non si fabbricano, e la storia del carmelitano Geloni resta come le Mille ed una Notte e l’Asino d'Oro, una lettura divertente per le fantesche e non per i dottori. Perciò siate cauti, o amici, e tornatemi la stima di non credermi uno scrittore allegro. In quanto poi alla preghiera Al Sole, la raccomando a quelli che non la capiscono, che la recitano come un'orazione scritta in lingua ottentota o nella mera dei Parsi, ogni volta che leggono la mia prosa. Ne vedranno l’effetto senza che io annoti. Cominceranno a far l’esperimento pratico dell’influenza delle preghiere sulla psiche e fuori la psiche.

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Resterebbe ora a discorrere delle Comunicazioni ottenute dal signor d'Angelo; ma di questo più diffusamente nel prossimo mese. -------------------------------Uno spiritista convinto, si firma così, mi scrive per sapere se v'è mezzo di conoscere nelle sedute spiritiche lo spirito di un disincarnato, da uno spirito mai incarnato e che cosa sono questi dèmoni o angeli ecc. Il lettore comprenderà che non è facile rispondere a tutte le domande quando non ancora si è esporto neanche il principio della pratica magica—per l'inconveniente che ogni spiegazione dovrebbe essere accompagnata da un po’ di teoria, cosa che porterebbe di anticipare in una volta tutto quello che si dirà in prosieguo. Dico solo I cortese scrittore i veggenti o medii veggenti possono averne la chiara conoscenza. Il Gournier, citato dal Matter, diceva di godere la compagnia del padre e della sorella defunti e di un essere che non era di natura umana. Il resto poi a quando arriveremo con l’esposizione della dottrina occulta.

I FRATELLI MARINISTI

Una domanda che mi si è fatta più volte è di sapere se la scienza occulta è patrimonio di qualche setta o società secreta, e se il Mondo Secreto consiglia questa o quella società iniziatica. Ripeto quanto nel programma dello scorso anno scrissi chiaramente: io non appartengo nè mi inchino a sette o a congreghe. Io sono legato da molti anni alla religione della Verità, la quale rifugge dagli scopi e dai fini settarii delle congreghe e consiglia invece il culto della Luce o culto del Sole..... quel Sole che dà su i nervi a coloro che non vogliono intenderlo come centro luminoso e focolare della vita; il Pianeta maggiore che la forma circolare dell'ostia simbolizza nella divinità della carne nella Chiesa cattolica e che nella Massoneria Scozzese e nella Riformata si ricerca nella Luce finale. Di sette ve ne son parecchie, ma gli scopi settarii non meritano la mia gran cassa: vi sono associazioni che pretendono essere iniziatiche, altre di pretta magia diabolica, altre che non sono proprio niente e che vogliono parere di essere. In questi ultimi anni in Italia è cominciato e diffondersi il Martinismo, cui il signor Fulgenzio Bruni ha prestato e presta tutta la sua cooperazione di fratello e di propagandista. Della storia del martinismo e della sua propaganda al modo, abbiamo pregato qualcuno dei nostri amici di Francia di scriverne per il nostro periodico, e appena sarà possibile la pubblicheremo; per ora basta ricordare che il Martinismo fa capo ai fratelli Coen di Martinez-Pasquallys del secolo scorso e che sotto la direzione illuminata del Dott. Encausse pare destinata a ricondurre la Massoneria alla fonte 49

iniziatica e dotta primitiva, prescindendo dalle opinioni personali dei Massoni che vogliono l’abolizione del simbolo. Basta questo ideale di verità e di luce per fare del Martinismo non una setta ma una società, ideale pel bene e per la libertà, e chi a questo ideale non volesse inchinarsi sarebbe in mala fede. Ecco perché i nostri lettori vedranno che nelle nostre pagine ricorrerà spesso sincera la propaganda per l'ordine altamente scientifico e liberale.

UNA SCUOLA ITALIANA DI MAGIA E FILOSOFIA DIVINA Ma se invece di parlare di sette si parla di scuole, credo che vi siano in Europa molti centri di studii. Non parlo dei maestri che non appaiono alla ribalta, solo quelli a me noti non sono pochissimi. Io stesso, dacché venuto dal Celesto Impero presi conoscenza delle fiorite sponde italiche, pensai che la ricostituzione della Scuola Italica Pitagorica potesse ritornare in vita. Lo pensai e il sogno mi allettò e... lo confesso, ancora mi alletta. Raccogliere i discepoli e parlar loro la parola della verità, con la semplicità e l’armonia della musica cantare il canto delle Sirene. Le quali la leggenda volle nelle acque di Partenope, mezzo donne e mezzo pesce, che cantavano per chiamare i naviganti raminghi e soffocarli nei vortici della voluttà — non lieto epilogo per gli smarriti dal diritto sentiero—ma certo non dubbio fine per coloro che più in dentro del ritmo non trovano la soluzione del malinconico problema dell'esistenza! Ma quando penso che si possa passare ai posteri come un fondatore di accademie sudo freddo! Ho creduto di non discorrere nella breve rassegna dello spiritualismo in Italia di un fenomeno curioso capitato a me dopo la pubblicazione del fascicolo del 1897, cioè che molte persone appena intraveduto qualcuno che si accingeva a scrivere non da dilettante nè da poeta moderno di cose occulte, m'hanno tempestato di lettere e di domande per essere risoluti dei problemi e delle questioni che spesso sono vero pasticcio di letture indigeste di filosofi o di esoteristi o di romanzieri dell’occulto. Non ho risposto a tutti particolarmente perché come si può scrivere ad una persona che gentilmente indirizza una lettera e che pretende di aver capito, che invece deve ricominciare i suoi studii da capo? come si può rispondere che prima di occuparsi della grammatica bisogna esercitarsi nel sillabario? Eccomi adunque, confesso a tutti coloro cui non ho risposto perché non potevo rispondere come avrei voluto. La disgrazia delle nostre scienze occulte è questa che i maestri, come Raimondo Lulli e Tritemio, sono vissuti molti secoli addietro e scrissero condensandosi in astruserie che gli studiosi di oggi non arrivano ad intendere. Lo spiritismo di Allan Kardec deve il suo enorme sviluppo alla semplicità ed alla intelligibilità del metodo e della teoria. Lo spiritismo dei tavolini lo comprendono tutti, ma tutto il mistero profondo dei gradini dell’ermetismo stanca, impaurisce, diventa l’araba fenice che non si vede mai; chi ha ottenuto appena appena un risultato minimo con lo spiritismo, o scrivendo, o ascoltando un rumore, o assistendo ad un qualunque fenomeno attribuito ad anime disincarnate, paragona quello che ottiene a ciò che la magia o l’occultismo non manifesta, non insegna, non fa intravedere, e che 50

circando di mille misteri. Tra lo spiritismo che dà e l’occultismo che si condensa in formole vaghe e nega continuamente, il pubblico che cerca di lavorare il meno che si può, e che è come i bambini, impaziente di vedere, ai attacca allo spiritismo tanto per non smoccolare i ceri a san Biagio inutilmente. Ma io, con questa pubblicazione nuova, mi son proposto proprio questo; di semplificare i principii pratici, fare poca teologia (il meno che si può ), pochis-sima algebra e mettere tutto il mondo dei miei tredici lettori in grado di poter chiaramente vedere quello che in magia si fa. Non basta. Il mago si fa con la pratica come il chirurgo. Studiate venti anni sui libri « non riuscirete mai a pungere un tumore che un infermiere ignorante vi fa ad occhi chiusi. Dunque insieme al libro ci vorrebbe una scuola. E vi sono gli scolari? Ci penserò per studiare la maniera di intenderei; se fare o lasciar correre...

NOTIZIE CRITICHE + La contessa Elena Mainardi, di cui pubblicammo nell'ultimo numero una lettera sulle fotografie spiritiche, pregata da noi, gentilmente ci ha regalato una fotografia ottenuta a Pisa e che speriamo di pubblicare nel prossimo fascicolo. + L’Echo du Merveilleux tien d’occhio, da molto tempo, la Signorina Couedon, l'ispirata dell’Angelo Gabriele, e a proposito del processo Zola ricorda una profezia del lo Agosto 1897, che diceva Un scandale sera donné Ce n'est pas éloigné Qui va comme depasser Tout ce qui s'est passe. e aggiunge questo complemento ottenuto nella seduta del 10 Febbraio e che si riferisce a Zola: En France il ne pourra rester Quand il l'aura quittée Il va contre vous aller e poi continua: Vous l'avez trop vanté La honte vous est donnée .................................. Puis un antre sera oté Et il vout comploter; Làbas ils seront plus aisés.... Ca ne fait que commancer... Come si vede pare che questo Angelo Gabriele se la sente con Emilio Zola! + Negli Annali dello Spiritismo in Italia n. 2 (Febbraio 1898) trovo citato questo periodo di Kant, dal 7° volume dell’Antropologia:

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« Quindi si può avere per dimostrato, e si potrebbe agevolmente provare, se uno volesse dilungarsi, o, per dir meglio, in avvenire, non so dove né quando, verrà pur provato che l'anima umana già nella vita presente sta in indissolubilmente stretta comunione con tutte le nature immateriali del mondo spirituale e che vicendevolmente essa agisce su queste e da queste riceve impressioni, di cui come uomo o persona incarnata non è conscia almeno nello stato ordinario e prospero delle cose ». + Spiritismo ed Occultismo, un breve articolo del signor V. Cavalli pubblicato sugli Annali dello Spiritismo, (gennaio 1898), è una delle solite diatribe di coloro che non vogliono studiare e pretendono di conoscere l’Occultismo impasticciandolo colla Teosofia, l'autoritarismo ecc. Ma un periodo è ameno: L'occultismo, dice l'autore, e assertivo, non dimostrativo e perciò essenzialmente dommatico. Per sapere tutte queste belle cose lo scrittore che deve certamente essere invaso da uno spirito bilioso contro le scienze occulte, deve aver trovato che l’occultismo è una teologia — o viceversa ha potuto sognare che l'occultismo non ha una pratica con effetti reali, se no l’asserzione del magister dixit non dovrebbe rispondere alla pratica... perciò preghiamo l’egregio e furibondo scrittore di studiare le scienze occulte prima di tentarle il discreto; se no la magia non resta ferita a morte e innanzi a chi la conosce l'egregio preopinante fa la figura di un nomo che parla di cose che non sa. + La signorina Letizia Polozow mi indirizza un suo scritto: IL SESTO SENSO e ne la ringrazio. Cito pochi periodi dei molti che valgono la pena di esser meditati: Lo spiritismo, che cerca di fornirci prove materiali della sopravvivenza dell’anima al corpo e di stabilire le leggi che reggono le relazioni del mondo invisibile con la materia, può, anch'esso, renderci dei servizii innegabili. Anzi, moltissime persone che credono non poter trovare nello stato attuale della Chiesa un alimento sufficiente ai bisogni della loro anima, hanno ricevuto dallo spiritismo un potente risveglio religioso e sono entrate per mezzo suo nella via segnata dal Nazzareno per ottenere la luce che solleva l'anima a quell’altezza da cui tutto si vede nella sua concatenazione e armonia. In quanto poi a pretendere sostituire lo spiritismo al Cristianesimo, mai, giammai, e Allan Kardec è stato il primo in tutti i suoi libri ad affermare la dottrina Nazzarena come verità pura ed assoluta. Noi non ci fermeremo mai, avremo sempre nuove percezioni della Verità, cercheremo sempre nuovi adattamenti e nuove applicazioni della Legge, ma dinanzi all'Augusta Legge che librasi nel mondo al di sopra di tutte le fantasie dell’uomo, e di tutti i corpi costituiti, noi curveremo la testa giubilanti della nostra libera e volontaria sottomissione! Amare Iddio e i fratelli, cioè dividere i sentimenti e i timori comuni, e le comuni speranze, cancellare nell'Amore e nella Compassione tutti i limiti e tutti gli antagonismi! Cioè nell’unità dello Spirito, ricondurre ogni sentimento all’amore, ogni amore separato all'Amore Universale, e l'Amore Universale all'amore di Dio, principio, legge, fine di tutto l'Esistente. + Nella Revue Scienlifìque et Morale du Spiritisme diretta dal signor Gabriele Delanne ho letto uno studio su Gesù di Nazareth e i suoi storici che continuerà. L’autore, che si firma Docteur Dusant, parla degli Esseni, i quali, per chi non lo sapesse, formavano la setta più pura delle tre che dividevano il popolo ebreo ai tempi di Gesù e forse costituiva la società iniziatica migliore di quei tempi, conservando e perpetuando la dottrina sacerdotale egizia nelle sue basi più austere. Naturalmente lo scrittore parla dei loro costumi e scrive: « La maggior parte si allontanava dalle città e si ritirava nel deserto, nello scopo egoistico di vivere al sicuro di ogni contatto legalmente impuro. 52

L'orrore dell'impurità legale era presso costoro spinto a tal segno che evitavano anche il contatto dei loro novizii perché questi non erano ancora passati per tutte le pruove purificanti dell'iniziazione. La scelta degli alimenti e dei vestimenti era rigorosamente fissata; le abluzioni si facevano ad ogni proposito ed esse erano sovente complete precedendo e seguendo ciascuno dei loro atti ». Così dopo diversi esempii di minuziose esecuzioni, l'autore giunge al punto di classificare le prescrizioni tra le ridicole e di Gesù, che appartenne agli Esseni, ne fa quasi un ribelle ai precetti ed alle massime del rito austero. Comechè la pratica Essena mette capo all'Egizia, e, con o senza filiazione storica, appartiene alla pratica della magia, deve essere rilevato l’errore di tutti gli scrittori che per l'amore all'umanità o alla Società umana, chiamano egoisti coloro che mirano al perfezionamento e purificazione del proprio individuo fuori la putredine collettiva. Nè bisogna alla leggiera sindacare i riti e le consuetudini di purificazioni senza conoscerne intimamente il simbolismo e la virtualità. Le purificazioni individuali in magia preparano gli ascensi o avventi, cioè stati di essere che è inutile sindacare quando non si conoscono. Mettete su di uno stesso sedile un monaco, un soldato e un venditore di vino. Se li spogliate dei loro abiti e li fotografate, otterrete la fotografia di tre uomini. L’abito esterno li distingue innanzi alla Società umana, ma la società umana come può vederne le virtù e i vizii, lo stato bestiale o angelico nel fondo della loro anima? Perciò la critica dei profani si deve arrestare innanzi a ciò che i profani non comprendono e che si perpetua da secoli: i riti di purificazione hanno la loro ragione di essere nei loro effetti. Cosi di tutta le pratiche in magia che gli iniziati non discutono e che un qualunque profano intenda giudicare. + Ho ricevuto un volume: Le Verità Eterne, opera in versi alessandrini francesi dettata dallo spirito di Vittor Hugo al medio ingegnere Casimiro Mottet nel Centro spiritista di CuritybaParana al Brasile; versione in prosa italiana del T. Colonnello Efisio Ungher con l'assistenza dello stesso spirito ». Accompagna il libro una circolare a stampa in cui si richiama l'attenzione del lettore non sul problema se lo spirito di Vittor Hugo abbia o no potuto ispirare il libro, ma sul contenuto delle comunicazioni, che ha scopo di benessere sociale. Per non trovarmi in contradizione con Vittor Hugo, non dico le mie opinioni, tutto personali, sul contenuto, opinioni che potrebbero essere erronee, e per non dispiacere il gentile donatore. Solo indico la pubblicazione del libro a chi desidera interessarsi della filosofia spiritualista-ascetica, come un saggio della quale il libro è buono. + Le Congres de l’Humanité artieles de AMO groupés et annotés par Marius Decrespe, un bel volume, che lo stile seducente del raccoglitore presenta con la simpatica filosofia dell'amore nell’opera umana di affratellamento e di fusione. Un carissimo amico ha preso impegno di scriverne e pubblicherà nel fascicolo di marzo un’analisi del libro, fra tanto il signor Decrespe ai lettori del nostro Mondo Secreto prepara qualcuno dei suoi smaglianti articoli. Po voti che giungano presto. + In questo fascicolo pubblico un articolo che il chiaro signor Luigi Esquieu ha scritto appositamente per noi su Stanislao di Guaita, mancato ai vivi giovanissimo alla fine dello scorso anno. Il signor Esquieu è uno dei migliori scrittori francesi di occultismo, e ci ha promesso gentilmente la sua cooperazione. Noi andiamo superbi di qualunque aiuto dei buoni, nel fine comune dell'avvento della verità. Ci duole di non poter dare contemporaneamente uno schizzo a penna dello stesso Guaita, tratteggiato dal suo biografo. Ci è giunto troppo tardi per poterlo inserir subito. 53

+ Lo stesso amico nostro ci promette un lavoro di storia dell'occulto e di soggetto italiano, Papa Giovanni XXII, e un processo per maleficio in cui ci entrerebbe Dante Alighieri. Promessa lieta ed appetitosa che ci auguriamo venga mantenuta sollecitamente. KREMMERZ

"ENVOUTEMENT" E MALEFICIO

Ricorre spesso nella letteratura francese contemporanea questa parola envoutement che prima di essere tradotta deve essere spiegata. Fino dagli antichi tempi gli stregoni adoperavano nei loro maleficii un sistema curioso: volendo agire sul loro nemico ne riproducevano l'immagine in cera. Poi battezzavano con i riti religiosi, prestati dai cattivi sacerdoti questo bamboccio dandogli nome, cognome e connotati del nemico. Indi con formole magione mettevano in rapporto l'immagine con la persona reale che volevano colpire e ottenevano l'effetto che agendo sulla statuetta si colpiva la persona viva. Quando Caterina dei Medici era sul trono di Francia e Nostradamus scriveva le centurie e tutti i maghi e magherelli dell'universo si erano dati convegni in Francia, questa maniera di maleficio aveva praticanti numerosi. Si faceva contro Errico III fino a quando costui non morì nel torneo e si continuò contro Errico IV fino a quando il pugnale di un fanatico non lo colpì. Da dove viene la parola? Non lo so. Forse da ex-voto, imitando le statuette di cera i voti che si appendono agli altari. Forse ha origine da altra parola dialettale francese o del francese antico. Forse da vultus che significa volto, quasi che le statuette debbano ricordare il volto delle presunte vittime. Non v'è parola italiana che risponde esattamente a questa francese. Qualcuno ha suggerito involtare o invoitamento, ma nella lingua 54

italiana non vi è che maleficio, unica e sola parola che racchiuda tutto ciò che è immaginabile in stregoneria. Paracelso nel suo altissimo e chiaroveggente intelletto adoperò il metodo delle membra di cera alla pratica della medicina occulta. Così curava le ferite medicandole da lontano sulle membra riprodotte in cera. In questo caso non è un maleficio ma una pratica miracolosa con la quale Paracelso otteneva guarigioni portentose. D'altra parte dove il significato è appena dubbio bisogna adoperare altre parole. Nell'Italia del mezzogiorno l'envoutement corrisponde alla fattura, e perciò le streghe si chiamano fattucchiere. + Errata Corrige. Il quinto verso della pag. 77 dove dice: e il silenzio deve leggersi e il silenzio; a pag. 81 sotto la Testa Magica del Sonar si deve leggere pentacolo e non pentagono di Salomone.

FASCICOLO .III. - Marzo -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA

PARTE I. — PRINCIPII GENERALI

Divido la MAGIA, o Sapienza Arcana, in due grandi parti: la Naturale e la Divina. La prima studia tutti i fenomeni dovuti alle qualità occulte dell'organismo umano e la maniera di ottenerli e riprodurli nei limiti dell'organismo impiegato come mezzo.

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La seconda è dedicata a preparare l’ascenso spirituale dello studioso, in maniera da rendere possibili le relazioni dell’uomo con le nature superiori invisibili all'occhio volgare. La prima parte non ha bisogno di incomodare gli spiriti non incarnati o disincarnati, perché lo spirito dell’uomo in potenzialità ed essenza vale quanto un altro che non si trovi nel fodero umano. La seconda parte invece è tutta fondata sulla familiarità di potenze extraterrene che tutte le società sacerdotali hanno nascosto con simboli, con caratteri, con figure strane o, addirittura, in favole e miti. Dove finisca la prima parte e cominci la seconda è molto difficile il determinare, perché la natura umana è fatta in tal guisa che a grado a grado che conquista la libertà di operare con le sue virtù latenti, si va perfezionando fino a percepire con la stessa gradualità armonie che alle intelligenze comuni sfuggono. Quindi avviene che le due magie il più spesso delle volte camminano di pari passo e che, mentre si arriva ad intendere il responso di un genio che può essere fuori di noi, il nostro spirito può operare cosa sbalorditiva. Alla prima parte spettano tutti i fenomeni fisici di sorgente occulta, dalla telepatia alla medicina per simpatia; dalla trasposizione di oggetti senza contatto alla fattucchieria. Alla seconda sono ad ascriversi i fenomeni che non hanno nessuna base di possibilità dello spirito dell’uomo e che dalla profezia con determinazione di tempo giunge a fenomeni che è inutile precisare per coloro che non possono comprenderli. Il Mago che riunisce in sé la più completa realizzazione delle due parti della magia, è più potente dei re della terra ed è temibile e adorabile come creatura perfetta nel bene e nel male, perché al Mago completo la Magia naturale dà la potestà sulla materia e la divina fornisce la più luminosa chiaroveggenza sulle cose e gli spiriti di questa terra. La Magia nel suo complesso è tutta una serie di teoremi dimostrabili e di esperienze ad effetti concreti: le verità magiche, per quanto astratte, devono avere la loro dimostrazione evidente nella realizzazione, come qualunque verità di matematica astratta ha la sua applicazione meccanica. Bisogna però considerare che le investigazioni umane progrediscono coi tempi e se moltissime verità occulte possono essere dimostrate con ragionamenti ed ipotesi ammesse dal modo sperimentale della fine di questo secolo, altre verità non possono essere dimostrate e tenute per vere che dalla constatazione dell'effetto — perché il ragionamento astratto, che astrattamente proverebbe la loro esistenza, si basa su di una filosofia sottile, detta ermetica, la quale, pur essendo vera, non è compresa che dalle intelligenze umane progredite maggiormente nei tempi che corrono. Le esperienze e le dimostrazioni scientifiche possono cominciare a studiare, p. esempio, i fenomeni telepatici -come molti moderni non iniziati stanno facendo in Europa ed in America; mentre altre verità, come questa: la camicia della persona di corrotti costumi corrompe chi la indossa, non è dimostrabile se non con la realizzazione di un operatore o con la penetrazione della legge di contagio virtuoso o viziato che regola le epidemie di vizi e virtù. Prego il mio lettore di non meravigliarsi se io adopero certe parole che paiono strane, e di credere che io non le zitto a casaccio, ma ponderatamente e quindi studiosamente si devono interpetrare nel loro valore. Ho detto epidemie di vizii e non ho adoperato una 56

figura rettorica; ma, comechè la nostra magia è sintetica, il principio fondamentale sintetico di tutte le leggi è matematicamente lo stesso in tutte le manifestazioni delle leggi stesse: costante in tutte le realizzazioni diverse è la legge del contagio fluidico e quindi come v’ha epidemia morbosa esiste epidemia morale. Bramo di non esser cacciato tra i retori e i sicofanti del bello scrivere quando io, forse per il primo, intendo presentare tutto un corpo di dottrine che sono esatte e immutabili e che appartengono alla protesi della scienza secreta, e sacra che nessuno ha svelato finoggi al pubblico impreparato e che nessuno può svelare a tutti nella sua integrità. Perciò il discepolo benigno non si addormenti interamente sulla forma grammaticale di certe mie frasi e cerchi assimilarne il senso riposto, che è essenzialmente scientifico sempre. A questo proposito mi giova ricordare ancora una volta che nell'introduzione al bel libro Sull'Errore e la Verità, il St. Martin scrive: « Quantunque la luce sia fatta per tutti gli occhi, non tutti gli occhi sono fatti per vederla nel suo splendore. E per questo che il piccolo numero degli uomini depositarii della verità che annunciò ciò si è consacrato alla prudenza ed alla discrezione con gli impegni pegni più formali. Mi sono quindi proposto di usare molta riserva serva in questo scritto e di avvolgermi spesso in un velo che gli occhi meno comuni non potranno penetrare. Tanto più che vi parlo talvolta di tutt'altra cosa di quella che sembro trattare». Ma più di un secolo è trascorso da quando il Filosofo Sconosciuto scriveva così, ed ora una confessione di tal genere condannerebbe lo scrittore al lapidamento. Io mi prometto di togliere il velo a tutte le leggi fondamentali della scienza sintetica e solo quando devo accennare alle leggi del mondo divino ed ai suoi rapporti con lo spirito umano sarò costretto di parlare dei cervi ai profani e di discorrere dei bracchi a chi intende di filosofia sottile. I-

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CHE COSA È IL MAESTRO PERFETTO

Tutte le creature, al cospetto della Natura, sono eguali. Vale a dire che il rapporto tra il creatore e la sua opera è costante. Infatti la legge evolutiva e il fine di tutto lo creature umane eguagliano tutti gli uomini di fronte alla CAUSA PRIMA; mentre è falso nel campo della fisica, della spiritualità e della morale che tutti gli uomini siano tra loro eguali. I sofi, che, nella vera filosofia della natura, rappresentano l'anarchia della ragione, vorrebbero invece che nella stessa ora presente il diritto sulla natura sia eguale in intelligenza e spiritualità in tutti gli nomini. In assolato, cioè senza determinazione di tempo e di spazio la verità dei diritto è indiscutibile; ma determinando l’uno e l'altro, tutti gli uomini non hanno gli stessi diritti sulla natura. 57

Nel mondo fisico gli uomini differiscono tra loro per la grandezza e la bellezza delle membra; nel mondo spirituale per la maggiore o minore chiaroveggenza intellettuale. Nella società umana, governata dai bassi istinti carnali (gola, lussuria, possesso), le monarchie sono costituite dalla preponderanza dei fisicamente più forti. I deboli, volentieri o mal volentieri, sottostanno ai fortissimi, cui la maggior perfezione fisica, coadiuvata dalla intellettualità necessaria, dà l'audacia del comando e l'intolleranza della soggezione. L'attuale periodo di barbarie armata della Europa contemporanea rappresenta la prepotenza di nazioni (collettività o stati) su altre per la conquista di una egemonia che porterebbe, ove fosse ben definita, uno stato di vassallaggio di tutte le nazioni alla più forte. Si perpetua, come si vede dall’enunciato, il concetto del Sacro Romano Impero, dalla cui medievalità non ancora è libero il reggimento dei rapporti internazionali. Come nel mondo palese, cosi nel secreto delle anime dei vivi, avviene delle doti e virtù delle creature. Vi sono nature progredite spiritualmente ed altre no: tra le prime esistono fari illuminanti e lanterne, e tra le seconde povere e malinconiche creature cieche che istintivamente si baloccano col male. Le religioni, le scienze, i governi sono gerarchici, perché nei tre mondi, il fisico, l’intellettuale e lo spirituale, gli uomini differiscono tra loro per lo sviluppo delle loro tendenze o virtù. Le religioni classiche e le sette hanno di comune i gradi gerarchici. Nella chiesa cattolica dal suddiacono si arriva al Pontefice; nella massoneria dall’apprendista si monta al Gran Maestro. Questa conservazione della gerarchia nei due istituti citati dovrebbe rappresentare l'imitazione dell’ordine naturale degli individui al cospetto della luce. Alcuni seguaci dello spiritismo rimproverano alla chiesa cattolica, al martinismo e ai massoni scozzesi la costituzione loro in gerarchia, mentre lo stesso spiritismo non può fare a meno dei gradi, eligendo nelle sedute spiritiche i medium i quali rappresentano le nature più progredite nella sensibilità psichica, fluidica o intellettuale. Ciò significa che alla gerarchia, dovuta alla disuguaglianza dello sviluppo degli uomini, nessuna cosa si sottrae. Il concetto messianico ha questa base: niente si cangia della legge unica della scala di perfezione dal mondo fisico allo spirituale. Il Maestro nell’insegnamento occulto è il maggiormente progredito di fronte ai neofiti. A questa potestà del Maestro nessuna società spirituale si può sottrarre, perché colui che meglio vede e intende insegna sempre ai bambini spirituali, che non hanno le finestre abbastanza schiuse per vedere il sole in meriggio. Quando una società spirituale si organizza il Maestro diventa indispensabile.

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Se il Maestro è tale nel senso più completo della parola, cioè vede e intende chiaramente le leggi sintetiche nei tre mondi, fisico, intellettuale e spirituale, la sua autorità diventa assoluta, e il suo precetto o regola è dommatico. Il domma atterrisce a torto tutti gli sperimentalisti, perché a questa parola si attribuisce un valore che non ha. Il domma è pensiero (cogitatio), chiaroveggenza, dal greco δοκέω, vedere. La parola corrisponde in magia, come ho detto nella preparazione, ad un lavoro di proiezione fluidica di cui studieremo le leggi; il pensiero (bene cogitatus), cioè coagulato sinteticamente nella psiche di un maestro, concreto, armonico, vero, espresso con una qualunque forma grafica o eufonica è dogma, perché è vero sotto tutti i rapporti della filosofia, della morale e della pratica realizzazione—ed è immutabile, cioè infallibile se risponde ad una verità assoluta infallibile ed immutabile. Può dommatizzare, scoprendo e formulando una legge generale della natura, il Darwin; o S. Paolo quando caratterizza la carità; o lo stoico Epitteto quando definisce la natura delle cose. Ma perché il domma abbia la proprietà di essere infallibile è necessario che chi pensa e formola, possegga la potestà di vedere. Se un collegio o un uomo non vede, cioè non ha la luce intellettuale, dà origine alle balorde critiche sulla verità dommatica nelle religioni, nelle quali gli eresiarchi stanno nel vero e i pontefici nelle tenebre! Lascio al giudizioso lettore la libertà di applicare la regola e di ben intendere il modo di comprendere il domma della verità nella | religione e nella scienza. Quando le religioni e le sette illuminate cadono nelle mani e sotto la sferza di capi che non hanno la virtù di vedere la luce unica, sorgente di ogni sapienza incrollabile, diventano temporali e caduche, e i loro pontefici o gran maestri dommatizzano nella relatività del tempo e la ragione libera vi si ribella perché il domma si presta alla discussione del libero esame. Ad uno studioso di filosofia naturale non può impedirsi che liberamente accetti o respinga l’enunciato di verità: l’uomo completo, intellettualmente equilibrato, prima di accettare o respingere ragiona, cioè vede se il domma ha la proprietà vera nell'assoluto eterno. Ora quando un filosofo conchiude che la ragione ha ucciso il domma vuoi dire determinare per domma quello che non ne ha la proprietà nell'assoluto, diversamente il domma essendo la evidenza della verità non può essere che ragionevole ed è vero il contrario che il domma è la ragione della verità. La Magia ha delle verità fondamentali o dommi che sono gli enunciati di leggi sintetiche da cui dipendono tutte le secondarie. Il Maestro Perfetto che possiede la verità integra deve poter dommatizzare nelle verità minori. Il Maestro Perfetto deve non solo avere la potestà dì vedere, ma anche quella di passare ad altri le sue doti spirituali. 59

Molti veggono ed operano chiaramente e con perfetto intendimento; ma non hanno la facoltà di dare, di trasferire e di confermare. Un qualunque operatore in magia può dare temporaneamente virtù determinate a cose o a uomini per mezzo di processi che appartengono alla pratica elementare. Per esempio: un uomo parte per un viaggio pericoloso: l'operatore gli darà la facoltà di prevedere il pericolo nel viaggio. Il viaggio si completa, la facoltà di previsione del viaggiatore finisce. Non è il maestro che ha ripreso ciò che ha dato, è la virtù del maestro che ha cessato di agire nel soggetto, appena la cosa è completa Però se un qualunque operatore può dare, non tutti gli operatori possono trasferire o conferire permanentemente le loro virtù naturali acquisite [i]. Per esempio: alcuni operano magneticamente su soggetti a distanza nel caso delle cure chirurgiche di ferite, rotture ecc., altri nei casi di esteriorizzazione del loro corpo fluidico; altri sono sviluppati nella visione ecc. ora non tutti riescono a trasferire le loro proprietà e virtù o a conferirle a coloro che non le posseggono; invece i Maestri Riusciti o Perfetti debbono averne la attitudine. La confermazione è la virtù complementare delle precedenti ed è potestà dei Maestri in quanto che convalida (cioè stabilisce in atto) qualunque tentativo che senza la sua potestà non riesce. E quasi virtù teurgica. Aprite un qualunque rituale di magia medioevale o di stregoneria. Vi troverete formole e figure per la preparazione di anelli, braccialetti o talismani magici. Eseguite con la maggior precisione la fabbricazione dell’amuleto, ma novantanove volte su cento, quando tutto è compiuto, l’anello, il braccialetto o il talismano non ha le virtù volute. Bisogna che un Maestro Perfetto vi confermi il valore, cioè vi attacchi tanto della sua forza psichica, o forza di elementari suoi, che il metallo si vitalizzi. I teosofi nella loro propaganda contro il ritualismo magico hanno spesso gridato che i cultori dell’occultismo si avviano a rotta di collo alla Magia Nera o alla stregoneria, ma in sostanza la confusione delle lingue nelle scienze occulte ha generato tanti vocaboli diversi che a definirli tutti ci vorrebbe un vocabolario speciale. Nello stretto senso della parola il Maestro Perfetto in Magia naturale deve essere superiore al bene ed al male —perché della sua neutralità all’uno o all’altro effetto dipende il suo stato equilibrato continuo e tale da sviluppare tutte le sue qualità psichiche e servirsene in tutti i sensi. Giacché non si può impedire al pratico che è riuscito nella perfezione del suo organismo occulto, che egli come ha le qualità di dare, di conferire e di confermare abbia anche la possanza di togliere ai meno forti e destri le virtù e possanze psichiche e disturbarle definitivamente. Nella società umana, come in tutte le società animali, gli esseri si giovano dei mezzi che sono a loro disposizione per soddisfare ai proprii bisogni e farsi innanzi bramosi di dominio e di signoria. La società che riunisce gli uomini e dovrebbe affratellarli, è, contrariamente a tutto ciò che si scrive nei libri, un campo chiuso di lotte continue tra uomini, tra famiglie, tra classi — e la lotta negli strati bassi è per la sola esistenza o pel 60

pane. negli strati più alti è pel dominio e per la ricchezza o per gli onori. In questa perpetua e stupida commedia umana, vero inferno di vite, i combattenti mascherano, dietro le consuetudini sociali e il paravento della civiltà, le tendenze selvagge dei primi genitori incolti: dove un aborigeno imponeva la sua passione ad una donna col ratto o la sua possanza ad un uomo con la violenza, nella farsa della vita moderna tutte le armi sono buone. Chi fa mostra di danaro, chi di influenza politica, chi di valentia nelle armi, chi di astuzia e di furberia e dallo scalino più alto al più basso tutti gli uomini impiegano le speciali loro attitudini alla soddisfazione dei bisogni materiali. Ma a tutto questo fasto di mezzi, permessi o tollerati dalla morale, bisogna aggiungere lo sviluppo che non tutti gli uomini hanno eguale delle loro potestà psichiche occulte e che molti incoscientemente mettono in azione ed altri incoscientemente subiscono. Nella calma domestica, nelle convenienze sociali, negli affari il contatto, il solo contatto con una persona vi produce bene o male; non perché quelle persone influiscano sulle cose, ma certamente invece agiscono sulla vostra anima, sulla vostra psiche, sull'organismo occulto vostro e lo profumano o lo impestano coi loro miasmi o i loro odori. Tutto ciò è presso la maggiore quantità di uomini e donne un’operazione che avviene inconsciamente, senza ragione o preconcetto — perché è appena verso la fine di questo secolo che la esperienza sulle forze psichiche comincia a presentare alla filosofia naturale dei problemi di altissimo interesse nella sociologia. Questa inconscienza generale è spaventevole e lo stato istintivo col quale si pone in azione tutto il meccanismo occulto della macchina umana nei rapporti sociali è speso sempre a beneficio della posizione materiale degli operatori. Il medico agisce sul suo cliente, il maestro sul discepolo, l'avvocato sul giudice, il superiore sul subalterno..... l’uomo sulla donna, o sull’uomo, o sull’ambiente. Ora fare della magia cosciente nella vita pratica, adoperare coscientemente nella pratica della vita la pratica della magia naturale è un diritto di superiorità che si può e si deve esercitare in nome di quella giustizia che nella lotta per l'esistenza fa che gli animali più perfettamente sviluppati abbiano il diritto di predominio sugli inferiori. Sarebbe strano che un eccellente maestro di scherma o un atleta alla prima occasione seria si facessero l’uno infilzare come un beccafico e l'altro prendere a scappellotti. L'unica salvaguardia contro l'abuso cosciente delle forze psichiche sviluppate è la morale, o, meglio, la santità dell'operatore. I codici barbari delle età antiche hanno comminato delle pene contro gli stregoni e le streghe, e la religione cattolica per soli sospetti ha mandato nel limbo degli innocenti molti che se fossero stati dei veri stregoni non si sarebbero fatti acchiappare e torturare. In avvenire i codici civili dovranno escogitare nuove forme di prove dei delitti e degli abusi coscienti delle forze psichiche, se no la giustizia umana condannerà sempre chi uccide con coltello e mai chi ferisce a morte con una stretta di mano. Per la qual cosa in Magia naturale io credo ozioso parlare di Magia Nera, se per Magia Nera si vuol intendere quella che si fa e si esercita sull'altro uomo a furia di violarne la libera volontà o di abusarne, perché il Maestro Perfetto deve possedere, oltre le virtù positive, le negative: dare e prendere: coagula et solve come nella prima lettera 61

ebraica (Alef), come nella figura del Bafonetto[ii], come nella prima carta dei Tarocchi italiani. Nella società volgare esistono delle persone che con perfetta inconscienza riescono moralmente funeste ad interi ambienti, e altre sono invece da considerarsi come portafortune. Incontrerete nella vostra via persone le quali non hanno niente da invidiarvi e che pure, alla prima gioia che loro mostrate, istintivamente vi invidiano e agiscono come spugna della vostra felicità e ve la sottraggono. Le persone che hanno molta sensibilità percettiva, che hanno sviluppata la intuizione telepatica, avvertono, sentono, sono sicure della gelosia o dell’invidia che agita coloro che sotto la maschera della civiltà vi fanno un mondo di complimenti. Domandatelo alle donne. I positivisti, coloro che all’anima hanno negato ogni virtù di agire materialmente sugli organismi animali, pel solo fatto che non hanno potuto né saputo trovarne una ragione valevole, dicono che le donne sensibili sono matte e piene di apprensioni per sciocchezze, mentre gli effetti reali dell'avvenimento dovrebbero far confessare che la percettività delle donne accerta una cosa che è, cioè che esistono nature-spugne che assorbono la vitalità di nature psichicamente meno sviluppate. Gli operatori in Magia devono servirsi dell'equilibrio dovuto al loro sviluppo per neutralizzare tutte le forze contrarie — e perciò devono, per essere considerati Maestri Perfetti nelle due magie, avere le virtù negative e positive, per dare e prendere, per coagulare e dissipare tutte le forze psichiche condensate intorno a sé, e concedere temporaneamente o investire definitivamente delle proprie virtù un allievo o un discepolo che lo meriti. Generalmente si crede che la scienza si insegni sui libri. Ma dalle speculazioni di filosofia trascendentale alle leggi di meccanica la sola realizzazione o esercizio di pratica insegna. Leggendo si hanno delle idee più o meno giuste della COSA; ma operando solo sotto la direzione di un maestro perfetto si sviluppano le qualità fisiche e psichiche che giovano alla realtà della magia. L’iniziazione nella pratica è il complesso di tutte le operazioni che un Maestro Perfetto può fare su di un discepolo per concedergli, conferire, confermare e sviluppare le virtù ascose nel suo organismo di uomo volgare. Eccoci innanzi al problema della scuola, e a quel che di misterioso che ha formato in tutti i tempi il segreto delle sette e delle religioni magiche; e concentriamovi tutta la nostra attenzione.

GIULIANO KERMMERZ

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Cerchio magico, per la chiamata degli spiriti dei Quattro Elementi.

N. B. Il quadrante a destra (tra il primo e secondo cerchio) si vede un vuoto tra le due croci Alcuni usano scrivervi il nome divino di ADONAI, altri i caratteri sacri rispondenti all’operazione speciale di chiamata.

[i]

Badi il lettore che io parlo di virtù naturali acquisite e non di proprietà teurgiche, che appartengono al più alto sviluppo magico. [ii]

Vedi fascicolo di gennaio. UNA OSSESSA A TORINO NEL 1850 LE INFERMITÀ PRODOTTE DAI DIAVOLI E LA MAGIA DEMONIACA NEGLI SCRITTORI DI COSE MEDICHE.

Il Medico Forni, in una sua memoria, rispose così ai consessi medici, scandalizzati dal parere dei tre medici: « La Consulta Centrale nel censurare il parere del 10 giugno non ha addotto alcuna ragione positiva, e specifica delle sue asserzioni, ma si è contentata di opporre un giudizio ad un altro, il suo a quello dei consulenti del 10 giugno. Solamente a capo del suo pronunziato ha invocato come favorevoli, e consenzienti al suo modo di vedere l'autorità dei più illustri medici antichi, e moderni. Nel che fare ella non ha però stimato di accennare a qual parte del suo giudizio intenda di riferire questa autorità, né in qual senso intenda di tenersene appoggiata. Ma siccome quest’allegazione non può al postutto 63

avere che due soli sensi ragionevoli, cosi non torna difficile il ridurre questa vaga, ed indeterminata allegazione a qualche senso preciso, onde sottometterlo ad esame. Imperciocché o la Consulta ha inteso di dire (e l’indeterminatezza delle sue espressioni lascia credere, che questo sia il senso più vero della sua allegazione) che i medici più illustri non ammettono sovrannaturale di sorta nelle malattie; ovvero che i consulenti del 10 giugno nel caso speciale di cui si sono occupati, non si sono governati secondo le regole dei classici intorno a simili giudizi. Se farò vedere che la sentenza dei più illustri medici non appoggia in alcun modo nè la prima, nè la seconda interpretazione che se le voglia dare, mi confido, che il prestigio degli illustri dalla Consulta centrale cosi vagamente invocati, si dileguerà come allo sciogliersi dei vapori il miraggio della Morgana. « Nè io certamente ignoro, che alcuni tra medici, tanto degli antichi che dei moderni negano, e tolgono onninamente il sovrannaturale tanto in sè stesso, che nelle malattie considerato; ma so altresì, che la grande maggioranza degli scrittori più insigni di ogni età, sta per l’opposta sentenza[i]. « Cosi tra gli antichi, che Ippocrate ammetta il sovrannaturale nelle malattie risulta da quell'aforisma de'suoi prognostici Et si quid divinum in morbis inest, illius quoque providentiam ediscere. Areteo, accennando all'opinione comume al suo tempo, che alcune malattie, particolarmente le vesanie e le epilessie, provengano all'uomo da influenze demoniache, non si pronunzia egli stesso nè in favore, nè contro questa opinione[ii]. «Fra i moderni Levino Lemnio, Andrea Cesalpino, Ludovico Settala, il Bustamantino, Zacuto Lusitano, Luigi Fernelio, Ambrogio Parèo, Giovanni Codronchi, Daniele Sennerto, Giov. Batt. Van-HeImont, Fortunato Fedele, Federico Hofmann, Paolo Zacchia, Gerardo Van-Swieten, Antonio De-Haen, nomi illustri, e venerati nella scienza appoggiano apertamente il sovrannaturale, non solo in genere, ma nelle malattie, e nella terapeutica[iii], anzi parecchi di essi hanno pubblicato opere apposite su questo argomento. « Fra queste non ricorderò, che l'opera del celebre medico Olandese Levino Lemnio intitolata: De occultis naturae miraculis: — quella del nostro sommo Cesalpino Investigano Daemonum Peripatetica, che fa parte delle sue questioni medico-filosofiche, e che da nessuno in Italia può essere ignorata. L’opera ora poco conosciuta, ma stimatissima dal Zacchia, di Giov. Batt. Codronchi De Morbis veneficis, ac veneficiis Libri IV (Venetiis 1595): — il trattato di Daniele Sennerto sulle malattie cagionate dalle malie: quelle di Maxwell, e di Goclenio sulla cura magnetica, e quelle di Wirdig sulla medicina degli spiriti[iv]: quelle di Volfango Wedel sopra una malattia da affascinamento (Iena 1682),— le molte osservazioni sopra simili malattie esposte da Angelo Sinapio nei suoi Paradossa medica (Ginevra 1697);—le Dissertazioni di Elia Camerario, quella di Giovanni Wesfalio dell’Accademia de’Curiosi della Natura composta all'occasione di una fanciulla ossessa di Zittau, intitolata: Pathologia Daemoniaca (Lipsia 3 707): l'opera dell'illustre Lange francese (Histoire de la fille maleficiée de Courzon (Lisieux 1717), — quella infine di Federico Hofmann De Potentia diaboli in corpora: (Venetiis 1738). E senza parlare delle opere in proposito di Cristiano Thomasius, di Andrea Rudiger, di G. Storck, di Nicolo Börner, non citerò particolarmente quanto ai medici della seconda metà del secolo passato, che il Van-Swieten, e il De-Haen, dei quali il primo nel Trattato dell'epilessia sopra gli aforismi di Boerhave discorre distesamente delle ossessioni 64

demoniache, non solo ammettendole pienamente, ma propugnandole contro gli oppositori: e il secondo nel trattato pure dell'epilessia, e delle convulsioni nella sua Ragion Clinica, ne ammette a pieno la verità, sebbene da quest'opera non appaia, che esso siasi trovato in caso di osservarne alcuna direttamente. Anzi tante erano per esso le ragioni di credere al sovrannaturale in parecchi ordini di fatti, che, come osserva Francesco di Wasserberg che ne raccolse e che in luce i commentarii sopra Boerhave, era solito inveire e diffusamente giusta il suo costume contro quei fisici, qui, quod non capiant qua ratione res aliqua fiat, rem ipsam negant, et tamen, obfirmata fronte, in veritatem ubique impingunt[v]; e tanti erano i fatti medesimi che ne lo avevano convinto, che egli non dubitò di comporre sopra quest'argomento la sua grave, e dotta opera De Magia (Vienna 1775). « Ma dirà alcuno: Ebbene, si, dobbiamo pur troppo confessarlo, i più grandi scrittori di medicina hanno sempre creduto a queste stranezze, e a queste ridicole stravaganze fino all'età dei padri nostri: ma a questi giorni, in questo lume delle scienze osservative, e in tanto splendore di analisi, chi oserebbe di affermarlo, e di sostenerlo ancora? « Molti per fermo, anzi quanto alla possibilità, o verità astratta della cosa tutti coloro i quali non siano pretti sensisti e materialisti. Parecchi medici distintissimi dei nostri giorni professano in fatti queste opinioni, e in Germania non pochi hanno anzi scritto in proposito. Enrico Stilling, Professore di medicina, nel primo ventennio del secolo a Marburgo, e ad Eidelberga, conosciuto per opere importanti di operativa chirurgica, operatore celebrato massime nell’oculistica, e distinto eziandio come pubblicista, ed economista, scrisse pure varie opere sul regno, o mondo degli spiriti: Scene del regno degli Spiriti, Francfort 1803. Teoria della conoscenza degli Spiriti, Norimberga 1808. Apologia di questa teoria 1809. « Giustino Kerner, uno dei più illustri scrittori tedeschi di quest'età, pubblicò nel 1835 a Karlsrhue una Storia degli ossessi di questi ultimi tempi, con osservazioni di L. A. Eschenmayer intorno alla ossessione, e alla magia [vi]. Esso è pure autore di Un'apparizione del regno tenebroso della natura giuridicamente confermata, della quale ciascuno può sovvenirsi di aver veduto menzione nell’Antropologia dell’illustre Rosmini. « Queste stesse dottrine sul mondo spirituale, e sopra i suoi rapporti con varii fenomeni fisiologici sono pure in varie guise illustrate in altre insigni opere fisiologiche tedesche di questi giorni, quali ad esempio nel Magnetismo in rapporto alla natura, ed alla religione di Ennemóser (Monaco, 1840, un vol. in 8°): nella Contemplazione ftlosofìca dell'Universo di Carrière (Stoccarda 1842) e nel Magikon, od archivi per le osservazioni della vita magnetica, Raccolta periodica dal 1840 in qua sotto la direzione del Dott. Horner. « Questi pochi cenni generali mi paiono ampiamente mostrare, che i medici più illustri di ogni tempo, ben lungi dal rigettare il sovrannaturale tanto fisiologico, che patologico, la maggiore e miglior parte anzi manifestamente lo riconobbero. Che se è ora comune presso molti l'uso di non crederlo, e di negarlo, perché non l'intendono, la cagione ne è prima il sensismo filosofico tuttor dominante in alcune scuole di medicina. quando da lungo tempo è respinto da quelle dei filosofi razionali, e civili; poscia una certa intellettuale volgarità, nemica naturale di tutto ciò che è spirituale superiore e divino, frequente in tutti i ceti, e non rara eziandio fra i medici, sebbene nessuno dovrebbe esserne maggiormente lontano. Ma se questo non bastasse ecco dei medici e scrittori l’elenco quasi completo:

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1. IPPOCRATE nel libro dei Prognostici ammette il sovrannaturale morboso. Il libro dell'Arie, Acque e luoghi non è nè pro. nè contro. 2. Tra i libri che vanno tra gli Ippocratici, ma che non: sono d'Ippocrate, lo ammettono l'autore Della natura della donna e quello Dell'onorato costume: lo rigetta quello Del morbo sacro. 3. BACCHIO DI TANAGRO e CALLIMACO, chiari tra i medici Alessandrini, entrambi della scuola di Ierofilo, d’un secolo e mezzo posteriori ad Ippocrate, riconoscono il divino nelle malattie. 4: FILINO DI COO, discepolo pure di Ierofilo e capo della celebre scuola degli sperimentali, riconosce pure nei morbi gli influssi superiori e divini [vii]. 5. ERACLIDE di Tarante, della setta detta sperimentale, gran pratico, e il più celebre degli antichi cementatori di Ippocrate, riconosce lo stesso. 6. SENOFONTE DI COO della discendenza di Prassagora, medico e scrittore lodatissimo da molti antichi, non solo riconosceva l'influenza superiore e sovrannaturale nella generazione di alcune malattie, ma estendeva quest'influenza a certe fasi di essa, e modi di guarigione. È singolare che l’unico passo che ne rimane di quest’antico medico versa appunto sul divinum delle malattie. 7. ASCLEPIADE DI BITINIA e ARCHIGENE che furono i più celebri medici di Roma, l'uno ai tempi di Crasso l'antico, e di Pompeo, l'altro a quelli di Trajano, ammisero entrambi e riconobbero esplicitamente il sovrannaturale morboso. Il dimostrarlo esigerebbe un. discorso alquanto lungo occorrendo all'uopo il raffronto di molti passi di antichi scrittori dai più ignorati. Basti averlo accennato. 8. ARETEO, ALESSANDRO, TRALLIANO, AEZIO, ORIBASIO, CELIO AURELIANO attestano tutti l'opinione popolare ai loro tempi che alcune malattie provenissero da influenze sovra natura, o come si esprimeva l'antichità, da démoni. Alessandro Tralliano e Oribasio a questa opinione si accostano. Aezio e Celio Aureliano stanno all’opposto. Areteo non si pronunzia. 9. Dei medici Arabi, che molti ammettessero l'influenza e l'operazione, dei demoni nelle malattie, oltre che è universalmente conosciuto veggasi Avicenna (prima tertii, tract. IV, Cap. 18). 10. BENIVIENI ANTONIO. De abditis morborum causis. Cap. VIII. 11. LANGIO GIOVANNI. (1485-1565) celebre medico tedesco. Epist. Lib. I Ep. 28. 38. 12. LEVINO LEMNIO. (1504-1568) celebre medico olandese. De occultis naturae miraculis. 13. CODRONCHI GIOVANNI BETTISTA. da Imola. De morbis veneficis, ac veneficiis. Venet. 1595. 14. USTAMABNTINO. — Non conosco le opere dell’egregio medico spagnuolo, ma esso è citato più volte come autorità in questa materia da Paolo Zacchia, credibile autore[viii]. 15. ZACUTUS LUSITANUS. De Praxi Medica mirabili. Libr. III, Observat. 139. 16. FERNELIO GIOVANNI. Medicina Universa. Parigi 1578. De abditis rerum causis. Lib. II, cap. 16. 17. AMBROGIO PARÉO. Opera Chirurgica. Parisiis 1582. Lib. XXIII. Capo 17 intitolato: De Magicis et trans naturam morbis, et remediis.

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18. ANDREA CESAVINO. Daemonuin investigatio peripatetica. Venetiis apud luntas 1593. 19. LUDOVICO SETTALA. Animadversionum et Cautionum Medicaruiii Libri VII. Patav. 1638. Analyticarum et Animasticarum dissertationum libri II. Mediolani 1628. Citato più volte dal Zacchia su questa materia. 20. ROBERTO FLUDD inglese (1574-3 637). Integrum inorborum mysterium. Francfort 1631. Pulsus, seu nova et arcana pulsuum theoria. Medicina Catholica, seu mysticuin artis meiendi Sacrarium. Francfort 1629. Alcuni chiamano Fludd un visionario. Quello che è certo, dice Sprengel, si è, che questo visionario insegnò la costruzione del barometro assai prima di Torricelli. 21. DANIELE SENNERTO. professore a Vittemberga (1572-1637). Opera. Medicinae Praticae Lib. VI. Part. IX De morbis ab incantatione, et veneficiis inductis. 22. BALDASSARRE HAN ARCHIATRO. di Sassonia. Lettere a Sennerto De mira quadam veneficii historta. Apud Sennert. Append. ad Part. IX, Lib. VI. 23. GIOACHINO COLBIO. Consulto sopra un caso di malattia demoniaca, nel quale se ne accennano alcuni altri dal medesimo osservati. Apud Sennert. ibid. 24. GIO BATT. VAN-HELMONT (1577-1644). Opera. Passim. Cf. Sprengel. Tom. V, pag. 30 e seg. 25. BALDASSARRE TIMEO. da Gundenklee. Osservazioni mediclie. Libro VII. c. 24. 26. GASPARE di Rejes. Quaestion. Campestr. 97, n. 10. 27. FORTUNATO FEDELI. De relationibus medicorum. Libri IV, in quibus ea omnia, quae in forensibus, ac publicis causis medici referre solent, plenissime traduntur. Panormi 1602. Lib. II. Cap. 2, § ultima quae est inscripta: Qua ratione, qui a doemonibus oppressi sunt, aut maleficiis detinentur a coeteris aegrotantibus internosci valeant. 28. PAOLO DI SORBAIT. professore a Vienna, Universa medicina Theorica, et Practica. Norimberg 1672. 29. VOLFANGO WEDEL. Dissertatio morbi a fascino. Ienae 1682. 30. MICHEL ANGELO SINAPIO. Absurda vera, seu Paradoxa medica. Genevae 1697. 31. SEBITIUS. Speculum medicinae praticae, ed alcune monografie di casi da esso osservati. Strasburgo 1696. 32. GIOVANNI PORDAGE (1625-1698). Sophia, seu de mundo interno ed externo. Amsterdam 1699. 33. GREGORIO HORST. Nelle aggiunte alla nuova edizione di Marco Donato, pag. 716, seg. 34. SEBASTIANO WIRDIG professore a Rostok. Nova medicina spirituum in cui sviluppa in tutta chiarezza il sistema dello spiritualismo medico [ix]. 35. CRISTIANO THOMASIUS professore ad Halla. Recherches sur la nature de l'esprit, 1709. In essa tanto si attribuisce all’azione dogli spiriti, che, al dire di Sprengel rende da vicino immagine di Fludd. 36. PAOLO ZACCHIA. Quaestiones medico-legales. Lib. II, Tit. I. Quaestio XVIII. De doemoniacis, fanaticis et similibus.—Et e Lib. II, Tit. II, Quaest. XIII. De veneficiis, incantamento et fascino. Venet. 1737. 37. ELIA CAMERARIO. Dissertazioni epistoliclie, Tubinga 1712. Hor. Subcoes. Censur. I. Observ. 70. 67

38. ANDREA RUDIGER. professore a Lipsia (1673-1731). Physica divina. 39. GIOVANNI VESFALIO. dell’Accademia de’Curiosi della natura. Pathologia Doemoniaca in 4°. Lipsia 1707, composta all’occasione di una figlia ossessa di Zittau. 40. MERCKLIN (Giorgio Abramo). Sylloge casuum medicinalium incantationi vulgo adscribi solitorum. 1698 in 4°. 41. LANGE. Histoire de la fille maleficiée de Courzon in 12. Lisieux 1717. 42. FEDERIGO HOFFMANN. professore ad Halla. De potentia diaboli in corpora. Nella Raccolta delle sue opere. Venezia 1738. Tomo V. 43. G. STORCH. Des maladies des femmes in 8°. Gotha 1751. Tom. VI e VII. 44. NICOLÓ BÖRNER. Le medecin des enfans. Lipsia 1752. 45. GERARDO VAN-SWIETEN. Commentaria in Hermanni Boerhave Aphorism. de cognoscendis, et curandis morbis. Tom. III. Cap. de Epilepsia, § 1072. 46. ANTONIO DE-HAEN. Ratio medendi. Tractatus de Epilepsia, et convulsionibus. — De magia in 8°. Viennae 1775. 47. GIUSTINO KERNER. Storia degli ossessi degli ultimi tempi con note di L. A. Eschenmayer intorno all'ossessione e alla magia. Karisrhue 1835. 48. ENNEMÖSER. Der magnetismes in Verhaltniss zur Natur, und Religion. Munich 1840 in 8°. 49. CARRIÉRE. Die philosophische Weltanschanung. Stuttgart in 8° 50. Magikon, o Archivj per le osservazioni della vita magnetica, raccolta periodica dal 1840 in qua sotto la direzione del dottore Horner.

[i]

Il medico italiano che così scriveva nel 1850 non diceva cosa contraria al vero, perché quando la filosofia materialista ridusse la medicina umana alla determinazione dei patemi fisici come alterazioni delle materie organiche componenti l’organismo, si allontanò dalla verità, per poi rientrarvi più scientificamente, o, meglio, con forma novella, con l'ipnotismo dallo Charcot presentato officialmente e oggi con lo studio delle forse psichiche. Le religioni e i religiosi che certo han perduto la chiave dello antico simbolismo classico e mitico, nelle malattie videro e veggono spesso la mano del demonio terribile e cornuto. Però la novella scuola medica, quella che per rientrare nella verità ha preso il treno diretto delle esperienze spiritiche e psichiche, finirà con l'accettare sotto altra forma, più vera e reale, l'intervento assoluto in ogni disturbo fisico della causa o di squilibrio psichico. Noi dimostreremo, più ampiamente di quanto abbiamo fatto a pagina 163, che il valore reste di ogni infermità del corpo fisico deve ricercarsi negli spasimi del corpo fludico. La differenza è in questo che il sovrannaturale accettato dai parrucconi o messo innanzi come per andar d’accordo con la religione, rientra nel naturalismo umano come tesi generale e nella possibilità di intromissione di nature extraumane in certi casi specialissimi. — Kremmerz. [ii] Su queste due forme morbose Areteo, il quale scrisse di medicina con i parlari sacri degli antichi, cioè anfibologici, non poteva apertamente pronunziarsi perché il simbolismo esoterico dal sacerdozio antico voleva che il volgo attribuisse tutte le manifestazioni occulte o meravigliose a spiriti o dèmoni. K. [iii] Quando si sarà ammessa la causa psichica verrà di conseguenza risoluto il problema della terapeutica con l'influenza psichica. — K. 68

[iv]

Coloro che non hanno esercitato che il solo spiritismo Kardechiano hanno certamente osservato qualche miracolo di cura per mezzo di spinti o di forze messe in movimento da uno stato medianico. — K. [v] Antonii de Haen Praelectiones in Hermanni Roerhaave Institutiones pathologicas. Vindob. 1780, Tom. II p. 303. [vi] I due scrittori, di confessione protestarti, addotti in quest'opera alcuni casi di ossessione da loro osservati, ne mostrano a lungo la realtà, e notano pure l'efficacia in questi casi della preghiera, della fede, della confessione dei peccati, dell'invocazione del nome di Gesù Cristo, e degli esorcismi. Nota del medico Forni. [vii] Costui potrebbe passare per un psicografo. K. [viii] Per l'epoca del rinascimento potrei parimenti allegare come favorevoli al sovrannaturale patologico il Pomponazzi, il Paracelso, il Cardano, il Viero. Solo pel Pomponazzi vuolsi avvertire, che egli ammettendolo intierameute come fatto vuole attribuirlo, anziché a sostanze spirituali, ad occulte influenze di stelle. Quando al Viero esso nega bensì i malefizj come opera umana, ma ammette ampiamente il poter del demonio e le demoniache ossessioni. [ix] Potrei annoverare a questo luogo fra coloro che sostengono il sovrannaturale nelle cose mediche tutti coloro, che scrissero ex professo sulla medicina magnetica come il Digby, il Maxwell, e il Goclenius.

LA PASQUA DI RESURREZIONE CORRISPONDENZA DELLE SITUAZIONI SOLARI NELLE FESTE RELIGIOSE

Per chi non lo sapesse, ecco alcune notizie sulla Pasqua di Resurrezione dal punto di vista del simbolismo magico, che è tutt’uno col rituale della Chiesa Cattolica, dove l'ignoranza non ha alterato nulla. Astronomicamente, il Sole Γ in Ariete µ, al 19° di esaltazione segna la festa della Natura che ringiovanisce, prendendo il simbolo del Sole, centro del nostro sistema planetario, come fonte di luce e vita.

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La Pasqua ebrea e cristiana, innanzi al simbolismo del culto sapiente della Natura, corrisponde alla più grande festa del Sole che gli antichi Egiziani celebravano nello stesso periodo in Heliopoli o città del Sole. La quaresima è rappresentata dalle lunazioni di preparazione fisica, che nelle scuole di magia del medioevo si chiamavano trasmutanti. Il digiuno risponde alla preparazione fisica degli affiliandi che aspettano l'avvento della luce, cioè il trionfo del Sole in Ariete, cioè il risveglio della coscienza spirituale generatrice dopo il sonno dell’inverno e la veglia delle prime ore di quella luce potente che si aspetta col corpo puro. I critici esclusivamente astronomici, come il Dupuis, hanno avuto il torto, negando il Cristo storico, di vedere nel corso del sole nelle dodici case dello Zodiaco altrettante personificazioni dell’eterno moto dell'astro maggiore: mentre, ben studiando il rituale religioso e mettendolo in paragone col magico, si troverebbe che in natura (e quindi in tutto il simbolismo che alle leggi generali di essa si riferisce) il corso apparente del sole è analogo all'ascensione del sole intellettuale nell'animo umano e che la vita del Cristo è analoga a tutte le leggi della natura simbolizzata.

Questo serpente attraversato dalla freccia, e che abbiamo segnalato come lo scudo magico del Conte di Cagliostro, rappresenta la stessa idea che il rituale cattolico vorrebbe manifestare o rivelare con l'agnello mistico attraversato dall’asta di una bandiera del trionfo, che appunto al sabbato santo si mostra trionfante sugli altari, dopo la passione del Cristo, cioè dopo le sofferenze atroci del corpo bruto flagellato, insanguinato, fino a che sul Calvario non compia l’agonia, e lo spirito del Cristo trovi l’equilibrio nella Croce (l'equilibrio ideale): così mentre il suo corpo scende nel sepolcro, Lui, figliuolo e parte del Dio Unico, si appresta al trionfo della risurrezione raggiante di luce. Così pel sole, così pel cristo, così per l’animo umano, così per ogni legge e corso di cosa naturale —fino a che il brutto sogno della vita sensuale dura e la morte non segna il risveglio dell'anima umana nell'eterno vero! KREMMERZ L’INFLUENZA DEGLI ASTRI SUGLI AFFARI DELLA TERRA

Nel numero di febbraio della rivista Modern Astralogy, secondo la tavola cabalistica, la unione di Marte e Mercurio non è una combinazione molto paciera ed i segni dei tempi indicano un terribile anno di contese, frodi e guerre. Gli Stati Uniti di America governati da Mercurio sentiranno l’elemento Marziale sorgere nel suo mezzo se veramento questo sistema particolare di ciclo ha alcun valore reale. Nello stesso numero vi è la riconferma di una vecchia dottrina concernente l'influenza della luna. È un fatto ben conosciuto fra i contadini che gli alberi piantati ed i semi seminati nella decrescenza o vani della luna mai crescono, mentre da molto tempo gli antichi filosofi osservarono 70

che la sua influenza occulta si estendeva persino a cose di affari in generale — raccomandavano quindi di non cominciare mai cose importanti nel periodo della decrescenza, poiché una lunga esperienza ha provato che appena vi è la metà di probabilità di riuscita ed, al contrario, gli affari o speculazioni di qualunque genere cominciati nella crescenza lunare hanno una prospettiva molto migliore di successo per l’assenza degli ostacoli naturali che s'incontrano nel periodo opposto. Secondo i trattati del medioevo, noi aggiungiamo, specialmente per quanto concerna i negozii mercantili o finanziarii, le lunazioni di µ e ν si stimavano favorevolissime in luna crescente, specialmente nelle coincidenze di s coi pianeti favorevoli influenza neutra. Trovandosi s in ascendente la combinazione, come in questo anno, è per chi sa usarne di esito sicuro. Ricordiamo che i contraposti favorevoli della luna nella, costellazione di τ, sono identicamente favorevoli e propizii nelle cose di amore, matrimonio, generazioni ecc. Tutto è nel modo di saper bene usare le influenze dagli astri, ed averne un giusto criterio.

NOTIZIE CRITICHE + Il sesto senso o la quarta dimensione, che si sente spesso nei discorsi di scienze occulte e spiritismo in bocca a coloro che desiderano fare dopo le loro ricerche una esposizione ragionata dei fenomeni, trova degli oppositori o contradittori in alcuni scrittori americani. Nel Banner of Light di Boston del 5 marzo il signor G. B. Stebbins così scrive: Non ho mai creduto in questi termini, quale indicatori di cose reali, non li ho mai adoperati, e sono spesso rimasto sorpreso di vederli usati da persone intelligenti. Sono quindi lietissimo di trovare nel Philosopher Journal del 10 febbraio un articolo di W. A. Bowman di Los Angelos meridionale, nel quale tali parole sono ritenute gravi errori che hanno guadagnato terreno per l'uso che ne hanno fatto scrittori di voluta autorità scientifica. Egli dice: « Innanzi tutto quelle parole sono una erronea intelligenza ed una impropria denominazione dei poteri psichici manifestati in fenomeni quali la chiaroveggenza, la chiara udizione, la lettura del pensiero e simili. Questi occulti poteri sono attribuiti da valenti scrittori a ciò che essi chiamano un sesto senso. L'errore è manifesto e non regge alla analisi più superficiale. Noi possediamo cinque sensi fisici, ognuno adatto alla percezione di certe qualità negli oggetti esteriori, ed ha avuto ognuno il suo proprio nome, come vista, udito etc. Ora, un senso addizionale per esser coordinato e numerato insieme agli altri cinque, deve differire da questi, come questi differiscono tra loro, cioè a dire deve essere adatto a qualche nuova ed aggiunta qualità o condizione degli oggetti esteriori che non è percepita da nessuno degli altri sensi. Un siffatto senso addizionale non dovrebbe essere indicato da una mera designazione numerica, quale quella di sesto senso; ma richiederebbe, al pari dei rimanenti, un nome proprio e speciale, appropriato alle sue funzioni come lo hanno gli altri. Invece, questo così detto «sesto senso» è non soltanto lasciato nella infelice condizione di esistere senza una qualsiasi specifica funzione o denominazione, ma è patentemente identificato e 71

confuso cogli altri sensi, essendo indetto ad usurpare le loro funzioni, quelle dell’udito, della vista etc. «Un siffatto confusionismo è facilmente spiegato. Basta porre questi occulti poteri nel campo che loro compete, non già sul piano fisico coi sensi fisici, ma sul piano psichico coi sensi psichici. Questo occulto potere non è la scoverta di un senso novello annoverato insieme agli antichi sul piano fisico; esso è la rivelazione e lo sviluppo di un perfetto complesso dei sensi, corrispondenti con questi in nome e funzioni, ma interamente sopra un altro piano — cioè quello psichico, quello spirituale. Esso è sempre vista, udito, tatto etc non per fatto dei sensi esterni e corporei, ma per quello dei sensi interni e spirituali. Non si parli quindi più di questa vaga e indeterminata invenzione del sesto senso». La conclusione del Bowman dichiarante il «sesto senso» una vaga e indeterminata invenzione ed il suo ardente desiderio che «non si abbia più a udirne parlare» è anche la mia e la è stata sempre dal giorno che per la prima volta ne intesi a discorrere. Io sono di avviso nel proposito che i nostri sensi esteriori, tanto utili nella nostra vita terrena, sono rudimentali e limitati; ma quando il corpo fisico muore essi si concentrano nell’interno; quelle attitudini che essi hanno esplicate in questa vita sulla terra cessano di esistere e funzionare, e diventano gli agenti del sorgente, etereo corpo spirituale nelle più ampie e perfette condizioni di una vita migliore. Allora noi saremo del tatto chiaroveggenti che la vista più lontana e più fine dell’occhio spirituale è succeduta a quella dell’occhio materiale di quaggiù. E così accade del pari per tutti gli altri sensi. Nessun nuovo senso va dunque aggiunto; ma si riconosca l’uso più perfetto di quelli che qui abbiamo, i quali vengono ad essere adibiti in usi adatti a nuove condizioni e in orizzonti novelli. In quanto alla «quarta dimensione dello spazio» dello Zöllner, con tutto il rispetto dovuto al suo merito distinto ed ai servigi resi alla scienza, io non posso riconoscere nè l’uso nè la ragione scientifica di quella teoria. Possa essa cadere nel disuso e nell’oblio in cui gli errori degli uomini dotti ed anche eminenti sono pietosamente sepolti. + Il signor H. Louatron si occupa nell’Echo du Merveilleux della Madonna miracolosa di Frascati e dell'Addolorata di Campocavallo presso Osimo, L'A. passa a rassegna i fenomeni attribuiti a immagini sacre. Pensiamo che questo studio dovrebbe attirare l'attenzione degli studiosi per determinare con precisione storica molti avvenimenti d'indole religiosa che entrano nel dominio dei fenomeni sovrumani e che a torto si confinano al solo campo della cieca fede. In Italia, nei santuarii antichi e moderni del mezzogiorno specialmente, si trovarebbe una larghissima messe di avvenimenti meravigliosi e di raffronti interessanti. Il signor Louatron trovi tra noi qualche attento e studioso imitatore e ad UNO studio imparziale e sereno apriremo le pagine della nostra rivista. + Il signor Gaetano Brussi comincia a pubblicare negli Annali dello Spiritismo in Italia alcuni appunti storici ufficiali tratti dall’Archivio Metaurense della Provincia di Pesare e Urbino, sulla relegazione e morte nel Forte di S. Leo di Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro. Comincia dal 21 aprile 1791. È notevole in data del 16 settembre 1701 la notizia che il Conte prigioniero del papa digiunata tre volte per settimana, mentre i sacri carcerieri chi sa quante bistecche divoravano in nome dello spiritualismo officiale:

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Al 18 settembre il castellano comunica al segretario di Stato in Roma che in un lunario sequestrato al Balsamo v’erano diverse strane predizioni. Eccone una: Pio VI per aderire alle brame della Regina di Francia ha procurata la mia pena e dell’innocenza... Guai alla Francia e guai per Roma e suoi aderenti. Si sa come Maria Antonietta finisse e come Napoleone avesse accarezzato il Pontefice che da carceriere diventava carcerato! Ma delle altre profezie segnate nel lunario non si conservano altrimenti memorie. + Telegrafano al giornale l’«Aranti» in data del 24 marzo ultimo da Padova, che l'ingegnere Carlo Piva. in Rovigo uccise il dott. G. B. ERMACOVA il notissimo condirettore della Rivista di Studi Psichici, l'opere del quale già precedentemente abbiamo encomiato. Addolorati per la perdita di un sereno studioso dei fenomeni psichici, diamo il triste annunzio. + In occasione della morte di Felice Cavallotti e dei resoconti dati posteriormente dai giornali politici è da notarsi il caso del Cavallotti che commemorando il Sineo, proventi di morire e predisse al prof. Bovio che tra pochi giorni lo avrebbe commemorata. Più notevole ancora la confessione del Bovio che assicura di aver avuto sempre il peggior presentimento per l'esito del duello col Macola: è tanto più preziosa la dichiarazione dell’illustre scrittore in quanto che la prolusione da lui fatta si corso universitario di questo anno è sui Pregiudizii del secolo, nei quali pregiudizii come entrano magia ed occultismo e cabala, potrebbero entrare anche i casi di presentimento o di premonizione, di cui lo scrittore chiarissimo ci dà un esempio. + La chiesa cattolica, apostolica, romana ammette che la terra sia infestata da spiriti buoni e da cattivi. Tanto che l'attuale papa Leone XIII ha spedito a tutte le chiese una orazione che si recita dal prete dopo la Messa, per tenere lontani gli spiriti immondi. Pubblicheremo l'orazione appena ce ne verrà il destro. + Nel n.° di gennaio dell’Initiation il dott. Papus, commentando l’opera di realizzazione del compianto Stanislao di Guaita, accenna in breve alla storia dell’ultimo decennio di propaganda del martinismo. Nella semplicità dell'esposizione, emerge chiarissimo il concetto continuativi delle tradizioni occultiste occidentali, sotto la protezione del genio francese. AI 1887, cioè undici anni or sono, pochi valentuomini di opinione fermissima, si riuniscono per impedire che la direzione della propaganda iniziatica si accentrasse a Londra. E dieci anni furono sufficienti per curare nella letteratura, nell’arte, nel campo della scienza tutto un enorme movimento di progresso degli studii occulti, preludendo al sole di verità che deve rischiarare le menti di tutti i materialisti esclusivi. A questo proposito mi pare opportuno di far notare ai miei lettori che molto spesso ricorre nei giornali speciali delle nostre scienze sintetiche accenno a questa o quella scuola di occultismo: come sul rovescio della copertina del Mondo Secreto si può leggere il nostro avviso personale che la VERITÁ È UNA e che sotto tutte le forme, sotto le differenti vesti, è sempre la stessa. Personalmente (se m'inganno, mi si perdoni la franca confessione) non credo che gli occidentali abbiano bisogno di ricorrere a tutta la logologia sacra e alla teologia indiana e bramanica per determinare forze, intelligenza e divinità che nel paganesimo grecolatino e nell'antichità egizia troviamo rivestite ed interpetrate con simboli ove più poetici 73

ed ove più consoni alla intellettività degli europei — e di conseguenza non ho stimato opportuno che raramente ricordare per mera erudizione del lettore vocaboli di teosofia indica o americano-indiana. Quando volessero gli Europei restare terra terra nel campo atavico dei padri, basterebbe esaminare, sviscerare, spiegare e rivelare il simbolismo cattolico, degno dello studio di ogni discepolo di magia...... mentre la più gran parte del clero ne ignora o ne sconosce il senso vero. Nel prossimo fascicolo pubblicherò un articolo del signor Mario Decrespe sull’Esoterismo, le dottrine e il Congresso dell'Umanità che tocca questa delicata e profonda questione. + Il Sig. S. C. Ouseley nel Light del 12 Marzo rivolge una domanda al Direttore se nella società internazionale umana per lo sviluppo dello amore universale proposto da diversi non sia il caso di includere gli animali che da secoli sono stati oppressi e maltratti dai fratelli più forti, uomini e donne, e se all’Amatevi l'un coll’altro non debba aggiungersi «tutte creature di Dio» oppure «fra tutte le creature viventi poiché tutti convivono nell’unica vita.» + In una lettera confidenziale del nostro amico dott. D. M. di Palermo leggo: in quanto alle fotografie spiritiche, di cui si occupò il «MONDO SECRETO» del Gennaio, vada cauto; in America vi ha messo mano la speculazione. Comechè l’osservazione che mi vien fatta amichevolmente può esser sorta in niente ad altri, io rispondo pubblicamente, che l’Italia non è l'America e che gli Italiani pel loro troppo buon senso rappresentano nel mondo civile troppo, direi purtroppo, la serena esperienza senatoriale dei tempi antichi, e certe speculazioni non farebbero breccia. In questo fascicolo avrei pubblicato la figura di uno spettro medianico fotografato a Firenze in casa della Contessa Elena Mainardi che gentilmente ci ha regalato una copia originale di questo saggio. Il cliché per la stampa non ci e giunto in tempo per stamparlo ora, ma prometto pel prossimo fascicolo di darlo in pasto a tutta la curiosità scettica degli osservatori miscredenti: appena appena si abbiano i principii rudimentali dell'arte di Daguerre, il lettore potrà dalla riproduzione intendere che dove non facessero fede solenne la lealtà degli sperimentatori, l'indecisione dei contorni è proprio e speciale delle condensazioni fluidiche, come si veggono nei primi esercizii di visione astrale. D'altronde il signor H. Fourtier nel giornale La Nature (13 gennaio 1894) già agli studiosi raccontò tutte le storielle americane edificanti, condendo la narrazione con le più scettiche considerazioni, in opposto a quanto ne ha scritto il Russell-Wallace, che non è un primo arrivato nelle scienze sperimentali. Il Fourtier scrive: « Secondo i giornali americani colui che scovrì la fotografia spiritica sarebbe stato certo Mumler, incisore abilissimo impiegato nella casa Bigelow, una delle principali fabbriche di oreficerie di Boston. Nei suoi momenti di libertà egli si occupava di fotografia, ed un giorno scoprendo una placca, fu colpito di veder comparire accanto alla immagine del modello, una testa leggermente impressa; qualche giorno dopo il medesimo fenomeno si riproduceva. «Era il 1861, la follia delle tavole giranti era nel suo colmo in America; Mumler parlò della sua scoverta nei giornali, questi la propalarono a gara: la fotografia spiritistica era nata. È più che probabile che l'accidente occorso a Mumler era dovuto, come è stato dimostrato in seguito, alla pulitura imperfetta della lastra che aveva già ricevuta una precedente impressione; al secondo sviluppo, la prima immagine ricompariva ma sfumata. Mumler, uomo molto intelligente, seppe rendere costante il 74

fenomeno; abbandonò l'incisione e andò a montare a Nuova York un gabinetto di fotografia spiritistica che non tardò a prosperare, con gran gelosia dei suoi confratelli non spiritisti; questi lo attaccarono innanzi ai tribunali; ma l'ingegno americano è molto vasto, come dice l'autore da cui tolgo questo racconto: «Fu riconosciuto che non vi era mistificazione di sorta, ed egli fu onorevolmente prosciolto». « Così ebbe principio la fotografia degli spiriti in America e non fece che crescere, con fortuna diversa però, è vero che nel 1865, una sentenza del tribunale di Buffalo dichiara espressamente che «i fotografi spiritisti sono degli scrocconi». « Intanto, nel 1884, si annunziava una nuova edizione della Bibbia con fotografie autentiche di Abramo, Mosè, Davide... ottenute per mezzo dello spiritismo. In Francia quando le teorie spiritiche furono all’ordine del giorno, la fotografia medianimica non mancò di far capolino, ma la sua odissea fu breve e lamentevole. « In Inghilterra, ebbe ed ha tuttora numerosissimi adepti fra i quali non siamo poco sorpresi di riscontrare il nome del dotto autore della teoria della materia radiante. I giornali fotografici si occupano di tanto in tanto di questa. quistione e quest'anno puranco il Britisch Journal of Photography pubblica un articolo di Truil Taylor scritto in quello stile di causticità a freddo innanzi al quale lo spirito si arresta sconcertato. « L’autore ammette che a simiglianza di certi corpi fluorescenti che non diventano visibili se non in certi raggi colorati, come il chinino nel violetto carico, può accadere che le emanazioni fluidiche abbiano una specie di fluorescenza capace di impressionare le placche ma senza azione sulla nostra retina. Egli racconta a questo proposito l’aneddoto di una giovanotta di umore gioviale che, istruita delle proprietà del solfato di chinino, si dipinge sulla fronte, con una soluzione di questo sale, un teschio di morte e delle ossa in croce, strana pittura che come si sa rimane invisibile. Ciò fatto, va a posare da un fotografo; questi, pel quale la chimica aveva ancora numerosi segreti, indietreggia spaventato vedendo su parecchie prove successive apparire quei lugubri segni di morte. Fugge spaventato dal parroco del luogo a domandargli il soccorso delle sue preghiere. « L’aneddoto è curioso, ma dobbiamo confessare che abbiamo tentato invano ripetere l’esperimento sopra noi stessi. Sapevamo che riesce benissimo in certe circostanze; così se si scrive con una soluzione di chinino sopra un foglio di carta il cliché riproduce lo scritto che l’occhio era incapace di distinguere. Sicché senza negare il fatto, noi ci contentiamo, per darne spiegazione, di credere che la nostra pelle non ha la candidezza marmorea del fronte della giovane miss. « L'autore, una delle sommità del partito fotografico inglese riferisce in seguito i suoi propri esperimenti: egli si serve di una camera stereoscopica e ottiene delle immagini spettrali in presenza di un medium del quale non si comprende bene la parte perché egli confessa che invece di evocare gli spiriti, «rifletteva sulla probabilità di accomodarsi in un angolo del vagone che lo ricondurrebbe a casa la sera» (sic). « Il medium, secondo Taylor, non agisce dunque che in azione catalettica. Esaminando le immagini in uno stereoscopo l'autore si accorge che esse hanno dovuto essere ottenute con un mezzo differente dall'obbiettivo adoperato, esse non sono soprapponibili e hanno dovuto esser fatte con uno strumento per lo meno di fuoco più lungo; ora le placche sono state comprate da uno dei migliori fornitori di Londra e le legature della scatola non sono state rotte che al momento di operare, e con la maggiore attenzione; l'autore finisce senza voler concludere su queste cose extra naturali. A voce alta noi faremo come lui....... ma a voce bassa!...... 75

« In America, la fotografia spiritistica continua il corso delle sue gesta; a NuovaYork appare un organo speciale, il Medium che di tanto in tanto pubblica delle fotografie spiritualiste, come per esempio il ritratto di una giovane attrice, miss Power, morta da poco e che aveva avuto nelle produzioni teatrali successo notevole. Dopo questo il Fourtier accenna al mezzo come fotograficamente si può corbellare il pubblico: ma il Mondo Secreto si occupa precisamente delle fotografie non fatte con processi speciali per impostura e non trovo, né strano nè nuovo che un impostura come quelle originate in America possa partorire esperimenti e pruove molte serie, che meritano tutta l'attenzione degli uomini di scienza. KREMMERZ.

FASCICOLO .IV. - Aprile -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA 2 -Ρ 76

IL DISCEPOLO O RECIPIENDARIO Nell'attuale periodo letterario, in cui ogni mediocre persona in omaggio all'eguaglianza e alla libertà vuoi dire sulle scienze occulte la sua brava opinione, la parola Iniziato ha acquistato un significato molto elastico. Intendiamoci prima di procedere. Dove un maestro esiste, coesistono discepoli. Se il maestro è un po’ correntone, cioè di manica larga, i discepoli possono essere parecchi. Un filo invisibile lega i discepoli al maestro e i discepoli tra loro — anche a loro insaputa. Immaginate un cerchio; nel centro situate il maestro o Γ e intorno intorno alla circonferenza i discepoli o Ρ. Di qui il concetto della Rosa Mistica, molti petali intorno ad un bocciuolo che ne è l'anima, lo spirito, la forza e l'intelligenza. Quindi si deve intendere per iniziato il discepolo che è uscito dal mare morto della volgarità ed è entrato nella irradiazione di un centro: tutto ciò si può spiegare per meglio intenderci che chi ne ha la possanza, ha compiuta tutta un'opera di purificazione e di preparazione su di un neofito da staccarlo completamente dall’ambiente comune, sottraendolo alla corrente sozza del volgo e trasportandolo in una corrente più pura, più elevata, a cui il volgo non è ammesso per gravità naturale—per quella stessa legge inflessibile ed inesorabile che condanna il piombo a cadere in fondo all'acqua e la foglia a galleggiare. Proposizione I. Le modificazioni fluidiche traspariscono nelle abitudini esterne del discepolo. Generalmente il. cozzo tra la vita novella e l'antica, tra l'uomo modificato e l'uomo volgare è enorme. Le modificazioni fluidiche del discepolo agiscono tanto sul suo esteriore, traspariscono in tal modo dalle consuetudini esterno che gli uomini volgari, cioè non addentro alle secrete cose, danno generalmente dello stravagante all'uomo o alla donna che si vota alla magia. Questo non solo è logico, ma è necessario che sia. Perché, se l'uomo è costituito come la massa enorme di creature che popolano il mondo visibile, non può avvicinarsi al mondo invisibile ed alle sue creature. Il conflitto tra il mondo visibile e l’invisibile ha per base la passione della temporaneità: cioè il mondo visibile si alimenta della continua paura di non avere e non possedere: l'invisibile della certezza eterna di prendere quando si vuole e quando si ha necessità. Dio è luce: il regno di Dio in tutte le religioni classiche è la certezza dell'essere. Il possesso materiale considerato in tutte le passioni umane, nel danaro, nella lussuria, nell'ambizione degli onori ed in tutte le altre fasi, non è del regno di Dio perché chi vive nella più completa luce non può aver simpatia alcuna per quella cupidigia insensata del possesso che assimila la belvauomo alle più scellerate bestie della selva e del deserto. Mi spiego con degli esempi. 77

L'uomo volgare ama la donna non solo come il maschio ama la femmina, ma anche per quel senso inconfessabile che esiste in ogni animale e in ogni famiglia umana di stimarsi preponderante tra i maschi. E la cosa più naturale del mondo che la materia reclami il suo minuto di imperio sulla intellettualità e che l'uomo ragionevole assecondi questo momentaneo trionfo della carne dopo che una compagna sia scelta non per la sola perfezione della forma esterna ma anche per le doti di bontà morali omogenee e attraenti. Ma l'uomo volgare non si ferma a questo che esclusivamente dovrebbe formare il suo punto di approdo. L’uomo diventa galante con tutte le donne capaci di lusingare il suo amor proprio — ogni fiore che vede deve fiutarlo per vanagloria maschile, ed egli cammina, la bandiera al vento, atteggiandosi in perpetuo ad un Attila incorreggibile di tutte le onestà femminili che non s'inchinano al suo passaggio. Giovanotti, adulti, vecchi gli uomini del volgo assumono la missione di degradare la natura umana (che è di origine divina), essenzialmente aristocratica, nel fango di una bestialità che pute di caprone in perpetuo. Appena un uomo o un giovane fa capolino nel regno dei misteri e delle ombre il principio divino che è in lui, cioè lo spirito, acquista la supremazia sull'umanità e colui che non ne comprende la aristocrazia lo considera come... i galli nel gallinaio considerano i capponcelli. L'uomo volgare ama il danaro. Chiave di tutte le arche sante del vulgo, l'oro è un re innanzi a cui tutte le finte onestà, tutte le false forze morali si inchinano. Non ho bisogno di addurre esempio alcuno: tutti sanno che le lire sterline pel volgo rappresentano il più potente dei talismani che dà la calma nella vita agitata, la pace domestica, la soddisfazione di tutti i capricci, la dolcezza di tutti gli amori prezzolati. Ma il discepolo della sapienza divina, solo mirando ad un ideale più alto, spodesta questo Dio dal suo trono e passa innanzi, bastone, mantello e bisaccia, come uno stoico che disprezzi quest’idolo, innanzi al quale. come innanzi alla donna bella, si inchinano tutti. Una donna volgare non desidera che la soddisfazione della sua vanità di gallina. Elegante nei modi, nelle vesti, nelle acconciature sogna in perpetuo di asservire ai suoi piedi tutti i galli e di far morire di crepacuore tutte le amiche e le conoscenti. Ma la donna che entra, petalo della mistica rosa, nella sfera di un maestro, a poco a poco. insensibilmente ma progressivamente rinunzia alla sua vanità e l’occhio di sua mente spazia più in alto. Proposizione II. La pruova fatale del discepolo è nel suo distacco dal maestro. Non sembri che io abbia dette delle cose vecchie: ho dovuto ricordarle por determinare un pericolo nel quale tutti gli iniziandi affogano se una mano amica non li salva, forse mettendo in pericolo la propria esistenza. Il pericolo è in questo. Le due correnti, la falsa ed illudente volgare potentissima e la vera ed incorruttibile occulta agiscono sul discepolo come due calamite eguali ed opposte su di un ferro messo ad egual distanza dalle loro braccia. Se non che il pezzo di ferro non ha volontà e messo a distanza eguale tra le due forze non si muove. Ma il discepolo Ila una volontà che il maestro non gli deve mai sopprimere, e questa volontà lo spinge un po’ verso la prima corrente, un po’ verso la seconda, in modo che lo stato di animo del discepolo, fino al suo trionfo o alla sua caduta, è un perpetuo orribile tormento tra il credere alla promessa della luce e il sentirsi attrarre dal demonio della corrente volgare. 78

Domandate ad un uomo se vuoi diventar mago. Salvo l'eccezione di coloro che hanno paura di sembrare ridicoli ed esser dileggiati, tutti gli uomini verrebbero alla vostra scuola. Essi che cosa vogliono? Tre grandi ideali: la salute della carne, il danaro e la donna. Come raggiungere questo? Con tre ricette, una pei quattrini, una per la perpetua sanità, una per le belle signore. Il maestro invece terrà all'assemblea dei concorrenti un discorso leale, e dirà che il maestro in magia raggiunge tutte tre le realizzazioni: cioè di godere salute perfettissima in tutti i tempi, di possedere tutto il danaro che gli occorre e di conquistare tutte le donne che desidera.. solamente per i due ultimi capitoli bisogna vedere quanto danaro gli occorre e se desidera. cinquecento mogli e duemila concubine. Coloro che ascoltano non si commuovono, ma quando il maestro avrà spiegato che dall'oggi al domani non si diventa mago nè fata, che vi bisogna abnegazione e virtù di toro per salire l'aspra ascesa della verità, l'assemblea si fonde e resta un sol discepolo: un uomo che è pronto a sfidar tutto pur di giungere in porto. Il maestro, se è tale, capisce che colui è un candidato pregevole, ma non si illude che colui riesce, perché la pruova fatale del discepolo non è quando sta nell'orbita della potenza del maestro, ma quando il maestro lo stacca da se per farne un iniziato. Finché il discepolo è sotto la irradiazione del maestro assorbe da questo le sue virtù occulte—la corrente del volgo non ha presa su di lui perché la influenza del maestro distrugge tutto. Ma appena il discepolo si stacca subisce le reazioni, e in lui combattono due principii, l'occulto divino e il temporale terreno. Questo secondo è alimentato dalla corrente volgare, diventa prepotente, e mentre il maestro si ritira, se il discepolo non continua a gettare un rampone per la propria salvezza, si sommerge nell'onda della volgarità e diventa pazzo o suicida. Riepilogando: a) il discepolo si può considerare per iniziato appena esce dalla corrente volgare; b) gli iniziati alla scienza e pratica occulta necessariamente finiscono col mettersi in cozzo con le opinioni del pubblico profano; c) la pruova suprema del discepolo è nel momento che si stacca dal maestro e se non ha la forza di crearsi indipendente cade nella corrente volgare ed è distrutto. Proposizione III. L'equilibrio fluidico è in ragione dell'equilibrio fisico. Chi deve studiare magia e praticarla deve essere sano di corpo e di mente. Gli ammalati per deficienza fisica, gli storpi e gli squilibrati non si facciano mai tentare di conoscere il diavolo. Il discepolo nel presentarsi al soglio del tempio deve portar seco completo il suo bagaglio di forze vegete ed equilibrate, e rinunziare spontaneamente a tutte le illusioni che si sono nutrite fino allora. La sanità del corpo è indispensabile — perciò tutte le regole della magia insegnano che quando non si gode perfetta salute non si opera — perché ogni operazione porta impressa indelebilmente lo stato di equilibrio o squilibrio dell'operante; ora come la deformità del corpo stabilisce uno stato quasi permanente di deviazione fluidica, così le infermità temporanee determinano lo stato passaggiero di squilibrio nell’operante. Nè le sole affezioni fisiche producono lo stato di impedimento allo studio della pratica della magia, ma anche lo stato di continenza, così nell'uomo come nella donna. In magia operante o naturale non è necessaria la assoluta castità, purché il discepolo possa mantenersi continente nei periodi di operazione. In magia divina poi la castità è necessaria condizione senza la quale tutte le intelligenze elevate si allontanano; per 79

questo lo stato coniugale tra un iniziato ed una donna qualunque è un impedimento allo sviluppo magico divino. Gli studiosi di medicina possono comprendere il fenomeno dello stato di castità o di libertinaggio su tutte le facoltà intelligenti dell'organismo umano, ma soprattutto debbo spiegare la dottrina vera del fenomeno, con le attuali conoscenze della scienza profana, a chi può comprendermi. Comechè al mio Mondo Secreto ho delle lettrici, non posso adoperare un linguaggio nudamente scientifico, ma mi sforzerò ad essere chiaro. Nell’organismo umano l'apparato cerebrospinale elabora un mercurio animale ed un fluido etereo di cui la scienza sperimentale non può ancora darsi conto esatto. Il fluido etereo, di cui le manifestazioni note sono il magnetismo, la forza psichica, la potenza ipnotica ecc., è in certi organismi in ragione diretta della accumulazione del mercurio, e in certi altri in ragione inversa di esso. Alcuni sprigionano maggior fluido e più intenso nello stato di continenza prolungata, altri maggiormente nella formazione del mercurio. Occorre badare bene che lo stato di libertinaggio neutralizza il fluido e nessuno mi fraintenda che in alcuni fosse il libertinaggio quello che aumenta il valore di potenzialità del fluido stesso. Bisogna essere o casto o intelligentemente peccatore. Nello stato di castità il mercurio acquista (fisicamente parlando) un colore giallo di cera ed un odore speciale di farina cotta. Questo è uno stato che rappresenta il mercurio morto degli alchimisti prima dell’uscita del corvo nel fornello alchimico, ed è indicazione di uno stato fluidico che gli operanti cominciano a conoscere ben presto. Prendiamo ora lo stato di contatto tra l'uomo e la donna riuniti da un legame spirituale, dai mitologi detto Cupido. L’essere umano da noi distinto con le particolarità del sesso può rispondere a quattro casi speciali: Il fisico maschio—il fluidico maschio Il fisico maschio—il fluidico femmina Il fisico femmina—il fluidico femmina Il fisico femmina—il fluidico maschio. In altri termini un uomo può essere tale anche fluidicamente, cioè fluidicamente attivo o positivo; e può fisicamente esser maschio e fluidicamente essere passivo cioè negativo. Lo stesso nella donna. L’amore tra due esseri per essere vero, cioè non menzognero per vanità, deve far coincidere due nature egualmente combacianti fluidicamente e fisicamente; cioè un maschio il cui fluidico sia maschio non può amare che il suo corrispondente complemento in una donna che fluidicamente sia negativa — oppure, e questo è il caso degli amori fatali, l'uomo che sia fluidicamente negativo ama per bisogno vero, e ne è corrisposto con pari ardore, da una donna il cui fluido sia positivo cioè maschio. Per esprimermi con una formola: l'uomo + + si completa nella donna - oppure l’uomo + - si completa nella donna - +

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Il contatto più lecito e onesto tra due esseri di cui l’uno sia il completamento dell’altro genera non solo le affezioni più durature e solenni, ma un benessere di ricambio fluidico che s'impone come un bisogno intenso, pericoloso per la vita fluidica di entrambe, se si contraria. Ma se il contatto passasse i limiti del platonico ed entrasse nello... stoico, l’uomo o la donna che si occupasse di magia in quelle determinate condizioni, potrebbe riparare ogni suo squilibrio fluidico nel suo compagno. Per chi non avesse capito, dico che ogni operatore in magia nel solo caso di possedere il suo contrario fluidico in una donna può non essere continente. Cosi per la donna. Ecco ora alcuni precetti generali che tutti possono applicare alla pratica della magia. I pletorici al regime leggero, quasi liquido, e con preponderanza di cibi vegetali hanno maggior tendenza a sviluppare ed esteriorizzare il loro fluido nei tre giorni successivi all’atto di liberalità sessuale, considerati i periodi lunari, di cui parlerò diffusamente in seguito. I nervosi debbono essere invece continenti almeno otto giorni prima di ogni operazione di magia naturale e adoperarne anzi degli eccitanti naturali nel momento in cui si intende di operare. Proporzione IV. Il regime di vita ha influenza capitale sulla nutrizione e sullo sviluppo dell'entità fluidica. Come l'atto sessuale, così tutti gli atti esteriori e comuni agli altri animali hanno una influenza, grande sulla disposizione e ingrandimento e potenza del corpo fluidico del discepolo. E un errore comune il credere che sia innocente allo sviluppo fluidico dell’individuo la vittitazione. Alcuni intuiscono che il massimo contributo possa esservi dato dalla parca vita e dal desinare modesto, comechè è precetto antico che il ventricolo ha influenza sullo stato intellettuale e le antiche scuole freniatriche curavano i pazzi col digiuno più che coll'elleboro o pianta di Minerva. Si deve agli ultimi tempi di trionfo sensista la teoria che il digiuno o le vigilie degli asceti e delle religiose avessero influenza pericolosa sulle facoltà mentali dell’uomo e della donna penitente. La scelta dei cibi deve essere scientificamente fatta dal maestro nella economia animale del discepolo, dopo che siano state studiate tutte le sue tendenze e i caratteri spiccatissimi delle inclinazioni fluidiche. Comprendo che toccando il ventre degli egregi miei lettori che non intendono di far sacrifizio alcuno sulla propria epa, rischio di perdere parecchi che si accingerebbero all’opera senza tanti amminicoli; ma avendo io promesso nel programma di questa esposizione di elementi delle due magie di dir tutto chiaramente ed esplicitamente, io non posso tacere su ciò che, favorendo lo sviluppo magico dell'aspirante, urta nelle generali consuetudini e credenze del pubblico. D'altronde è meglio avvisare una volta per tutte le altre occasioni in cui mi capita che io pubblico i principii assoluti di questa scienza sconosciuta e che l'intera applicazione di tutti i precetti non è che di coloro che sono arrivati molto in alto nella magia naturale e nella magia divina e che a far tutte queste cose non soffrono affatto, anzi soffrirebbero se facessero l'opposto. Ma che invece i discepoli, i giovani specialmente, si possono avviare gradatamente alla realizzazione dei precetti esposti sotto la guida di un maestro o soli, a 81

grado a grado, in maniera che il passaggio brusco dal regime di vita ordinaria alla vittitazione ragionevole non produca dei cangiamenti momentaneamente dolorosi all'organismo animale. Ma pria del cibo le abitudini. Coloro che possono essere liberi di compiere le sane prescrizioni del rituale in magia dovrebbero non levarsi di letto dopo il sorgere del sole. L'aurora dovrebbe trovarli svegli, attivi, e le ore crepuscolari del mattino dovrebbero servire per l'inizio della vita quotidiana magica. Nella magia divina le ore migliori della preghiera sono quelle che precedono il sorgere del sole — e sono le migliori per le operazioni abitudinarie di magia divina. A coloro che preparano il loro ascenso spirituale non saprei consigliare ore migliori per la perfetta conformazione del loro sviluppo fluidico. È l'ora delle lavande, del bagno, della purificazione mistica e fisica di ogni genere. Il sonno non deve avere durata lunga perché lo stato di sonno nell’organismo umano favorisca immensamente a render grave l'organismo animale; appesantisce i coagulati animali e intorpidisce le potenzialità fluidiche. A tale uopo consiglio di esperimentare il letto da campo, duro, e la copertura leggiera in ambiente o camera molto spaziosa, dove mentre l’uomo dorme non bruci [i] nè lampada nè candela. L’uomo che dorme misticamente deve rientrare nel buio nero dell'astrale e mentre l'organismo ripara alle sue forze, egli, cioè l'uomo intelligente, deve tentare di passare attraverso la zona nera e penetrare nella luce astrale bianca. Operazione la quale è istintiva in tutti coloro che sono innanzi nello sviluppo psichico, anche che siano volgari, tanto che i sogni profetici o di luce bianca non segnano che tentativi fortunati della psiche del dormiente di entrata nel mondo di luce astrale puro dall’effluvio grave della terra. Le forze animali nel sonno devono essere riparate giustamente, perché l'organismo fluidico dell'uomo prendendo vitalità dal fisico esterno non deve trovarlo nè stanco nè troppo ben pasciuto o torpido. Si osservino le regole di tutti i religiosi monastici i cui fondatori furono dei rivelatori riconosciuti delle forme magione o sapienti antiche e si riscontrerà che le regole esclusivamente scientifiche e logiche della pratica magica coincidono con le monastiche non solo, ma anche con i precetti di una igiene severa assoluta, cui l'attuale insegnata nelle scuole europee si avvicina man mano che progredisce. L'aerazione della stanza da letto, il giaciglio duro, la copertura non troppo grave nè troppo leggiera, la nitidezza della biancheria, la nettezza estrema del corpo da ogni immondizia, che si ottiene col bagno e con le lavande mattutine e serali, non hanno nessun inconveniente contro le più precise regole di igiene che scritta nei libri non trova pratica facilmente. La tonsura nei monasteri ha assoluta relazione con la nettezza del corpo più che con lo stato di umiltà, perché l'individuo che ha vocazioni mistiche naturali non sente nessun dolore ad essere umile, Il lettore non mi tacci di pedanteria se io consiglio, ove il praticante lo potesse, perfino il colore delle pareti e della soffitta nella stanza in cui si dorme: i colori a mezzo dell'apparato visivo, hanno un'azione diretta sul cervello, sul cervelletto e sui nervi proiettori, come avremo occasione di studiare in seguito, ma se sono produzioni di materie minerali o vegetali che in maniera differente possono agire sull’apparato cerebrale per mezzo dell'odorato o della traspirazione della pelle rappresentano il peggio.

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Chi ne avesse la possibilità, i mezzi e l’opportunità dovrebbe provvedersi di una stanza da letto le pareti della quale siano, come la soffitta, bianche, con calce o intonaco vergine, ed evitare perfino il bianco con composti di piombo (biacca) quando è recente. Il color bianco è più proprio alle sensazioni psichiche di origine visiva, e misticamente si proietta come immagine della purità; anzi è da notarsi che se il color bianco si attribuisce nelle consuetudini magione e religiose alla purità o allo stato verginale, questo si deve appunto allo sviluppo della verità magica che il colore conferisce la sua virtù in ordine alla idea e qualità che gli si attribuisce [ii]. Il pavimento della stanza da letto deve essere lavato a grand'acqua e tenuto mondo. Alcuni rituali — ed io vi do la preferenza nelle mie abitudini personali — prescrivono la lavanda del pavimento con l'acqua di mare o con acqua e sale. Per la stessa ragione innanzi detta, il sale è considerato come elemento distruttore d'impurità. La stanza del discepolo che si vota alla magia non dovrebbe essere frequentata da nessuno. Eliphas Levi, nel suo rituale, consiglia questo: per quaranta giorni che la vostra stanza non abbia accesso per altra persona che voi: voi la pulite, voi la nettate, voi la regolate. Questa non è una condizione esclusivamente mistica: io, che in magia naturale sono esclusivamente materialista, vi veggo una necessaria prescrizione affinchè le evaporazioni o gli effluvii lordi di un valletto o di un domestico non impregnino l'ambiente nel quale voi dovete sottrarvi alla corrente impura. La ragione fisica di questo isolamento, di cui ho precedentemente detto nella preparzione alla mia magia, è di facile intuizione: ogni casa, ogni luogo, ogni oggetto porta fluidicamente l'impressione delle persone che li praticano. Nè agli uomini ed osservatori volgari la sensazione dell'ambiente, per la qualità delle persone che vi hanno dimestichezza, sfugge sempre. L’animaleuomo porta con se un effluvio speciale sensibile a misura che maggiormente se ne accentua il carattere. Si potrebbe dire che l’organismo animale tramanda all'esterno un’aureola di effluvii di ciò che contiene nel suo interno. Il puzzo delle pecore è somigliante di molto al sapore speciale della loro carne. Ora riferendoci alla vita umana e agli ambienti chiusi frequentati da persone sole, l'irraggiamento del frequentatore a poco a poca riempie intero tutto il luogo che lo circoscrive. Una stanza in cui non passa la sua giornata che una vergine, dai costumi immacolati, respira tutta l'aureola di purità di questa creatura senza desiderii e senza pensieri immondi. Non lo stesso si può dire delle camere degli alberghi in cui passano a centinaia uomini di tutti i colori e di ogni categoria, e nelle quali gli effluvii si mescolano e si agitano e si ricambiano in perpetuo, e dove, curioso a dirsi, si prendono sovente o senza saperlo dei germi di cose buone e cose tristi, di virtù e vizii che la gente non sospetta neanche. I mobili, i pannilini anche lavati, le stoffe, le coltri, le sedie conservano l'impronta o, meglio, il profumo di chi ne usò e sono generatori di contagio fluidico con la stessa legge generale che gli sperimentatori hanno attribuito alle contagioni per microrganismi. Chi può quindi crearsi una stanza a se, esclusivamente per la sua vita fluidica per la pratica della magia, dovrebbe fare tutto nuovo dalle cose più grandi alle più insignificanti minuzie della vita umana e rifiutare come impura qualsiasi intromissione nell’ambiente di fluido estraneo. Qui faccio eccezione dei maestri molto avanti nell'arte e quando i maestri non fanno operazioni di genere impuro: giacché se un ambiente è frequentato da persona di voi migliore, voi avete tutto da guadagnare e niente da perdere. A questo proposito debbo accennare alle sostanze adoperate per la purificazione degli ambienti noti negli antichi ricettari e oggi sostituiti da altri, come l'incenso, l'aloe, 83

lo zolfo, il belzuino, la pece, il sandalo, le erbe odorose, i fiori; che l'attuale sperimentalismo crede di sostituire con la base scientifica con l'acido fenico e i distruttori di vite microbiche dello stesso genere. Le sostanze adoperate dagli antichi tempi nelle disinfezioni degli ambienti hanno avuto pratica nei periodi sacerdotali più remoti. I magi della Persia antica, e quegli stessi che la tradizione pone in ginocchio innanzi alla culla del Cristo, adoperavano come i maghi del medioevo e i praticanti moderni, come in estremo oriente e nell’occidente non meno estremo, l'incenso, la mirra, il legno di sandalo, le gomme preziose, perché il concetto scientifico da cui procedevano gli antichi e i moderni maghi è unico. L’assioma fondamentale da cui è retta la scienza dell'esistente è questo: il pensiero fluidicamente è generatore: ogni projezione realizzata ha origine non solo nel pensiero di chi l'ha creato, ma anche nell'apparato proiettante. Mi spiego con un esempio. La volontà di un operatore, cosciente od incosciente, è causa di un qualunque disturbo fluidico imponderabile di un ambiente. Finché il pensiero è aiutato da un apparato proiettore dell’organismo umano, la realtà presto o tardi diviene un fatto. Il disturbo fluidico genera il disturbo fisico, fino alla soppressione della vita animale, che è la morte. Ora vediamo in senso inverso di neutralizzare la causa prima. Agire sulla volontà dell'operante, o influendo sul suo apparecchio proiettante o isolando la propria irradiazione fluidica in modo che le proiezioni contrarie e micidiali non colpiscano. I profumi dai più semplici ai più acuti hanno, agendo direttamente sul nostro organismo e sull’organismo di chi frequenta un ambiente, la proprietà di sviluppare tale preponderanza fluidica in noi che il tentativo di contagio fluidico degli altri è vano. Un’ape vuol pungervi: voi vi corazzate il corpo facendo indurire la pelle vostra nel momento in cui vuoi tentarne l’assalto. Sotto questo punto di vista non debbono essere derisi gli antichi che purificavano le case con l'incenso — nè è illogico l’uso che ne fanno i culti delle religioni. E chiaro che la scienza moderna, basando le fondamenta di ogni pratica sull'arresto della generazione microbica, ha trovato insufficiente, per esempio, che l'incenso valga a purificare una casa dove sia morto un uomo di febbre tifoide. Però ha dovuto constatare e conservare l'uso di certi profumi, e perfino estrarne rimedii, quando si è trattato di infermità in cui l'attossicamento della materia cammina di pari passo con la alterazione fluidica: nella tisi per esempio gli estratti di pino marittimo, quando le suffumicazioni della corteccia di pino che gli antichi adoperavano (come i moderni continuatori) nelle operazioni di s, tendevano a purificare per mezzo della respirazione le putrefazioni fluidiche [iii]. La purificazione di ambienti chiusi, dove hanno dormito o sono rintanate molte persone è incontestabile coi vapori dello zolfo bruciato [iv] come io non sono mai stato stanco di indicarne il bruciamento nei paesi e nelle case in cui scoppiano contagi ed epidemie con manifesti segni nervosi: il colera, la febbre amarilla o tifo americano ecc. Ora ritornando a quanto io dicevo relativamente alla purificazione dell'ambiente in cui il discepolo deve fondare la sua fonte di purità, sono consigliabili le suffumicazioni in pratiche metodiche, ma di cui il giudice non può essere che il maestro o un fratello più innanzi negli studii e nella pratica della magia — giacché, come vedremo in un capitolo

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a parte, i profumi e le suffumicazioni hanno azioni differenti secondo chi li pratica, il tempo in cui si praticano, il luogo e l'operante. Chiaramente si intende che l'aspirante mago, ove volesse praticare la purificazione in tutti gli stadii della vita, si dovrebbe condannare alla vita monastica: il monos degli asceti e terapeuti dell'Asia minore prima e dopo la invasione cristiana aveva questa mira, e il S. Simeone Stilita, cioè che albergava sulla più alta cima di una colonna, dovette essere ispirato all’isolamento tra ciclo e terra da questo concetto assoluto della conquista della purità che è comune a tutti gli asceti. Il monacato in occidente poi servì a riunire le regole, e di questo mi occuperò quando discorrerò delle catene magiche. Ma la vita sociale richiede che l’uomo non si esale perfettamente dal mondo per moltissime ragioni e necessita, innanzi tutto, come ho detto nella preparazione, perché il santo non ha da fare col mago: se la vita di asceta ricerca la solitudine e la asseconda, la vita magica non può richiedere la solitudine perfetta, completa e perpetua per la stessa natura dell'arte o pratica magica. L'asceta si propone il fine del perfezionamento individuale; è passivo, non cerca su chi esercitare la sua intellettualità e la sua forza. Invece il mago, attivo per eccellenza, non può nè agire nè sviluppare la sua forza se non su uomini e cose animate. Onde non si comprenda che questa vita di isolamento che io consiglio debba rappresentare la segregazione completa dal mondo, io aggiungo di più che chiunque arriva ha sempre la missione di adoperare la sua conquista se non per il bene di nazioni o della umanità, almeno in pro del suo prossimo di cui deve essere benefico aiuto in tutte le contingenze della vita. Su questa fratellanza è basato il concetto di solidarietà umana, pel quale ogni aspirante alla potenza magica che spera di riuscire in un suo ideale diventa un piccolo messia di pace e di conforto. Lo spiritismo ha trovato la parola medium per indicare colui il cui intelletto può servire a disincarnati per manifestare ai vivi le loro idee; ma questo nome, se non fosse oggi intoso diversamente, potrebbe servire appunto all'aspirante mago, il quale per stare col mondo delle cause deve isolarsi, e per manifestare e sviluppale le sue forze deve avere contatto sociale. Per vivere nel mondo extraumano tutto ciò che è materia e fluido umano l’offende. Perfino quella luce del sole che saluta i lieti giorni della primavera, perfino il bacio di una donna che lo ama, mentre per adoperare le sue forze ha bisogno della società umana! Il suo regime di vita umana deve essere in perpetuo l'attività più completa. Vivere per il corpo e per lo spirito è un dramma, l'azione in perpetuo moto, fino alla palingenesi della materia e il trionfo dello spirito su tutto; fino alla sua liberazione cosciente dai legami della terra e alla evoluzione verso il principio centrale divino che è volgare chiamare Dio e che in magia si chiama Tetragrammaton, cioè parola di quattro lettere, perché questo potere centrale non ha nome e in ebraico si segna come ho scritto. Le lavande mattutine, i bagni, l'isolamento in certe ore, in certi giorni purificano anche l'uomo purificato che momentaneamente si trovi lordo dall'effluvio pesante della società umana in cui entra per esercitare il suo potere o la sua missione. Dal fuoco i profumi purificano l'aria che egli respira da ogni coagulazione fluidica, giacché i vapori del profumo hanno in se non soltanto la virtù delle gomme e delle cortecce e dei legni o delle erbe odorose, ma attestano ai nostri sensi come il fuoco, comburendo legna, gomme, cortecce ed erbe, trasfonde nel mar morto delle forze coagulate il suo 85

movimento purificatore, rinnovatore, origine di ogni cangiamento che impedisce la stasi della putredine astrale. Proposizione V. — Il nutrimento fluidico è anche in rapporto alla nutrizione dell'organismo animale. Ma se la continenza sessuale e la purificazione dell'ambiente in cui l'aspirante alla magia si rifugge ha grande importanza nella sua vita fluidica, se l'attività perpetua del corpo e dello spirito lo preparano alla sua progressione nel campo dei fenomeni non comuni e extraumani, niente è più necessario allo sviluppo della vita fluidica quanto la vittitazione ordinaria. Dove arrivi e dove idealmente possa giungere la nutrizione di un mago progredito, io non mi rischio di scrivere, prima perché parrebbe agli uomini comuni che io raccontassi delle trottole e secondo per non spaventare i ghiottoni e farli rinunziare per sempre al mio libro, Ordinariamente si crede che il corpo umano abbia una sola via di nutrizione: l'esofago. E si crede che le sostanze ingerite si trasformino in sangue e quindi in forza nevrica o intelligente. Questo non è il processo di nutrizione completo dei due corpi materiali (fisico e fluidico) che si compenetrano nell’organismo umano. Il nutrimento adatto al primo quasi generalmente è inopportuno pel secondo, e quella che chiamiamo malattia del secolo o neurastenia, produzione di miriadi di sconcerti nervosi, ha origine non solamente dalla società in cui viviamo ma anche e soprattutto dalla vittitazione erronea del nostro organismo, cui si danno e si attribuiscono bisogni artificiali che naturalmente noi non abbiamo. La nutrizione fisica del corpo umano dipende dalla qualità e quantità dei cibi ingeriti non solo, ma dalle evaporazioni che il corpo assorbe durante la vita quotidiana. Il potere assorbente è speciale al corpo fluidico ed alla sua nutrizione vampirica, e mentre il corpo materiale elabora e chilifica le vivande masticate, il corpo fluidico prende la sua vita per mezzo della aspirazione e della nutrizione del sistema nervoso e delle parti molli e ganglionari del corpo fisico. La quotidiana vita dell'uomo volgare, le consuetudini viziate delle famiglie agiate o signorili riceverebbero un urto formidabile dalle prescrizioni di un maestro che scegliesse il suo discepolo in una casa dove come precetto di divizia e signorilità il desinare quotidiano fosse formoso e luculliano. Il precetto mangiare per vivere è una pia utopia delle scuole infantili. L’uomo da quando ha uso di ragione ha accarezzato con l’arte e la scienza tutte le fasi del ventricolo. Il banchetto quotidiano è una festa a cui tutti gli uomini hanno la colpevole abitudine di non sapersi sottrarre. Non scrivo il paradosso, ma coloro che non consumano molta forza fisica (intendo del corpo fisico) in esercizii faticosi e pesanti non avrebbero il dovere di gravare lo stomaco con quantità enorme di cibi indigesti che aumentano la produzione fecale viziosamente. Ma soprattutto per chi fa pratica e lunga pratica della nostra scienza, vengono delle ore nella vita in cui non si giunge a trovare la ragione che condanni un inglese a trangugiare indifferentemente un chilo di rosbeef al giorno e mezza boccia di wischy! La terapia in uso nelle cliniche europee ha elevato un altare alla nutrizione animale. La carne, il sangue, le interiora, la caccia, il pollame, e perfino i piccioni, gli innocenti 86

campioni dello amore e della fedeltà perpetua, sono imbanditi come una necessità alla più vorace di tutte le belve, l’uomo, che mangia quando non ha fame e che fa l’amore in tutte le lune! GIULIANO KREMMERZ

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Come è d'abitudine in molte case del meridionale. Il bianco e simbolo di purità naturale, perché ogni colore, qualunque sia, gli è contrario e la fusione di tutti i contrarii si completa nell'opposto assoluto, che è il nero. [iii] s è mutamento, e i ristagni fluidici sono materie morte antimercuriali, negative. Questo non posso spiegare più chiaramente. [iv] Quando per lunghe ore molte persone respirano in ambiente chiuso, il fiato o effluvio o efflusso animale forma un coagulato morto, la cui putrefazione porta conseguenze di genere differente e serve delle volte non solo a propagare, ma a generare le infermità contagiose. I vagoni della ferrovia e gli omnibus o carrozzoni di trammi, i teatri chiusi ermeticamente, per quanto sieno veicoli di civiltà, giovano molto alla propaganda di un qualunque contagio, per le coagulazioni astrali. UNA OSSESSA A TORINO NEL 1850 LE INFERMITÀ PRODOTTE DAI DIAVOLI E LA MAGIA DEMONIACA NEGLI SCRITTORI DI COSE MEDICHE [ii]

Il medico Forni, a questo punto, comincia a riferire le opinioni dei migliori sui caratteri per definire l'opera dei diavoli nelle infermità fisiche e psichiche. Andrea Cesalpino, sommo medico e filosofo italiano, il quale verso la fine del secolo XVI ebbe occasione di approfondire alquanto particolarmente quest’argomento, 87

all’occorrenza di un’ossessione manifestatasi in gran parte delle suore di un Monastero di Pisa, esponendo a tutte le facoltà riunite di quel celebre Studio il risultato delle sue osservazioni e indagini in proposito, dopo avere dimostrato che ogni generazione di malattia puossi dai demoni indurre, osserva che, per quel che riguarda il modo di descernerle dallo altro, in alcuni casi è certamente assai facile, e in altri difficile il determinarlo[i]. E nel capo 22 della sua investigazione sopra, i demoni facendosi di proposito ad esporre queste ragioni distintive, dice essere segno di malattie demoniache l’aver luogo nelle medesime di effetti sovra natura, l'essere nel sogno la persona contro volere tormentata da ree e malvagio fantasie: la commozione, che prova l'infermo pei sacri esorcismi, obbedendo lo spirito d’ordinario al sacro ministro (plerumque dicto sacerdotis est obsdiens): il parlare e intendere lingue straniere. Segno certissimo poi e immanchevole dell’invasamento dice essere l'impedimento, che prova il paziente alle azioni sacre; imperciocché questi miseri nè possono profferire, nè ascoltare tranquillamente le cose divine, essendo allora maggiormente travagliati quando sono o costretti ad assistere al divin sacrifìcio, o a celebrare altre divozioni. E questi sono, dice egli, i segni degli ossessi. Termina poi con quest’avvertenza, che tanto a manifestare, quanto a scacciare i demoni, ossia che ossi abitino nei corpi, come avviene negli ossessi, ovvero che operino e travaglino dal di fuori, come nei malefizi, unico mezzo sono quelle cose che comunicano colla loro natura; imperciocché da queste sole ciascun ordine può essere impressionato e mosso. Ad daemones igitur manifestandos, aut ejiciendos unica ratio est, seu corpora inhabitent, ut in obsessis, seu extrinsecus affligant, ut in coeteris maleficiis. per ea quae communicant cum eorum natura; ab iis enim solis affici unaquaque possunt. Ne guarì diversamente Giovanni Fernelio, lume splendidissimo della medicina francese, nei libri che egli intitolò Delle occulte cagioni delle cose, ove nel libro 2 al capo decimosesto dopo aver detto, che « al di sopra di questo mondo visibile noi ne comprendiamo coll’intelligenza un altro ai sensi non accessibile, divino e spirituale, di questo caduco e mortale movente e governatore, dal quale eziandio molte cose agli uomini quando salutari, e quando nocive, e pestifere derivano» si fa poi a discorrere delle malattie, che da quello derivano in questa sentenza. «Tutte le malattie che muovono da sopra natura appajono in qualche guisa somiglianti alle naturali, ma perché hanno cagione superiore, e che non piega alle arti del medicare, a ragione oltre naturali sembrano da chiamarsi.... Quelli poi che sono dal demone travagliati per fermo da una specie di furore pajono agitati, in questo tuttavia dal semplice furoro dissomiglianti, che di cose elevatissime discorrono, le passate, e le occulte annunziano, le cose arcane dei circostanti fanno palesi, e questi con molte villanie assaliscono, e per la potestà delle divine parole si atterriscono, tremano, e danno in ismanie». Riferisce poi due casi di ossessione da esso osservati, de’ quali l'uno per accostarsi assai a quello che forma l’oggetto della presente disquisizione, stimo di qui riferire. «Un giovane di gran casato fu pochi anni addietro travagliato da uno sbattimento, o convulsione di corpo secondo certi intervalli, perciò ora il solo braccio sinistro, ora il destro, ora un sol dito, ora un. solo ed ora entrambi i femori, ora il tronco con tanta forza, e prestezza agitava, che appena poteva contenersi a letto da quattro aiutanti. Solo il capo 88

stava immune da questi scotimenti: lingua, e favella libera, la mente sana, e tutti i sensi franchi anche nella ferocia delle convulsioni. Dieci volte per lo meno, il giorno n’era preso; negli intervalli sano, se non perché era affranto dalla fatica. Avrebbe potuto giudicarsi vera epilessia, se non tessevi mancata la lesione dei sensi e della mente. Chiamati tutti i medici più esperti la credettero convulsione epilettiforme prodotta da fluido maligno, che movesse dalla spini del dorso, da cui sopra quei nervi si spargesse, che in ogni verso si disseminano per le membra, salvo per il cervello, con avviso, a quel che pareva savio, e giustissimo. A rimuovere questa creduta cagione si prescrivono clisteri frequenti, purgazioni d'ogni maniera, e gagliarde, coppette ai principii dei nervi, fomenti, unzioni, empiastri prima a smuovere, poi a corroborare, e altri a togliere la venefica malignità. Nè giovando queste cose, promuovonsi sudori con bagni, stufe, legno santo: che nulla più profittano, sebbene attivissimi rimedii. Eravamo in fatti assai lungi dal vero, imperciocché al terzo mese si scopri il demone cagione di tutto il male, svelatesi alla voce, e a non più intese parole e sentenze greche, e latine (essendo il resto perfettamente ignaro di greco il paziente). Questi molte cose secrete de’ circostanti, e massime de’ medici manifestava, beffandoli per essersi lasciati condurre in grande pericolo, ed avere con inutilissimi farmaci tratto l’uomo quasi alla tomba. Quantunque volte il padre del giovane venisse a visitarlo, egli prima assai che fosse al suo cospetto mettevasi a gridare: allontanate l’uomo, che s’avvicina, impeditegli di entrare, o traetegli il monile: imperciocché questi, come usano in Francia i Cavalieri degli Ordini, portava al collare l'immagine di S. Michele. Se gli si leggevano cose sacre o divine, dava in furie al tutto orrende e feroci. Negli intervalli quieti d’ogni cosa si ricordava, che avvenuta fossegli negli assalti, di quanto avea detto si doleva, e confessava di averlo fatto contro volontà. Dai riti sacri, e dalle preghiere costretto il demonio molte altre cose scopriva, e diceva non dissimili a quelle che sogliono udirei dagli altri miseri, che dal medesimo sono oppressi». «Nè queste cose, conchinde Fernelio, come nuove io intendo narrare, ma perché viemeglio si conosca, che i demoni altre volte entrando nel corpo il tormentano con varie ed inaudite guise, altre volte dal di fuori operando o con agitare gli umori utili del corpo, o i cattivi spingendo alle parti più nobili, o con questi vene, e altri vasi ostruendo, o la struttura degli organi alterando a infiniti malori danno origine. E di tatti questi morbi sono i demoni autori, e al tutto sopra natura ne è l'indole e la cagione». Fortunato Fedele, padre della medicina legale, nella sua grande opera dei Rapporti Medico-legali, al capo secondo del II libro, ricercando in qual maniera coloro, che sono travagliati dal demone, o da malefizii infestati si possono distinguere dagli altri ammalati: (imperciocché, dice egli, io sono intieramente convinto esservi alcune malattie dalle altre assai distinte, eccitate dall’azione dei demoni) addotti in proposito alcuni luoghi di Platone, e di S. Tommaso, cosi si fa a svolgere il suo pensiero. « Essendo adunque verissimo che il demonio può con morbi travagliare i corpi degli uomini, tengo pure per certo, non esservi alcuna generazione di malattie, che non possa dai medesimi prodursi. Le ma-lattie poi che si osservano nei demoniaci hanno affatto del maraviglioso. e ogni uso, e possanza di natura soverchiano. E ciò eziandio hanno di proprio, che s'inaspriscano, e incrudeliscano, secondo certi intervalli di tempi, nè tormentino le persone di continuo. Così osserverai certe singolari, e maravigliose forme di epilessia, nelle quali venendo scosso tutto il corpo, o certe determinate parti, resta integra, e senza offesa la mente[ii]; osserverai pure certe insolite convulsioni di parti, che durano 89

poco, e non lasciano alcun nocumento. Vomitarono altri pietre, gusci di nova, aghi, fiocchi, gomitoli di lana, e altre molte simili cose dai medesimi non mai inghiottite. Sovente, che così stando affetti, annunziano, quasi fatidici, l’avvenire. Molti parlano greco e latino, e discorrono di scienze, non avendone mai appreso nè i primissimi elementi. Ne sentirai alcuni orribilmente latrar come cani, altri muggire come buoi, altri a guisa di lupi urlare. Vidi io stesso ad un indemoniato gonfiarsi a un tratto enormemente il collo; il quale tra breve sminuendo, poco dopo trasse fuori la lingua, la quale talmente in poco a nostra veduta si intumidiva da riempiere intieramente la bocca. E queste sono le strane, e maravighose fogge di malattie che producono i demoni, e che facilmente per ciò stesso si riconoscono [iii]». Continua poi dicendo, che nei casi meno piani a chiarirsi, seguasi la via indicata da Madre Chiesa, cosicché se per le avvertite congetture non resti ancora manifesta la cosa, si ricorra a’ sacerdoti, ed esperti di queste cose, i quali non solo discendano l'indole della malattia, ma vi adoperino eziandio i propri salutari rimedii. Ut jam nisi praedictis a nobis conjecturis remomnem assequaris, sacerdotes, ac peritos ejus doctrinae viros adeas moneo, qui non solum morbi genus agnoscant, sed profutura etiam adhibeant morborum remedia. Paolo Zacchia, il grande maestro della medicina legale, facendosi a trattare dell’ossessione, e dei corporali tormenti, che per azione del demonio alcuni soffrono, dopo aver combattuto con apposite ragioni coloro, che anche del suo tempo negavano l'influenza del demonio sul corpo umano, e addotta, con Ippocrate e Platone, l’autorità dei più insigni medici, quali il Settala, il Bustamantino, il Codronchi, il Fornello, quanto ai segni da riconoscerle se ne riferisce [iv] intieramente a quanto ne hanno scritto il Codronchi stesso, il Cesalpino, e Fortunato Fedele. Per ultimo Federico Hofmann non diversamente assegna i caratteri delle malattie sovra natura al n.° 24 del suo trattato Dell'efficacia dei demoni sovra i corpi. Affinchè, dic’egli, in negozio cosi arduo, e di tanto riguardo non andiamo errati, e rottamente distinguansi le malattie naturali da pure ragioni meccaniche e fisiche da quelle che da più alte, e sovra natura dipendono, è d’uopo porre sotto gli occhi alcuni caratteri e giudicatorii da cui queste ultime possansi riconoscere. Al che non bastano solo orrende strida, e vociferazioni, gesti deformi, insoliti, e maravigliosi contorcimenti di corpo, essendo si fatti sintomi comuni a molte spasmodice malattie; ma generasi sospetto di cagiono sovra natura, quando persona sana, e bene attuate, di botti, senza malattia precedente, venga presa da gravissime convulsioni da maravigliose agitazioni di membra, e acutissimi dolori. Secondo, se vi si aggiungono bestemmie di Dio, e delle cose sante, e frapponimento di cose oscene. Terzo, la cognizione e la manifestazione di cose secrete, e sconosciute, massime avvenire, o in luoghi remotissimi avvenute. Quarto, la notizia e l’uso di lingue straniere giammai prima nè apprese, nè udite. Quinto, se spieghino un vigore superiore alle forze umane. Sesto, se per vomito, secesso, o altre guise di escrezioni, mandino fuori per varie parti del corpo mostruose, ed eterogenee sostanze, crini, legna, cera, vetro, spine, chiodi, selci, carte, aghi, ghiande, globi di stagno, pezzi di panno, lane aggomitolate, ovvero dagli occhi granelli di miglio, stoppa, piume, o altrimenti aghi, crini, carte dal pene, dall’utero, dagli orecchi». Dai segni fin qui riferiti secondo la mente del Cesalpino, del Fernelio, del Fedele, di Federico Hofmann, cui vanno d'accordo il Settala, il Bustamantino, il Parèo, il Codronchi, il Sennerto, il Zacchia, intorno al distinguere i morbi sovrannaturali, si è 90

potuto facilmente rilevare, che per comune consenso di tutti questi, negli affetti dal demone, gli effetti e l'esterno delle malattie sono in generale similissimi ai naturali, distinguendosene solo per alcune circostanze, che ne mettono in chiaro l'intima causa spirituale, e la loro vera natura. Cosi, a parte i casi in cui vi è rivelazione di cose occulte, uso di lingue straniere, o uscite dal corpo di sostanze impossibili a generarsi nel medesimo, o ad esservi introdotte, che sono i meno frequenti, i segni che manifestano l’operazione demoniaca, sono: 1.° Le cattive e le perverse fantasie che travagliano incessantemente, e contro volontà i pazienti (Cesalpino). 2.° L’impedimento, e l'avversione che questi provano verso le opero del divin culto (Cesalpino, Fernelio, Fedele). 3.° La commozione grandissima, che si osserva aver luogo nei medesimi sotto l'influenza delle preghiere, e dei sacri riti (Cesalpino, Fernelio, Fedele). Rilevasi eziandio che le malattie convulsive prodotte da spirituali maligne cagioni sogliono mostrarsi per intervalli—che questi attacchi (sogliono offrire sembianza di epilessia, salvochè riman sana la mente, e non offesi i sensi (Fernelio, Fedele) — che in questi si raffigurano spesso distinte voci belluine (Fedeli)—che ragionevolmente deve sospettarsi di causa spirituale, quando simili affezioni si mostrino di botto, senza precedente malattia, in persona sana, o bene aitante (Hofmann). Ora tutti questi segni, e circostanze essendosi verificate nel caso della giovane Fodrat, egli è evidente, che in esso vi era secondo la mente dei classici fondatissimo sospetto di operazione demoniaci; e che però l’autorità invocata dalla Consulta C'entrale dei medici più illustri, se ha inteso di appoggiarsene nel senso dei caratteri, che, secondo questi, si richiedono a distinguere le malattie demoniache, si trova invece militare contro il suo asserto e giudicato. (continua)

[i]

Omne igitur genus morborum ex maleficiis inferri posse superius ostensum est; qua autem arte a coeteris dignoscantur in quibusdam vero facile. [ii] Il lettore che si occupi di studii medici osservi come tutti coloro che hanno in passato scritto di malattie demoniache abbiano osservati gli eccessi e le forme di epilessia — e conservano bene questo ricordo nelle ricorrenze dei casi di vera e falsa epilessia gli capiti di osservare in cui si producano fenomeni di catalessia spontanea o di convulsioni catalettiformi. Si mettano in raffronto le osservazioni scientifiche e mediche con i casi di epilessia-asmatica in cui si abbia riproduzione del corpo fluidico del paziente in lontananza. Vedi i casi di Lupo-mannaro ecc. Kremmerz. [iii] Solent enim ita affecti divinis Ecclesiae ceremoniis non ita libenter interesse, sed ab his potius etiam cum a daemone conquiescunt quibusdam stimulis internis removeri. [iv] Quaestiones Medico-legales. Lib. II. Tit. I, Quaestio XVIII, e tit. II, quaestio XIII.

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FASCICOLO .V. - Maggio -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA

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Il processo logico di questa scuola medica è inattaccabile se non si combattono le premesse false sulla nutrizione del fisico umano. Essa ragiona cosi: l'uomo è omnivoro, però le sostanze da cui ricava il nutrimento quotidiano, per quanto varie, non si riducono che a tali e tante quantità di materie azotate che immancabilmente estrae nella sua digestione dai cibi ingeriti; dunque tra i cibi da cui ricava la sua vita, erbe, farinacei, legumi, fratta, carne, pesce si prescelgano per la sua nutrizione quelle che in volume relativamente più piccolo contengano la copia maggiore di stanze assimilabili e nutrienti: cosi il dio bistecca è creato. Quando la febbre ha ridotto l'organismo di un convalescente alla consistenza diafana di un fiore che si piega sul suo stelo, ricostituente migliore delle sue forze non esiste oltre la cruenta costola di vitella, arrosolata ad un fuoco vivo. Quando un bambino o una giovanotta mostrano al medico le labbra scolorite e la pelle lattiginosa per bianchezza, è consuetudine indicar loro che il sangue manca, che a far rifiorire nelle vene i globuli vermigli è necessario della carne e del sangue! Questi medici, scienziati sperimentatori che lunga pratica fanno negli ospedali e nelle clientele delle città popolose, non sono biasimevoli, perché dell'organismo umano non veggono che il tubo intestinale e il passaggio per suo mezzo di tutte le sostanze che son necessarie a riparare le perdite di ogni giorno. Date sangue a chi manca di sangue, date nutrimento azotato a chi ne ha bisogno. Però cosi non è. Il corpo umano si nutrisce in tutti i modi, ed a costo di essere ascritto tra gli scrittori di eresie mediche, io invito coloro che non hanno preconcetti di scuola materialista, e che possono pensare un esperimento di fuori l'orbita delle influenze, officiali, a non lasciarsi fuorviare dalle apparenze. Ho detto che il corpo si nutrisce in tutti i modi e che non è il tubo ingerente l'unica ria della nutrizione. Ora io indico più dell'esofago, dello stomaco e del pacco intestinale l’apparecchio psichico o irradiazione psichica vampirica come il primo e più importante strumento di nutrizione nell'uomo sviluppato. Osservate la nutrizione animale abitudinaria nella scala dei bipedi cosi detti ragionevoli: dall'idiota attraversate tutta la scala cromatica fino al filosofo e l'asceta; e troverete che dove preponderano i bassi istinti animali (idiota) dalla voracità lupina, tutto ciò che è psiche o apparato intelligente della bestia progredita è atrofizzato, o, meglio, non ancora sviluppato; e viceversa sussiste il contrario che negli sviluppatissimi o nei maggiormente progrediti (filosofi, pensatori) tutto ciò che è bassa animalità è in continua degenerazione [i]. La nutrizione del primo (idiota) non procede con le stesse leggi nel secondo (filosofo) anche apparentemente: il primo condensa tutte le sue forze nel ventricolo, il secondo nella psiche: il primo ingoia e digerisce delle palle di cannone triturate, il secondo ha sperimentato tutte le acque minerali del mondo per riuscire a digerire molto bene una polpettina con salsa piccante. Il primo afferra una vanga e rompe un muro come una catapulta dei tempi antichi, il secondo si affatica a sgranchire le gambe, ansimando, per passeggiare a piedi; ciò perché l’idiota non vede di là del muro se non l’ha sfondato, mentre l'altro passeggia annoiato perché vede meno di quanto intuisce. Così fiorisce il fisico dell'uno e deperisce l'altro: così è assento nell'uno la irradiazione fluidica o psichica intelligente e nell'altro è sviluppata di molto, e il mangiare che al primo conviene è refrattario al secondo. Bisogna a questo proposito che io avvisi i giovani sperimentatori che si esercitano nel produrre e studiare i fenomeni psichici nei soggetti ipnotizzabili di osservare: 93

1.° Se la necessità della nutrizione animale (appetito, fame) aumenti col suo sviluppo nel soggetto che si sottopone ad esperimento. 2.° Se diminuendo questa necessità la vigoria fisica muscolare scema o aumenta. Giacché partendo da una esperienza ipnotica, così come si pratica in tutti gli ospedali e le scuole di Europa ed America, può provarsi la assoluta certezza del vampirismo fluidico o nutrizione vampirica del corpo animale, indipendente dal tubo digerente. Addormentate un soggetto capace di subire la vostra volontà e suggeritegli (suggestione) la prima volta di non ber vino, poi in sedute successive ma ad intervalli lunghetti, continuate a proibirgli questa o quella vivanda; riducete insomma la sua vittitazione a minimi termini; ma come il Da Rochas che, ha fatto la esperienza di esteriorizzare la sensibilità nei soggetti, fate qualche cosa di più, cercate lentamente di sviluppare in esso la nutrizione vampirica, e riuscirete a nutrirlo coll'odorato nelle grandi cucine delle osterie o assistendo a delle tavole imbandite in cui gli altri mangiano con la bocca mentre, curioso a dirsi il vostro soggetto si nutrisce annasando. Ma fin qui è possibile sperimentare su soggetti sensibili artificialmente e coi metodi oggi comuni d'ipnotizzazione; ma se invece si percorrono i conventi, i monasteri, le clausure, e si studiano tutti quei fenomeni-vivi che si chiamano santi, si trova la prova di organismi animali vegeti in patente contradizione con il nutrimento, che i votati all’ascetismo accettano in copia parvissima. Vivono di cibi misteriosi: dal cielo piove loro la manna spirituale, dolce companatico a qualche minestra di radiche o a qualche insalata di pessimi ramolacci! Ho letto in non so quale scritto di teosofia che la qualità e quantità di cibi impuri ingoiati od appetiti richiamano spiriti impuri e ghiotti intorno all’organismo del ghiottone. Questo, secondo il concetto che si ha della parola spiriti, può essere: ma se si osserva esperimentalmente il dualismo esistente in tutti i corpi umani, cioè che il principio psichico attenta continuamente al principio animale [ii], si ha nella storia di ogni vita umana la riproduzione della legge del Binario che è vero in tutto l'esistente: mors tua vita mea, così la psiche all'animalità. Quel povero Abele che offeriva a Dio le primizie delle sue terre fiorite un bel giorno fu accoppato dal fratello Caino e la razza degli Dei cominciò a pensare con le budella, ed olocausto all’intelligenza di Dio dei papponi furono immolati tori, vacche ed agnelli! A misura che l'intellettualità progredisce nell'uomo, scemano le tendenze divoratrici, e quando il principio intelligente prende il sopravvento, i legami suoi col corpo bruto si allentano e mentre l'uno deperisce, l'altro si vitalizza e va. Ma non a questo deve arrivare colui che aspira alla pratica magica: come la solitudine e la compagnia devono essere i due poli dell’esistenza del mago in azione, così il corpo fisico di lui deve essere il più vegeto ricettacolo della sua spiritualità; e a questo stato di perfetto equilibrio tra i due opposti contendentisi il primato, il mago deve la perfetta sanità del corpo e il più completo stato di queste dell’apparato psichico. La sua nutrizione deve essere in ordine al suo lavoro e al suo consumo: niente di più scientifico di quel lavorio intuitivo della scelta degli alimenti in un discepolo appena avanzato nella pratica. La magia — o meglio la scuola di magia da cui io provengo— sviluppa le proprietà vampiriche della nutrizione animale e fluidica nel discepolo, ed egli mangerà la carne e berrà il sangue, mangerà petali di rose e berrà rugiada, secondo che farà opera di materia o di spirito, secondo che vuol produrre il fenomeno del bove o quello delle ninfe. Ricordo agli uomini colti che gli antichi sacerdoti dopo immolato un agnello ne 94

partivano le carni a chi ne doveva mangiare, ma Apuleio conchiude il suo splendido Asino di Oro che prima di vedere la dea Iside dovette lungamente privarsi di ogni cibo animale! Nello studio del Dottor Papus sopra le pratiche del portoghese MartinezPasqualys trovo che prescriveva ai discepoli l’assoluta astinenza della carne per tutta la vita: ma i riti in magia sono molti, ed io non voglio spaventare i carnivori: chi deve far cammino troverà il suo genio seduto a tavola che gli dirà ogni ora, ogni minuto, ogni istante che la gioia del gusto preclude la via a gioie più intense, saggiate le quali si rinunzia spontaneamente a diventar maiale! Il consiglio che posso dare a chi comincia è di esser parco. Desiderare cibi semplici, naturali, senza eccesso di arte preparati. Preferire i vegetali, allontanare quanto si può la caccia e il sangue. Inebbriarsi all'odore di un magnifico gotto di vino rubicondo, ma berne il meno possibile, come rifiutare gli alcoli e le bevande alcoliche. Il vino è il sangue della terra vegetante: similia similibus, la legge delle analogie perduta in tutto: lascia stare il sangue dove si trova, che nel regno degli immortali e dei numi un bicchier di acqua limpida vale tutto un ruscello di Malaga e di Porto. Né spaventarti se mi credi severo e se per te l'atto è doloroso a compiere: l'uomo completo si abitua a bere e a non bere, a mangiare e a digiunare: se si fa il mago o si vuole il proprio ascenso bisogna lasciare il cuoco alle persone che non hanno ancora pensato che si può fare a meno di molte cose che l'artificio della educazione ci impone; a meno che per professione non si sia prete o cardinale ed allora bisogna abituarsi a mangiare gnocchi e manicaretti una decina di volta per settimana. La nutrizione fluidica generalmente avviene negli uomini ordinarii dai migliori elementi fluidici che evaporano dai cibi ingeriti nello stomaco, ma presso le persone che si sviluppano fluidicamente la nutrizione loro si compie nell'ambiente in cui si agitano e vivono. Questo assorbimento vampirico è riconosciuto presso gli uomini volgari che pur sviluppandosi naturalmente traggono dalla folla in cui vivono l’alimento alla potenzialità della psiche: così si spiegano le epidemie fluidiche e i dissesti fluidici epidemici presso popoli interi, nei momenti di torbidi sociali e politici. Qualunque uomo di guerra vi dirà che la paura e il coraggio sono contaggiosi; qualunque osservazione anche superficiale ad ambiente di gente che convive nella stessa casa vi dimostra che dove alcuni fioriscono altri membri deperiscono insensibilmente: ed è antica l'osservazione che i fanciulli e i giovanotti non devono mai dormire con le persone di età caduca, se non vogliono inconsapevolmente nutrirlo a spese proprie [iii]. I modici ricorrono nei casi disperati di convalescenze difficili alla aeroterapia. Dalla città si manda l'ammalato ai monti o alla spiaggia; in piena campagna o su di uno scoglio. E l'ultimo tentativo tante volte sperimentato dai medici che non sanno più che cosa dire ad un moribondo. Eppure tutta la cura dell’aria e nel potere assorbente che i convalescenti o i malati esercitano sull'effluvio nutritivo del regno vegetale o sull’effluvio ricco di sali delle spiagge marine. Il vampirismo più facile è questo: in primavera vivere respirando le rose: ma mentre il vampiro si nutrisce le rose avvizziscono. Leggete le terribili leggende dell'orco e riflettetene il senso riposto. Avviso però gli imprudenti che di sola aria ossigenata non si nutrisce il corpo: che la nutrizione vampirica lascia sviluppare nel neo-mago i tentacoli della piovra e le ventose dei polipi e che in questi tentacoli e in queste ventose risiede appunto il germe di ogni male velenoso che può assorbirsi inconscientemente — come gli uni o le altre rappresentano il maggior pericolo per la gente che forma per abitudine la corte di questo 95

essere fluidicamente progredito il quale come il camaleonte della favola può pascersi di aria e bisogna che si abbia occhio e coscienza per non togliere agli altri l’aria vitale che li alimenta. Eliphas Levi, nel suo Domma e Rituale nota che il mago operante finisce col diventare un essere a parte, un po’ tenuto in sospetto, un po’evitato, temuto sempre, perché pare confinato ad una triste vita di solitudine. Ma bisogna considerare appunto tutti i riguardi che il mago deve a sé stesso e agli altri per spiegare tutti gli atti apparenti in contraddizione perpetua con gli usi sociali più comuni e più ordinariamente accettati. L’alito della folla impura e viziata lo offende — le lunghe conversazioni con individui che egli ama gli sono dalla sua coscienza vietate perché il profumo delle persone care egli involontariamente appetisce—non gli resta che ad apparire come lampo per istanti e disparire nella equità di un equilibrio naturale, mentre molti animali inferiori della famiglia umana lo odiano istintivamente e pochi lo amano intensamente felici però di immolarsi alla verità che è la sua conquista. Quindi il mago per ischerzo si ammira in teatro; nella realtà della vita magica bisogna lavorare continuamente per pervenire al punto che gli altri si inebriano di vino spumante e di pasticcetti di fegato di oca e lui, triste solitario, se ne prende dagli altri la seconda digestione per irradiamento di fluidi vitali. Ragno enorme, succhia le bestioline che hanno mangiato per lui.

[i]

La ginnastica nelle scuole europee è il contraveleno teorico della quantità di tossico che i giovanetti assorbono sui libri: cioè, spieghiamoci meglio, la ginnastica muscolare vorrebbe contrapporsi alla ginnastica intellettuale, e fare che in ogni giovanotto camminassero di conserva lo sviluppo fisico e il mentale: ma nella pratica si vede sempre, perfino nelle scuole, che i due diavoli non vanno mai d'accordo. Son pari coloro che alla vigoria atletica del fisico accoppiano la intelligenza lucida ed ordinariamente la preponderanza dell'uno annunzia sempre la deficienza dell’altro. Io per la perfetta educazione di un giovanotto che ha naturale sviluppo mentale suggerisco, invece degli esercizi di ginnastica da camera o da palestra, i giuochi fisici dove l’interesse mentale è mantenuto sempre vivo: il giuoco della palla per esempio, l'equi-tazione, la scherma, il nuoto e lo lunghe escursioni a piedi. [ii] Il contrasto dei due principii (intelligenza ed animalità) nel corpo dell'uomo è la sintesi del contrasto perpetuo di questi due principii nella società umana La Massoneria simbolizza il contrasto nelle due colonne del tempio, e quel Sansone di cui discorrono i sacri libri, diventato cieco, si giovò della sua forza fisica per far crollare il tempio, avvicinando le colonne, cioè ruinando, fondendo i due sostegni di contraria natura che reggevano la volta: era cieco e non poteva volere che la distruzione. Coloro che annasano il concetto filosofico sotto il velame dèi miti, riducano questi anche alle leggi psichiche o intellettuali nell'uomo. Nella società politica avviene lo stesso: dove prepondera l'intelligenza gli elementi più materiali dormono, e viceversa. Perciò in tutte le fini di civiltà si riscontrano sempre le società più intellettualmente raffinate distrutte da invasori barbari o poco meno, perché secondo la luminosa teoria del Vico nella formola di progressione delle società umane il residuo delle più progredite deve essere il lievito delle sopraffattrici barbare. 96

[iii]

Nei matrimonii tra persona dispari di molto per età, si osserva che il più giovane dei coniugi invecchia rapidamente.

INTELLIGENZE, FORZE E CREAZIONI

3—S

Abbiamo studiato il Maestro Perfetto (N.° 1 — Γ) — abbiamo premesse le principali condizioni del discepolo, propizie al suo sviluppo (N.° 2 — Ρ); eccoci ora a studiare elementarmente il problema dell'extra-umano, dell'oltre-umano e dell'umano-occulto. Il lettore ricordi bene quello cui io ho accennato e non sviluppato sul mondo invisibile nella preparazione al presente esame, ma proceda per gradi. L'educazione spirituale del discepolo ha due scopi:

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1.° Migliorare le condizioni fisico-psichiche dell'aspirante mago affinchè si avvicini ad una perfezione organica ideale; 2.° Renderlo sensibile ad ogni qualsiasi influsso di irradiazioni fisiche esterne o intelligenti esterne. Secondo la costituzione che il discepolo ha sortito dalla natura i risultati saranno massimi o minimi, ma non possono nè potranno mai essere nulli addirittura; perché a misura che lo stato di purificazione aumenta in un uomo, egli anticipa la sua vita di spirito: se non che invece di essere un completamento nato nel mondo invisibile, partecipa della vita umana e della vita ultra-umana. Ecco un primo punto , essenziale sul quale il discepolo deve fermare la sua attenzione. La legge dell'evoluzione progressiva governa tutte le cose create e creabili. Se la morte di un uomo rappresenta la sua nascita alla vita seconda, tal quale come la morte dell'involucro uterino annunzia la nascita dell'uomo alla vita della terra, significa chiaramente che lo spirito di chi ha vissuto sulla terra 3 in paragone ad uno spinto che vive la vita umana, ciò che è un Homo vivo rispetto al feto che è nelle visceri di una donna. L'uovo fecondato nel periodo dell'incubazione della chioccia rappresenta analogamente ciò che è lo spirito umano ancora nel corpo materiale di un uomo. La differenza radicale è in questo che il feto nelle visceri della donna e il pulcino nell'uovo non possono avere, come lo spirito umano, comunicazione col mondo fisico esteriore al ventre materno e al guscio difensore — vale a dire negli strati di bassa animalità la spiritualità che frange tutti gli ostacoli fisici è embrionale. L'educazione magica mira a liberare lo spirito imprigionato nel corpo di uomo dei suoi legami più duri, in modo che liberamente possa anticipare la sua terza esistenza o seconda vita intelligente[1]. La Magia, come insegnamento, come pratica e come realizzazione , ha sostenuto sempre questo e molti miti religiosi l'hanno perpetuato attraverso le tenebre dei tempi remoti, che il corpo umano rappresenti il vaso o recipiente del principio intelligente divino che si è incarnato, cioè è entrato nella materia terrena per sublimarne delle forze dirette ad una realizzazione divina — ma siccome questo insegnamento non appartiene agli elementi, ma all'alta teurgia magica, io non richiamo l'attenzione dello studioso che sulla cucitura, struttura e nutrimento della psiche umana. Rompete un uovo di gallina fecondato: vi troverete 1° il coagulato fecondante; 2° il tuorlo; 3° l'albume. Quando il pulcino è nato per un miracolo alchimico del calore materno o artificiale, i tre elementi racchiusi nel guscio si son trasformati in un animale che nessuno avrebbe sospettato prima, e che è, strano a considerarsi, il germe fecondatore, il rosso e l'albume che ven-tun giorni prima del miracolo non si sospettavano vitali. Ora se la nascita dell'uomo alla seconda vita deve assorbire tutta la materialità terrena, nello stesso modo che il pulcino si è nutrito del contenuto del guscio, lo spirito umano si disincarna , cioè è creato spirito quando ha assorbito le materie che lo hanno nutrito e ben nutrito. In tutti gli uomini infatti il procedimento naturale è questo: si consuma il corpo fisico (vecchiaia) e si nasce alla vita di spirito (morte). La 98

magia naturale mira ad una realizzazione grande sbalordente, inverosimile nei tempi che corrono cioè di creare lo stato di spirito nell'nomo, mentre il suo corpo fisico non e assorbito come, il pulcino assorbe il contenuto del guscio, ma che invece serve a lui come un ricettacolo di provviste materiali (continuamente rinnovate e mai completamente assorbite[2], fino a quando e sempre che gli occorrono per servirsene. Come si faccia e si ottenga tutto questo è facile intendere: o aver contatto con un uomo che è giuntò a tale sviluppo e può comunicare o confermare le stesse proprietà in voi; o possedere per grazia la chiaroveggenza di intuire le leggi di questa secreta alchimia dello spirito umano o lavorare molti anni, lunghi anni e poi arrivarvi a furia di lavoro e perseveranza quando meno si crede. I due ultimi metodi sono i più ordinarii, perché l'incontrare sulla via propria un maestro perfetto che possa darvi e vi dia questo principio di sviluppo è anch' esso una grazia, la quale non ha nel mondo umano nessun corrispettivo, perché questo dono è impagabile con le moneta del mondo: quell'uomo vi dà l'immortalità e diventa il vostro vero padre nell'eternità spirituale da cui dovete apprendere e allontanarvi per vivere di vita propria crescere rigoglioso. Ma nel campo dei fatti si incontrano alle volte delle creature, maschi o femine, eccezionali per lo sviluppo del loro stato di spirito: in questo modo si hanno gli stadii di medianità naturale di cui la naturale tendenza all'ascetismo religioso o amoroso in certi esseri è una prova visibile. Dove lo sviluppo dell'organismo fluidico-psichico non è in relazione col corpo fisico si ha che la vita animale nell'individuo è anormalissima e le sofferenze nervose e i mille fenomeni patologici dimostrano al mondo degli ignoranti che si ha da fare con uno squilibrato: perciò certi casi di pazzia erano sacri nelle antiche religioni; perciò le religioni illuminate prescrivevano che chi avesse vere tendenze per le cose sacre fosse immediatamente fatto entrare nella famiglia sacerdotale, onde non succedesse che lo sviluppo prematuro del suo io fluidico si trovasse condito da una vita profana impossibile; per ciò molti uomini che si sono dati senza regola e senza guida e senza un aiuto intellettuale divino extraumano anima e corpo a scovare il diavolo, sono stati colpiti da accidenti fisici e da malattie che ne han fatto pezzi da sale anatomiche. Non vi è cosa più semplice della pratica dello spiritismo di Allan Kardec, eppure io invito gli studiosi a bene osservare in coloro che maggiormente si sviluppano medianicamente tutte le alterazioni del fisico del medio a grado che avanza e continua invece la sua vita mondana. In alcuni comincia il pallore, in altri disturbi del cuore e della respirazione, in altri è lo stomaco o i nervi; nessuno dei medii molto avanzati può dire: io sono fisicamente l'uomo vegeto che ero. I preti gridano: — è il diavolo che vi fa male. I medici invece condannano anche le pratiche ipnotiche come nocivi alla salute del praticante e non meritano fiducia cieca. Ma è vero proprio che, chi segue le pratiche dello spiritismo per sviluppare una medianità latente, minaccia di suicidarsi o almeno di prendersi un qualunque disturbo nervoso ? È vero in sostanza che chi si dà alle pratiche delle scienze occulte diventa un malato fisico e intellettuale? —Questo è incontrastabilmente vero se lo sviluppo dello spirito di un uomo non si accorda con un nuovo regime di vita umana.

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Quindi la magia, col regime di vita corretto gradualmente e che prescrive ai discepoli, preannunzia uno stato di spirito equilibrato col recipiente fisico: onde perfetta sanità del corpo mentre lo spirito si purifica e spazia in regioni più elevate e le forze flui-diche prendono vigoria eccezionale. L'infermità del corpo fisico di un mago rappresenta sempre un errore fluidico commesso, tanto è in istretta relazione in lui lo sviluppo fluidico con la sanità fisica. Ora eccoci innanzi al problema: preparato il fisico del discepolo per renderlo sensibile ad ogni qualsiasi sensazione che agli altri uomini passa inosservata che cosa vede egli del mondo invisibile ? Innanzi tutto esiste veramente un altro mondo o non è una invenzione di mente malata ? La magia naturale insegna e l'esperienza quotidiana ci dimostra che oltre le forze studiate dalla fisica e applicate dalla meccanica profana, esistono delle forze di cui la fisica e la meccanica profane non si sono ancora impadronite e queste forze con un linguaggio convenzionale si sono chiamate iperfisiche, cioè al di sopra delle fisiche. Inutile dimostrare l'errore scientifico di una locuzione che non regge al nostro esame. Fisis (φύσις) è natura. Nella natura sono comprese tutte le forze, indipendentemente dal principio intellettuale che le anima. Il suono, il calore, l'elettricità, la luce che la fisica conosciuta studia molto imperfettamente, perché si limita a studiarne le leggi negli effetti sperimentali, mentre che riducendo all'Unità del Moto dovrebbe studiarne la legge di creazione — sono modificazioni o maniere di essere delle forze che il nostro organismo animale sprigiona. La macchina animale sviluppa sensibilmente suono, calore, magnetismo ed elettricità; insensibilmente la luce. Ora se queste forze esclusivamente fisiche si riducono nell'organismo umano al movimento del sangue e al principio intelligente motore si ha il mistero della vitalità o della vita-moto che è sincrona al movimento che è l'estratto dell'unità delle forze meccaniche nella natura visibile. La vita animale (o, meglio, impulso vitale animale) comincia, trasmessa dal padre, nell'estasi che dura un baleno, in un'ovolo che si feconda e cessa quando l'ultima lacrima scorre sulla gota del morto; ma nessuno proibisce di credere che il movimento trasmesso con l'atto generativo non si continui, anche dopo la morte del corpo materialmente sensibile a tutti, in un terzo corpo fluidico che ne fa da successore. Questo moto (movimento-unità) con tutte le sue manifestazioni diverse, diversamente indicate di forze psichiche, magnetiche, ipnotiche, nervee ecc., non sono sopra natura, ma nella natura fisica, quindi non sono iperfisiche ma fisiche—semplicemente si possono chiamare occulte perché la loro azione non è sensibile a tutti indistintamente gli esseri organizzati. Ma per essere scientificamente severi, neanche la parola occulta dovrebbe usarsi: perché tutte le forze non ancora studiate dalla scienza sperimentale non sono occulte nei loro effetti , ma solo nelle loro leggi di produzione; come è stata occulta l'elettricità fino a quando Volta non rivelò la pila elettrica.

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Ora tutte le forze che sono nella natura sono misurate , studiate e rivelate dagli effetti sensibili e sarebbe ovvio visto gli effetti dell'elettricità, del calore, della luce, negare che esiste un mondo di forze brute che l'intelligenza umana può asservire e piegare alla sua volontà. Così osservati tutti i fenomeni di calore, luce, magnetismo, suono che avvengono in quel piccolo mondo (microcosmo) dell'individuo-uomo, si ha per compendio il mondo delle forze umane vitali. Però il significato della domanda: esiste un altro mondo non si riferisce al fatto delle forze fisiche, perché la fisica seduce poco i fantasiosi, ma all'esistenza di un mondo di individui già vissuti sulla terra o di esseri non mai vissuti nella vita umana e che pure hanno ragione e volontà. giuliano kremmerz

[1] La prima esistenza è embrionale o dell'embrione. [2] Elixir di lunga vita ha questo fondamento ideale, rinnovazione costante della materia nel corpo umano per impedire la stasi e lo sgacelo di essa. UNA OSSESSA A TORINO NEL 1850 LE INFERMITÀ PRODOTTE DAI DIAVOLI E LA MAGIA DEMONIACA NEGLI SCRITTORI DI COSE MEDICHE

Per l'interesse di coloro che studiano il progresso della scienza in tutte le sue fasi, credo interessante non omettere, dopo l'esame delle fonti, la continuazione della controversia sostenuta dal Forni diagnosticando l'ossessione della Fodrat. Egli così continua:Facendoci ora esaminare ad il parere del 10 giugno risulta da quello quanto al fatto patologico, che la Geltrude Fodrat presentava un'affezione convulsiva del 101

diaframma, e dell’apparato muscolare respirativo con partecipazione dei muscoli delle estremità superiori: che non coesisteva alcuna malattia apprezzabile dell’utero, del ventricolo, delle viscere, vasi, membrane, encefalo, e midollo spinale di forma determinata, e specifica: né pazzia, allucinazione, o sonnambulismo: ma che tutto il l'atto morboso consisteva nella sopraddetta affezione convulsiva: e quanto alla etiologica che non si riscontrò alcuna probabile cagione fisica, o morale cui si potesse con fondamento attribuire lo sviluppo di questa forma morbosa. Ma come non son rare le affezioni del genere nervoso delle quali non si possa rinvenire la causa razionale, nulla vi ha fin qui che esca dai limiti della medica giornaliera osservazione. Occorrevano però in questo caso alcune singolari circostanze ben rimarchevoli in sé stesse, e che ai consulenti parvero non potersi ovviamente spiegare cogli influssi generali delle fisiche cagioni, ma doversi riferire ad operazioni di natura spirituale. E queste sono il destarsi immediato dell'attacco convulsivo, se l’ammalata fosse in periodo di quiete, e quando già fosse nello stato di ordinario convellimento l'innalzarsi repentino di questo ad un grado enorme qualora si accostasse alla medesima una sacra reliquia, o d’acqua santa si aspergesse, o si invocassero i nomi di Dio, di Cristo, della Vergine, maggiormente poi. ove si recitassero sopra di essi le orazioni che «sa la Chiesa nel benedire gli infermi. Io non so veramente con quale ordinaria legge di fìsica, o di fisiologia altri intenda di. potere spiegare una orrenda convulsione che destasi per poche goccie d’acqua benedetta che si sparga sovra persona, o per alcune sillabe pronunziate innanzi alla medesima in atto di preghiera. Quantunque io abbia pubblicamente, e ripetutamente fatto preghiera, ed invito a coloro che sì recavano a scandalo il giudizio in cui io aveva avuto parte a volerne addurre qualche ragione, nessuno però fu così benigno di volermi ajutare a spiegare colla fisica, e colla fisiologia questo fenomeno, per altro così ovvio secondo loro. Siccome però, considerata la cosa in sé stessa, io non veggo che due vie onde spiegare, senza ricorrere a cagioni sovra fisiologici, il suddetto fenomeno, cioè di attribuirne la produzione o ad esaltata fantasia, o a simulazione, così mi confido, che se mi venga fatto di escludere con salde ragioni queste due ipotesi, il giudizio del 10 giugno debba andar immune da emenda, fin tanto almeno, che altri non abbia dimostrato il contrario con ragioni precise e determinate. Potrebbe infatti dirsi da alcuno, che la fantasia della Fodrat si commovesse straordinariamente alla viste delle cose sacre, e che da questa commozione nascessero le convulsioni, e il resto dei fenomeni osservati ne’suoi attacchi. Ma l’assumere gratuitamente la fantasia come causa a spiegare fenomeni, che poco, o nulla s'intendono, se è sistema assai comodo per una parte, ha assai poca forza a conchiudere, perché in fine non fa che cambiare il nome alla difficoltà, e porre un ignoto in vece di un altro, essendoché niuno sappia fin qui ben definire la natura, le proprietà, ed i limiti della facoltà fantastica. Inoltre vi sono nel nostro caso alcune circostanze, che tolgono all'argomento che altri volessero dedurre dalla fantasia, ogni probabilità, ed altre che lo escludono formalmente. Infatti la vigorosa, e gagliarda costituzione, l’abito muscoloso, e sanguigno della fanciulla sofferente, e la vita faticosa, ed aspra da essa mai sempre condotta nelle somme alpi, non sono certo aggiunti opportuni a dare grande sviluppo, ed azione alla facoltà fantastica. Le sue risposte poi mai sempre regolari, precise, senza esagerazione, il suo contegno, e i suoi portamenti in tutto normali, e ordinati non mostrarono mai 102

prevalenza, eccesso, o disordine alcuno di fantasia. Esclude poi affatto ogni supposizione di esaltata immaginativa qual diretta cagione dello eccitarsi in essa dello stato convulsivo ogni qual volta si facessero preghiere e riti sacri il considerare che lo stesso intendersi del tormento interiore, e lo stesso prodursi delle alte convulsioni aveva luogo qualora affatto a sua insaputa, e in modo che non potesse accorgetene se le accostassero nascostamente oggetti sacri, o si toccasse leggerissimamente alle spalle con acqua benedetta; nelle quali circostanze nulla essendo l'impressione dei sensi, nulla eziandio era l'influenza della fantasia, che dai medesimi piglia la materia delle sue operazioni. Ma debbo questa testimonianza alla lealtà degli avversari, e dei censori, che niuno di essi, che io mi sappia, ricorse a questo meschino sotterfugio: e sebbene nelle pubbliche dichiare siansi sempre tenuti in termini generalissimi, nei colloqui privati, franchi e schietti siccome sono, dicono apertamente, il fatto della Fodrat nel suo complesso essere stata un'opera d'astuzia, e di finzione, e i medici del consulto per troppa bonarietà ed innocenza essersi miseramente lasciati accalappiare ed illudere. E che questo sia il sentimento della Consulta Torinese e del Comizio di Alba ben si scorge dal conchiudere che fa la Consulta Centrale la sua deliberazione affermando potersi con certezza applicare a questo fatto la nota sentenza di Giovanni Riolano: MULTA FICTA, A MORBO PAUCA, NIHIL A DAEMONE che è un dire positivo, e diretto, che in quest'affare la più gran partesi appartiene a finzione; e dal fondare che fa il Comizio Albese il motivo essenziale della sua censura sul riflesso che fa d'uopo in simili casi di somma prudenza, e di sottili investigazioni per distinguere ciò che è simulato da ciò che è reale. Nel supposto dunque della finzione sta il punto importante di questa ricerca, essendo questa la sola difficoltà, che siasi chiaramente accennata dalle congregazioni censuranti, e quella che andava allora per la bocca di tutti. Avendo di più lo scrivente fatto publico invito a quanti biasimavano il parere del 10 giugno come indecoroso alla scienza a proporre le loro difficoltà per le stampe, né essendosene proposta verun'altra, credo, che quando questa avrò rimossa, avrò soddisfatto ad ogni debito in proposito. Io dico pertanto che il sospetto della finzione, il quale per l'infelicità della condizione umana è sempre il primo a presentarsi alla mente in simili emergenze; veniva nell'animo dei consulenti infirmato grandemente dal franco ed onesto contegno che essi riscontravano tanto nella fanciulla paziente, che ne'congiunti che la circondavano, e dal perfetto accordo e convenienza delle loro risposte nelle molteplici interrogazioni, e imprevedute domande che si mossero loro, e negli accurati esami e sperimenti, che si fecero sopra la paziente. Ma a parte queste considerazioni, le quali se non sono prive di un certo valore per coloro che ne ricevono l'immediata impressione sono nulle o lievissime per tutti gli altri, il fatto in sé stesso presenta parecchi fenomeni, che ripugnano» intieramente al supposto di una simulazione. Tale si è l'oscurarsi e li— vidirsi del volto, che si osservava nella nello svolgersi e durare degli alti accessi. Imperciocché nel supposto pure, che queste convulsioni fossero simulate, pare però impossibile, che collo sforzo della volontà cotanto si potessero spingere, e mantenere da impedirsene l’a-zione cardio-polmonale al punto di divenirne tutta livida la faccia, siccome insegna un ovvio ragionamento fisiologico, e com'è espressamente avvertito da coloro, che trattano del distinguere le vere e naturali dalle simulate convulsioni. Tra i molti basti addurre a questo proposito Georget, il quale trattando ex professo dei segni d'epilessia simulata, riguarda appunto la turgenza livido103

violacea dal volto come uno dei segni più caratteristici, onde i veri attacchi di alte convulsioni si differenziano dai simulati[i]. Altro fenomeno inconciliabile col supposto della finzione si è il forte e rapidissimo centrarsi, e dilatarsi delle pupille in questi grandi accessi, essendo notissimo che quei movimenti sfuggono intieramente ad ogni potere della volontà. Né è pure senza qualche peso il non osservarsi nell'inferma segno alcuno di latitudine dopo questi terribili assalti, circostanza che, oltre di essere per sé stessa niente affatto ordinaria, non si può eziandio fingere a piacimento. Che se infine si pon mente, che lo stesso eccitamento convulsivo si produceva non solo quando veggente e sciente l'inferma si facevano intorno a lei le orazioni, e si adoperavano i sacri riti, ma eziandio quando a sua perfetta insaputa la si aspergesse lievemente di acqua santa, o le si accostasse alla persona qualche sacro oggetto: e che nessuno di questi fenomeni aveva luogo quando alcuno lasciandole credere di aspergerla come al solito d'acqua benedetta, si servisse in vece di una comune, come si è talvolta appositamente sperimentato, si dovrà confessare, che ogni dubbio di simulazione quanto al presente caso, trovasi positivamente e formalmente escluso. Al punto cui è giunta questa disamina mi tocca di rispondere ad un'allegazione del Comitato d'Alba, il quale nella censura per esso fatta del nostro parere fra le altre considerazioni su cui si fonda per riprovarlo, adduce i nomi di Ippocrate, di Mead, di De-Haen, (« Visto e considerato, che i più illustri maestri della scienza Ippocrate, DeHaen, Mead ed altri prescrissero ai medici somma prudenza nel pronunciarsi in casi consimili, essendo assai difficile il conoscere subitamente ciò, che è simulato da ciò, che è reale » — Concordia del 28 ottobre 1850 — ) come se dai Consulenti si fosse contravvenuto allo regole di prudenza da questi raccomandate [ii] nel pronunciare in simili casi. Esaminiamo partitamente le autorità del Comizio Albese. La prima è quella di Ippocrate. A parlare esattamente quest'allegazione sarebbe affatto insussistente, essendoché né Ippocrate abbia segnato norme di prudenza quanto al giudicare intorno alle malattie insolite e maravigliose, né alcuna cosa abbia raccomandato di particolare intorno a queste. A prendere però in modo larghissimo non le parole, ma il senso supponibile di questa citazione, si può credere, che il Comitato di Alba abbia voluto alludere a quanto sta scritto nel libro De morbo sacro, ove l'autore parlando dell'epilessia rigetta le influenze sovrannaturali dalle malattie, e combatte a dilungo alcuni superstiziosi raggiratori del tempo. Ma il Comitato Albese poteva, e doveva sapere, che quanti moderni hanno esaminato criticamente la Raccolta Ippocratica dal Foes, dal Chartier, dal Van-der-Linden, ed Alberto Haller fino al Littré, al Peterson e al Dietz che ha dato recentemente di questo libro un critica speciale, tutti sono d'accordo nel rigettare questo libro dal novero degli Ippocratici [iii]. Del resto osservi il Comitato di Alba, che se nel libro De Morbo sacro si negano le influenze morbose superiori, e sovrannaturali, queste invece si riconoscono ampiamente in altri libri del medesimo, come in quelli Della natura della Danna e Dell'onorato costume[iv]; il che avverto non già per trarre da questi luoghi alcun appoggio al mio parere, giacché nessuna di essi si appartiene al vero Ippocrate, ma perché si scorga come dai tempi di Pericle ai primi Cesari (che a questo periodi appartengono, se non tutti, la massima parte degli scritti, che formano la collezione Ippocratica) vi era, come adesso né più né meno, tra i medici chi riconosceva nelle malattie un sovrannaturale, come gli autori dei libri Della natura della Donna, e Dell'onorato costume, e chi lo 104

negava, come lo scrittore del Morbo sacro, il che si vede ugualmente, da chi gli abbia letti, dai libri di Areteo, di Alessandro Tralliano, di Celio Aureliano, e di Oribasio. Quanto poi al vero pensare di Ippocrate intorno al sovrannaturale morboso, esso è manifesto da un luogo assai celebre del Libro dei Prognostici (che da tutti si riconosce come incontrastabilmente Ippocratico) ove dice: Debet ulique medicus morborum ejusmodi naturas cognoscere, quantum corporis vires exsuperent: simul-que, et si quid in morbis divinum insit, hujus quoque providentiatn ediscere. Il secondo autore ricordato a norma e magistero dei Medici dal Comitato di Alba è Riccardo Mead valent'uomo al certo e clinico insigne del passato secolo (1673-1734). Ma anche in questo non pare che il Cogitato Albese abbia colpito propriamente nel segno, giacché l'illustra inglese tanto è lontano dal presirivere norme di prudenza par riguardo alle malattie che hanno del maraviglioso e sopratutto per discernere le vere dalle false ossessioni, che anzi egli è uno dei pochi medici, e principe tra coloro, che le negano formalmente in ogni caso. In fatti egli nega non solo tutte le ossessioni dei tempi moderni, ma nega pure risolutamente e formalmente anche quelle degli Evangeli [v], riducendo tutte le ossessioni di cui è fatta menzione ne’sacri testi a pure e semplici manie ed epilessie, e ciò per la ragione che i fenomeni descritti nei demoniaci evangelici noi li vediamo o quotidianamente o almeno non di raro nei nostri epilettici, e maniaci, senza osservare il valent'uomo che potrebbe benissimo ad esempio una stessa forma morbosa muovere alcune volte da cagioni puramente fisiche, ed altre da causa psichica, e spirituale, e potrebbe anche darsi che i nostri maniaci, ed epilettici fos-ser qualche volta veri ossessi. Per provare, che gli epilettico-maniaci del Vangelo non erano ossessi egli avrebbe dovuto provare non già che la stessa forma morbosa si produce anche per semplici cagioni fisiche, ma che non si produca mai per cagioni superiori. Del rimanente era facile al Comitato di Alba di riflettere che Mead era protestante e i consulenti del 10 giugno sono cattolici, e non sono per nulla tenuti a seguire o a far buone le interpretazioni scritturali del medico inglese. E tanto era consapevole il buon Mead di allontanarsi colla sua interpretazione dal senso universale dei Cristiani, che ci volle scrivere la sua opera in latino, e fece espresso divieto che non si dovesse per alcuno giammai mandare alle stampe in volgare. Tanto era conscio l’uomo dotto di offendere colla intemperanza della sua esposizione la comune religione de’suoi valorosi compaesani. La terza autorità allegata dal Comitato di Alba è quella di Antonio De Haen, il quale, come nessuno ignora, nel trattato dell’Epilessia e delle Convulsioni, che fa parte della sua Ragion Clinica, ha un capitolo-consacrato ai finti indemoniati, e al modo di smascherarli pubblicamente. Come i pensieri dell’egregio uomo su questo proposito, quantunque semplicissimi, e niente altro che di puro buon senso, sono degni di attenzione, e si reputano da alcuni su questo punto quel che il regolo di Policleto nella statuaria, ragion vuole, che si considerino per esteso. Ecco tutto il passo in proposito: « Ma qui debbo pure far menzione di un'altra sorta di convulsioni, delle quali, inorridisco a dirlo, si chiama autore il demonio. Ne ho veduto esempi nell'uno e nell'altro sesso. Parecchie donne, che non solo il volgo, ma eziandio Sacerdoti affermavano ossesse dal demonio, furono per comando dell'Augustissima Imperatrice [vi] con— dotte all’Ospedale Clinico per esservi esaminate. Io le esaminai appoggiato a questo principio, che gli uomini possono veramente essere, come dicesi, ossessi dalla dimonia, e che ciò sia fuor d'ogni dubbio per invitti argomenti che si deducono tanto 105

dal Nuovo Testamento, quanto dalla sincera storia ecclesiastica, e dalla dottrina dei S. Padri, siccome ha nel capo dell’epilessia mostrato più chiaro del mezzodì l'illustrissimo Preside[vii]; ma eziandio a quest’altro, che nei secoli posteriori, e sopratutto nel corrottissimo nostro si fingano mille imposture, alle quali, volesse Dio! che i più semplici de’monaci, e dei Sacerdoti non prestassero tanto la mano. « Colla scorta poi di questi principj facilmente mi venne fatto di scoprire la frode, e scopertala di svelarla. Quando adunque mi constava la cosa, cosi, adoperavo: disponeva una fila d'infermieri, munito ciascuno di un vaso pieno d'acqua con espresso comando, che si tosto come all'udire il nome venerabile di Dio, dei santi e delle cose divine il finto diavolo si facesse a scuotere come era solito i corpi, riversassero il pieno vaso di un sol colpo sul volto, e sul petto, in guisa, che se al versarsi del primo l'insulto non cessasse, dovessero tutti versarvi per ordine il loro. E vero che la prima volta abbisognavano un orcio d'acqua assai grande, ma quando ebbero inteso, che tutte le convulsioni avrebbero indi incontrato ugual trattamento, non ne ebbero più alcuna, ma apparvero intie-ramente sane. « Mi affido » continua egli « che nessuno s'indegnerà contro me siccome profano per aver cosi ruvido, e disgrazioso sperimento adoperato. Io era già per altri argomenti affatto convinto della scellerata frod (Eramus aliis argumentis piane convicti de fraude nefanda) ma i fabbri di essa si volevano pubblicamente smascherare. Così ad es. all’accostarsi della Santa Croce, od altri oggetti sacri, «1 cui applicarsi alla persona, dicevano, destarsi subito le diaboliche smanie, aveva bensì osservato succedere quel che avean predetto, ma quando io aveva avviluppato gli stessi oggetti sacri, in modo che non apparisse quel che fossero, e così involti li aveva appressati alla persona, niuna convulsione si era eccitata. Parimenti se un legno qualunque io diceva asperso d’acqua sacra, e con quello toccava i corpi, infuriava il demonio, ed egualmente se gli stessi corpi con acqua santa spargeva; ma con eguai forza eziandio se valendomi di pura acqua comune solo avessi finto essere quella benedetta. Certo adunque della froda il resto dello sperimento compii solo affinchè l’inganno si rendesse a tutti palese. E così conchiude la sua difesa, sostenendo il Forni l’intromissione del demonio e dello spirito nel corpo della Fodrat. Ho voluto ricordare tutte le argomentazioni della polemica, perché gli studiosi abbiano presente che in tutti i tempi l'ignoranza laureata si è sentita in fregola di opporsi al riconoscimento del soprannaturale, anche per la bestialità scientifica, in cui è piombato il clero cattolico. Un clinico torinese dell'epoca rimproverava il Forni che non avesse usato il FERRO ROVENTE per accertarsi ell'impostura. Metodo spiccio... . . il quale fia suggello ecc. ecc. *** Chi fu Giacinto Forni Dopo aver pubblicato il caso della ossessione della Fodrat, ci sembra opportuno riprodurre da Nova L u x la seguente lettera diretta allo egregio scrittore della rivista: « Napoli, li 29 marzo 1893. « Mio carissimo Hoffmann, « Nella chiusa del tuo bellissimo articolo su Annie Besant, ultimo numero della Nova Lux, ben giustamente evochi a gloria i nomi di Dalmazzo, di Sci-foni ecc. ecc. quali antesignani dello Spiritismo in Italia. Ma pur troppo un nome vi è dimenticato, nome 106

forse oggi a pochi noto o da pochi superstiti ricordato—quella di un uomo veramente superiore, che primo in Italia ebbe il coraggio di sfidare pubblicamente l’opinione dei coetanei con un giornale ebdomadario di vero e puro Spiritismo. « Quest’uomo fu il dottor Giacinto Forni; e il giornale « L’epoca nuova », che vide la luce in Torino verso il 60. Vennero dopo gli « Annali » diretti prima da quel!’eccelso ingegno ed intemerato spiritista che fu Teofilo Coreni,. e poi da Niceforo Filale te. «Ed ho detto « coraggio » ben a ragione: perché allora parlare o scrivere di Spiritismo era una mostruosità non solo, ma atto di pazzia. « Non ti dirò i dolori e le lotte per cui passò quel valentuomo, benché in Torino la legge Siccardi imperasse da più di 12 anni; — lomenti di alcuni subivano ancora l'influsso dei tempi passati e mantenevano timorate e paurose le coscienze: — e la scienza poi non si era ancora impadronita dello Spiritismo, né aveva prodotto le scoperte di Crookes, di Baraduc, di De Rochas, eoe. ecc., per cui lo Spiritismo’senza abdicare alla sua filosofia, ha ora il posto come scienza esatta. « Ed il dottor Forni tenne alta sempre la fronte, e per quanto potè, la sua bandiera giornalistica. Ma venne un giorno in cui si trovò soffocato dall'ambiente — quell'ambiente che egli voleva migliorare: indirizzare a più alta mèta — alla constatazione del vero, contro le teorie materialistiche che prendevano piede, promulgate dal prof. Moleschott, allora insegnante nell'Università di Torino; quel vero, che ora riempie noi spiritisti di ineffabili e placido conforto, e col pensiero ci porta a Dio; poiché a questo Egli tendeva conii suo giornale. Era la filosofia che lo inebriava — ed il bene che da questa avrebbe potuto trame la scienza positiva. « E il dottor Forni quasi deriso dai suoi colleghi, combattuto accanitamente e atrocemente dalla curia, che mandava in ogni famiglia dei suoi clienti, emissarii a sparlarne ed a rappresentarlo come pazzo, indemoniato, nemico di Dio e della religione — dovette abbandonare la coraggiosa iniziativa, e l'« Epoca nuova », dopo qualche anno, sospese le sue pubblicazioni. « Il povero dottore andava perdendo la sua clientela, unica risorsa, o quasi, da cui traesse il sostentamento per la sua famiglia. « Anche in casa mia venne il parroco, e trovatevi sopra un tavolino il giornale incriminato, si die’gesuitescameute a sobillare mia moglie (io assente); ma essa gli rispose, che benediceva il giorno da che quel foglio era entrato in casa sua. « Io non mi meraviglio, caro Hoffmann, che tu, benché torinese, non abbi conosciuto il dottor Forni; sei molto pia giovine di me, ecco tutto. « Ma non ti sia discaro, che io ne evochi la venerata memoria, e che, per debito di giustizia, rivendichi a lui il vanto di essere stato il primo a pubblicare in Italia un giornale di puro Spiritismo — precursore di altri, benché assai pochi, venuti lodevolmente appresso — in un tempo in cui gli studi spiritici, anche nel campo filolofico e mistico, erano appena al loro inizio, e gli spiritisti calunniati, o. nell'ipotesi più generosa... coraggiosamente derisi. « Amami sempre come ti ama il tuo. « ERDMANN GEIST »

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[i]

Dictionnaire de Médeiine en 26 vol articl. Epilepsie. Dimando scusa all'egregio Comitato, se non so servirmi del suo verbo prescrivere, già non voglio nascondergli, che ho un'invincibile ripugnanza verso le forme dittatorie, e imperative, e che in fatto di scienza non riconosco in alcuno autorità di comandare, aggiungendo per tal guisa alle altre mie colpe Miche la qualità di ribelle. [iii] Quel citare senz'altra indicazione un nome solo, quando sotto quel nome vanno più di ottanta libri di dottrina, di marito, di stile infinitamente diversi, appartenenti a molti scrittori, a scuole varie, ed opposte, e a parecchi secoli di distanza non è certo in chi cosi adoperi, di molto tatto critico, né di molta perizia nei libri, che si intende chiamare in appoggio. [iv] Nel libro della natura della donna si legge al primo capo; De muliebri natura haec dico: maxime quidem numen in hominibus causam esse, postea vero naturas mulierum. E alcuni periodi più sotto: Oportet autem eum, qui haec recte tractare velit primum quidem ex diis ordiri; deinde naturas mulierum discernere. E in quello De probitate: In plerisque morbis, et symptomati-hus medicina plurimum Diis concedit, Deosque colere reporitur: Medici enim plurimum Diis concedi nt. Medicina enim multum posse sibi non arrogat. Cap.III. [v] Medicina sacra, seu de morbis insig-nioribus, qui in bibliis commemorantur Commentarius. Lausannae 1760. — Non è forse indegno di osservazione che Mead, il quale è così risoluto a negare ogni influenza degli spiriti sul corpo, ammetta poi così formalmente, e in modo così esteso quella dei pianeti come si vede nel suo trattato: De imperio solis, et lunae. [vi] Erano i tempi di Maria Teresa Austriaca. [vii] Era Van-Swieten. FASCICOLO .VI. [ii]

- Giugno –

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA 3- s 108

INTELLIGENZE, FORZE E CREAZIONI.

I materialisti dicono di no; gli spiritualisti dicono di si. I primi assicurano che: tutto ciò che non cade sotto i cinque sensi della bestia umana è falso. I secondi invece sostengono che i cinque sensi noti nell’uomo rappresentano tutto ciò che l’uomo ha di comune con gli animali di classe inferiore, e che invece bisogna tener conto dello spirito umano o intelligenza che rappresenta un sesto senso intuitivo o chiaroveggente e che è proprio dell’uomo progredito, il quale ci deve dar la norma e la base di ogni valutazione di cosa esistente che non cade sotto i cinque sensi. Fin qui siamo nel campo dei ragionamenti, discorriamo e facciamo polemiche e riempiamo a beneficio dei tipografi fasci enormi di libri per conchiudere che la boria umana, di cui tanto discorre il Vico, lavora costantemente alla distruzione di ciò che precedentemente è stato detto e dimostrato. Ma seguiamo un metodo dimostrativo più austero: allontaniamoci per poco dai materialisti e dagli spiritualisti, e domandiamo a noi stessi che cosa è la verità. I cinque sensi umani, l’arma patente dei sensisti, ci ingannano volentieri: basta una qualunque pruova con un soggetto sensibile, impressionabile, prima ancora di trasportarlo nel sonno ipnotico, che si ritrae la convinzione che i sensi animali sono la più imperfetta di tutte le cose create. Lo stato d'ipnosi, anche superficiale, come negli studii del de Rochas, si presta facilmente ad alterare le funzioni normali delle sensazioni nel soggetto sensibile. È chiaro che non tutti i soggetti ipnotizzati riescono facilmente a vedere con la punta delle dita, ma tutti assaporano in un limpido bicchier d’acqua quello che può piacere di fare assaporare ad un soggetto in esperimento: così l'acqua fresca acquista il sapore e le proprietà dell'olio di ricini; così un cesto di fiori può prendere pel soggetto tutte le forme possibili dalla testa di morto a una cassa da viaggio; così un bastone rotondo come palla può dare la sensazione del taglio del rasoio... Ora la scienza sperimentale, quantunque gli studii del de Rochas siano molto suggestivi, non è giunta ancora a comprendere dove ed in che proporzione possano esistere e crescere nella società di uomini ragionevoli i fenomeni più inavvertiti di ipnosi o di credulità, da stabilire il vero livello normale della sensazione naturale lontana da ogni influenza estranea. La fisiologia assegna al cervello tutte le funzioni sensazionali centrali — ma sia il cervello, il cervelletto o il midollo allungato o il gran simpatico il centro di tutte le impressioni esteriori è certo che i sensi animali sono una povera e meschina cosa, facilmente ingannabili, e tradiscono la verità dell'esame dell’esistente. Le sensazioni dell’esteriore sul centro sensitivo, arrivano e non arrivano seconda che la squisitezza dei nervi trasporta o no la impressione dalla periferia al centro! Ho detto: allontaniamoci dai materialisti e dagli spiritualisti; ora ragionando senza la passione di una tesi da sostenere o difendere per onore della polemica o per mestiere o per scuola, e isolandoci da tutto il frastuono che intorno a noi fanno letterati, sperimentatori e filosofi, domandiamoci se ogni impressione nervosa che influisce sui nostri centri sensazionali, risponde ad una verità o ad una volontà o ad una illusione. 109

Questo povero ranocchio ragionevole pieno di superbia, gonfio del più perfetta orgoglio è una piuma al vento delle, sensazioni della materia e dove la scienza e la più alta filosofia lo pongono al livello dei grandi moderatori della forza bruta della natura, il povero ranocchio è la più miserabile di tutte le utopie. La vista di una donna che passa per la via, nella penombra di un lampione del marciapiede; un fiasco di vino generoso; un venticinque centigrammi di morfina iniettati nella sua cute; una parola oltraggiosa o una carezza bastano da soli a mutarne i sentimenti. Un bicchierino di cognac gli mette addosso dello spirito di buona lega; una tazza di caffè dopo un pasto copioso te lo riducono indulgente; la stretta di mano di una signora belloccia te io domano; un colloquio a tu per tu con una ragazza seducente te lo riducono un imbecille. Dove vuoi trovare la verità? Al di sopra di tutte le sensazioni? ed allora i sensi fisici non sono controllo alla impressione di ciò che pare di essere. Nel campo esclusivo dei sensi liberi da ogni movente esteriore? Ed allora è la mente, la ragione, lo spirito che parla. Al di sotto di tutte le impressioni fìsiche? ma chi garantisce che noi non tronchiamo la verità creandoci una sensazione nel nostro centro sensitivo che non ci venga affatto dalla periferia?—Ed è vero che la via delle sensazioni comincia dalla periferia e passa ai centri sensorii e chi non ci assicura che sia l'opposto e che dai centri sensitivi trascorrano alla periferia? o in quali casi è vero il primo avvenimento e in quali il secondo? Gli uomini più felici sono coloro che o non pensano o non hanno il tempo di pensare: chi volesse discutere i dubbii di tutto ciò che appare e che può essere e che può non essere, per la via della filosofia raggiungerebbe i manicomi col treno direttissimo (express). Ora la filosofia occulta (intendo della elementare e non della altissima che non si scrive) rimonta alla origine della impressione dei sensi sul potere creatore intellettivo e riduce la verità fondamentale ad una formola: ogni sensazione e una idea e ogni idea e una sensazione, CIÒ CHE È IDEA DELL’ESSERE È UN ESSERE, E IL POTERE CENTRALE DI TUTTO IL CREATO ED IL CREABILE, NELL'UNIVERSO (macrocosmo) O NELL'UOMO (microcosmo) È L'ENTE, CIOÈ CREATORE E CREATO, CIOÈ FATTORE E OPERA, ALBERO E FRUTTO. È difficile, o lettore, per la tua testa un assioma fondamentale come questo? non t'invito a discuterlo ma a meditarlo serenamente, in tutte le ore di calma del tuo spirito, quando la luce divina sorride al tuo intelletto e quando hai bisogno di consolarti che dai secoli immemorabili ad oggi tutta la lotta del pensiero umano con la realtà inafferrabile è stata identica in tutte le epoche ed in tutte le civiltà, fino a che la filosofia secreta dei magi non ha esposta la prima verità esoterica sotto la forma del triangolo mistico, comune a tutte le religioni classiche e a tutto le sette filosofiche ed iniziatiche.

La mente causa

Intelligenza

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Materia Forza

Forma Creazione

Il plasma mezzo

La forma effetto

Ridurre questi tre fattori filosofici al linguaggio esoterico delle chiese dommatiche è la cosa più ovvia. Il padre, l'intelligenza, la mente, lo spirito informante, il centro sensazionale sono sinonimi del vertice culminante di questo triangolo; del quale gli altri due estremi sono rappresentati dal figliuolo, (ossia materia plasmante, o periferia) e dallo spirito santo (veicolo della forza creatrice emanante dal centro attivo, il Padre). Badate, o lettori, che io riduco il simbolismo religioso occulto a una esplicazione della forma della Verità assoluta sotto tutti gli aspetti possibili. Ora rovesciate il triangolo

A

B

C o mettendo nel vertice C il potere centrale ricevente le sensazioni della periferia, voi trovate nel triangolo rovesciato tutto ciò che è forma, pensiero e concetto religioso del diavolo cattolico in questo simbolo della cecità assoluta in cui i centri sensorii sono al disotto della influenza cieca degli estremi periferici A e B — la materia che crea il suo Dio senza luce. Analizziamo le parole. Il n. 3, cui corrisponde il segno planetario di s, comprende tutti i tre termini del triangolo nella sua posizione retta: intelligenze, forze e creazioni; la causa, i mezzi e l'effetto; l'opera intera cioè di una realizzazione in magia naturale e nella divina. Creare spiegano i dotti e profondi teologi dei seminari arcivescovili significa tirar fuori dal niente. Ma questo non e vero perché la concezione dell’UNIVERSO o COSMO è l’astratto di tutto ciò che è stato, e sarà, compresa l’INTELLIGENZA PRIMA che anima il tutto. La creazione secondo il simbolismo sacro è l’atto di suprema potenzialità 111

dell’IntelligenzaDivina sulla materia non sublimata e che produce una forma, la quale non è che un attestato della volontà riformatrice. Anche volendo stare alla lettera ai libri tradizionali sacri, Geova creò l'uomo mischiando il limo della terra al suo soffio: preesistevano all’uomo il limo e il soffiò, messi ed impastati insieme dalla volontà di creare una forma più perfetta di bestia che, allontanandosi dagli scoiattoli e dai pachidermi, più si avvicinasse al pensiero che gli dava l'aspetto. E questo uomo creato per volontà suprema ha trasmesso fino a noi l'impulso della volontà divina che lo creò e.... noi siamo stati creati dai nostri papà tal quale come il primo è più antico dei nostri avi fu creato per volontà di Geova, tal quale come noi crearne un figlio mischiando al limo della terra (atto di copula animale) un certo spirito di vita che i sensisti non acchiapperanno mai, perché questo spirito di vita si sprigiona appunto in un momento fisiologico nel quale la filosofia materialista è assorbita dai sensi esaltati nello spasimo dell’amore o della libidine e la dottrina spiritualista è rapita nell’estasi spirituale che produce effetti molto materiali dopo nove mesi se non prima. Dunque creare non è tirar dal nulla, è dar vita e forma, pensiero e volontà, spirito ed essenza e veste. Se la umanità non pensasse semplicemente ad arricchire ed a godere raffinatamente le sensazioni più delicate, più esagerate, più superlativamente impressionabili, non si allontanerebbe dalla fonte della verità assoluta, perché la filosofia occulta, che è la vera, la unica, la immutabile ragione di tutte le cose, determina le due correnti così: In termini volgari: a) Il diletto nella vita sensista è il risultato di tutta l'azione dell’ambiente esterno sul centro intellettivo inerte. b) L’atto creativo, vera imitazione di Geova, Intelligenza prima, è contro ogni diletto profano, la preponderanza del centro intellettivo (VOLONTÀ INTELLIGENTE) sugli estremi periferici in contatto con l’ambiente esterno. Di qui la differenza tra l'iniziato alla magia naturale e l'uomo volgare. Il primo ha il suo centro pensante (Intelligenza, forza, volontà e atto) perfettamente nelle condizioni b; cioè libero dall'ambiente e capace di produrre il fenomeno della realizzazione della sua volontà; mentre il secondo è in perfetta balla di ogni solletico intellettuale che prenda la via delle sensazioni esterne. Avviso il lettore, che veramente ha voglia di progredire, di studiare attentamente questa parte fondamentale della meccanica delle impressioni e della volontà di cui ho esplicato la base filosofica, come s'insegna nella Cabbala (il libro della filosofia dell’assoluto e del relativo) che Giovanni Bovio, professore nell’Università di Napoli, ha giudicato senza capire, quasi che la Cabbala non sia per se stessa la filosofia di ogni verità e quindi scienza perfetta e assoluta. Ma io lascio la via libera a chi

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Periferia

Centro

Centro

Intelligenza

materia

Ubbriacatura

vuole studiare la Cabbala nelle sue parti, e ne ritraggo e volgarizzo i precetti in questo esame degli elementi della scienza secreta dei magi, affinché le applicazioni dei precetti risultino chiare, e io non senta ripetere in continuazione che le scienze occulte sono una vera impostura nelle mani di gente che profitta dell’altrui credulità — anzi io miro a gittare nel solco della gente studiosa, preparata dallo scetticismo delle nostre scuole a non credere, il seme prolifico di una teocrazia intelligente o scientifica, che deve formare nell'avvenire dei popoli lo stato di benessere misericordioso di ogni ordinamento civile. Ma non ci allontaniamo dalla nostra progressione intuitiva. Stabilito il principio che i sensi umani sono, come le sirene della vetustissima Partenope, ingannatori dei centri sensorii passivi, il problema: esiste o non esiste un altro mondo di creature ragionevoli invisibili, e di volontà non può essere dimostrato o apprezzato o discusso coi sensi animali, cioè con quei Sensi che noi abbiamo di comune con le scimmie e i coccodrilli: e dobbiamo invece rimontare la corrente delle sensazioni basse per via indiretta (dal centro alla periferia) per avere la coscienza di sensazioni differenti dalle ordinarie. Magnetizzate un soggetto sensibile. Caricandolo del vostro fluido o ipnotizzandolo con mezzi meccanici, voi lo isolate dalle sensazioni esteriori. Vale a dire voi producete il fenomeno temporaneo di liberare il suo centro sensorio intelligente dalle cause esterne. Libero dalle sensazioni di origine esteriore il centro psichico del soggetto sta al centro psichico di un uomo ordinario come la mente di un uomo che ha lo stomaco vuoto sta alla mente dello stesso uomo che ha copiosamente abusato di bevande inebrianti. Si ottiene il fenomeno della lucidità o chiaroveggenza, cioè la impressione di un pensiero esteriore giudico o l'immagine di una cosa esistente evocala si rispecchia immediatamente sul centro sensitivo intelligente del soggetto, il quale sta in comunicazione non coi sensi del suo corpo tisico, ma con la mente (pensieroforza) del suo magnetizzatore, e ne riverbera le sensazioni o le immagini. 113

Quando il Cahagnet, che all’epoca del Barone du Potet, scriveva la sua Magie Magnétique, dava come il secretum secretorum di tutte le cose un mezzo molto semplice, procedeva cosi: Prendete una donna, un soggetto sensibile, pogiatele la mano sulla testa, pregate col cuore Dio che vi esaudisca, e domandate a lei ciò che volete sapere. Raccomanda di non badare agli occhi se son chiusi o aperti, nè domandarle se dorme o veglia: dice semplicemente così: domandate e il libro della verità o di tutte le verità vi è aperto. Ricordo a chi non lo sa che la scuola magneticospiritualista non faceva che lo stesso di quanto posteriormente han fatto i kardeckiani con la penna che scrive e i tavolini che si muovono. La filosofia dell'atto e del fenomeno di questo semplice apparato di evocazione bisogna chiederla alle scienze occulte: ogni isolamento cosciente o no del patere sensitivo centrale, predispone alla manifestazione della potenzialità di riverbero delle immagini circostanti e riflesse dagli altri uomini o dalle altre cose. Il potere psichico di un soggetto aumenta con l’esercizio come e tal quale i muscoli esercitati. Cahagnet diceva: il libro della verità vi è aperto, e da un certo punto di vista aveva ragione, perchè l'isolamento metteva in relazione il pensiero dell’interrogante con la intellettualità libera del soggetto e si ottenevano le risposte; ma la scienza occulta trasformatasi nello esoterismo religioso del cristianesimo vi dà ancora un metodo più semplice del Cahagnet; dice ai fedeli meditate e sentirete parlare il Cristo. Gli scienziati ridono al sentire le pratiche del cristianesimo, e quello che è sciaguratamente vero è che molti preti non credono e non comprendono ciò che fanno; ma quando il prete sull’altare dice Verbum Caro factum est non sa e non capisce che è un’opera magica compiuta; la parola è diventata azione e fatto per la manifestazione del Cristo. Pregate, isolatevi, meditate, dice il cristiano, è otterrete che lo Spirito Santo di Dio scenda su voi. Questo Spirito Santo dei cristiani è il Telema antico, è il s legame tra l'invisibile e il sensibile. Ma se lo spiritista siede a tavolino, con un foglio di carta innanzi e una penna in mano, e prega, secondo le forinola di Allan Kardeck: — Signore Onnipotente, fate che il mio angelo custode mi risponda... o che lo spirilo di tale o dei tali mi parli... l'operazione è identica a quella che il Cahagnet suggerisce. LA LIBERTÀ DEL POTERE CENTRALE INTELLETTIVO SI GUADAGNA ATTUTENDO LA SENSIBILITÀ FISICA NELL'UOMO. La spiegazione è identica per tutti gli altri metodi adoperati nella divinazione di tutte le specie. La visione nell’acqua (conosciuta nei tempi più vicini come specchio di Cagliostro) o la visione in specchi concavi o in superficie lucide non si serve che della irradiazione riflessa dei raggi luminosi dalla superficie lucente all’occhio fisico della Pupilla[i] per determinare il movimento o azione dell'apparato visivo secreto nell’organismo umano. La musica, armonica o melodica, ha la potestà di agire per riflesso sulla psiche dell'uditore; perché l'apparato auditivo ordinario quando è preso nel vortice della 114

successione delle note — O è stordito dai rumori metallici a grandi vibrazioni—può produrre perfino l’ipnotizzazione catalettica presso alcuni sensibili; come il suono dei famosi organetti di Barberia si è adoperato da alcune sette degli ultimi tempi (18201860) in Francia, in Germania e in Italia per agire su coloro che erano piombati nel letargo magnetico. Riepilogando per passare oltre: i mezzi di pratica per la intuizione della verità ultra umana si riducono a uno: RIDURRE INERTI I SENSI ANIMALI PER DARE COMPLETA LIBERTÀ ALL'ALTRO, AL SENSO, CHE È IL MEDIO CONDUTTORE TRA L'ULTRA UMANO E L’UMANO. Gli inglesi e gli americani e gli australiani hanno comunemente l'abitudine di dividere le facoltà medianiche in chiaraudizione e chiaroveggenza; ma queste due varietà di dati non rappresentano che la stessa cosa. Tutti gli uomini, tutte le donne appena entrano nel periodo di sviluppo del senso inferiore, o percezione sottile, qualunque sia il mezzo che adoperano non fanno che ritorcere tutto ciò che è inerzia esteriore a beneficio dello sviluppo psichico. Questo mondo di là, questo mondo di esseri già vissuti o non mai vissuti nella vita terrena non si può quindi nè apprezzare nè giudicare coi mezzi ordinarii del controllo dei sensi animali; ed è inutile volerlo far credere esistente a chi non ha sviluppata quella proprietà speciale che è l'occhio dell'anima e che abbiamo chiamato sesto sesto o percezione sottile o telema o mercurio intellettuale. Nella consuetudine della vita pratica avviene lo stesso: un amico vi riceve con la più inappuntabile galanteria. Vi fa un mondo di profferte a parole. Vi offre sigari e caffè. Stando alla convenienza del monde ordinario, la sua condotta è inappuntabile verso di voi: colui non può essere tacciato di villania. A giudicarlo dall’esteriore egli è stato non solamente un uomo molto educato con voi, ma qualche cosa di più, è stato cordialmente gentile. Ma... voi attraverso a tutte le profusioni di servizii e di garbatezze gli avete letto nell'animo che egli non è un vostro amico. Potete dimostrarlo? Si, che un altro percepiente come voi vi accompagni nella visita, riceverebbe la identica impressione generale. Potete lamentarvene apertamente? No, perchè quell’uomo dirà semplicemente che vi siete ingannalo. Gli uomini fin’oggi non hanno, nella vita animale, il dovere di credere a pruove che non sono controllate dai sensi fisici. Eliphas Levi ha scritto: che non coi metodi della scienza bisogna giudicare delle cose della fede. Io credo dimostrato che le cose attinenti all'animo umano, allo spirito ed al mondo dette spirito non si debbono pesare che coi sensi dello spirito, per creare e sviluppare i quali presso la moltitudine sono istituzioni divine (cioè divinizzanti) le chiese di qualsiasi religione classica, il pontificato delle quali dovrebbe conservare in perpetuo il libro della verità. —Ma—dice lo scettico, l'uomo volgare che assume la posa di giudice inappellabile— precludendo ad ogni pruova di un altro mondo i sensi fisici dell'uomo, e riducendo tutto 115

alla percezione sottile o sesto senso, come voi dite, o intuito, come diciamo noi, pruova e controllo indiscutibile dei vostri sogni isterici non ne date. Bisogna adunque fare atto di fede? ed allora l’etichetta di scienza malamente è apposta alla boccia di un liquore inebbriante che genera l'illusione. Rispondo. Il mezzo di pruova, nella critica scientifica, non è la pruova. Un uomo sano, nella pienezza dei suoi sensi, cede e sente venire uno squadrone di cavalieri su di un viale di campagna; un cieco li sente venire: un sordo li vede venire. Non s'ingannano costoro? Non si ingannano come l'ubbriaco che vede, sente, gusta e tocca cose che non son vere? La pruova scientifica, indiscutibile, reale, che i cavalieri sono arrivati, è quando l'effetto della loro venuta o del loro passaggio è indiscutibile e reale. Il mezzo di pruova nel caso presente di uno squadrone che galoppa è fisico, la pruova o controllo e fisico lo stesso. Ora nell'applicazione del sesto senso se il metodo di pruova non è controllabile dagli uomini volgari, la pruova o controllo si può sempre fisicamente ottenere. Ritorniamo all’esempio dinanzi esposto, di un gentiluomo che vi riceva con molti bei modi e che voi intuite, sentite con la percezione acuta dell'animo, che colui non è sincero; la vostra percezione, il sentimento che leggete nel fondo del suo animo non è controllabile in sè stesso: il mezzo di pruova è per voi una certezza, per gli altri, un valore dubitativo. Voi però domandate una pruova innanzi alla quale nessuno può dar torto alla vostra percezione antipatica di ieri. Attendete dei giorni: alla prima occasione in cui quell'uomo avrebbe potuto essere benevolo o almeno indulgente con voi si manifesta qual’è. La vostra intuizione di ieri è stata confermata da un controllo fisico che prova quella. Così nelle questioni sperimentali dell'occultismo magico. La fede e cieca. Credo, perchè non arrivo a giudicare. Il villano innanzi al medico deve fare un atto di fede: credo, o medico, nella tua sapienza umana. L'uomo intelligente che non può misurare e abbracciare l'Unità Centrale, Creatrice e Moto e Vita che è il Gran Tutto, deve avere fede in Dio. Ma dove si parla di scienza vera ciò che i volgari chiamano fede non è che la intuizione di una verità per mezzo del sesto senso che aspetta il suo controllo patente nella pruova fisica. Senza questa percezione che erroneamente si confonde con la fede dai volgari, Archimede non avrebbe scoperto le leggi del peso dei corpi immersi nei liquidi, nè Galilei avrebbe gridato l'eppur si muore, nè Colombo avrebbe scoperta l'America, nè Darwin avrebbe continuato quel monumento di critica scientifica moderna che è il monumento al suo nome. Leggete la storia dei grandi alchimisti: cinquanta anni, sessanta e più anni passarono a soffiare ai fornelli e a liquefar metalli: combinazioni chimiche succedevano a combinazioni, ma non si vivificavano i metalli, nè si cambiavano in oro — coloro che arrivarono a possedere la legge di trasformazione nell'unità protogenerante non potettero dire: ebbi fede e riuscii: ma piuttosto: l'intuito, la percezione che sarei arrivato mi fece tener fermo contro il vano sogghignar degli altri e riuscii.

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Ora l'altro mondo in questione, essendo un insieme di Intelligenze, creazioni e forze può e deve essere intuito da coloro che psichicamente sono molto innanzi, ma di questo mondo in cui sono intelligenze, creature e forze tutti gli uomini devono sentirne la certezza per gli effetti materiali da esso derivanti. Come nel mondo delle forze meccaniche così nell’iperfisico. ogni azione genera una reazione. Il processo meccanico nella balistica dei corpi cozzanti, si applica nel giuoco del bigliardo che i meno adatti alla filosofia dell’occulto giuocano egregiamente. Ora nelle forze, nelle creature e nelle intelligenze che popolano il mondo invisibile, l'azione è opera dell'intuente, o meglio di chi ha sviluppato il sesto senso, percependo presente l’azione delle forze e delle intelligenze iperfisiche, la reazione delle quali colpisce il mondo fisico.

a S r

sia a l'azione delle intelligenze e forze extraumane che un sensibile (S) intuisce, la reazione (r) è nel dominio del mondo fisico. Astronomicamente è così:

Γ Φ S Quindi ad evitare ogni malinteso noi vogliamo dire, che, se la percezione dell'azione dell'altro mondo sul mondo sensibile è esclusivamente valutabile da colui che può percepire sottilmente il movimento di queste intelligenze e forze, tutti coloro che si conservano volgari hanno diritto ad avere le pruove fisiche di queste intuizioni dell'altro mondo dalle reazioni sensibili. Portiamo un esempio chiaro: un veggente entra in una casa, e mentre una lieta brigata si trastulla lui annunzia una morte nella famiglia. La gente gli sorride in volto: è pazzo di malaugurio. Chi può dire che colui vede bene se gli altri son ciechi? Il veggente prevede (cioè vede prima degli altri è percezione sottile) che l’opera delle forze iperfisiche raggiunge una vita animale: gli altri non possono prestarvi fede, però quando un uomo sarà morto nella casa (reazione) la pruova è fisica, il controllo è certo. Dunque il veggente non si ingannava; dunque un mondo di intelligenze 117

e di forze fuori i sensi ordinarii esiste. Ma prima di procedere oltre esaminiamo questi tre termini: intelligenze, creazioni e forze. (continua) GIULIANO KREMMERZ

La donna (soggetto sensibile) donne, il cane (l'istinto) la custodisce. Il sacerdote (magnetizzatore) prende per mano l'essere fluidico o psichico della dormiente e l'allontana in direzione del mare (l'infinito). Ρ+ La successione delle ore Ρper la pratica della magia operante

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Γ T S Γ Wj U Γ T S Ρ W j U Γ T S Ρ Wj U Γ T S Ρ Wj U Γ T S Ρ Wj U Γ

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Γ SOLE - DOMENICA Ρ LUNA - LUNEDÌ U S

MARTE - MARTEDÌ MERCURIO - MERCOLEDÌ

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VENERE - VENERDÌ SATURNO - SABATO

N. B. Questo perpetuo calendario delle ore come si calcolano nella magia operante porta per ogni giorno il segno planetario di cui l'ora è corrispondente. Così Domenica da Γ: lunedì da Ρ ecc. ecc. Il maestro poi insegna secondo i sistemi da dove cominciare a contare se dall'uscita del giorno o dagli interstiziali solari.

[i] Cagliostro la giovanetta che guardava nella bottiglia d'acqua chiamava Pupilla. LA VALIGIA DEL MONDO SECRETO LA CHIESA, LA RELIGIONE E L'OCCULTISMO

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Leggiamo nell’Echo de Paris (N. 5070 1314 1898): All'Arcivescovado di Parigi rogna grande preoccupazione circa gli ecclesiastici che s'interessano per le scienze occulte, tanto, che si propone di proibire loro recisamente, lo immischiarsi in qualunque discussione riferentesi allo studio dei fenomeni psichici. Non è inutile osservare che il canonico Brettes, come puro Monsignore Méric, entrambi appassionati dei misteri dell’al-di-là, si mantengono del tutto nella tradizione ecclesiastica. In tutti i tempi, i preti si occuparono di cabbala, di satanismo e di magia. Appunto nelle chiede si recrutavano al medio evo i più ferventi discepoli dell’alchimia, e nei tempi nostri uno dei più distinti cabbllisti fu l’abbate Constant Louis, il quale pubblicò molti importanti scritti sotto il pseudonimo di Eliphas Levi. Le autorità ecclesiastiche hanno sempre regolarmente scomunicati i preti che si occupavano troppo apertamente d’occultismo, e l’abbate Constant Louis neanche lui poti sfuggire ai fulmini pontificali, i quali ora minacciano nuovamente i preti che pi mischiano troppo negli affari dell'altro mondo. Fin qui l'annunzio della rivista parigina; ora siccome un quache commento illustrativo è necessario, lo facciano brevemente. I preti ignoranti hanno avuto sempre paura dell’occultismo — ma i più illuminati, e i migliori che si occuparono di filosofia occulta, hanno sempre compreso che il Cristianesimo la religione eminentemente magica, non ha nulla a temerne. Mi piacque anzi ciò che la Libertà, un giornale cattolico di Napoli, scriveva tempo fa, che la provvidenza si serve delle investigazioni scientifiche sui fenomeni psichici per trovare una via onde ritornino alla fede in Dio i miscredenti. Non e irriverenza religiosa dire che Cristo, essena, tu un gran Mago: quale più grande opera di Magia Divina questa di una intera civiltà che vanta diciannove secoli di storia! Fu Figliuolo di Dio. fu un Profeta, fu un illuminato, non è del Mondo Secreto la discussione di questa tesi di filosofia religiosa: ma il mago, che contro la immagine virtuosa, buona, gentile di questo uomo, che da un calvario reale o da un Golgota simbolico predicò come ultimo sospiro di benedizione a coloro che lo avevano martoriato la parola Carità, scagli una parola di disprezzo o un pensiero non rispettoso, non merita di chiamarci nè filosofo, nè occultista: non perchè l'occultismo imponga riverenza per Brama o per Cristo, ma perchè l'occultismo s'inchina innanzi alle immagini e alle figure eterne di redenzione e di resurrezione, che includono tutto il processo di amore e di pace cui l’umanità in Dio deve aspirare. Sarebbe ridicolo che noi studiosi di magia, e filosofi dell'Occulto plaudiamo all’idea di un congresso dell’umanità pel 1900 e poi.... cercassimo di scemare a Cristo e alle sue chiese il merito di avere attraverso la lunga notte dell’evo medio e la penombra dei tempi moderni redenta l’umanità a furia di alimentarne la face della fede in un'ora più dolce o meno triste, nelle quali l'assassino e la vittima, il signore e il servo, il tiranno e lo schiavo si sentissero uomini e quindi fratelli nella umanità. Da questo punto di vista l'occultismo non fa la critica storica delle religioni e delle chiese giudicando l'opera degli uomini, ma il continuo svolgersi e crescere della idea divina che ne è centro e luce. Gli uomini possono ingannarsi, tutte le religioni hanno pagine sacerdotali nere: ma il concetto religioso trionfa sempre nella sua essenza appena i periodi storici esauriti mutano. 120

Da questo lato l’occultismo non può fare ombra, lui che è la filosofia di tutti gli dei, i semidei, gli angeli e gli arcangeli dei sette cicli. Appena uno sguardo alla storia e s'incontra una pleiade di religioni e di santi ebbero la forza di percorrere il buio regno dell’invisibile. Da Raimondo Lullo, un santo, a Tommaso d'Aquino il Dottore; da Tritemio, il virtuoso abbate benedettino al cattolico Giuseppe de Maistre; da Sinesio vescovo di Tolomaide al Gesuita Kircher, nessuno credette offendere od offuscare la grandezza del Dio Vero studiando ed intuendo la Verità. Ed allora perché la Chiesa scomunica? Per due ragioni; o per conservare la integrità e l’unità del Domma nella interpretazione degli articoli di fede o per l'ignoranza dei vescovi. Perché fu scomunicato Eliphas Levi? Perché l'abbate Constant, scrivendo, senza parere, dimostrava l'ignoranza del clero della chiesa cattolica... e voi, o gente che avete sano l'intelletto già sapete che mai una donna perdona di esser chiamata brutta e mai una associazione di gente poco savia dimentica di esser messa in berlina. Ma intendiamoci, la verità religiosa non ha da fare coi sacerdoti ignoranti, né devono confondersi questi con quella: Raimondo Lullo era francescano, io stesso mi farei frate... a patto che i priori non mi venissero a spiegare corbellerie o a dimostrare con corbellerie i più alti misteri del simbolismo cristiano. Oggi tutti vogliono diventar maghi credendo che il facil desiderare approdi alla facile conquista, ma non sanno, che quelli i quali paiono e presumono di essere meglio adatti, al frontespizio del libro fanno fiasco, e che fiasco! Al tempo in cui non si stampavano giornali di occultismo e opere sataniche le cose passavano tra discepolo e maestro e nel giuramento che il discepolo faceva era compreso questo: di non mai attaccare la chiesa cattolica, i suoi ministri e il proprio maestro. A chiudere questa nota credo giovevole riportare quanto scrive l'abbate Tritemio sulla scelta del discepolo: « Deinde necesse est, ut sit bonis artibus literarum aliquantum imbutus, et maxime in scientia astrorum ut sciat generales motus, cursus, discursus, mutationes, ordines, naturas, situs ortus, occasus et effectus stellarum, signorum et planetarum: quia sine istorum competenti scientia nemo potest ad huius artis profunda habere accessum. Consequenter necesse est, ut praeceptorem habeat in arte perfectum et exportum: quia non, nisi paucis et in multis eruditissimis et maxime in magicis peritis ad hac scientia venire sine praeceptore, possibile creditnug. Oportet autem praeceptorem non soluni in scientia esse probatum et expertum sed etiam fidelem, probum et Deum timutem: quia, quanto fuerit cum Deo in bona conversatione purior, tanto erit in huius scientiae operatione securior: spiritus anim virtutibus obtemperant. Cum itaque ad hanc artem quisquam accessurus est, occipiat cum praeceptor et ducat in locum aliquem secretum et mundum, sit tempus tranquillum et serenimi et luna in oppositione completa, sole dare splendente: sit Mercurius in ascendente coniunctus Veneri aut Jovi, si fieri potest: sitque Saturnus remoti et Mars: quia si ipsi aut alter eorum fuerit cum ascendente non erit institutio perfecta. « In primis jurabit istituendus in arte hoc juratmoatum. Ego N. juro et promitto per virtutem omnipotentis Dei, per Sanguinem Domini nostri Jesu Christi, per resurrectioiem mortuorum te extremum judicium, et per salutem animae meae in fide sancta catholica omnipotenti Deo, Beatae Maria virgini, omnibus sanctis, et 121

tibi N. quod hanc artem steganographiae omnibus diebus vitae meae occultam fideliter servabo: nec docebo illam aliquem sine tua voluntate ac consensu. Insuper in eadeni virtute juro et promitto quod hac scientia non retar contra Deum et ejus mandata: nec contra ecclesia sanctam Romanam et universalem seu ministros eius, neque contra justitiam et aequitatem. Sic me Deus adiuvet et sic salvet in extremo judicio. «Deinde praeceptor legat sequentem coniurationem in lingua mistica...che risparmio al lettore che non la capisce. Bisogna conoscere prima la scienza degli astri senza la quale non si può a quest'arte profonda avere accesso.. poi bisogna trovare un maestro dell'arte provato ed esperto... e date certe posizioni degli astri, bisogna giurare. Curioso se dopo aver giurato che si rispetta Dio, la Vergine e la Chiesa, viene un protonotorio di curia e ti scomunica!

GIOVANNI BOVIO CONTRO L'OCCULTISMO I PREGIUDIZII DELLA MODERNA FILOSOFIA 122

Quasi non bastasse alla filosofia occulta la guerra spietata dei preti ignoranti e di poca fede, anche i filosofi che più hanno ascendente sulla gioventù studiosa gittano la loro pietra. Nella Nuovissima Antologia Italiana (febbraio 1898) trovo pubblicato il sunto della prolusione di Giovanni Bovio intorno ai pregiudizi, fatta all’Università Napoletano. Io credo che il pensiero dell’illustre uomo sia stato in molti punti tradito dal reporter; perché, se questo non fosse, io non saprei giustificare come un uomo di tanta fama abbia messo in luce delle opinioni tanto poco in armonia col progresso della scienza sperimentale moderna. Dopo aver definito il pregiudizio come un errore non corretto e la superstizione come un pregiudizio religioso (cose incomplete) e l'allucinazione come una superstizione che turba, la mente (cosa assolutamente falsa) l'apparizione degli spettri (Banco, Re di Danimarca, Nino, Samuele) non sono che allucinazioni. William Crookes, Aksakoff, Dariex, Lombroso, De Rochas, o tutti gli sperimentatori moderni sono degli allucinati... perché hanno la superstizione, pregiudizio religioso, (essi che non credono) che turba loro la mente! Ma dove è ammirevole l'incomprensibilità scientifica del Bovio è quando vuoi dire che le investigazioni freniatriche sui soggetti creatori di spettri sono incomplete, se non si tien conto dell'influenza dell'ambiente sull'artista, e conchiude: « Alcoolizzate quanti poeti volete della età nostra, date loro dei genitori ed avi nevrotici quanti potete frugare nella genealogia domestica, voi se create uno spettro oggi farete ridere.» Non è vero. Lui, il Bovio, nella Festa a Parim non ha creato, ha riprodotta una voce spettrale della caduta del paganesimo: IL GRAN PANE È MORTO e non ha fatto ridere, viceversa Ila commosso e commuove. Nella natura di Bovio il senso artistico e più illuminato del senso filosofico: in filosofia non studia il fenomeno umano nell'eternità, ma nella relatività dei tempi. Egli dice: « In fatti, Voltaire evocando l’ombra di Nino non commosse, perché Voltaire non credeva e non poteva far credere. Si vis me flere resta eterno. « Prima dell’allucinazione ci voleva la superstizione, e prima di questa il pregiudizio del tempo. Allora le caverne danno oracoli, le querci sono vaticinanti ai numi, come vuol Giovenale, nascono negli orti a guisa di cipolle. La psiche di Amleto abbandonata al psichiatra è una mezz’anima». Ma tutto ciò non è nel pregiudizio dei tempi, ma nella ragione occulta dei fenomeni psichici. Ora le caverne non danno più oracoli, gli alberi vetusti non vaticinano, i numi non nascono più come cipolle, e viceversa continua su di altra forma lo stesso fenomeno psichico: le chiese sono caverne in cui gli oracoli si ottengono coi miracoli provocati, non vaticinano gli alberi ma le novene e i rosarii, i numi non nascono negli orti, ma ogni paese ha una madonna o un santo miracolosi, e ogni famiglia una mezza dozzina di santi avvocati. Lo stesso fenomeno ha cangiato stile, ma è lo stesso: il perpetuarsi di esso non e un pregiudizio, ma una legge inesorabile che attesta come la psiche umana Ila virtù che oggi appena la scienza sperimentale comincia a mettere in luce. 123

Di qui altri fiori: « La Kabbala fu ed è il pregiudizio più diffuso, da Ficino a Pico, da Pico a Frank. « Teoricamente la Kabbala è un sistema emanatista. Dall’Eusoph procedono le dieci sephirot. In Italia poté attecchire in Firenze, sul fondo neoplatonico, inaugurato da Ficino, ampliato da Pico della Mirandola, Le 900 tesi di Pico erano gran parte, a fondo cabbalistico. In Padova la Kabbala non poté penetrar mai; il fondo aristotelico non si prestava. « Il risorgimento prese colore diverso da tre regioni italiane: nel settentrione fu aristotelico, (Bologna e Padova — Pomponazzi, Zabarella, Cremonini) nel centro fu neoplatonico (Ficino, Pico), nel mezzogiorno fu Naturalista, (Telesio, Campanella, Bruno), La Kabbala non potè penetrare nè nel settentrione, né nel mezzogiorno, e rimase al centro d'Italia. « La Kabbala pratica si fonda sulle lettere, che presso gli Ebrei e i greci sono numeri ancora. Poiché la parola oriente e la parola Gesù equivalgono a 138, Gesù è l'Oriente. Poiché Gesù equivale a 138 e il serpente a 126, Gesù vincerà il serpente. Così ne nascono la divinazione e la magia. La Kabbala è sfatata per sempre, ma non restano pregiudizii peggiori? Lo Spiritismo e l'Occultismo sono i due grandi pregiudizii dell’età nostra ». Tutto questo significa che il professore non ha capito né la Cabbala, né i sefirotti, né la Cabbala pratica (vuol dire adattamento) e ti qualifica di punto in bianco lo spiritismo e l'occultismo come due peggiori pregiudizii dell'età nostra! Indi il professore continua: « Dalla Cabbala nacque l'occultismo, dall'occultismo lo spiritismo, e da un capitolo dello Spiritismo che è la demonologia (??), la jettatura. I lettori studiosi non capiranno per che cosa ci stia ad entrare la jettatura: lo spiego brevemente. Il Bovio ha dovuto esser vittima di qualcuno che abbia la virtù, come scrive Nicola Valletta, di jettare per li occhi e sotto l’impressione di questa orrenda malsania, ha avuta la pessima idea di occuparsi di cose che egli ha sempre ignorate — ed ha voluto dei suoi pregiudizii molto poco filosofici gittare una nuvola sul suo giovane uditorio. Così non è da maravigliarsi che i giovani colli e la gente seria appena si parla di scienze occulte borbottino: Ma che utopie! Ma che pazzie! Il pregiudizio vero, nelle scuole e nella società contemporanee, è questo: che si giura in ciò che i professori di un certo nome predicano dalla cattedra e dalla tribuna, senza supporre neanche come probabile che chi predica imbandisce alla mensa intellettuale degli uditori, delle castronerie da prendersi con le molle. Personalmente ho troppa grande stima dell’ingegno di Giovanni Bovio per perdonargli una scappata antiscientifica, e in contraddizione con tutto ciò che lo sperimentalismo ardito valorosamente sottrae alle tenebre dell’ignoranza officiale. KREMMERZ FASCICOLO .VII. - Luglio 124

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA INTELLIGENZE, FORZE E CREAZIONI

Proposizione VI. — Il conflitto tra la religione e la scienza è determinato, dal sofismo della definizione di Dio e dello Spirito di Dio. Per comprendere che cosa in Magia s’intenda per INTELLIGENZA, bisogna procedere ad un breve esame delle forze in natura. Prevengo il mio lettore religioso che in questo paragrafo non voglio annullare il Dio di nessuna fede, anzi voglio, come merita, innalzare un tempio ragionevole a quell’Unico che sfigurato attraverso tutte le polemiche religiose e settarie diventa per gli scienziati e gli osservatori un personaggio da operetta. Una serenissima notte di primavera, col cielo azzurro ricco di stelle lucenti, conversavo con alcuni conoscenti di viaggio, fuori la terrazza dell'Albergo, a Nizza. Si vantava il bel cielo quasi italiano di quella ridente città del sole. Dal giardino veniva su un profumo indistinto e inebbriante di fiori freschi. Tra noi era un gentilissimo vecchio, che, prima della breccia, fu persona molto influente a corte di Pio IX. Questo signore era un fonografo vivente. Come molta gente, come più gente che a prima vista non si crederebbe, costui aveva il dono di ripetere tutte le idee degli altri senza esprimerne nessuna di propria fabbrica. Profittando di un momento di silenzio, egli praticamente e in suono di melanconia filosofica cominciò: — Eppure vi sono uomini laidi, corrotti, scellerati, immorali che negano Dio: ma chi dunque avrebbe fatto se non tu, o Iddio, tante stelle, tanti pianeti, tante bellezze! È il cavallo di battaglia dei preti di scarso intelletto che vogliono far la breccia... di Porta Pia nell'animo degli atei, e non vogliono sapere che sono i pessimi avvocati della fede che fanno perdere la causa della fede. Il linguaggio umano è un meccanismo di articolazioni foniche molto imperfetto — nacque per esprimere le idee, poi si adoperò per generare le idee, poi per tradirle; indi, diventato patrimonio dei grammatici, riuscì a produrre la più completa confusione noi modo di intenderci. Lasciamo il dominio degli astri a Camillo Flammarion, e manteniamoci senza telescopio terra terra — il linguaggio umano non può definire certe idee di cui tutti facciamo presto o tardi la conoscenza, e i teologi vogliono definire Dio! Che cosa è la luce? Che cosa è il calore? Che cosa è il suono? Che cosa era quel profumo di fiori che dai giardini sottoposti invadeva tutti noi? Tutte le definizioni sono convenzionali — ma luce suono, calore sono forze o manifestazioni di una forza: definite la forza... Prendete (ecco un esperimento che possono tentare tutte le signore) del bicarbonato di soda e scioglietelo nell’acqua: poscia premetevi del limone. Appena il succo acido cade 125

nell’acqua di carbonata, comincia una effervescenza. Seconda esperienza: mettete a bollire del caffè, ad un certo punto la piccola macchina da caffè zufola. Terza esperienza: tirate una bastonata ad un cane ed il cane abbaia. Ora in natura tutti gli uomini che ragionano anche quanto i patagoni, hanno l'intuizione di quel che fa effervescere la limonata, o zufolare la caffettiera o abbaiare il cane. È lo stesso ignoto agente che sappiamo come provocare od adoperare quando una locomotiva cammina, quando un cannone spara, quando le vele gonfie muovono un vascello. Si chiamava dai greci dinami, dai latini vis, dagli italiani si chiama forza. Dunque che cosa è la forza? Nient'altro che l'anima di ogni produzione fenomenica, dalla limonata gassosa alla locomotiva, dal macchina da caffè al fulmine. Ma la concezione di questa forza unica non è afferrabile dall’intelletto umano. Dovunque giriamo lo sguardo abbiamo l'intuizione di miriadi di forze semplici in continua esplicazione e manifestazione di fenomeni. La Forza unica è la vita dell’universo: le forze attive e varie di tante manifestazioni sono la vita delle cose, dei metalli, dei minerali, dei vegetali, degli uomini e delle belve. La Forza unica in continua esplicazione di se stessa è il MOTO; le forze semplici sono maniere di essere del moto o movimento centrale, Questa semplice filosofia delle cose è antica quanto il tempo. Zoroastro si chinava al Sole, tal quale come il Dott. Kremmerz al cominciare del Mondo Secreto del 1898. Dice la gente di poco conto che Zoroastro si inchinava al Pianeta maggiore perchè l'adorava come Dio visibile: viceversa se si studiassero bene le mitologie di tutto l'oriente sacro questo concetto di Forza unica e di Movimento si troverebbe riprodotta in tutte le religioni astronomiche dell'antichità. Il sole Γ per la sua forma circolare rappresenta la rotazione rapida e pel suo movimento apparente il Moto non mai interrotto: quindi nessuna stravaganza o asineria dal punto di vista dottrinario e filosofico. Dovunque voi vedete nel simbolismo religioso dai persiani agli egiziani e dai pagani ai cattolici, cerchi, ruote e dischi, dite che è la personificazione del moto centrale o vita dell’universo che si vuoi ricordare al fedele. Il planisfero celeste degli egiziani è tal quale come le ruote del carro di Febo dei pagani; e l'Ostia rotonda che i cattolici espongono all’adorazione dei devoti è il sole di Zorastro e del Dott. Kremmerz, la quale ostia il rituale chiesastico conserva in un astuccio di argento e oro, con raggi, tal quale come il sole, e che il pubblico venera [i]. Le manifestazioni della Forza unica o Movimento sono le forze specifiche che noi definiamo con un lusso di vocaboli da far mettere le mani nelle chiome di Assalonne! Tutte sono forze fìsiche o naturali eppure abbiamo la consuetudine di dividere le fisiche dalle meccaniche e dalle chimiche, dalle animali, dalle vegetali, dalle vitali. Al di sopra di tutte queste varietà e sottospecie poniamo la forza pensante o la volontà, la psiche o noos dei Greci, il neshamah della cabbala ebraica, la mens dei latini. A questo punto la Forza o Movimento Unica si fonde con un principio di Ragione Assoluta, che rappresenta la cagione di questa forza unica, cioè l'anima pensante di questa vita o anima fisica dell’universo. Il altri termini, se F rappresenta la Forza Unica centrale e F', F", F''', F'''' etc. etc. le forze specifiche di differenti manifestazioni, il meccanismo brutale di queste evoluzioni ed esplicazioni della F si conserva tale ipoteticamente, perchè quando dalla vita dei minerali si sale alla vita degli esseri organizzati di ordine superiore, si osserva che ogni fenomeno 126

di forza e di volontà è accompagnato da un altro inesplicabile coniuge, che sotto forma di ragione, di libero arbitrio, di equilibrio, di idea, di numero ne determina la esplicazione più o meno sollecita, in un modo od in un altro. Dunque questa F, o Forza Unica Centrale per sè stessa non è che ipoteticamente cieca ma nella pratica invece si osserva che ti costantemente regolata da una legge (che è l'espressione della sua ragione) che ne determina le funzioni. Giunta questa Forza F al grado dell'uomo ragionevole e progredito, la psiche, volontà, ragione o libero arbitrio di quest’uomo la può modificare o meglio la può provocare in bene ed in male, adattarla in certe proporzioni al suo bisogno di vita, deviarla a danno del suo simile, o aumentarla. Ma nei fenomeni di manifestazione di questa F, nell'ordine generale, costante od evolutivo della natura, non potendo la mente di un uomo o di più uomini regolarla, vien la necessita di supporre questa forza unica F o per se stessa capace di organizzarsi e pensare o dell'esistenza di una MENTE all'ennesima potenza della mente umana. La scala intuitiva gonfia la mente della creatura fino a farla diventare mente creatrice, e dove si legge del Dio che creò l’uomo; è il Dio che l'uomo si crea a immagine e progressione della sua mente per esplicarsi tutte le cose che escono dall’orbita della sua potestà. Perciò è miserabile, meschino, tapino, ignorante, il Dio dogli ignoranti: perciò il Dio Grande delle menti avanzate e raffinate è magnifico. A misura che la creatura avanza l'orizzonte diventa più vasto, più si approssima all'infinito indefinibile, più si intuisce maraviglioso quell’Ignoto che s’allontana e giganteggia a grado che l’umanità cammina. Le religioni che non camminano col progresso intellettuale che popoli sono condannato a perire o a trasformarsi; perciò la cristiana si disse cattolica o universale, perdio mai doveva mostrarsi tardigrada alle novità intellettuali in ordine al progresso scientifico dei fedeli; perciò il dissidio feroce tra una chiesa che malamente difende la sua dottrina e il popolo che è avido di sapere o dispregiatore della stasi che nell’animo dei popoli è la negazione del Movimento centrale cioè la morte o la decomposizione! Ma facciamo un ragionamento elementare: la creazione che noi ci facciamo del Dio è una maniera per determinare l’orizzonte della nostra mente ad un grado molto superiore ad ogni potenza umana; però quando la creazione di una MENTE SOVRANA è stata compiuta in noi, allora noi stessi diventiamo l’ultimo scalino della perfezione visibile.

Ma procediamo più innanzi. Dai minerali si passa ai vegetali, da questi agli animali, da questi all’uomo... ma dall’uomo alla Mente Unica ci corre, di qui l’origine di tutte le teologie. Se la forza F è bruta, l’universo non avrebbe un ordine e una ragione nella esplicazione costante di tutti i fenomeni naturali. Se la forza F fosse ragionevole in se, allora neanche per la sua più meschina parte potrebbe essere sottomessa all’uomo e alla sua mente, Dividendo allora F (forza unica o movimento) da 127

M (Mente regolatrice Universale) si ha che D (Concezione di Dio) = M + F. Allora M denotando l’impulso regolatore, F deve essere la resistenza: quindi M + F (F', F'', F"', F'''' etc.) = REALIZZAZIONE: cioè, OGNI FENOMENO, DI QUALUNQUE NATURA E SPECIE, IN ALTO COME IN BASSO, NELLA MATERIA COME NELLO SPIRITO, NEL VISIBILE COME NELL'INVISIBILE, NEL SENSIBILE COME NEL SOVRASENSIBILE, È PRODOTTO DA UN IMPULSO REGOLATORE (M) E DALLA FORZA UNICA O VITA DELL’UNIVERSO. NEI FENOMENI SOVRAUMANI M RAPPRESENTA LA MENTE UNIVERSALE: NEI FENOMENI DI PRODUZIONE UMANA, M RAPPRESENTA LA MENTE DELL’UOMO. Veniamo ora al conflitto tra la religione e la scienza. La dottrinella religiosa vuole avere la pretensione di definirò Dio, cioè di determinare l'indeterminabile, cioè di concretare ciò che di sua natura non è concretabile - cioè la Vita dell’Universo o Forza o la mente che ne regola le funzioni: e a questo la scienza e la ragione della bestia ragionevole si ribellano. I cabalisti, cioè quelli che nella Cabala sanno leggere il senso riposto ed arcano, non hanno la pretensione neanche di concepire l'idea di Dio: lo ammirano come l'ignoto e inconcepibile fattore di ogni fenomeno. La manifestazione della MENTE e della FORZA è nella produzione del fenomeno. Perciò i maghi del fuoco da Isacco ed Abramo accendevano un mucchio di fascine e mentre le lingue delle rosse fiamme si innalzavano al cielo e le legna crepitavano, essi adoravano colui il quale nelle vampe che inceneriscono manifesta la sua potenza. Perciò un ostetrico sentendo il primo vagito di un neonato può adorare la Forza e la Mente che perpetuano la vita animale e umana negli esseri fatti a nostra simiglianza. Perciò quando un moribondo esala l'ultimo sospiro il più scettico sperimentalista deve togliersi il cappello innanzi al cadavere e salutare la Vita dell’Universo e la Mente che abbandonano la carogna umana ai vermini della sepoltura. Perciò bisogna chinarsi innanzi alla bellezza fisica della donna, che è sempre testimonianza dell'armonia eterna della Natura. Proposizione VII.—L'Intelligenza è l'espressione più esatta della intuizione dell’Ente. Questo che io ora scrivo brevemente è il nodo gordiano della concezione del Dio Unico in magia. Per questo raccomando allo studioso di filosofia occulta di non passare oltre so prima non ha compreso il processo di investigazione della mente umana nella conoscenza della Causa di ogni Causa. Come la Forza è intuitiva, come il Movimento è indefinibile. il linguaggio umano non riesce a dare un contorno preciso a una cosa che tutti gli uomini sentono in se stessi e che noi alla latina abbiamo chiamato Mente. Nella grammatica volgare, superstiti ruderi della grammatica ideale[ii], il verbo o parola per eccellenza è il sostantivo essere. L’Ens latino è l'Ente; e la Mens dei latini è un composto di Ens, cioè una consonante di possesso (quasi sincope di Meus, che precede il sostantivo participio indicante l’ens cioè l’Ente, quello che esiste ed e quindi fermandoci al senso riposto delle parole [iii], Ente è

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l'idea assoluta dello Spirito Universale di Dio — e Mente è il vocabolo della idea relativa dello spirito Universale incarnato e definito nel corpo umano. I cabalisti questo nome di Dio Grande lo esprimono con quattro lettere ebraiche ZIZW che in Magia e nelle formole magiche non formano un nome, ma rispondono al Tetragrammaton, cioè parola di quattro lettere che nasconde e non svela il nome secreto dell’Iddio Universale. Perciò lo chiamano anche Ineffabile, cioè che con parole non può esprimersi[iv]. Ma se volete determinare lo spirito divino incarnato dovete servirvi di cinque lettere « meglio del pentagramma magico che è una figura composta così:

pentagramma che è, come facilmente si vede, la proiezione dell’uomo con le braccia e le gambe aperte. Corrisponde alla stella di cinque punte che i magi adoratori del Cristo videro risplendere in ciclo[v]. Questo segno è quello dell’equilibrio del principio universale nell'uomo: perciò i maghi operanti tengono tanto a questo segno talismanico che tracciato coi riti opportuni e nel tempo più propizio dai maestri ha virtù indiscutibili. ENTE MENTE 4 lettere 5 lettere L’intelligenza è lo sforzo della Mente per concepire, assorbendone le virtù, l’Ente da cui trae origine — inteligo quasi in te lego, da cui intellechis che i neoplatonici molto usarono nella armoniosa lingua italica e in Dante si trova appunto [vi] in questo senso. Ora a) Dio non può definirsi. b) L'espressione grafica di Dio cabalisticamente è un tetagrammaton, un nome di quattro lettere cioè una jod, una hed, una vav e una seconda hed Iod W— il principio attivo di tutte le cose, fecondante Hed Z— il principio recettore passivo (gutturale) Vav I — la fecondazione e la generazione attive Hed Z— il ricettore passivo. Quindi il Geova ebraico, quel Geova cui gli scenziati ignoranti di filosofia sacra hanno tanto messo in canzonatura non era pel sacerdozio ebreo niente di definito, ma, viceversa, era il Dio Grande e vero che contiene in se tutti principii della Forza e della, Mente è della Realizzazione come abbiamo spiegato alla sesta proposizione. Lo quattro lettere esprimono una legge eterna. 129

Non esiste e non esisterà mai al mondo uno scienziato che possa dire che le quattro lettere ebraiche non siano il suggello più indiscusso del Dio Grande, perchè nessun simbolo orientale o occidentale contiene in se tutti gli elementi trascendentali della generazione e della realizzazione: chi ha visitato Pompei ricorderà che i Pagani avevano il segno del fallo come principio di generazione, ma gli scienziati e non scienziati sanno che solo quel vegetale indicante lo spirito attivo fecondante non è sufficiente espressione della realizzazione, che è la creazione— perchè il predetto istrumento da solo non serve neanche a studiar l’astronomia. Invece un contadino che con un punteruolo fa un buco nella terra, vi gitta un seme e dopo una stagione raccoglie il frutto fa tutte le quattro operazioni espresse nel tetragramma ebraico Iod — il principio attivo, il contadino che fa il buco Hed — la terra, o elemento passivo in cui il buco è fatto Vav — Il seme fruttificante Hed — La realtà del raccolto. Questa operazione tanto scioccamente volgare del villano è simile a quella che l’uomo fa per riprodurre se stesso ed è simile a qualunque operazione di creazione in tutti i regni della natura. Ma questa è la sola concezione plastica della verità del quatrigramma ebraico, se montate nei campi della più elevata filosofia ideale troverete immutabile la legge. Ora questo nome sacro cabalistico, perfetto nella espressione della eterna legge di creazione può avere l’Intelligenza adatta allo sviluppo psichico di quanti pensino a questa Unità di Mente e Forza; e da qui vennero i nomi angelici, i cui Arcangeli o intelligenze maggiori non sono che raggi di questa potestà centrale; cosi nella religione cattolica sono restati il nome di Michael, di Raphael, di Gabriel che sono facce diverse del centro luminoso perpetuo — o meglio sono alte manifestazioni della potestà Universale di Geova, il Dio Grande. L'angelo grande di Dio è Michael, quis ut Deiis? chi come Dio se non questa espressione della vittoria perpetua dello spirito trionfante della ignoranza? Rafael, medicina dei, nella Bibbia si ricorda che consigliò a Tobia il fiele del pesce che dette la vista ad un cieco: è lo spirito o più perfettamente la Forza e Mente Eterne rivolte a rimettere in equilibrio la materia decomposta rigenerando. Gabriel, fortitudo Dei, nunzio profetico della realizzazione plastica, nunzio alla Vergine (τ) che avrebbe concepito il Messia. Scrivete questi nomi con lettere ebraiche e studiando bene la Cabbala, vedrete che ogni nome è una legge generale o principio divino. La concezione di queste potenze ed intelligenze non è identica presso tutti gli uomini e lo scienziato osservatore e filosofo che li voglia tenere in conto di fanciulli ricciuti ed alati, tal quale come i bravi e devoti villici di Scaricalasino, è costretto a dire che i cabalisti sono degli impostori: ma non calunniate lo coso e gli uomini che non avete mai conosciuto. Ora ritorniamo a ripeterci la domanda: esiste un altro mondo di intelligenze di spiriti di morti e di creature invisibili. La risposta non può essere dubbia dopo quanto ho detto precedentemente: il mondo cui si accenna in maniera di dubbiosa curiosità dai dotti volgari esiste: 1.° Perchè esiste una Mente la cui estrinsecazione è la leggo della Natura.

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2.° Perchè creare è formare ed il niente, negazione dell’Ente, è inconcepibile ed è inesistente. 3.° Perchè la Mente umana immagine della Mente Universale segue la legge di tutte le cose esistenti in natura e si libera delle parti pesanti ed evolge alla ricerca del contatto con la Mente Universale. Sarebbe una eccezione se la sua unità, contro tutto le leggi, si sgretolasse con la morte del corpo fisico e sparisse. Queste le ragioni matematiche da cui non si sfugge neanche col sistema avvocatesco degli scienziati increduli. Ma veniamo ai mezzi di prova: come si prova materialmente l'altro mondo. I volgari, cioè coloro il sesto senso del quale non è ancora sviluppato, non possono averne contezza che coi risultati fisici o materiali sensibili di provenienza del mondo invisibile. Coloro invece che non sono dei volgari in molti modi possono cominciare ad entrare in comunicazione cogli esseri che sono ai volgari per sè stessi insensibili. Coloro che si occupano dello spiritismo elementare e senza ragione al mondo prendono in dileggio gli occultisti, sogliono dire: dove è che voi vedete i vostri elementari, elementini, e forme ecc. se non dormendo o ipnotizzati?[vii] E credono sinceramente che gli iniziati, tra un bicchiere di malaga e un pasticcetto schiaccino un dolce sonnellino e in quello viaggiano pel regno delle fate e degli orchi. L'abitudine di servirsi della parola ipnotismo a tutto pasto e la supposizione di uno stato autoipnotico (che io nego perfettamente) è causa dell’errore ed io dedico queste pagine a tutti i medici e a coloro che osservano fatti di medianità perchè riflettano a quanto essi hanno osservato ed osservano quotidianamente. Che cosa sia l'ipnotismo e quale la differente opinione delle scuole mediche in proposito, suppongo che tutti sanno, perchè dell’ipnotismo da quando Charcot lo innalzò agli onori della esperimentazione officiale, tutti ne hanno parlato e scritto. Però sull'ipnotismo e la suggestione v'è ancora da scrivere una biblioteca. Porre un soggetto in sonno ipnotico è differente dal porlo in sonno magnetico. Uno stato di autoipnotismo è possibile ma non è intelligente; uno stato di automagnetismo è impossibile. In un mio lavoro speciale svilupperò le osservazioni pratiche su questa tesi, ma lo stato di medianità (che rispondo allo sviluppo del sesto senso nei volgari) non ha da far niente nè con l'ipnotismo nè col magnetismo. Esaminiamo i principali e più comuni dei casi: 1.° Percezione semplice, esaltazione dell'intuito, si manifesta nei sensibili o medii naturali nei momenti in cui sono maggiormente svegli: in alcuni le percezioni si manifestano con maggiore chiarezza quando non si occupano di cose proprie, in altri quando vi sono maggiormente interessati. Nota Bene. In magia al discepolo si consiglia la vita casta e parca, due cose che non portano il sonno. Il sonno diventa per ossi assolutamente fisiologico nel periodo di necessario riposo — del resto stando svegli hanno le prime manifestazioni dell'intuito esaltato. 2.° Manifestazioni grafiche. I sensibili che hanno il pregio di esser medii scriventi non dormono nello sedute spiritistiche pubbliche e tanto meno quando stanno soli. Anzi assistono curiosi al fenomeno che la mano scrive e la mente pensa e detta sdoppiando l'io, in modo che la più solita delle domande che i medii scriventi si fanno è questa: sono io che scrivo o e veramente un altro?

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Nula Bene. Alcuni medii mentre scrivono si sentono circondati e involuti in un aura più pura e diversa dalla comune. Altri sentono come una persona che stia a destra o a sinistra. E stanno svegli. 3.° Manifestazioni auditive. Dei medii sentono delle voci. Cominciano col sentire dei monosillabi, indi dei discorsi interi. 4.° Manifestazioni visive. Dei medii veggono prima delle macchie luminose nell'oscurità e delle macchie nere in piena luce e poi dei corpi e delle ombre. E stanno svegli. Ora in occultismo o meglio in Magia, il lavoro del mago è doppio: Entrare in tutti i modi (segni grafici, visione, audizione, intuizione) in contatto col mondo di là, e agire attivamente in esso per avere le reazioni o effetti nella vita reale comune. Tutto questo non si fa dormendo il sonno fisiologico, nè l'ipnotico, nè il magnetico; si compie il tutto in uno stato di esaltazione extranormale; cui non corrisponde nessuno dei tre stati accennati: all’opposto si è sovraeccitato nella sensibilità. Nelle manifestazioni medianiche il medio è passivo. Nelle operazioni magiche il mago è attivo—ed ogni mago ha il suo modo speciale di operare e di esaltarsi — ma non di dormire. Non è autoipnotismo, nè è estasi religiosa: manca la parola nelle lingue moderne che determini quello stato. L'operatore cade sotto una estasi speciale in col non subisce solamente le manifestazioni, ma le dirige dandovi forza. I saturniani. tetri maghi di rigida sventura, non si esaltano che al dolore; hanno l'estasi del tormento della carne, e dei sensi. I gioviani banchettano e giocondamente operano le cose di maggior raccapriccio. I solari hanno l'estasi del fuoco e l'estasi di venere. I mercuriani nel moto rapido. Ed avviene delle operazioni magiche come nei sogni, che in dieci secondi si vive la vita di mesi! Non si dorme, questo è certo; se per dormire si intende chiudere al riposo l'occhio fisico e lasciar libera la mente di dileguarsi, senza memoria, nei bui regni della libertà vagante. (Quando si comprendi come si fabbricano gli elementari, ognuno trova il suo modo di fabbricarli, fino a trovar di quelli come Geloni [viii] che li fabbricava con le cose naturali che non son turpi e li faceva crescere con lo stallatico. Nè queste creazioni che durano spesso lunga vita si odono si veggono o si sentono nel sonno: se no sarebbe da confessare che i maghi provetti dormono tutta la loro vita terrena. Generalmente quelli che riescono ricevono sempre delle costanti apparizioni e altri conosco io che costantemente nella vita loro solitaria o mondana hanno dimestichezza quotidiana con esseri sensibili coi quali convivono come in una famiglia—e quando essi dormono non li veggono, tal quale persone vive! (continua) GIULIANO KREMMERZ [i]

Il SS. Sacramento. Cioè grammatica delle idee assolute primitiva. [iii] Oh! Se la filologia si facesse cosi quante cose si sarebbero svelate! [ii]

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[iv]

Nella scienza secreta della pratica dei magi esiste veramente una parola che risponda alla realizzazione del Tetragraminaton, e che pronunziata può e deve generare il miracolo? Nelle antiche e non remoto iniziazioni, le parole di passo nei gradi approdavano alla formazione di questa parola per sè stessa incomunicabile e che formava la potestà suprema del Gran Maestro. Monarchiche le iniziazioni per società, mettevano capo ad un pontefice unico, il quale era possessore della parola. Questa parola che facilmente si concepisce dai volgari come un secretum secretorum della scienza, è invece la chiave di volta della supremazia in magia, perchè rappresenta il massimo nella realizzazione della potestà umana. Il Maestro cui il discepolo arriva a strappare l’intuizione della parola e morto fisicamente e magicamente, quindi abdica e se ne va. Il simbolismo delle antichissime iniziazioni in cui si ha che il discepolo finisce coll’uccidere il proprio iniziatore deve intendersi cosi: il discepolo diventava nelle mani del maestro ciò che un cane nelle mani del padrone; bastonate a tutta prova e un tozzo di pane per alimento, e il cane fedele sempre, traditore mai—la fedeltà senza li miti portava alla completa dedizione del padrone al cane, che non destando sospetti impediva che il padrone innanzi a lui non si denudasse. Il discepolo cosi fatto doveva presto o tardi diventare il padrone de! suo maestro, perchè nata la fiducia senza limite per l’assimilamento psichico che avviene progressivamente tra il discepolo e il maestro in comunione e contatto continuo, la prima volta che il maestro senza precauzioni avesse mentalmente pronunziata la parola il discepolo la rubava, e rubava la vita a suo padre, l'aveva ucciso, scannato magica mente come un agnello dal beccaio. Per questo appena che il discepolo è progredito nella intuizione è in certi tempi determinati il maestro si allontana dal discepolo, lo fugge, lo evita, si intrattiene poco con lui: il padrone ha paura del cane. L'articolazione mentale di questa parola è, posteriormente all'avvento di luce nell'iniziando, quasi una rivelazione inaspettata di tutto ciò che è pratica magica. Allora cade la benda delle passioni e si comprende ciò che del maestro non era comprenso. Perciò l'Intelligenza dei segni concreti, è comunicabile. Quando un discepolo domanda la intelligenza di un qualunque segno il maestro la da. Viceversa l'Intelligenza della realizzazione suprema è incomunicabile perchè equivale al suicidio. [v] Di qui nella cattolica religione, il cui rituale è magico ed astronomico il nome di stella applicato alla Madonna. [vi] Col debito permesso dei commentatori! [vii] Vedi Mondo Secreto. Anno 1897. [viii] Vedi fasc. Genn. 189S. Gli omuncoli di Kufestein.

NOTA DI MAGIA, PRATICA AL N.° 3. 133

Ma per conchiudere il n.° 3 s: La conoscenza dello Intelligenze, delle Forze (esplicazioni della Forza Unica) e delle creazioni, e l'entrare in relazione con esse dà principio alla vita magica. Arrivarvi preparato da un buon maestro o da una scuola seguita a puntini, è la porta grande dell'invisibile. Arrivarvi a tentoni è faticoso assai, ma non è impossibile. Alcuni cominciano con entrare nel campo precluso agli ignoranti e ai superbi, con un medio o una media; non credo che vi riescano nell'ordinario metodo. Bisogna che il discepolo che non abbia sviluppata la medianità che voglia seguire questo sistema esoterico, si crei la media o il medio, nuovi, puri, che non siano imbevuti di nessuna delle tante teorie che servono esclusivamente pei dottori. Do i precetti pratici per trovare senza sottintesi la via per lo inferno o pel paradiso, un mezzo che relativamente è facile, ma che ha bisogno di molte precauzioni. Fornitevi di una stanza a parte per le vostre operazioni. Come i medici e gli speziali hanno un laboratorio, voi appena cominciate dovete averne uno. Che sia separato dalla vostra casa se voi in casa non siete solo come un monaco. Un tavolo e delle sedie di legno, tutto ben proprio e nuovo. Biancheggiate con la calce le pareti. Suffumicate l’ambiente con erbe aromatiche, il lauro principalmente (laurus regis) o la canfora, delle cortecce di pino, delle mortelle (foglie del bosso silvestre) e fate che nessuno estraneo penetri nel vostro laboratorio ad impestarlo coi suoi effluvi. Almeno quaranta giorni innanzi voi e il soggetto (maschio o femina) menate la vita più possibilmente pura. Nettezza di corpo, nettezza di animo, purità di intenzioni, aspirazione a voler conoscere la verità vera delle cose. Parca nutrizione, da escludersi le carni sanguinanti. Un bagno tiepido il lunedì. La castità assoluta. Il soggetto che voi prevedete sensibile, deve essere come voi preparato, se no appena comincerete le vostre operazioni per la legge fisica che livella i liquidi nei vasi comunicanti voi assorbirete la metà dell'impurità dell'altro, e la vostra purità annacquerà il vino dell'altro. Se il vostro soggetto è femina siate maggiormente guardingo. Che non sia malato; che non abbia flussi sanguigni; che non abbia sacrificato alla Stella Mattutina almeno da quaranta giorni; che ella verso di voi non abbia pensieri impuri. Le Vergini sono da preferirsi — le prostituite da evitarsi. VIRGO nel sacrò linguaggio dei papà latini è un accorciativo di VIR-AGO: ha la natura fluidica su cui l'uomo può agire: perciò Cagliostro sceglieva le giovinette di quindici anni e poco più, pupille o colombe di punta. Tra voi e la pupilla MAI un pensiero immondo. Pregate, come S. Paolo, che essa diventi per un istante il vaso di elezione dello Spirito Santo affinchè gli possiate chiedere la grazia e ottenerla. Se tra voi e il soggetto esiste un qualunque rapporto mondano, di pecunia o di sensi, non azzardate di tentare l'ignoto, perchè Esso vi verrà incontro attraverso le passioni cupide della persona cui voi affidate il vostro avvenire.

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Non vi date MAI CIECAMENTE ad una donna o ad un uomo lo spirito del quale volete adoperare per vostro messo al cielo, perchè con l'operazione che voi andate a tentare, voi inesperto ed ignorante, correte il rischio di diventare, lei o lui inconscienti, lo zimbello della cupidigia mondana del vostro soggetto; e se la donna è in contatto carnale con altro uomo, un disastro vi attende. Queste cose non vanno d’accordo con lo spiritismo ordinario, perchè ordinariamente tutte le persone che hanno sviluppata la medianità si consultano in tutte le ore, ed in qualunque condizione fisica. Questo metodo, ripeto, è elementare e non scientifico, perchè l’organismo umano non è lo stesso prima e dopo pranzo, dopo un lungo regime carnivoro e dopo una lunga astinenza del sangue animale. La copula agisce, come ho accennato anche altrove, in maniera da sottrarre la miglior parte del fluido cerebrale all’operatore e le condizioni eccezionali della donna (flusso o gravidanza) ammortano certe facoltà naturali che si trovano al massimo sviluppo nella vergine sana di mente e di corpo. Alcuni maestri consigliano di cominciare sempre con un medio maschio, oltreché per la faciltà di trovarlo anche perchè con una signorina molto sensibile si sfida la certezza di prendere una di quelle scottature che in volgare si chiamano amore, il quale comincia nelle alte regioni delle stelle e poi finisce... in gondola, al chiaro di luna nelle lagune venete. Ma io invece sono per la donna, anche perchè i primi passi comincino con una prova del fuoco. Non è degno di penetrare nell’arca colui che all’allettamento di una giovanotta risponda infangando la idealità del Vero— e se succede, peggio per lui. Chi vivo deve penetrare nell'altro mondo deve aver grande l'idealità ed essere aristocratico nelle concezioni del bene nè diventare un maiale; gli eroi, nel paganesimo, erano intermedii tra gli dei e gli uomini, e il neofito deve mostrarsi eroe se vuol tentare la conquista; non riescendo peggio per lui, ci pensano i cherubini a cacciarlo dal paradiso terrestre, Con ciò credo di aver detto chiaramente che i due compagni non devono peccare, e dirò più chiaro ancora che è inevitabile che tra l'uomo e la donna in queste condizioni prescritte, non nasca un'affezione sentimentale molto tenera; per cominciare ad avere i fenomeni bisogna che i due spiriti si fondano in un ideale comune, di qui un'amicizia sincera, affettuosa, delicata che guai a far degenerare in passione. Ma coloro che in una forma qualunque avessero sviluppata la loro medianità, DEVONO fare a meno di una compagna e cominciare nel laboratorio preparato come ho detto innanzi a agir soli. (continua) GIULIANO KREMMERZ

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LA VALIGIA DEL MONDO SECRETO A PROPOSITO DI GIACOMO LEOPARDI

Tra le molte pubblicazioni edite per onorare la memoria di Giacomo Leopardi mi è capitato dai fratelli Rocca di Torino: M. S. Patrizi, SAGGIO PSICOANTROPOLOGICO SU GIACOMO LEOPARDI E LA SUA FAMIGLIA. Come facilmente si comprende è l'esame del pessimismo del Leopardi in ordine alle degenerazioni fisiche e psichiche per ereditarietà e per l'ambiente in cui visse l'illustre recanatese. Io non dimentico di aver elogiato come più prossimi alla intuizione della dottrina degli antichi magi sull’uomo gli antropologi e gli studiosi delle malattie e dei disturbi mentali in relazioni; allo sviluppo fisico del corpo umano. La critica letteraria e la scientifica, povera nei tempi in cui l'analisi della produzione intellettuale non aveva base alcuna né nell’ambiente né nelle influenze fisiche sullo sviluppo psichico dell’artista, ha toccato e va toccando in questi ultimi tempi un eccesso opposto, facendo risultare ogni anormalità psichica dall’ereditarietà e dalla imperfezione o anomalia del fisico. Ma è già un passo grande verso la verità. In Francia, in Inghilterra, in Germania e tanto meno in Italia (in cui non trovo volgarizzatori scientifici della dottrina occulta) la filosofia spiritualista non ha ancora influenza determinata sulle scuole di critica letteraria e artistica e questa a base di antropologia dei positivi pare già un tentativo ardito e forse l'ultima parola sul meccanismo del genio e della sua esplicazione in arte. Ma coloro che leggono il mio Mondo Secreto non con la semplice curiosità di sentir parlare degli spiriti e dei diavoli, hanno il dovere di riflettere che quando il progresso del volgarizzamento delle nostre dottrine sarà più esteso e rapido, 1’esame critico dell’artista e delle produzioni artistiche dev'essere fatto non solo coi dati di cui si servono gli antropologi, ma anche con la scorta dei lumi della filosofia dell'anima, indipendente dal suo contenente fisico. I fattori che agiscono come modificanti il carattere e l'ingegno dell'artista non sono da ridursi ai soli dell’ereditarietà e dell’ambiente, anzi rovesciando la progressione bisognerebbe studiare: 1.° Perché i caratteri e le abitudini e tendenze psichiche diventano ereditarie nelle famiglie. 2.° Che cosa è in una famiglia 1’aggruppamento di anime simili per tendenze e manifestazioni. 3.° Che vuol dire 1’influenza dei padri sulla formazione o la riproduzione dell’anima dei figli. 4.° Se «l'anima» che si incarna nell’utero materno non determini le sue tendenze in rapporto ai tempi del concepimento (astrologia giudiziaria[i]) o in rapporto alle impressioni psichiche dei genitori nell’atto generativo. 5.° Se le impressioni morali agenti sullo spirito dei genitori abbiano maggiore o minore effetto delle impressioni fisiche. 136

6.° Se lo sviluppo nelle manifestazioni della psiche del bambino sia veramente sottoposta alla influenza dell’ambiente o quali siano quelli che invece sono refrattarii ad esso o ad esso s'impongono. 7.° Se la suggestione della folla sull’uomo ordinario agisca identicamente sull'uomo che incarna uno spirito di ordine superiore. Questi problemi potrebbero aumentare a lista d’occhio, e dare lo scoraggiante spettacolo che la scienza volgare non risponde ancora a questi problemi di altissima filosofia che.. in pratica diventa magia operante. A questo proposito mi piace pei miei lettori di accennare a qualche pensiero del Recanatese che nelle tenebre della volgare filosofia, in contatto con gli antichi filosofi iniziati della Grecia aveva guizzi di luce che paiono desolanti e sono desolanti per i volgari porche alla verità dello cose si avvicinano. Egli scrive per esempio: « Pare un assurdo e pure e esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non vi è altro di reale, né altro di sostanza al mondo che le illusioni ». Verità terribile ma verità. All'8 giugno 1820 scriveva questo: « Gli antichi supponevano che i morti non avessero altri pensieri che dei negozii di questa vita e la rimembranza dei loro fatti gli occupasse continuamente e s'attristassero e si rallegrassero secondo che avevano goduto o patito quassù; in maniera che, secondo essi, questo mondo era la patria degli uomini e l'altra vita un esilio ». Ed un altro che fa a calcio col pessimismo: « Io non ho mai sentito tanto di vivere quanto amando, benché tutto il resto del mondo fosse; per me come morto. L'amore è la vita e il principio vivificante della natura come l'odio il principio distruggente e mortale. Le cose son fatte per amarsi scambievolmente e la vita nasce da questo. Odiandosi, benché molti odii sono anche naturali, ne nasce l'effetto contrario, cioè distruzioni scambievoli ed anche rodimento e consumazione interna dell'odiatore ». E quest'ultimo non meno tremendo: « Il primo autore delle città, vale a dire della società, secondo la Scrittura, fu il primo riprovalo, cioè Caino, e questo dopo la colpa, la disperazione e la riprovazione. Ed è bello il credere che la corruttrice della natura umana e la sorgente; della massima parte dei nostri vizii e sceleraggini sia stata in certo modo effetto, figlia e consolazione della colpa. E come il primo riprovato fu il primo fondatore della società, così il primo che definitivamente la combatte e maledisse, fu il redentore della colpa, cioè Gesù Cristo ». E molto altro ci sarebbe da ricercare—come in tutti i filosofi amanti di solitudine, che scrivono i loro pensieri chiaroveggenti senza innestarli agli odiosi sistemi umani.

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Ma non quella dei ciarlatani.

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FASCICOLO .VIII. - Agosto -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA NOTA DI MAGIA PRATICA AL N. 3 * *

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Ecco ora alcune notizie ed istruzioni che devono servire a uhi comincia. Escludendo coloro che dipendono da maestri avanzati, bisogna guardare due condizioni speciali degli iniziandi: quelli che cominciano ad esperimentare con un medio (uomo o donna) e quelli che da solo posseggono un qualunque grado di medianità. 1° Caso. Lo sperimentatore e la media devono trovarsi nelle identiche condizioni di purità fisica. Questo che, per tutte le ragioni dette innanzi, ha un valore assoluto per la perfetta riuscita della cosa, io non mi fermerò mai di raccomandare come una condizione sine qua non per impedire tutti i mali mentali e quindi della vita pratica e mondana, che sono conseguenza di assorbimenti pestiferi da parte del mago incipiente. Un uomo e un medio (maschio o femina) soggiacciono nel primo periodo esperimentale alla legge della livellazione dei liquidi nei vasi comunicanti, ora il più puro dei due prende le impurità e le imperfezioni psichiche dell’altro. La scelta del sensibile o medio deve farsi anche in base alla perfezione delle forme esterne. Un organismo bene ed egualmente sviluppato, che risponda armoniosamente allo sguardo di un artista è sempre da preferirsi ai malaticci o ai poco florescenti. Le giovani di cattiva natura, che hanno irregolari le funzioni, che spesso sono soggette a cefalee, a crampi, a cattive digestioni, invano nascondano tutti questi difetti organici come provenienti da eccitazione cronica del sistema o dei centri nervosi. Lo stato di infermità cronica accusa sempre un fisico che nasconde delle caverne inesplorate, e non bisogna illudersi. Scegliete per vostro medio o vostra media una persona giovane e di salute irreprensibile. Scartate le pletoriche e le anemiche: si scelgano le persone di temperamento calmo e un po’passionale; quella calma abituale che nelle persone miti rasenta il sogno di una felicità della vita senza sbalzi: evitate assolutamente le nature feline e, se mi si permette la irriverente espressione, le donne che hanno la vivacità dei gatti in amore; anzi, se si potesse, vorrei che colui il quale comincia si convincesse, per 138

mezzo dei suoi occhi, che la persona prescelta non abbia nei o porri o macchie nere pel corpo, nè pelosa la schiena o il fil delle reni. Coloro che hanno tali segni apparenti mascherano sotto la forza o dell’educazione (vera ipocrisia sociale) o della volontà, sempre uno stato di anomalia psichica che è in completo accordo col fisico. Questo intorno alla scelta, la parte più difficile della operazione — perchè il molto, il grandemente difficile di questo principio duro dell’iniziato è l'accoppiarsi ad un altra creatura in mistico matrimonio di anime, onde il raggio di sole divino spunti a rischiarar l'animo del più forte e sapiente. Se questo non c'è, se le forme si conservano fittizie, se un medio è solo legato a voi col filo di oro del compenso o del dono, o vi ami di altro amore, allora vengono alla luce della luna i neri aborti dell'illusione e in quanto ai progressi psichici... si va a fare i conti coi psichiatri. Detto questo anche a coloro che non vogliono capire il latino, e posto che voi abbiate trovata la vostra compagna ideale, preparata nel modo che ho già prescritto, non bisogna fare altro che cominciare. Qui è necessaria la scelta dei tempi: un altro punto oscuro e calunniato della magia, l'astrologia — intorno alla quale per ora dirò poche parole, per fare intendere ai meno ignoranti che nelle scienze occulte bisogna distinguere quello che è prettamente scientifico, seguendo la ragione dell’assoluto e la sua filosofia, da ciò che vi hanno aggiunto i ciarlatani, gli impostori e gli asini..... ispirati. Ordinariamente si crede che i cultori dell’Astrologia siano degli allucinati che nelle stelle, negli astri e nei pianeti leggano il destino degli uomini dei popoli o delle cose. Questo può essere quando l'astrologo è un veggente che ai rinessi di una luce stellare sente parlare in lui o fuor di lui la voce dell'Ignoto nello stesso modo che un altro legge nel piombo liquefatto o nella farina messa nell’acqua — ma la scienza occulta che è una vera e profonda filosofia della natura, non può permettersi di fondare lo sue basi sulla chiaroveggenza o no di chi se ne serve. Osserviamo la teoria, la legge ed i risultati in materia astro-logica, nei loro principii fondamentali. La Magia[i] il suo gran tutto lo considera nella sintesi di una unità immensa che è l’Universo. L’universo essendo una unità incommensurabile x è eguale in funzioni (ovvero per analogia) a qualunque unità organizzata di un ordine inferiore; il corpo umano è un esempio. Nel corpo umano, considerato come sintesi, si ha una unità organica le cui parti sono le membra, i visceri, le appendici di ogni genere: come ogni membro, ugni viscere, ogni appendice, considerati come unità, è formato di muscoli, di sangue, di cellule ecc. Qualunque movimento di un muscolo o di un membro ha relazione coll'unità organica del corpo umano. Ponete un nomo in posizione verticale, fate che egli sollevi un piede e resti appoggiato su di un solo, tutta l'unità organica del corpo ne risente lo sforzo e l'impressione: così per qualunque movimento o sensazione. Analogicamente guardiamo l'Unità-Universo. Le membra, i visceri, le appendici di questo mostro inafferrabile nella sua sintesi, sono le stelle, i pianeti, il sole, la luna ecc. Un qualunque movimento di uno di queste parti dell’unità ha relazione con tutto il resto a noi visibile o sensibile nello stesso rapporto ed attributo delle membra umane rispetto alla unità del corpo fisico. Questo è innegabile. Non vi è nessuno al mondo che vorrà negare che il sole spuntando ad oriente fa sentire il suo effetto benefico su tutta la terra che illumina; che la comparsa di determinati gruppi di stelle nell'orbita apparente del 139

sole non danno principio alle stagioni; che certi segni dello zodiaco non diano la pioggia o il bel tempo[ii]. Si può obbiettare che nell’uomo-unità la volontà umana non è soggetta a nessuna legge fissa nella direzione dei movimenti delle parti, mentre l'universo si trova soggetto a leggi matematiche nel movimento di tutti i suoi pianeti, tanto che perfino le orbite delle comete da noi maggiormente lontane sono dai nostri astronomi precisate e misurate. Ma questo è falso. Perchè nel corpo umano (microcosmo) come nell'universo (macrocosmo) noi osserviamo una identica analogia tra le leggi fisse dei movimenti prestabiliti e i movimenti accidentali di ogni natura. Esempio. Le leggi fisse: NELL'UOMO—la circolazione del sangue—la nutrizione per la via di ingestione — la rinnovazione dei materiali organici. NELL'UNIVERSO—il movimento dei pianeti, la rotazione del nostro pianeta — il movimento delle stelle verso centri maggiori e il moto dei satelliti accidentali. Movimenti accidentali; NELL’UOMO — qualunque movimento di un organo, volontario o involontario. NELL'UNIVERSO—Le variazioni termiche — i flussi atmosferici — il meteorismo. Gli astronomi possono tentare con le ricerche meteoriche a stabilire approssimazioni, o probabilità, ma fino a questo momento non si è descritta o determinata la legge costante che regola la nascita e il corso dei cicloni, delle tempeste, degli uragani, degli abbassamenti ed innalzamenti di temperatura accidentali, dei venti non regolari ecc. Ora mettendo in relazione le due unità macrocosmo e microcosmo, l'uomo cioè e l'universo, è logico, è strettamente scientifico per quanto non sia sempre sensibile che qualunque movimento di una parte del creato influisce sull'altra parte e ne modifica le condizioni. Noi viviamo sulla terra e non abbiamo bisogno di andare a ricorrere alla stella Sirio o al movimento dei satelliti di Giove per sentire e provare degli effetti appariscenti; il movimento di evoluzione e rivoluzione della terra, l'ecclittica solare e i movimenti lunari ci bastano per determinare le alterazioni che più apparentemente ci toccano. Bastano questi elementi per stabilire che è indiscutibile che l'influsso planetario degli antichi astrologi corrisponde all'azione benefica o malefica dei pianeti sulla nostra natura terrestre. Tutto sta a sfrondare la forma antica e ricercare le verità nella più semplice loro espressione. Dice un astrologo: — Il sole in capricorno ha un influsso malefico Sfido io se vi ha qualcuno che non sia un cretino a riderne. Il sole in capricorno segna il decembre freddo, desolante, gelido: il ceppo di natale in mezzo ai ghiacci, il lupo affamato che esce dalle tane montuose in cerca di vittime, l'inverno nemico del povero si avanza. Tra il freddo, il gelo, la tempesta boreale, il sole ritorna bambino, piccino, sull'ecclitica annuale e la Chiesa cattolica al 25 Decembre fa nascere il bambino Gesù, Gesù bambino come il sole e che risorge al Cielo in Ariete, cioè in Pasqua, quando il sole apre la primavera della natura terrestre! Ora come in questi casi apparenti, dei cambiamenti delle stagioni nell'anno astronomico, così l'influenza del moto apparente del sole e dell'accrescimento o mancanza della luna ha una efficacia positiva e reale, a volta esagerata a volta povera, su tutti tre regni della natura più che ordinariamente non si creda. Certamente io non ricorderò che le relazioni 140

tra il crescere e il mancare della luna ha un appariscente influenza sui granchi, le ostriche, la fecondazione dei pesci e dei molluschi a mare; nè che nelle campagne si considerano nefasti certi quarti lunari per le potagioni; nè che certe febbri paiono assumere nei settenarii (di antica consuetudine) tutto il carattere delle fasi di luna; nè le relazioni sperimentalmente controllate dal Palmieri e dai suoi coadiutori tra l'accrescimento e il mancamento della luna coi periodi eruttivi dei vulcani — però dove un genio venisse a rivelare al mondo le leggi che regolano i rapporti tra i movimenti della luna e i centri nervosi del corpo umano, tutta una grande rivoluzione avverrebbe nello sperimentalismo, e si scoprirebbe il perchè di certe epidemie nervose, attribuite ordinariamente alla circostanza del tempo, e il perchè di tanti ignoti nella cura delle malattie ordinarie che prendono forma benevola o tendenza maligna in un periodo planetario ed in altro scompaiono. Detto questo per semplice chiarimento, e riserbandomi di entrare un pò meglio nelle questioni attinenti alla astrologia quando giungeremo col nostro scritto al n. 7 della cabbala col pianeta W; io consiglio a chi comincia di scegliere bene i tempi per cominciare ad operare. Consiglio i periodi lunari crescenti, e più di tutto le lunazioni di novembre e decembre, o meglio le due costellazioni di scorpione e di capricorno — per tentare le prime operazioni in Ariete (aprile) e lo più complicate in Sole ed in Vergine [iii] per equilibrarsi in Bilancia. Ma perchè non si dica che anche io scriva in ostrogoto, ripeto più chiaramente che gli esperimenti comincino in novembre o decembre in luna crescente, e in completa e perfetta castità, che in quanto a veder il resto quelli che lo potranno, e saranno pazienti e secreti, fedeli al patto e onesti nel desiderare, ben chiaro sapranno leggere nelle linee che più sopra ho scritto e nella nota che a piè di pagina ho in forma teocratica espressa. Scelto e preparato un medio o una madia, atteso il tempo migliore, il lettore mi domanderà che cosa bisogna fare. Domanda semplice che merita la più facile delle risposte; cominciare le sedute, o meglio gli esperimenti in due che volgarmante si chiamano sedute, paragonando questi tentativi sublimi di deificazione alle assemblee dei curiali! Purificate l'ambiente coi profumi. Io consiglio di adoperare in principio la gomma e le erbe odorifere miste insieme alle cortecce di alberi e ai fiori. In decembre della corteccia di pino silvestre, qualche foglia di lauro, dei grani d'incenso a lagrime [iv]. Chi poi volesse i profumi principali secondo le dominazioni planetarie eccone alcuni che si trovano nei rituali antichi: Γ — Sangue di gallo bianco, incenso, mirra, garofano, frutti del lauro, belzuino, ambra. T — Musco, ambra, aloe, rosa rossa, corallo rosso, sangue di colombo, foglie di lauro. S — Misto, speciale il mastice in lagrime. Ρ — Semi di papavero bianco, incenso, canfora. W — Semi di papavero negro, seme di iosciamo, la radice di mandragora, mirra e sangue di pipistrello, zolfo. V —Semi di frassino, storace, belzuino, sangue di rondine e cervello di cervo. U — Radici di elleboro — sangue umano. Poco di tutto. Poi aprire le finestre. Indi ripetere m proporzione più leggiera il suffumigio, rinchiudere e stare. La stanza delle operazioni non abbia mobili numerosi. Che sia netta come altrove ho detto e che i pochi mobili che contenga siano nuovi. 141

I due esperimentatori, l'iniziando e il sensibile, non abbiano vestimenta che premano il corpo. Le donne io consiglio di covrirsi di un solo accappatoio bianco, come il camice dei preti, senza busto o cintola che stringa ai fianchi. I piedi in babbucce nuove e ampie[v]. E si comincino così gli esperimenti di magnetizzazione — i quali consistono nel caricare di fluido o di volontà un sensibile che entri in istato di dormiveglia prima, di sonno profondo poi e poi di sonnambulismo. Come si faccia e si ottenga tutto questo non debbo io dirlo e scrivere, perchè dei trattati di magnetismo ve ne sono molti e io non posso in un trattatello di magia elementare parlare di cose che più ampiamente si trovano scritte altrove. Tanto più che il cominciare così, senza un maestro che inizia praticamente i due esperimentatori, è, tra le trentasei porte dell’occulto, la più difficile quanto si tenta di aprirla da sè e lo sperimentatore che non avrà trovato un maestro che sappia di magia, per lo meno troverà un amico che sappia addormentare una persona sensibile [vi] — e tanto più, aggiungo, che i maghi non addormentano nessun soggetto per far cominciare i loro allievi a produrre fenomeni o se li addormentano e li vogliono addormentare non si servono nè di passi magnetici, nè di toccamenti, nè di altro. Vi sono mezzi non comunicabili per iscritto, ma che si trasmettono da maestro ad allievo, da persona a persona, nello stesso modo che si comunica una corrente elettrica a dei fili che ne sono sprovvisti. Per coloro cui riuscisse difficile tutto, e che abbiano scelto e preparata per compagna una giovinetta, quello delle superfìcie lucide o specchi può essere un mezzo da preferirsi. Parlo dei così detti specchi magici o bottiglie di Cagliostro che indicherò brevemente. Noi abbiamo studiato precedentemente che l'isolamento del corpo fluidico, o meglio della psiche, si ottiene paralizzando la sensibilità di tutta la periferia del corpo umano. Mettere un uomo o una donna in istato sonnambolico secondo la scuola magnetista, mira a isolare tutto ciò che è di mentale, in un soggetto, dalle sensazioni esterne, accentrando coi passi, cioè con gli atti e i toccamenti delle mani, tutta la sensibilità periferica ai centri sensorii: gli occhi esterni si chiudono e si aprono gli occhi dell’anima. Coloro che hanno negata l'esistenza del fluido emanante dalle punta delle dita di un magnetizzatore hanno costatato che l'influenza della luce, o meglio di certe confluenze di raggi luminosi sull’apparato visivo di un uomo o di una donna sensibile generano la stanchezza, e quindi un sonno patologico (secondo la scuola della Salpétrière) o fisiologico (secondo quella di Nancy) con relativi fenomeni nervosi di catalessi, rigidità e via via... Di qui si è potuto discorrere non più di magnetismo animale che le scuole mediche non hanno voluto accettare, ma di sonno per rifrazione, o ipnotismo [vii]. Gli specchi magici di cui tanto si è discorso e si discorre nei libri di varietà occulta, hanno per fondamento la stessa legge. Il classico degli specchi magici è quello metallico degli antichi egiziani. Un ovale, laminato nella parte concava o interamente costruito in rame, oro ed argento, si poneva in un angolo di parete, delle lampade erano disposte intorno in modo che i riflessi delle luci formavano un accentramento luminoso sensibilissimo. La camera era chiusa ermeticamente, in modo che non un alito di vento avesse mosse le fiammelle, e nessun rumore avesse distolta 1'attenzione del sensibile. L'interrogante o sperimentatore si poneva alle spalle del sensibile e gli ordinava di guardare nello specchio concavo... e dopo un poco il sensibile vedeva, cioè entrava nello stato di ipnosi e cominciava con l'aiuto dello sperimentatore (se forte) a percepire le immagini dell’astrale. 142

Ma il più semplice, quello che tutti possono tentare è lo specchio di Cagliostro, quel calunniato Giuseppe Balsamo, siciliano, che ebbe momenti divini nella sua storia umana e che scomparve dalla storia profana come un uccello che ritorna al nido per perpetuare il buon seme nella eternità della missione spirituale! Questo specchio viceversa non è che una bottiglia o un vaso d’acqua limpida. Si stende un tovagliuolo candido di bucato su di un poggiuolo o un tavolo, vi si pone in mezzo una bottiglia d’acqua e una lampada ad alcool di vino si colloca di dietro alla bottiglia. Si ordina alla pupilla o sensibile di fissare un punto qualunque della superficie lucida, senza muover ciglio. Il medio guarda, si fissa, l'innervamento ottico gli stanca la sensibilità ed egli comincia a vedere prima un punto nero [viii], poi il punto nero o luminoso fosco si allarga in una macchia azzurra, e la macchia in un aureola indecisa e poi bianca, indi la visione. Il lettore mi domanderà: —È tanto semplice che si può tentare facilmente. Possiamo? Si può — ma non si aspettino fenomeni strabilianti immediatamente; nelle nostre scienze occulte bisogna armarsi di pazienza, e prima di ogni libro magico consiglio coloro che si incamminano pel duro calle di leggere l'Asino d’Oro di Apuleio, il quale si trova tradotto in tutte le lingue più note; Angelo Firenzuola lo ha tradotto o meglio parafrasato in italiano, nell’ottimo e fresco italiano del suo tempo e tutti possono leggerlo, eccezion fatta di qualche pagina grassoccia che certo è meno indecente e pornografica di qualcuno dei romanzi che le giovinette bene educate divorano. Questo Asino d’Oro e l'ammonimento a tutti quelli che cominciano: pazienza, pazienza, pazienza e pazienza. Soffrire tutto, ogni disinganno, ogni disillusione, parlar poco o niente e tirare innanzi in cerca della ROSA che deve rimutare l'Asino in uomo e poi in Sacerdote di Iside [ix] Tentare la prima volta e non riuscire non significa che si è fatto fiasco. Bisogna ritentare; correggersi e ripetere; studiare e tentare una millesima volta. Il premio non è di chi arriva il primo, ma di chi arriva. Molte volte un soggetto non si magnetizza, non si ipnotizza, non si stanca nè sogna nè vede nè alla prima nè alla decima seduta: continuate e tacete e pregate. Nell’intima e più riposta fibra, del cuore di due individui che vogliono, l'uno immolando all'altro il suo io, una manifestazione del mondo divino o delle forze occulte dell’organismo umano, il desiderio ardente di sollevarsi di sopra al comune degli uomini e penetrare nei limiti della Verità Eterna e una preghiera grandemente sublime, nella quale confluiscono tutti gli ideali della vita ideale, in terra e nell’ignoto della morte! Pregate di esser degno di vedere o di far vedere, di sentire o di far sentire — e la vostra preghiera, espressione riverente del bruciante desiderio della sapienza, commuoverà Elia, lo spirito della occulta iniziazione, il messo di luce, e la luce verrà, Il più difficile, l'ho detto e ancor lo ripeto, è nella scelta del compagno o della compagna. Perchè Mercurio venga, bisogna che intorno al caduceo, cioè intorno alla verga non ancora fatta le due anime si allaccino come serpenti in amore, nella costante armonia di raggiungere un ideale di realizzazione sublime [x] Molte volte alcuni senza guida cominciano bene anzi con risultati insperati e per colpa della persona impiegata come medium sbagliano via e cadono nello stagno del mar morto cui ho accennato vagamento altre volte, e da cui non si esce se non con l'aiuto di Dio. Le prime manifestazioni non possono essere mentite, neanche quando il medium sia unito allo sperimentatore con il laccio di oro del salario, ma dopo le prime sedute se non 143

volete camminare come il cieco, siate scrupolosamente guardingo prima di gettarvi a capofitto nella menzogna fantasiosa di un medium che sente istintivamente il bisogno di ingannarvi. Non vi entusiasmi il primo successo, guardate il poi. In questo esperimento dello specchio di Cagliostro, o della bottiglia, si cominci nel silenzio più calmo. Il medium (nomo o donna) si metta a sedere innanzi alla bottiglia. Chi esperimenta si ponga alle spalle della persona che guarda nell'acqua, in piedi, con la mano distesa in direzione dell’occipite del medium. Si eviti il contatto. Io consiglio che tra lo sperimentatore e il medium, specialmente se questo è rappresentato da una giovinetta, non vi sia mai contatto, in nessun modo, neanche di una mano, mentre si è in operazione[xi] Se nello spazio di 30 a 40 minuti il sensibile non vede niente, ripetete l'esperimento almeno sette ore dopo, e se si vuole aspettare il giorno seguente si scelga la stessa ora del giorno in cui si è cominciato. A questi esperimenti di visione per mezzo dell'acqua che conducono il medio o la media al sonnambulismo lucido sono contrarie le giornate molto meteoriche, in cui il barometro è nervoso e mutabile: migliori i tempi secchi e sereni e in ore di notte, in cui è facile produrre l'oscurità nel laboratorio, in modo che la fiamma ad alcool bruci sola nella stanza e il riflesso dell'acqua illumina la faccia del veggente[xii]. Se le visioni cominciano, con la calma e la pacatezza più filosofica, siate scettico e attendete. Non crediate che tutto ciò che un sensibile possa cominciare a dire sia oro di zecchino. Non bisogna provocare la propria illusione, se no si piomba in tutto e per tutto nel vaniloquio sentenzioso di tutte o quasi tutte le manifestazioni loquaci dello spiritismo ordinario. Siate estremamente oculati. I primi spiriti[xiii] a manifestarsi sono le simili-nature. Qui entro in una questione molto delicata della scienza sperimentale, e richiamo su queste mie osservazioni, che tutti possono controllare anche in contatto di medii dello spiritismo ordinario, intera l'attenzione di chi mi legge—e rivolgo a coloro che cominciano senza un maestro la preghiera di riflettere con ogni cura a questa costante riproduzione del fenomeno delle simili-nature. Questo nome di simili-nature sembra nuovo nella scienza dell'occulto, ma non vi è parola che corrisponde all'esattezza dell'idea più di esso, Procediamo per gradi. Ponendo innanzi ad una bottiglia d'acqua o magnetizzanlo un sensibile, il primo fenomeno fisico che si presenta è l'entrata del medio in ipnosi: la quale parola nel moderno linguaggio medico vuole indicare il primo stadio dell'ipnotismo, uno stato di dormiveglia suparficiale che il minimo movimento esteriore (luce, suono, calore, contatto) può disperdere e far ritornare il soggetto alla realtà delle senzazioni comuni. Questo stato di ipnosi, nei soggetti naturalmente lucidi, è lucido [xiv]; viene nel soggetto prima come un lampo fugace di lucidità, poscia, continuando, aquista maggior durata e profondità e genera il fenomeno di visione. Da uno stato superficiale di sonno, si entra in uno stato profondo di sonno lucido. Le manifestazioni di veggenza seguono questo procedimento—e in coloro che esperimentano avviene spesso l'inganno di credere che lo stato di ipnosi (superficiale o profondo) sia sempre e costantemente accompagnato dallo stesso stato di lucidità, e che basti immergere lo stesso medio in uno stesso stato di sonno per avere gli identici fenomeni mentali. 144

Questo è un errore in cui capitano tutti, perchè i medici che sperimentano i soggetti non vanno oltre ai fenomeni di ordine puramente fisici delle persone ipnotizzate: chi ha fatto studii in proposito, mi intende chiaramente. Addormentando una persona purchessia col medesimo metodo più volte, tutti i fenomeni esteriori si riproducono con una fedeltà indiscussa ogni volta che la persona si addormenta. Se, imitando il metodo seguito dai medici sperimentalisti, vi proponete di ripetere gli esperimenti eseguiti dagli altri precedenti (quello sulla illusione sensoria p. e.) i fenomeni si succedono e si rassomigliano come gocce di acqua e provano che i fenomeni di ordine fisico si riproducono con costanza. Ad una donna ipnotizzata versate in un bicchiere dell'acqua; offriteglielo come del buon madera e lei sentirà tutta la voluttà sensuale di chi davvero beva del madera e ve lo dimostrerà. Ripetete l'esperimento di oggi altre cento volte, in cento giorni differenti e il fenomeno si riproduce integralmente: voi allora formulate la vostra brava osservazione: che i sensi di una qualunque persona ipnotizzata sono ipnolizzabili e ingannevoli. Così per tutti i fenomeni di ordine fisico. Però i medici esperimentatori non tengono conto DEI FENOMENI MENTALI TRASCENDENTALI, QUALI SI RIPRODUCONO NELLO STESSO SOGGETTO NON SEGUENDO LA COSTANZA DEI FENOMENI FISICI, MA UNA LEGGE OCCULTA DI CUILA MAGIA HA LA CHIAVE E CHE L'ASPIRANTE MAGO DEVE CONQUISTARE. Di ciò possono far fede tutti i medii scriventi ed auditivi dello spiritismo ordinario, perchè tutti osservano l'incostanza delle manifestazioni intelligenti, circostanza talmente palese che si sente il bisogno di ammettere delle anime di defunti che vogliono prendersi trastullo dei vivi[xv]. Osserviamo nella pratica da cui siamo partiti — eguale nei fenomeni mentali ad ogni medianità — ciò che succede. Appena il sensibile ottiene il primo fenomeno di visione, la sua fisonomia riceve una impressione speciale. Qualcuno impallidisce, qualche altro arrossisce; nell’uno l'occhio si vela, nell’altro si socchiude o si chiude; in questo viene un fremito leggero nelle membra in quello la pupilla diventa vitrea, in quell'altro il tronco si irrigidisce. Ma generalmente si può tenere come legge, che l'aspetto esteriore acquistato dalla persona che entra in ipnosi la prima volta si riproduce costantemente identico in tutte le altre sedute. Ora poniamo che la prima volta il medium abbia visto bene[xvi] E’impossibile che all’osservatore sfugga dalla mente lo stato fisico speciale in cui è prostrato il veggente—poniamo che nell'attimo della visione, (istante che pare spesso un lungo periodo di tempo, come nei sogni, nei quali la vita di mesi si svolgo in minuti) il sensibile veli gli occhi e impallidisca o tremi, viene spontanea la supposizione che ogni volta che le forme esteriori del sensibile acquistino quella identica parvenza, il fenomeno della visione debba ripetersi con l’identica esattezza. Ma l'esperienza dimostrerà agli sperimentatori che tutto ciò è inesatto. La impressione fisica e lo stato ipnotico stesso si ripetono in continuazione, ma non in continuazione si manifesteranno le visioni vere. Avviene questo: a misura che non si hanno visioni, entra in giuoco l'entità psichica della media, una specie di fattore incosciente della fantasia, una seconda natura della dormiente che ha tutte le passioni, tutta l'ignoranza, tutta la menzogna, tutta l'ipocrisia, tutto l'interessamento e tutta la ragionevolezza della dormiente nel suo stato di veglia, e 145

di essa è più intelligente di un sol gradino, di pochi gradini al più. Allora le visioni — meglio le pretese manifestazioni dell'ignoto—non sono da attribuirsi alle creature invisibili estranee ma alla entità psichica incosciente della media [xvii] Da qui tutti i primi insuccessi di coloro che credono fermamente in quanto queste seconde nature o simili-nature della media consigliano o predicano, e se la credulità invade lo sperimentatore coecus coecum ducit e la matassa s'imbroglia senza speranza di sollecita uscita. I deviamenti allora cominciano e si susseguono in orrori e in tentativi vani, e le idee più strane e paradossali entrano in ballo, e queste simili-nature portano come tante larve demoniache, a disordini carnali e a tentativi stregonici di ogni genere. Spesso le cose più illogiche, più irragionevoli, più contro natura, più immorali si pescano e si credono come infallibili chiavi di un progresso psichico che non arriva mai: le vittorie si prevedono sempre pel domani, e questo fatal dimani, nunzio di luce, non arriva mai: allora i più fermi esausti conchiudono che niente esiste oltre il visibile e i più deboli diventano invece decadenti in tutte le facoltà, divorati dal desiderio e dalla testardaggine di arrivare per una falsa via al porto di salvezza. Queste sono le simili-nature che dettano a corti medii scriventi lunghe pappolate piene di parole e di sentenze che non hanno nè capo nè coda: queste sono le entità invisibili che creano l'orgoglio nei principianti, preparando loro delle disillusioni e dei pentimenti terribili; queste son capaci di ogni errore o di ogni disordine fino a condurre il loro obbediente ispirato al manicomio criminale. Ho detto che bisogna aver diffidenza delle manifestazioni medianiche appena le rivelazioni cominciano ad acquistare la parvenza dell'inverosimile—anzi appena il primo insuccesso si avveri, ed allora bisogna investigare nella vita intima del medio: qualunque operazione sessuale compiuta da un medio che cominci a vedere nello stalo di castità, basta a generare l'apparizione di una simile-natura. È sotto questo rapporto che io ho consigliato di preferire le giovinette, le vergini di animo e di corpo, perchè la garenzia contro il demonio della carne è maggiore; perchè la prima volta che un medio nel suo sonno superficiale vi ha mentito, è una simile natura che si è affacciata e quando questa vi ha contagiata di mistificazione e di orgoglio nessun libro, nessun ragionamento, nessuna persona vi trarrà dal mal passo, perchè voi non crederete a nessun libro, a nessun ragionamento, a nessuna persona, ovvero ritorcerete ogni ragionamento, ogni libro, ogni consiglio alla vostra idea fissa e non vi salverete se non il giorno in cui sarete capace di uno sforzo erculeo, in cui avrete troncato ogni rapporto col medio, in cui vi sarete purificato di ogni contagio e sarete tale eroe da gridare — Ho percorso una cattiva rotta; punto e da capo: ritorniamo alla sorgente! Apro qui una parentesi per spiegare un’altra delle erronea credenze di tutti. Si crederebbe da quanto ho cominciato a dire che non vi è magia senza medii lucidi e che la condizione assoluta per operare sia quella di possedere un buon medio. Niente affatto. Il lettore non perda di vista che io ho consigliato tutti cotesti primi esperimenti alle persone di buona volontà che non trovano un maestro cui affidarsi. E siccome la via di scegliere un medio o una media, svilupparsi e poi assorbirne le qualità e le proprietà e la più rischiosa, io abbondo in ragionamenti per evitare disastri. Ma la magia si fa sempre senza nessun medio e nessuna media: invece tutte le persone di volontà, ardite e non temerariamente pazze, appena abbiano la forza di seguire a puntino le prescrizioni di un maestro, sotto cui si pongono, o la costanza di tentare con un sensibile coi precetti che io espongo, possono riuscire [xviii]. 146

Affinché non nascano equivoci e ben si distingua la pratica della magia della pratica dello spiritismo ordinario si rifletta che questo ha fondamento di ogni sua esperienza sulla medianità,.mentre la magìa nei suoi effetti e nelle sue cause non è, come scrive egregiamente il Dott. Carlo Du Prel, che una scienza naturale ignorata. Le vie per conquistare la chiave di questa scienza sintetica e ignorata dal volgo possono esser varie, non ultima quella di avere e procacciarsi un medio o una media per cominciare. Sarebbe curioso un mago seguito da una turba di sonnamboli è di medii e di veggenti! il Mago arrivato, vera riproduzione del Cristo degli evangelisti, semplicemente e senza apparati scenici compio il suo miracolo in presenza di un volgo che non vede, non sente non capisce che il più umile ammiratore del fenomeno è il maestro che non ha bisogno di mostrarsi autore e creatore. (continua) GIULIANO KREMMERZ [i]

Vedi Mondo Secreto, 1897. La filosofia panteistica indiana, divulgata in Europa dagli Arabi, maturò i tempi di Giordano Bruno. Il quale monaco, arrostito dai santi inquisitori, che serve in Italia di vessillo a tutte le ribellioni filosofiche e politiche, considerava appunti che l'Essere è l'unita, che in lui si confondono materia e spirito, finito ed infinito; ed in questa unità immensa, dice Zanoni (La Civiltà pag 265), raffigura la natura come uno specchio, dove tutte le cose sono emanazioni della divinità. Questo che scaturisce dalla filosofia del Nolano è unitario secondo la cabbala e il monaco ardito che irrompe furiosamente eloquente a raggruppare nell’unità dell’Essere tutto ciò che esiste nel macrocosmo, ripercuote su tutta la gente teologizzante del suo tempo l'antica concezione del Gran Tutto dei Magi antichi. Il Cogito, ergo sum di Cartesio dopo del Bruno, bandi ai volghi che nel Essere-Universo il pensiero è dominante la materia. Io pensa, dunque io esisto: questa è l'affermazione dello spirito sulla materia, della volontà dirigente sulla inerzia del resto. Di qui Spinoza, Hegel, Fichte, Schelling. Tutto ciò ricordo per fare intendere a coloro che senza studio alcuno disprezzano la filosofia occulta, che quella dei più diffusi sistemi non si allontana nel concetto dell’Unità. Se un teologo scolastico vi prende di traverso, ricordategli che il Dio dei Cristiani, tramutazione filologica del Geova ebraico, nei suoi comandamenti dice: Io sono il signore tuo Dio e tu non avrai altro Dio fuor di me. Questa affermazione, cangiata pei volghi in comandamento, insegna che il concetto dell'Ente Supremo dagli ebrei agli ebraizzanti e ai cristiani, è stata sempre la stessa: Io sono l'Ente, sono ciò che è, e fuor di me non vi è Dio.... neanche il NULLA; cioè il nulla sarebbe rappresentato dalla negazione dell’Essere o Ente, Universo cui corrisponde il Diavolo, che è negazione e menzogna secondo il concetto occulto e palese della religione. Il buon abbate Metastasio, piamente cantava: Dovunque il guardo io giro Intorno Iddio mi vedo... e diceva lo stesso di frate Giordano Bruno, senza correre il rischio di essere arso in Campo di Fiori. [ii]

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[iii]

" Tu ben sai, mio figliuolo, che di Vergine sei figlio, e se Vergine violi uccidi il germe del tuo popolo e diventi parricida ed incestuoso ed in tal modo il cervello ti brucia: ma se Mercurio sai attirare con la Vergine Gloriosa, ponendole sotto il piè capovolta la luna, tu, a tua volta, diventi padre di semidei. Perchè se all’acqua di Orione, tu congiungi col filo di Arianna antica il bianco Mercurio della Luna di Vergine, e sai allontanar il focoso Marte, avviene che i tuoi occhi vedranno quello che non videro mai e potrai falciare il miracolo colla falcata luna rivolta a terra. Per questo se padre mi riconosci sappimi strappare il secreto allontanando la canna della tua insufflazione dalla verga di Mosè e di Aronne che è la mia verga e mantienti coagulato se non vuoi per generosità che io ti dissolva. Qui riconosci il secreto saturniano che è donno di vita e di morte, di amore, di generazione e di dovizia, e non obliare che in Virgo preparerai coi metodi dell’arte, la Verga come il tuo maestro ti insegna, senza nodi e di taglio netto e reciso con la falce in forma di crescente consacrata: senza Verga di Vergine mago non diventi, nè intendermi a rovescio che semini nell’arena il tuo Mercurio, nè pretendere che io scriva più chiaro, domandane l'intelligenza al tuo duce." (Dal mio libro Delle Stelle e dei Soli di prossima pubblicazione). [iv] La varietà dei profumi adoperati nella pratica è grande: eccone altri: Incenso vero, incenso di pino, gomma di pino, mastice, gomma aloe, sandalo rosso, sandalo giallo, zafferano, muschio, menta, zolfo, pece nera, belzuino, storace, salvia, rosmarino, alga, canape, orzo, le rose, la timiana, la violetta ecc. Si comprende che quanto più si progredisce meno si ha bisogno di profumi. [v] La necessità della veste nella pratica della magia viene principalmente da questo che la circolazione del sangue non deve in modo alcuno essere interrotta o rallentata: quando non ci sia pericolo di morte si fa fiasco nei risultati. [vi] Con le molte persone profane con le quali ho avuto contatto, ho dovuto persuadermi che più gente capace di magnetizzare non si accinge a provare per mera pusillanimità: si ha paura di non poter svegliare la persona che si addormenta. Ho detto che è da bambino il creder questo, perchè chi addormenta può svegliare rifacendo alla rovescia le operazioni fatte per addormentare. Ma quando tutto manchi vi sono due eroici rimedii, il soffio freddo persistente sugli occhi e sulla fronte e le bagnature fredde alle mani e alle tempia—e se il soggetto comincia a parlare e dà segni di sentire, basta un ordine secco: svegliati. Queste notizie lo scrivo per chi non ha il coraggio.. di addormentare una donna, o un uomo. [vii] Vedi pag. 360 le notizie sul braidismo. [viii] Si dice al sensibile semplicemente cosi: scegliete un punto luminoso dell’acqua e fissatelo. Resistete quanto più potete con gli occhi aperti (cioè senza chiudere palpebra). Il sensibile cosi fa. Appena avvisa che il punto luminoso scelto diventa nero è segno che già la sensibilità visiva esterna si ottunde. In quanto poi alla luce azzurra o aureola azzurra essa è sempre foriera della luce bianca o astrale che vien dopo. Così tutti coloro che si mettono all'oscuro perfetto e cominciano a vedere nelle tenebre dei cerchi concentrici e mobili di colore azzurro carico, sono predisposti alla visione astrale. [ix] Martinez Pasqually in operazioni di magia fece avere ai suoi discepoli, a Bordeaux, delle apparizioni. Quando i discepoli, lontani dal maestro, andarono a tentare e non ebbero risultati si lagnarono aspramente, il Pasqually scriveva ad essi: ma che credete che io sia padrone di mandarveli? persistete e procurate di riuscire. Vedi a tale uopo PAPUS, Vita di Martinez de Pasqually. 148

[x]

Il caduceo di Mercurio è stato per secoli il simbolo della medicina, il secreto ermetico della quale è appunto espresso nella posizione dei due serpentelli in amore. Questa nota non possono capir tutti, non perchè alcuna cosa vieti il dirlo, ma perchè non tutti quelli che leggono riescono ad afferrare il senso pratico del secreto espresso in questo caduceo che Apollo donò a Mercurio messaggero dei cieli e che da lui ebbe la lira famosa delle sette corde. Tentiamone la spiegazione nel senso pratico. I due serpenti in amore rappresentano il binario W e R, come le due colonne del Tempio massonico; se non che il serpente maschio W, onde la verga acquisti le ali, in abbracciamenti spirali avvolge la femina :. Ciò che prova che in materia di magia naturale e divina nessuna realizzazione è possibile se un principio creatore non agisce per amore, corrisposto o no, su di un passivo. Ora in medicina il principio attivo sanatore non può produrre il suo effetto sull’ammalato se non avvolgendolo in amplesso di concupiscenza astrale, come i due serpi. Oramai la scienza profana a furia d'investigare sta vicina a risolvere l'azione del principio sanatore o terapeutico dei tre regni risolvendo l'azione e la sede di ogni principio morboso nel corpo umano, ogni fenomeno manifestantesi nel quale ha fondamento nella psiche, o centro impressionante sensibile di tutto l'apparato nerveo. Ritornerò sull’argomento appena io entrerò nel secondo ternario, parlando in 2 dell'odio) e dell’amore. [xi] I toccamenti o passi sono del magnetismo. La scuola magica si serve di un magnetismo trascendentale, che evita il contatto immediato. Quando una operazione di magia comincia, non toccate mai l'operante. Il perchè di questo è facile intendere: dalla pelle del corpo emana una corrente fluidica che all'avvicinarsi di un altro corpo può essere interrotta, deviata o assorbito ed allora addio fenomeno! [xii] Bisogna aggiungere a digestione fatta. [xiii] Qui spiriti non è nel senso di anime di morti, ma di emanazioni fluidiche o psichiche intelligenti. [xiv] Nelle giovinette di vita semplicissima è quasi sempre e naturalmente così. [xv] Io mi studio a discorrere dei fatti e degli esperimenti, e chieggo scusa se cito gli errori comuni dell’ordinario spiritismo. [xvi] Generalmente la prima volta si vede sempre bene per una ragione che osserveremo in seguito e per la quale la vita medianica lucida in tutti gli uomini e in tutte le donne si apre sempre con una manifestazione vera, cioè che resiste al controllo dei fatti. Di qui la grande fierezza di tutti i principianti, ognuno dei quali si crede mandato sulla terra come una preferenza ed una eccezione del Dio-Unico. Io, senza essere un S. Francesco d’Assisi, nè un Tommaso da Kempis raccomando ai principianti di essere umili anche innanzi a sè stessi; la vita universale è in tutti i membri dell’universo: ogni foglia, ogni seme, ogni creatura, ogni cellula è particella e riproduzione dell’Ente-Universo; lo spirito di amore ci fonde nello spirito universale che è lo spirito di Dio, e quindi per suonare amore deve suonar pace ed umiltà. L'orgoglio umano e figlio dell’ignoranza, e l'orgoglioso parte da una premessa falsa che gli altri non siano come lui; ma l’origine di ogni caduta dell’orgoglioso è nel suo egoismo. — Chi e fatto segno a manifestazioni intellettuali di ordine superiore non insuperbisca nè si creda il prediletto dei prediletti: perchè dove la virtù non rattenga i principi dell’invisibile, si finisce bestemmiando la menzogna coi palafrenieri dell’ignoto. Avviso gli intelligenti. [xvii] Coloro che hanno un maestro e che cominciano ad avere manifestazioni dell’invisibile, subiscono lo stesso 149

procedimento naturale. Cominciano con l'avere in un primo periodo vere manifestazioni dell’invisibile intelligente... poi impantanano, entrano nel profondo stagno dell'errore. La logica comune consiglierebbe al maestro di aiutare il discepolo ad uscire dal pantano, viceversa se si vuole il bene del discepolo lo si deve maggiormente ricacciare nell’errore ed aspettare che lui ne esca per reazione ed allora il discepolo non ricade più nello stagno e nell'insuccesso. [xviii] Ripeto quello che ho accennato precedentemente.. Il Cristo nasce da una Vergine e da Giuseppe, cioè l'accumulatore, perchè Giuseppe in ebraico significa appunto accumulatore. Riducete questo simbolo a quanto io sto dicendo, e capirete il perchè del bisogno di un sensibile quando manca il maestro.

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IL CASO DELLA VEGGENTE DI NAPOLI

I lettori di giornali politici di ogni paese, tra i fatti diversi avranno letto questo della Signorina d’Ettorre, che ha mantenuta desta la curiosità del pubblico per alcuni giorni. Da quanto ho letto nei giornali italiani (e perfino sull’Echo du Merveilleux) si è trattato di uno dei soliti casi di conversazione dei mortali col Bambinello Gesù, conversazioni e casi che si ripetono con la stessa petulanza isterica di tutte le figlie di Maria nelle congreghe di questo nome di tutto il mondo. Innanzi tutto ecco brevemente quanto è avvenuto per chi non avesse letto l'avvenimento nei suoi particolari. La signorina Almerinda d’Ettorre, una giovanotta colta e intelligente, pittrice per giunta, un bel giorno entra a conversare col Cristo che ella dipingeva sulla tela. Se non è così poco manca. Fatto è che le profezie a lei fatte dal Cristo, suo sposo mistico, tenevano dello sbalordente! Il 9 agosto doveva morire, e la sua morte sarebbe stata annunziata al mondo con un tremuoto, un uragano, un ecclisse di sole e la comparsa in cielo di una croce nera. Il 10 agosto avrebbe dovuto risorgere e mettere alla luce il Messia che coverto di un bianco velo avrebbe dovuto essere a tutti visibile per qualche giorno. Il qual Messia sarebbe stato il definitivo rigeneratore del mondo; quindi la morte del Papa e la comparsa di un Sacretano di Cristo in terra. Si comprenderà facilmente che tali panzane sullo stile dei più allucinati tra gli allucinati mistici non riuscirono che a sorprendere il popolino in una città piena di fervida fantasia e... di umorismo fino come è Napoli: e i giornali mantennero desta l'attenzione del pubblico, per un fatto che formò il sostrato di ogni dubbio anche della gente che passa per colta e che innanzi al meraviglioso trepida sconcertata. Chi andava a visitare la signorina era colpita dalla sicurezza con la quale le cose si affermavano non solo dalla Almerinda d’Ettorre, ma anche dalla famiglia di lei, dal padre, dalla madre, dai fratellini, dai frequentatori. E da quanto mi è sembrato di leggere di noti medici che ripetuta-mente visitarono la così detta veggente, parrebbe che le ripetute visite di costoro alla inferma fossero generate anche un po’ dal contagio dell'illusione che in quella casa prendeva tutti. Inutile dire che giunta l'ora della morte la signorina con scandalo grave dei credenti non morì, che il cielo non si oscurò, che papa Leone continua a digerir male le minestrine, le encicliche e i libri di monsignor Bonomelli. Però come tutti han detto la loro opinione, colgo l'occasione per avvisare i lettori del Mondo Secreto che se essi riducono i fatti esposti a tutto ciò che ho scritto finora, troveranno che il fenomeno, meno i chiassi e la reclame, rassomiglia a tutti gli altri che, in proporzioni più piccine, si manifestano in tutti i piccoli ispirati e spiritati dello spiritismo volgare, di cui ho discorso nel fascicolo del 1897. Alcuni si sono contentati di chiamare la signorina isterica, altri che la casa era di una famiglia di matti; viceversa riducendo le cose alla vera portata della SCIENZA, le 151

profezie non avverate sono da ridursi alla comparsa della famose simili nature delle quali io comincio a parlare in questo fascicolo di agosto. Son sicuro che se si interrogano uno per uno i membri della famiglia d'Ettorre in men che non si creda si avrebbe la pruova certa che prima delle famose profezie relative al Mondo, al Papa, al Messia e alla Rigenerazione, la Signorina avrà dovuto imbroccare nell’intimo della famiglia due o tre dozzine di piccole profezie avverate e di piccoli miracoli, tanto da gonfiarsi e fare la frittata che si è fatta. La costituzione isterica della signorina avrà facilitato nei primi tempi la comparsa di un x intelligente; se si fosse trovata in contatto di persona che avrebbe potuto coltivare, senza empirismo, questa sua facoltà a grado eccelso lo sviluppo psichico di lei si sarebbe certamente portato; se non che avviene sempre che empiricamente si forza la mano, la lucidità se ne va, e le panzane si sballano grosse come carciofi dell'alma Roma. Avviso perciò chi si trovi in identiche condizioni di andar cauto, prima di tuffarsi nel ridicolo di profezie che fanno fiasco. Quando qualche cosa che non si spiega vi ha dato delle pruove di successo; quando tutto ciò che vi dice non esce dal limite del vostro interesse e della vostra responsabilità, fate e credete quanto riesce comodo di credere. Ma appena il vostro ignoto visitatore comincerà a parlarvi di interessi umani o di nazioni come l'umanità e le nazioni fossero un gregge disprezzabile, ricordatevi che il Dio degli occultisti è una SUPREMA RAGIONE di tutto l'universo, e la ragione suprema è la Scienza, vera luce divina, che rifugge dai portenti che non hanno nè capo nè coda. Il messia che deve arrivare con lo schiuderei del secolo 20° è il tratto di unione che unisce la Fede alla Scienza, e dà alla Scienza la direzione della fede delle masse.

KREMMERZ * *

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Ai nostri lettori

Una società per gli studi, le ricerche e gli esperimenti psichici a Napoli Ad iniziativa di alcuni amici dei nostri studii, si prepara a Napoli la costituzione di una Società per le Ricerche Psichiche. Il titolo, un titolo ampio come la misericordia, abbraccia ed affratella tutti i socii futuri nell’ideale della ricerca della verità, a qualunque scuola siano ascritti. Occultisti, spiritisti, teosofi, esperimentatori e volenterosi di imparare si troveranno a loro agio. 152

Il programma è molto semplice e suscettibile di esser meglio delineato quando la sottoscrizione avrà raggiunto tale un numero di aderenti da poter contentare un po’ tutti. Scopo principale è di creare un centro per le riunioni, per gli esperimenti dei medii, per le conferenze e facilitare la costituzione di una biblioteca speciale, che aiuti nelle ricerche chi ne ha bisogno. Il Mondo Secreto si mette fin d'ora a disposizione della società per la pubblicazione degli atti, dei verbali, dei resoconti o delle conferenze—e si augura che gli studiosi vogliano aderire e portare al Circolo nascituro il contributo della loro esperienza. Gli aderenti che non risiedono a Napoli possono diventar socii corrispondenti e mandare le loro memorie in iscritto ove ne fosse il caso. Le adesioni si ricevono presso la Libreria DETKEN & ROCHOLL, Piazza Plebiscito, Napoli.

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FASCICOLO .IX. - Settembre -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA

NOTA DI MAGIA PRATICA AL N. 3

Il lettore intelligente, che e al corrente di tutti i moderni studii dei materialisti sul sonno ipnotico, domanderà semplicemente questo: ma le vostre « SIMILI NATURE » rappresentano l'incosciente dei medii? Non facciamo confusioni. L’incoscienza in qualunque persona è rappresentata dalle concezioni di apparenza impulsive, ma che nella pratica dell'ipnotismo si rivelano di origine umana, materiale e sensoria. La sensibile dormendo ipnotizzata, o sveglia e suggestionata in precedenza, può derogare alle sue abitudini, alle sue idee fatte, e comparire quella che realmente è: ciò vale a dire che sotto l'imposizione di una volontà o di un agente fisico, qualunque persona, debole come volontà e come carattere o qualunque persona falsa a furia di sforzi di educazione esse si manifestano nella loro realtà. Questa incoscienza quando è prepotente si confonde con l'istinto prepotente e riproduce o naturalmente l’individuo allo stato naturale (d'oc secondo la sua natura e senza gli orpelli della ipocrisia sociale) o l’individuo nello stato di idee imposte temporaneamente dagli altri. Serviamoci di esempii: Ponete un uomo progredito psichicamente a grado alto; un uomo la psiche del quale sia evoluta nel senso dell’amore dei prossimo e della giustizia ideale e che abbia questo sentimento non per sciorinarlo al pubblico come fanno i bigotti della ipocrisia sociale, e i sacerdoti per professione che speculano sulla rotondità delle parole bene sonanti — ma che naturalmente sonta la tendenza irresistibile al bene. La prima volta che lo si porrà nell'alternativa di uccidere e di essere ucciso, si adatterà a essere ucciso[i]. La sua volontaria abdicazione alla vita animale non è viltà, come non era viltà quella dei martiri cristiani che invece di rinnegare il loro Dio Ideale si davano volontariamente in pasto alle fiore del circo o si facevano crocifiggere. In questi uomini è prepotente più dell’ideale dell'animalità, l'ideale della mentalità e del bene. Nel campo dell’ipnotismo, in cui non entra nè il bene nè l'ideale, avviene che addormentando la sensibilità periferica si sveglia l'animale, che spesso giace, suggellato dalla educazione sociale, 154

dormiente in fondo a questa imperfetta imitazione di Dio — e questo incosciente che la ragione quotidiana non conosce neanche di vista, si affaccia prepotente e bestiale o intelligente e scandaloso e maraviglia nelle sue estrinsecazioni in perfetta contradizione col io noto nella vita quotidiana sociale. Se è debole, cioè plasmabile, la parola dell'ipnotizzatore lo impressiona e si hanno i fenomeni di soppressione della volontà e la riproduzione allo stato di veglia del comando ricevuto nel sonno. Così la pratica dell’ipnotismo dà la pratica conoscenza dell'in-coscienza nello stato di esperimento nel laboratorio medico[ii]. Invece le simili nature di cui io parlo e per gli effetti delle quali molti aspiranti maghi hanno le costole rotte, sono di natura larvale[iii] sono creazioni abortite dal desiderio delle medie e degli operanti. Che cosa sono le larve? Mi esprimo con dei paragoni: un povero, che non si rassegna alla povertà, e un monaco, che non abbraccia il celibato come un paradiso, rappresentano due esistenze infelici, in lotta perpetua tra lo stato di fatto e l'aspirazione: la loro vita trascorre in una continua bestemmia per la loro impossibilità di realizzare le proprie idee. La loro bestemmia è la realizzazione del rovescio di quanto desiderano. Il loro desiderio esaltato dal bisogno dell'immaginare la cosa tanto più grande per quanto più è lontana, si riverbera nella bestemmia che è un imprecazione animata dal desiderio cupido e emessa con l'entusiasmo pazzo dello squilibrato[iv]. Dice la gente superficiale che la bestemmia è vana parola: ma la gente che la considera come una esplosione del desiderio non deve vederla che come una coagulazione di fluido o forza psichica emessa dall'ignorante infelice: della sua infelicità costui crea una larva, cioè un desiderio infelice vitalizzato che aumenta di forza e ingigantisce a misura che la ragione oscilla e il desiderare diventa smodato. Nello stato di concupiscenza sessuale come nello stato di qualunque desiderio angoscioso, le proprietà buone del fluido umano si ammorzano. La magia pratica è difficile appunto per questo scoglio terribile, perché il mago che desideri è un uomo volgare che non raggiunge il suo scopo e di questo discorreremo ampiamente nel nostro studio sull’amore in magia, nel parlare del pianeta Venere secondo il sistema misto che stiamo illustrando. Ora qualunque desiderio che esplode, come dinamite, caricato di fluido psichico umano, reagisce sul cervello — tal quale come una palla di bigliardo che spinta con forza contro un argine del piano di gioco ritorna tanto più vicino al punto di partenza per quanta la violenza è maggiore. Il desiderio condensato in una emissione di fluido e spinto materialmente contro quell’enorme ostacolo granitico che è l'indifferenza dei proprii simili, rimbalza al cervello di chi lo scarica — e in questo centro malato si snoda l'immagine ispida e schifosa della follia delinquente, sotto la diafana e nebulosa parvenza di una persecuzione che diventa un delirio che non ha tregua[v]. Esistono le larve? fluidicamente sì, e sono gli aborti delle operazioni del desiderio in cui la volontà dell’uomo allo stato sano è assorbita dalla sregolatezza della cupidità. Gli antichi, o, meglio, i profani annotatori dei libri antichi confusero le larve con gli spiriti dei morti e in molti vocabolarii di tutte le lingue tu troverai che le larve furono credute anime dei cattivi, mentre l'origine della parola, e uno dei sensi di essa, bisogna 155

ricercarla nella etimologia, dividendo la parola negli elementi letterali. In fatti gli occultisti hanno sempre accennato alle larve quando si è trattato di morti premature e violente in cui i desiderii della vita si fondono con lo spirito umano, immaturo alla morte coll’ultimo sospiro dell’assassinato[vi]. Generalmente ogni emissione di fluido sotto la prepotenza di uno spasimo è di consistenza larvale e rappresenta il predominio dei sensi sull’equilibrio mentale e preannunzia lo stato di pazzia per impotenza. Shakespeare ebbe l'intuizione della imprecazione come preludio della degenerazione mentale, nel Re Lear[vii]. Lear nella notte della tempesta — pieno di dolore per l'ingratitudine delle figlio impreca alle saette e. alla natura. Il buffone gli dice seccamente: — chiedi la benedizione delle tue fìglie, questa è una notte che non ha pietà nè dei savii nè dei pazzi. Se fosse vero che un genio si incarnasse nel poeta inglese, quella tempesta dogli elementi meteorici era analoga alla tempesta della anima del Re infelice e la risposta del buffone è una verità della scienza dell'avvenire, che quando la mente umana è sotto l'uragano delle passioni senza guida, le larve del desiderio, fluidi emessi parzialmente, non risparmiano chi le ha partorite, chiunque esso sia e lo preparano a disordini mentali. Ma ritorniamo alle nostre esperienze. Le simili nature hanno consistenza larvale, perchè cominciano con la fluidificazione di un desiderio, e si affacciano appena lo sperimentatore e la sensibile si accingono a concretare le loro aspirazioni nella pratica, appena spunta l’orgoglio in uno dei due, appena una aspirazione reale si delinea. Io consiglio colui che comincia così a sperimentare la possibilità di un intervento intelligente, dopo la prima manifestazione che non risponde ai fatti, di interrompere le sedute per almeno sette giorni e di cambiar metodo cercando di condurre il suo sensibile in uno stato protondo di sonno, stancandolo e non domandando mai. Il soggetto, presso cui si affaccia qualcuna di queste simili nature comincia a manifestare incoscientemente lo stato suo di desiderio e a questo punto bisogna interrompere e per sempre con ano stesso soggetto. Le simili nature crescono prodigiosamente di vigore e come di lor natura sono larvali, così sono vampiriche ed appiccaticce: dal medio passano allo sperimentatore e quando questo o preso negli artigli suoi il purgatorio di S. Patrizio diventa lungo e tormentoso.

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Accennato a questo scoglio contro il quale si infrangono ordinariamente tutti i navigli, ricordiamoci che chi senza guida di un maestro tenta le manifestazioni intelligenti occulte, non deve credere (vi abbiamo già accennato) che la natura medianica di un neofito sia tale da stare in tutte le ore, in tutti i giorni, in tutti i momenti in condizioni di comprendere e far comprendere la manifestazione che gli si presenta o invece di riflettere che tutti i medii dello spiritismo ordinario inciampano appunto in questo comunissimo errore. 156

Le intelligenze o spiriti o nature fluidiche si presentano a noi con la rapidità della folgore — le loro manifestazioni al nostro IO percepiente sono istantanee e la mente del medio deve afferrarne e ritenerne le immagini come una camera oscura fotografica munita di un obbettivo perfettissimo. Ordinariamente si crede che con le intelligenze di ordine superiore si possa dal primo venuto conversare come in salotto con un gentiluomo che ha tempo a perdere. Ricevuto un reponso che veramente viene dal mondo extraumano, non vi si torna su non si domandano chiarimenti. Tornatevi sopra per vostro conto e domandate chiarimenti a voi stessi. Il soffio divino è passato come un lampo fugace: l'angelo viene e non torna. Voi riflettete e ridomandate e certamente riuscirete di far dire al messo dell’altro mondo, allo spirito di luce delie cose... che stanno solo nella vostra fantasia, allora voi confonderete il buono e il cattivo, la spiga di grano e la mala erba e finirete col conchiudere, come molti spiritisti, che esistono degli spiriti burloni: questi spiriti burloni sono i vostri spiriti, gli spiriti-larve dei vostri desideri. A pagina 380 io ho detto che la magia è in possesso della legge che regola le manifestazioni degli spiriti dalla intelligenza divina, e che questa legge non segue il costante modo di manifestarsi dei fenomeni fisici nel soggetto. Questa legge NON E’COMUNICABILE PER ISCRITTO e non si ottiene che in due modi, o dall’esperienza individuale, o da un maestro perfetto. Ma prima di discorrerò delle manifestazioni intelligenti, e delle osservazioni che si possono fare sui periodi di ritorno, esaminiamo il caso di sensibili, uomini o donne (con vocabolo generico, medium) che vogliono serenamente da soli tentare d'iniziarsi alto studio della verità occulta.

2° caso.

« È tanto difficile, mi scriveva un amico, di trovare nel mondo delle proprie relazioni una signorina che si affidi a voi, o un sensibile che si metta a vostra disposizione e faccia esattamente tutto ciò che voi gli dite, che i consigli vostri paiono, con tutta la buona volontà del mondo, inattuabili. Non si può tentare da soli? » Perfettamente. Si può tentar da soli quando è cominciata in voi a spuntar quel quid lucido che rappresenta il vostro mercurio intellettuale, per la formazione del quale, in chi non l'ha, è necessario che uno ve lo pianti (il maestro) o che voi per intervento spontaneo lo coltiviate prima in una vergine (sensibile) e poi lo assorbiate in voi e per voi[viii]. Ma se voi questo non fato e quello non trovate o per una qualche ignorata e non sempre scrutabile occasione della vostra vita non avete in voi niente che vi abbia sciolto il nodo della insensibilità, voi perdete il tempo ad almanaccare, ed andrete a finire che il continuo discorrer vostro con le nuvole vi renderà un ameno studioso del vuoto e finirete col conchiudere che gli occultisti sono dei matti da legare. 157

Lo spiritismo ordinario ci offre una larga messe di sensibili e di sensibilizzati che possono cominciar da se a iniziarsi, specialmente i medii scriventi, gli intuitivi e gli audienti, però vi è il grande però che questi medii, appena appena sviluppati, non sentono più il consiglio di nessuno, perchè è tanto raro a trovare un medio dello spiritismo che non sia preso nelle granfie delle simili-nature, quanto a far entrare nella cruna di un ago il camello di Maometto. Gli spiritisti vi cominciano a discutere: 1° — perchè non bisogna parlare 2° — perchè bisogna isolarsi 3°—perchè bisogna seguire dei riti e delle preparazioni e non fare, come fanno tutti, alla luce del giorno scrivere le penne o sudare i calamari. Tutti questi perchè che io ho cercato di spiegare ai miei lettori, non persuaderanno mai i medii dello spiritismo, i quali, messi in una via di rivelazioni dell’ignoto in tutte le ore e in tutti i tempi dell’anno lunare, si contentano di bugie e verità, di lunghi discorsi modellati sulle epistole apostoliche, di qualche poesia, di qualche comunicazione in lingue strane e in favelle orribili e non vogliono e non sentono che al di sopra di tutti gli spiritelli di là e di qua, esiste la suprema ragione rappresentata dalla scienza, che è il verbo e la luce dell’Ente-Universo o Dio. Io non diffido però che qualcuno di buon senso e di forte volere non si trovi tra i lettori di questo libro tanto da tentare la prova di rinsavire e progredire. Ciò che dovrebbe agire su tutti gli allievi dello spiritismo ordinario i quali guardano ogni consiglio nuovo come sospetto e in malafede, è un programma scientifico che essi si presentano senza contorno: dove finisce l'iniziazione spiritica? Alla costatazione ed alla convinzione che un mondo di anime esiste, dominatore del mondo della materia. A questo tutti gli occultisti sottoscrivono. Ma io vorrei invitare tutti i cultori degli studi e degli esperimenti spiritici a risolvere il problema: quale è l’ultimo limite a cui uno spiritista spera sempre di arrivare? Alla continuità della comunicazione coi defunti? Alla contemplazione dell’altra vita? Alla riflessione delle idee di esseri incorporei e superiori? A far della metafisica elevatissima sulla finalità di ogni esistenza? — E, anche che questo sia tutto, vi si arriva coll'aspettare che il trattato di metafisica si svolga in parecchie esistenze? E poi oltre la metafisica ideale, dove e quale è il programma della medianità spirituale? [ix] —Ultimo fine a raggiungere forse in questa vita è il diventar portavoce degli esseri invisibili di qualunque natura che ci circondano? A mente serena, invece rivolgiamo le nostre aspirazioni più in alto. 1° Coltivare la propria mente perchè in alto giunga a percepire prima a conoscere poi le leggi della Natura spirituale e fisica di noi stessi. 2° Perfezionare se stesso onde la natura del bruto, ancor noi vivi sulla terra, sia vinta dalla supremazia spirituale.

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3° Entrare in rapporto con gli esseri invisibili che stanno intorno a noi, dominare i cattivi e gli inferiori e imparare dai più perfetti per avvicinarci alla verità suprema. 4° Penetrare le leggi che regolano ogni realizzazione terrena e giovarcene o correre con esse — quando si può ed è giusto il volerlo— in aiuto dei nostri simili. 5° Preparare il progresso spirituale dell’umanità con tutte le nostre forze, perchè a misura che la spiritualità degli uomini progredisce la civiltà cammina, giacché civiltà è realizzazione della spiritualità delle masse. 6° Saldare i vincoli di fraternità tra gli uomini e risolvere col problema delle anime il problema sociale dei popoli. Questo che e la bandiera scientifica ed umanitaria dell’occultismo, non e programma di una vita umana, ma è il programma di secoli, ed è il programma del sacerdozio della scienza. Un uomo modesto e di buona volontà, piccola ruota lei grande carro dell'umanità, si mantiene umilmente terra terra, e imprenderà a realizzare del grande ideale, la parte che crede più conforme al suo io. Il medio dello spiritismo ordinario, se guarda serenamente la missione che impone a sè stesso; pare che si voti volontariamente ad essere il telefono vivente di qualunque entità psichica vagante nello spazio. Si e spesso e volentieri soddisfatti di piccoli risultati telepatici e teleplastici, di scoprire un nome di persona sconosciuta, di leggere un carattere che non si capisce, di dare una ricetta a nome di Hahnemann e di Paracelso, e poi niente altro che disquisizioni filosofiche o pastorali evangeliche. Il medio intelligente deve fare di più, deve pensare che il signor se stesso può non rinunziare alle piccole soddisfazioni di cui e sopra scritto, ma può ambire: 1°—a stimare perfettamente inutili gli insegnamenti di morale e le epistole apostoliche che vengono dal così detto mondo degli spiriti disincarnati. 2° — a fare che il suo io sia più lucido di tutti gli spiritelli che lo assediano. 3°—a scoprire le leggi di adattamento della sua forza psichica e giovarsene a migliorare la propria esistenza materiale e quella dei prossimi. In altri termini, anche nella milionesima parte di quanto possa fare un Cristo di Nazareth, prendere gli insegnamenti nella verità degli spiriti veri della natura e nel mondo di qui realizzare il bene come meglio si può. Questo è il programma di ogni mago che comincia. Ora il medio che viene dallo spiritismo ordinario se può faccia a meno di tutte le nostre regole e cerchi di svolgere in sé e per se il programma che ho espresso di sopra, ma se non vi riesce o ritarda di molto, non è poi un gran male il seguire le prescrizioni che io do. Io devo tracciare un programma di prima iniziazione magica ai pochi medii di buona volontà che vorranno penetrare nella tenebrosa e calunniata via della magia—e senza alcun sottinteso, io offro a chi vuole tra essi il mezzo di entrarvi con tutti gli onori delle armi, con un rito di operazione molto semplice, compiuto il quale quelli che avranno fatto sinceramente un progresso troveranno la via di raggrupparsi e riconosceranno tra 159

loro un maestro che li guiderà nella iniziazione alta di tutti i secreti dello spirito umano e dell'invisibile. Per ora ecco la prescrizione tal quale come se io la dessi ad un allievo mio in particolare. Ognuno che appena appena abbia della sensibilità psichica può tentarla: e quelli che hanno forte e potente la volontà, in maniera che non comincino e poi spezzino il rito, e che vogliono pervenire a qualunque costo, anche che non siano dei medii provati, compiano la pratica tal quale io la do.

Rito da eseguirsi Tempo da cominciare = Ρ di Novembre—cioè dal 14 al 28 novembre. Chi vuol cominciare a far da sè, si isoli per un periodo di una lunazione dalla vita in comune. Ventotto giorni di castità, di vita tranquilla, ma non di ozio, s'intende. Ognuno accudisca ai proprii affari. Chi ha famiglia si procuri per sè, nella stessa casa, una stanza a parte, dove dorma e pensi solo. Se mangia per abitudine in compagnia, preferisca di mangiar solo e mai dopo il tramonto del sole, e sempre moderatamente. Nei ventotto giorni curi molto la nettezza del corpo — cambi spesso di biancheria — faccia delle lavande generali il lunedì e il venerdì—profumi e purifichi la stanza mattina e sera[x].—Pulisca o faccia pulire la stanza lavando il pavimento con acqua di mare, e dove il mare non sia vicino con acqua di una corrente. Si abbia la pazienza di non discutere con un milione di perchè il perchè debba preferirsi l’acqua di mare o quella di corrente all’acqua di pozzo o di cisterna: do le regole e prego i medii di buona volontà di eseguire senza discutere: dopo fatto, i perchè formeranno oggetto delle loro contemplazioni. Nei ventotto giorni della luna, pregare col cuore alla volontà Intelligente del mondo che vi faccia degno di entrare nello studio delle leggi secrete dello spirito umano e guida a voi stesso sia la vostra intelligenza, che da voi si allontanino tutte le creature spirituali imperfette, tutte le ottenebranti e quelle che influirono sui vostri sensi. Là vostra preghiera sia detta dopo la lavanda. Pregate a bassa voce, e pronunziate le parole con la bocca e non con la mente. Il profumo quotidiano sceglietelo nei primi tempi tra gl’incensi: ma di sera, spesso, bruciate qualche foglia del lauro comune. Pregando rivolgetevi sempre ad oriente — e con le finestre aperte nelle ore mattutine, verso l’alba. 160

Nel periodo di castità e di preparazione, non accettate nessuna comunicazione per quanto insistente possiate sentirne il bisogno — solo vi sia di guida qualche sogno lucido — il quale non interpetrerete mai alla lettera. Dal 28° giorno, cioè da quando comincia il secondo periodo, aggiungete alla vostra preghiera dei segni che traccerete mattina e sera col pollice destro ritto e volto in giù a mo’ di bastone, nei quattro angoli della stanza e nel mezzo. Questi segni saranno pubblicati in una tavola alla fine di questo capitolo di pratica iniziazione. Non riflettete nè filosofate sulla poca bellezza calligrafica dei segni e del loro significato; tracciandoli nella prima ora di sole di ciascun giorno e prima di andare a letto ogni sera, cercate di condensarvi su tutta la vostra attenzione per LA REALIZZAZIONE DELLA VOLONTÀ DIVINA DA CUI EMANANO — indi chiedete, ponendovi nel mezzo della stanza in piedi ciò che voi desiderate di sapere della scienza della verità occulta nel mondo spirituale. Questo farete inappuntabilmente ogni mattina e ogni sera—TACETE E NE VEDRETE GLI EFFETTI. Appena comincerete a vedere un fil della luce vera non pensate a scriverne sui giornali, nè a mandarmi un attestato. Io non ho bisogno che si dica in pubblico, come ai dentisti, che la cosa sia risultata bene; ho bisogno di riuscire veramente utile agli studiosi e desidererei ardentemente che tutti coloro che hanno un qualunque grado di medianità, o che siamo muniti di volontà ferrea si accingessero a fare, diversamente non avrei scritto un libro inutile. Se Cominciate ad esser degni delle vere manifestazioni dell'ignoto non parlate, lavorate in silenzio, tutte le notti di luna crescente — e pregate con fervore. Il giorno in cui io veramente vi possa essere necessario non avete che a desiderarlo o con certezza conoscerete me o chi per me, il luogo dove vederci, e dove stabilire una scuola che non sia nè una accademia vana, nè una setta. Ma per essere ammessi a questa scuola di scienza bisogna sormontare bene l'operazione che ho dato: i degni senza conoscersi ancora, animati dallo stesso spirito di bene, si troveranno fratelli, tutti por uno o uno per tutti. PERÒ DEBBO AVVISARE GLI IMPRUDENTI E I PRESUNTUOSI CHE SE NON LAVORERANNO COL SOLO FINE DI BENE AVRANNO PER RISULTATO IL LORO MALE. Per dimostrare che la magia dei magi non è fantasia di monte inalata devo dire ai signori, alle signorine e alle signore, ai medii che cominciano che io do loro i principii della realizzazione, come Dio dette ai primi papà l’albero del bene e del male: SE ESEGUIRANNO BENE AVRANNO GRANDE BENE, SE VI SONO TENTATI DALLA SCIOCCA CURIOSITÀ DI VEDER FAR FIASCO ALLA MAGIA AVRANNO CONSEGUENZE FUNESTE NELLA VITA REALE ED IMPARERANNO CHE SE NON È PERICOLOSO SCRIVERE DEI LIBRI PER 161

DENIGRARLA E MEGLIO NON TENTARE QUELLO CHE VI SI NASCONDE, QUANDO IL CUORE NON È PURO E L'IDEALE DEL BENE NON È NETTO. Patti chiari, dice un proverbio italiano, tra amici cari. Il male verrà agli imprudenti per fine di bene, per convertirli alla verità[xi].

(continua)

GIULIANO KREMMERZ

[i] Questo paradosso non faccia rizzare i peli sui mustacchi dei filosofi del diritto naturale nelle università del Regno, perchè la scienza dell’avvenire dimostrerà, col trionfo dello sperimentalismo psichico (di cui la scuola positiva italiana segna, inconscientemente forse, l'abbiccì) che anche le basi della legislazione delle nazioni si muterà al soffio del nuovo tempo della VERITÀ. È falsa innanzi alla verità vera della esistenza che costante e prepotente è nello stesso grado il sentimento della vita animate in tutti gli esseri viventi, ed è erroneo stabilire per tutti, come legge imperiosa, il diritto alla vita. Il naufrago che si aggrappa ad una tavola per salvare resistenza della carne è, secondo il diritto di natura bestiale, padrone di difenderla contro chiunque gliela minaccia, anche uccidendo il suo simile. Perù il sentimento della voluttà della vita è tanto più imperioso per quanto la natura dell’uomo e la sua mentalità stanno in basso, e nella lotta tra due naufraghi della vita umana, il più bestiale si salva per la prepotenza della sua materialità. Lessi nella vita di un santo di non so qual paese che Satana lo condusse su di una montagna e gli disse: — Che razza di cattivo Dio è il tuo, sciocco asceta! Lo proclami padre tuo e dell’umanità ed egli non vede la gente debole che giace calpestata dai forti nè ode il lamento di Abete e lo lascia uccidere da Caino. Guarda quanti infelici pregano, e quanti forti gavazzano della vittoria. Vuoi esser di questi? vieni meco e rinunzia a lui, che servendo lui servi ad un padrone che condanna i figli a morir d'inedia. Nel Cantico dei Cantici Felice Cavallotti tra Pia e Antonio, fa dire a questi: Dio si occupa di tutti... le nostre menti inferme Nol vedono... ma ci veglia su tutti... anche sul verme .......... Oh! I’occhio suo non falla, e come voi protegge, protese la farfalla.... Risponde Pia indicandogli in un cespuglio una farfalla che cade preda di un ragliatelo: 162

Vada pel paragone.... e allor, guardate qua... Certo quella farfalla la protezion non l'ha Poveretta è incappata dentro quel ragnatelo E invano invan le piccole ali dibatte... Cielo! Ve', il grasso ragno corre... già ratto l’afferrò... Cugino, convenite che iddio non la vegliò. Il diavolo del santo rassomiglia come goccia di acqua a goccia di acqua al discorsetto persuasivo della Pia del poeta lombardo, perchè il concetto che il cattolicismo ha divulgato nelle masse del Dio Universale lo fa intuire giusto come un gendarme che custodisce gli afflitti e i deboli contro i ladroni della città e i briganti dello campagne— idea inchiodata nella mente dei chierici di tutte le nazioni del mondo dall'egoismo dei vili e degli impotenti, che domandano il pronto premio alla devozione bigotta (amore troppo interessato per essere magico) come coloro che vorrebbero dare la patente di mago a chi si lascia vedere per la via seguito da sette diavoli saltellanti come scimiotti. Darwin con la sua sintesi naturale ha risposto scientificamente a diciotto secoli di mito cattolico, che ha rinnegato Cristo ebreo interpetrandolo come i coccodrilli interpretano le vittime. La scienza dimostrerà col trionfo della Luce che il Diritto Divino (oramai cancellato dai codici moderni) e il Diritto di Natura si fondono in una giustizia del diritto relativo alla natura dell'anima umana nei suoi l'apporti con le idee degli uomini—ed allora si vedrà quanto sia ancora elementare lo studio dei contemporanei italiani, il Lombroso, il Ferrero, l'Ottolenghi, il Ferri sul tatuaggio, i simboli e il simbolismo come manifestazione della Psiche, ma purtroppo quanti gemi di verità sconosciute vi si disconoscono dai nemici del progresso e quanto diritto hanno cotesti studiosi alla riconoscenza delle nuove generazioni. [ii] La pratica della magia insegna che qualunque stimolante psichico basta a far manifestare la bestia che dorme in fondo all'ipocrisia dell’uomo educato civilmente. L'aspirante mago e lo sperimentatore non aspettino che io scriva qui ricette complicate, tre mezzi sono capitali per iscoprire il fondo dell'anima umana, il vino o le bevande alcoliche, l'amore sensuale e il danaro. Alcuni manifestano la propria animalità prepotente nelle ebbrezze prodotte dalle bevande alcoliche: gentiluomini irreprensibili per la loro educazione fine e di indole apparentemente mite inebriati da libazioni ripetute si manifestano volgari come carrettieri pugnaci e violenti. Altri alla sola idea del possesso di una donna seducente perdono il loro equilibrio e si abbassano alle viltà più ributtanti fino a delinquere: l'odore della femina agisce sul loro cervello più energicamente del cognac e non ragionano più, cioè non hanno la forza di nascondere se stessi. Altri alla vista dei biglietti di banca e delle sterline aprono interamente il loro incosciente e si mostrano nudi e miserabili. Ordinariamente chi resiste al vino non resiste alla donna e chi resiste all’uno e all'altra non resiste al danaro cioè al possesso materiale. Un maestro di mia conoscenza esaminava cosi gli aspiranti: li tentava col vino, con la donna e con l'oro e soleva dirmi che chi non si manifestava coi due primi, col terzo ora un uomo morto. Questo maestro non ha trovato finora nessun discepolo e continuerà a non trovarne, perchè chi arriva a dominare questi tre capisaldi della prova moderna dimostra di avere indifferenza per ogni seduzione e non può avere desiderii. Un discepolo bocciato e che aveva capito il fiasco, un giorno volle prenderlo in fallo e gli 163

disse che se è vero che col vino e le donne l'incosciente si manifesta, voleva col vino e la donna provare l'incosciente del suo maestro... il quale era astemio. Gli prepara un banchetto e gli mesce vino: il maestro beve e ribeve, e sta tranquillo. Dopo tavola siede serenamente accanto ad una signora che si assume l'arduo compito di fargli girar la testa. La signora non si dà pace: quel signore aveva bevuto e parlava tranquillamente a tu a tu con una donna seducentissima... Conchiude il discepolo: — costui allora ha certamente un debole pel danaro... infatti si scoprì che il maestro è povero più di Giobbe ed è felice più di un uomo ricco! [iii] Vedi Mondo Secreto aprile 1897. [iv] Ciò che ordinariamente si chiama la fortuna di un uomo non è che la realizzazione della legge magica della volontà, di cui discorreremo nel pianeta di Marte. Smiles ha scritto un libro: volere è potere, ma se l'enunciato è vero la dottrina della volontà è quella che manca. Tutti vogliono arrivare a qualche cosa, ma non tutti vi arrivano; quelli che arrivano hanno innata la fortuna di saper volere e gli altri no. [v] Questo si riferisce alla meccanica della volontà che segue, nelle manifestazioni, tutte le leggi della balistica. [vi] Si racconta che dopo l'assassinio di Caligola, il suo palazzo era infestato di larve — e nello tradizioni e nelle credenze di tutti i popoli i siti dove caddero uccisi dogli uomini, si credono infestati dalle larve fantasmiche del morto. Certamente tutti sanno (nel Mondo Secreto si possono leggere a proposito dei processi delle streghe e dei fattucchieri publicati e da publicarsi, tutti i singoli fatti) quanta immaginazione dei volghi vi sia negli usi e nelle abitudini della stregoneria che nelle opere nefande del male adopera gli oggetti che sono stato in contatto con coloro che soggiacquero a morte violenta. Certe prigioni dei tempi e degli stati a governo tirannico, che han visto morire assassinati i loro ospiti, furono ritenute piene di larve dei martiri della prepotenza umana. Il luogo dove si erigeva la forca e in tempi più civili, la ghigliottina cantata dal toscano Giusti, con satira fine, ha influito sempre sulla immaginazione dei popoli, istintivamente. Infatti scientificamente la teoria è questa: la morte naturale arriva quando naturalmente il corpo psichico è premio alla terza esistenza: qualunque morte violenta dovrebbe attestare invece che l'assassinato non parte da questa terra ben preparato al viaggio, e ben maturo; nel momento dello spasimo supremo, tutto il suo desiderio di vita si condensa in una larva che generalmente si attacca agli assassini. Molti giudici crudeli finirono al manicomio — e molti omicidi sono perseguitati dalle larve degli assassinati sotto l'aspetto del rimorso, lo storico rimorso dei libri di morale! Con ciò però non si esclude che il morir di morte violenta è una morte che può arrivare proprio quando la pera è matura. Si figura il Cristo morto di violenza crocifisso; ma la larva di lui è stato un pensiero di carità e di perdono. Nell’ultimo congresso spiritualistico internazionale di Londra il Dr. Giorgio Langsdorff di Pietroburgo ha raccontato che suo figlio, grazie alla sua medianità fu impiegato alla corte di Russia per scovrire quanto i nihilisti preparavano contro l'Imperatore. Grazie alle sue indicazioni molti complotti furono Sventati e molti congiurati giustiziati. Non gli valsero i doni dell'Imperatore, e il medium chiaroveggente, diventato cane di fiuto della imperiale polizia politica dei Romanoff, divenuti pazzo. I 164

delegati occultisti francesi, nel loro resoconto (vedi Initiation di luglio) hanno detto precisamente bene: le larve dei morti avevano fatto vendetta del Langsdorff. [vii] Atto 3.°--Scena 2a. [viii] A questo allude la nota a pag. 383. Alcuni intuiscono che la medianità è contagiosa, ma non sanno che bisogna rifuggire dalla medianità stupida e non contagiarsene. [ix] Ho trovato in molti scritti ripetuti i luoghi comuni delle concezioni spiritualistiche ordinarie, cioè che medii furono e sono tutti i più grandi rivelatori delle religioni, da Brama a Cristo, da Mosè a Numa Pompilio, ma se il latino non è un’opinione, medium id est inter duos non è applicabile a questi signori. Gli uomini che quaggiù arrivano come una missione divina, sono incarnazioni di potestà divine, sono vere realizzazioni della Intelligenza Unica, e quindi essi non possono sentir gli spiriti comuni, perchè li dominano, nè possono esser medii nello stretto significato della parola, perchè sarebbero intermediarii tra l'altro mondo e noi come un qualunque ispirato dei conventi francescani. Mosè non è un medio, è uno dei più grandi rivelatori della verità, perchè vedeva la verità e la realizzava realizzando Geova nel suo popolo, il popolo ebreo da cui Cristo di Nazareth venne fuori come una eresia della legge delle tavole. Chi vede la verità è la verità; e con buona pace del bellissimo scritto di Monsignor Boncinelli, Cristo è incarnazione del Dio, è flgliuol di Dio, è Dio-Uomo (chiamatelo come volete) appunto per questo. Leggete i vangeli (gli apocrifi, i veri, gli alterati ecc.) e Cristo non vi dà mai il responso di uno spirito, ma profondamente parla e rapidamente realizza in nome di suo padre, che è il padre nostro, quel mostro inafferrabile che è l'Ente Universo, la legge del quale è l'equilibrio o l'assoluta giustizia e che ha creato un uovo come ha creato il mondo, realizzando se stesso. Egli parlava e interpetrava la legge della Intelligenza unica perchè egli stesso la vedeva e la spiegava e la realizzava. Nè si parli della medianità dei profeti, perchè è lo stesso. Alzati dice la voce di Dio al pastore, entra nella città e dì in pubblico: IL SIGNORE MIO DIO HA PARLATO.... così troverete cento volte nel vecchio testamento, il quale non è cristiano, ma ebraico. Quando chi ode, cioè il profeta di occasione, non ha la scienza, allora non sente la voce di Dio, ma parla con un angelo di Dio... in sostanza la medianità dei profeti classici è sempre quella di riferire al popolo quello che dice Dio—però la parola di Dio è il Verbo per eccellenza, è la realizzazione, quindi e la legge. Il Geova degli Ebrei mai minacciò invano: quando la sua faccia compariva irata era segno che gli avvenimenti del castigo incalzavano e l’ora del pentimento suonava. Dio crudele ed inesorabile, non si commuoveva mai, perchè Dio che è Legge, è inesorabile come tutte le leggi della Natura, e dove vedi il miracolo scrutavi in fondo la legge naturale occulta che l'ha preparato. Ricordati, o lettore, il modesto parere di uno studioso: tutti gli uomini sono egualmente forme animali o differiscono di poco: ma le menti umane non si scandagliano con la sonda ordinaria: nei momenti in cui le crisi storielle dei popoli sono nel periodo più acuto, l'uomo che incarna Dio è un angelo di Dio e si manifesta. Generalmente non vi si erede, ma la storia è là per dimostrarlo e avvenimenti da noi non molto lontani lo dimostreranno per la centomilionesima volta. È stolto, cioè imperfetto il dire per es. che Napoleone era un medio:

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Napoleone era l'espressione e la realizzazione di tutto un programma, sociale di riorganizzamento dopo quel po’ di cataclisma della Rivoluzione: nella guerra pareva un ispirato e non lo era, perchè in lui e nella sua presenza tutti i suoi ammiratori riconoscevano l'invincibile. Quando il programma divino era compiuto, si ebbe Waterloo... ciò che dimostra che dopo tanto esercitarsi, la sua medianità era andata all’aceto, ed egli non compì più miracoli e restò come una leggenda perchè era uscito fuori la legge di natura e ritornava uomo, cioè memoria di quel dio che era stato. Giuseppe Garibaldi nella storia d'Italia risorta lo riproduce nel periodo rivoluzionario e mentre Napoleone sentiva che la palla che doveva colpirlo non era fusa, l'eroe Nizzardo in mezzo ai suoi pareva un ispirato e forse lo fu per un buon pezzo. [x] Poco incenso, del belzuino, delle foglie di mirto, delle cortecce di pino. [xi] Lo spirito di separazione che assale tutti i medii dello spiritismo o anche i principianti di magìa è una simile natura, dell'orgoglio umano, la quale si manifesta così: tu sei un grande uomo, il tuo avvenire è immenso, tu sarai ricchissimo, non vi è nessuno che ti sorpassa, tu sei il figlio di Dio, tu solo sei nella verità, gli altri sono degli ignoranti, non ascoltar che me, tutte le donne si innammorano di te... e via dicendo. Cosi ognuno finisce col separarsi dal suo fratello e sperare e sperare e sperare in lunghe vigilie di calpestare il proprio fratello: preghiera che Dio non esaudisce mai! Così tutta la vita di costoro scorre nel vaniloquio canzonatorio che non conduce a niente!

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IL CONGRESSO SPIRITUALISTICO INTERNAZIONALE DI LONDRA DEL 1898

Dopo il 3° Congresso degli occultisti della classica Germania, celebrato a Munich nell’ultimo giugno, ed organizzato dal Professore Max Rahn di Berlino, lo spiritualismo internazionale ha mandato al Congresso di Londra i suoi rappresentanti. Non è stato un accolta di pazzi che si è riunita per comunicare la sua pazzia al monde moderno, ma una vera e sincera riunione di apostoli della spiritualità, senza sottintesi di scuole e di personali passioni. Così al 1897 io ho ideato questa antologia cui detti il titolo di MONDO SECRETO, perchè io cerco di trasfondervi e raccogliere quanto si dice e si può dire sul mondo delle anime. Il Congresso organizzato dal signor Dawson Rogers ha avuto il successo più lieto sotto il programma dell'unione spirituale dei militi e duci dell’idea spirituale, e deve il suo coronamento finale al nessun particolarismo che è sempre e continuamente la serpe che divide la famiglia umana in sette ed eresie, e i duci classifica in tanti piccoli pontefici di cui ognuno è fiero della sua chiesa. Il signor Dawson Rogers può andar suberbo della riuscita, perchè i congressi, grandi sostituzioni moderne ai concilii ecumenici della chiesa cristiana dei primi tempi, avrà per risultato la fusione di tutte le dottrine e le particolari convinzioni in un fascio di elementi scientifici ed esoterici, che sarà il nucleo della dottrina unitaria esoterica dei nostri nepoti. Il congresso spiritualista che ci auguriamo di riunire a Parigi al 1900, se i tempi si mantengono ancora un po’ sereni, non sarà che la conferma del trionfo della luce mentale contro tutte le deleterie dottrine della materia-dio. A quest'uopo, senza sottinteso alcuno nè di chiesa nè di confraternita, io invito il lettore a dare uno sguardo sintetico alla storia della dottrina spiritica nei tempi posteriori alla rivoluzione francese del 1799. A prima vista riappaiono le sette politiche sotto forma iniziatica, mentre che i gesuiti e il clericalismo, cercando di riordinare i cocci residuali del diritto cattolico, tentavano di riafferrare il mondo nell'amplesso snervante della dominazione senza la scienza del dio reggitore del destino dei popoli e della umanità. Le dottrine mesmeriche si diffusero coi magnetizzatori e con questi venne alla luce delle generazioni nuove lo spiritismo di Allan Kardec cui nessuno al mondo che sia saggio potrà negare il vanto di aver iniziata la campagna contro il materialismo — come il delirio della rivoluzione di Francia aveva portato nel mondo la parola della liberazione politica delle masse e della emancipazione della schiavitù sotto tutte le false parvenze di sudditanza di ogni specie. Oggi, in mezzo secolo, lo spiritismo ha fatto cammino. 167

Oggi non se ne occupano solo le anime pie e i superstiziosi dell'altra vita. Ora lo spiritismo non è una parola sconosciuta in nessun angolo del mondo, e le rigide accademie, ricche di vetuste superstizioni scientifiche, quando non vogliono discuterne i fenomeni, per paura di distruggere tutta una catasta di scellerati aforismi dell’ignoranza laureata, si contentano di aspettare. Ed aspetteranno poco, perchè il sole sorge da levante, sui pinnacoli dei monti l'aurora del nuovo secolo l'annunzia! Quando Allan Kardec cominciò la sua missione era spento nel mondo l'antico seme della classica sapienza iniziatica? Non esistevano più neanche le vestigia della scienza dello spirito umano? non v'erano intendenti, non conoscitori della legge degli spiriti umani in armonia con lo spirito di Dio? Oh! se ve ne erano! Basta penetrare nel vestibolo delle sette politiche in Italia, in Germania, in Francia per spiegarcelo; tutti, visti i tempi maturi, aiutarono, senza apparire sulla scena, la missione di Allan Kardec — e gli ancora superstiti dei settarii del 1820, del 1831, del 1848 e del 1860 nell'Italia in cui mi trovo a pubblicare questi studii, potrebbero darne il documento vivo! Più tardi apparvero sul campo dottrinario di Europa e di America i Teosofi e la Società Teosofica, la quale seguendo una teogonia orientale e servendosi di un linguaggio molto indiano, determinò la propaganda Occultistica che in Francia si imperna nel Dott. Gerardo Encausse, restauratore del classico esoterismo magico e dal martinismo. Questo dott. Encausse, meglio noto sotto il nome di Papus, da un decennio e poco più ha tenuto di mira un solo disegno, la restaurazione della tradizione occidentale, il suo volgarizzamento, la sua adattazione alla moderna scienza sperimentale, il suo trionfo come sintesi scientifica del movimento spirituale in Europa. Questo dott. Encausse merita non solo l'appoggio simpatico di tutti gli iniziati ma anche l'ajuto di tutti coloro che contro il materialismo vogliono creare l'ostacolo grande dell’unità della fede nella scienza dello spirito. Io credo, e il mio credo non è dettato dal desiderio della con-cordia vaga, che il lavoro di tutti coloro che veramente credono e veramente sperano debba stringerli in una sola famiglia, cui ognuno porta il suo contributo di propaganda e il prodotto dei suoi studii. Gli uomini passano, le idee restano: su di un cimitero vastissimo di cadaveri polverizzati, aleggia il mondo moderno, preludio ancor misero ed incolore di un mondo migliorato, quando gli uomini nella carne saranno figli del cielo, e le anime, le intenzioni, i cuori palpiteranno nel solo fine del bene... ma per arrivarci, per fare cioè che gli altri vi arrivino, eccoci al lavoro — e gli occultisti francesi, sono andati a Londra a conoscere i commilitoni dell’idea spirituale e il dott. Encausse ha avuto occasione di leggervi un discorso che per la sua importanza riproduco oggi poi lettori del Mondo Secreto, facendo voti che anche in Italia si fondi una Lega spiritualistica che segni la fraternità dei credenti nello spirito dell'uomo e nella scienza dell'universo: anche se la lettera ci dovesse dividere, lo spirito di amore per la verità ci deve unire nella verità assoluta destinata a manifestarsi a tutti quelli che ne sono degni. 168

KREMMERZ

REINCARNATA O EVOCATA?

+ — il sig. Joseph de Kronhelm, nel fascicolo di maggio della Revue Spirite, toglie da una rivista spiritualista il racconto di una contessa ungherese A. V. de V. che da bambina, fino al tredicesimo anno di età, sentiva al collo una forte sensazione di freddo come se le avessero tagliata la testa. Al ricordo della uccisione di Maria Antonietta piangeva delle lunghe notti. Dopo il suo matrimonio, passando per Parigi, ella visitò la cappella espiatoria ed ebbe una grande impressione di tristezza. A Londra prima e a Budapest poi, due sonnambole la indicarono per la principessa di Lambiille, l'amica della Regina di Francia e nella rivoluzione trucidata. Sarebbe una rapida reincarnazione della principessa di Lamballe, che per le brevità del tempo che la separava dalla sua prima esistenza conservava ancora le impressioni fisiche del genere di morte che l'aveva colpita? Oppure l'origine del fenomeno non si deve ricercare nella psiche della madre della principessa polacca? K.

TAVOLE DEGLI ELETTI GIUSEPPE DESIDERATO LOMBARDI

Annunziamo con immenso dolore la perdita dell’amato Presidente dell’Accademia per gli Studi psicologici di Roma, avvenuta il 29 luglio u. s. Sulla tomba dello strenuo campione dell’occultismo il Dr. KREMMERZ, il Dr HOFFMANN ed il BORNIA depongono rose: ultimo tributo di stima e d’affetto dei suoi ammiratori, amici e confratelli.

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LA VALIGIA DEL MONDO SECRETO LA VITA NEI SOGNI

Come sognare dei sogni veri Consigli a chi vuol visitare dormendo il regno dei vivi e quello dei morti. ( Dedicato alle signore )

Dopo che molte riviste di cose maravigliose si sono occupate e si occupano dei sogni profetici e dei sogni veri, alla domanda che mi si fa di scrivere due parole sui sogni, ne scrivo brevemente o il più chiaramente possibile, anche perchè su questo argomento devo scrivere a lungo nel corso della filosofia e pratica delle due magie. Prima di tutto: come dividere i sogni? 1° — In sogni di origine sensoria 2° — In sogni del piano materiale astrale 3° — In sogni del piano astrale divino. Gli uomini, anche i più perfetti (relativamente alla società in cui vivono) possono sempre illudersi con dei sogni di origine sensoria, i quali sono non altro che una continuazione della sensitività allo stato sveglio. Le idee del giorno guaste e corrotte, antica definizione dei filosofi da quattro soldi il paio, risponde appunto a questi sogni: dormendo sotto una impressione sensoria purchessia, che dello volte sfugge alla osservazione più minuziosa, essi nascono e crescono nella nostra mentalità mentre il corpo fisico riposa. Sono i sogni di tutte le persone di mentalità ordinaria, delle persone volgari non di sola apparenza, ma di sviluppo psichico. Basta percepire, dormendo, un suono, un cangiamento di temperatura, un contatto e l'immaginazione fa il resto. Basta coricarsi sotto l’impulso di una qualunque impressione dei sensi per avere un sogno relativo o analogo a quelle sensazioni. A questa specie di sogni io riferisco quelli che rivelano lo stato patologico di un individuo e i medici (che cosa non dovrebbero sapere i medici!) farebbero bene di leggere nei sogni degli ammalati il carattere delle affezioni e alterazioni del corpo umano. Esiste tale un rapporto strettissimo tra i sogni e le infermità del corpo che si potrebbe scrivere, da chi ne facesse uno studio speciale, un vero Interpetre dei sogni ad uso dei medici. Raccomando ai miei colleghi di non ridere, perchè questo che io scrivo oggi sui sogni non è una offesa alla loro dottrina. 170

Cito un esempio da me controllato e che tutti, medici e non medici possono provare con la pratica: coloro che sono presi da affezioni reumatiche generali o da semplici catarri, mentre che il loro malessere non è ancora manifestato, sognano l’acqua, il bagno, una immersione, una doccia accompagnata nel sonno sempre da un senso di freddo acuto. I tendenti invece a malattie asmatiche o ad affezioni cardiache o a soffocazioni sognano con frequenza il fuoco, il caldo ecc. Ripeto: io non mi profondo in discussioni e non scendo ai particolari perchè ne dovrò scrivere più ampiamente; solo per contentare persona che mi si dirige per avere un mezzo come rendere utili le ore di sonno, io scrivo il più succosamente possibile di tali quistioni altissime eppure tanto semplici che toccano l'animo umano. Nelle persone che fanno questi sogni di origine sensoria il corpo astrale o perispirito o corpo fluidico è molto aderente al corpo fisico. Non percepiscono dormendo che solo le idee generate dalla ripercussione del mondo materiale sui nostri sensi materiali. Mentre che appena appena il corpo astrale si perfeziona, eccoci a fare delle passeggiate nelle vicinanze e sotto l'impulso di un desiderio bene determinato si possono vedere dormendo le cose che le mura, allo stato sveglio, e la lontananza ci impediscono di conoscere. Questo, nelle persone cui spontaneamente si affaccia il fenomeno, può essere coltivato al punto che chi si pone a dormire può tracciarsi il quadro delle visite che intende fare mentre il corpo riposa. In questo caso si hanno vere uscite del corpo astrale che non lasciano il piano della terra in cui viviamo. Al solo pensarci su, tutte le signore immaginose e tutti gli uomini curiosi si divertirebbero un mondo a sognare così! e questo che io scrivo seriamente, parrà a qualcuno che io voglia far rivivere nelle menti dei lettori i portentosi ricordi delle mille ed una notte. Eppure la cosa è comunissima: molte persone, specialmente le persone dedite alla lettura, quelle che hanno sviluppato il sentimento di un ideale, coloro che menano una vita semplice e non si fanno accecare dalle passioni, hanno e mettono in pratica, senza sapere il come, sviluppata questa facoltà dell’anima umana. Il punto scabroso della quistione sta nel ricordarsene quando si svegliano, cioè non tutti sanno comprendere la memoria persistente allo stato di veglia di ciò che in sogno si è visto. E anche in questa seconda specie di sogni ci entrano i medici e la medicina: perchè questo andar passeggiando in sogno per le case degli altri, ci mette nell’animo non solamente le idee delle cose mai pensate, ma anche i germi della sanità e della morbosità. Ai miei colleghi questa mia affermazione che non può essere immediatamente dimostrata coi fatti — ma che con studio sereno si può sperimentare negli stadii ipnotici —fa ridere e deve far ridere, se no addio teorie microbiche e sieri relativi! In sogno, viste le corrispondenze tra il corpo astrale o mediatore plastico o perispirito e il corpo materiale, avviene che le impressioni che si ricevono sono assorbimenti di cose reali e rispondono ad impressioni reali. Questo che pare un mistero profondo come il mare, non è che dell’ipnotismo di oggi progredito del triplo nel regolamento delle sue leggi scientifiche. Chi fa della medicina occulta, può dare all’ammalato un rimedio per mezzo del suo perispirito o influendo su di esso e così la infermità ad un sano. Ma di questo, importando poco alle signore cui il presente scritto di preferenza è dedicato, discorreremo in altra occasione; nella presente contentiamoci di consigliare 171

come praticamente mettersi in condizioni fisiche tali da sognare e vedere quello che si vuol vedere. Innanzi tutto non andando a letto dopo aver mangiato e bevuto molto copiosamente: non dico siate parchi, ma non rimpinzate il ventricolo di cibi che pel volume loro diventano indigesti. È utile coricarsi almeno un paio d'ore dopo cena e non cenare troppo tardi. Mantenersi in uno stato di spirito molto sereno e non covrirsi tanto da aumentare la traspirazione fino a sudare. Più le funzioni del corpo materiale sono in equilibrio, e più il perispirito o corpo astrale è libero. Perciò le signore nel periodo di luna rossa non tentino l’esperimento. Andando a letto avere la volontà calma e non impetuosa di vedere la tale cosa e la tale persona, e preferire le cose e le persone che si amano e le persone da cui si u sicuro di essere amato con intensità. Due amanti che facciano questo con assiduità, finiranno col vedersi ogni notte, con o senza ricordarsene allo stato di veglia — perchè due persone che desiderano di vedersi in sogno finiscono sempre con l’evocarsi scambievolmente ed incontrarsi a mezza via. Ma come conservare la memoria di ciò che si fa in Sogno?—Qui il rimedio da suggerire non è nelle facoltà di ognuno, solo posso consigliare che per facilitare il ricordo non bisogna nè farsi svegliare da rumori esterni nè dall'entrata di persona viva materialmente nella stanza da letto, perchè qualunque risveglio brusco determina la brusca rientrata del corpo astrale nel corpo fisico e la memoria si perde. Veniamo ora a consigliare alle signore i profumi più indicati a far sognare e i più pronti a far dimenticare. L'iride fiorentina, il muschio, il patchouli, il fieno, la rosa, questa in dose molto leggiera, giovano a far sognare e ricordare. La cannella, la mandorla, l'opoponax, la canape indiana e il papavero, a far dimenticare. Tra le sostanze che si mangiano: le cose molto amare o molto dolci, le molto acri e le molto acide non fanno bene. Le creme, il miele acidificato, la cioccolatte, il tè e latte, il tè e lauro, il tè e cammomilla, la mandorla amara del albicocco (qualcuna), l'alchermes, il ginepro, il wiski (delle gocce su un mezzo quadretto di zucchero) riescono utili. Appena entrato nel regno della visione reale nei sogni, bisogna desiderare di ascendere ed entrare nel piano astrale divino, nei quali si hanno contatto con gli spiriti dei morti e con gli spiriti dei vivi in piani superiori. In questi sogni si possono vedere le persone care che non son più sulla terra e che l'affetto nostro evoca — si può per simboli per similitudini e per fatti avere conoscenza delle verità nascoste — si può entrare in comunicazione con lo Spirito di Dio o spirito universale e si può diventar Profeta. Ma, bisogna osservare, che le signore non desiderino di vedere i morti alla vita della terra in continuazione; perchè essendo quella una vita migliore della terrena, noi, evocando il regno degli spiriti a noi cari, li attiriamo nell'orbita da cui essi tentano di liberarsi — ed anche perchè a furia di praticare i morti si vive la vita dei morii ed allora, vivi, si rinunzia al mondo delle vanità, si ama la pace e il bene, e tutti i nostri simili, e tutte le consuetudine della nostra società, o tutte le miserie della vita quotidiana diventano per voi degli incubi e la vita bisognerebbe trascorrerla in una foresta, o, come io faccio, lontano da ogni occhio amico e nemico, circondandosi di indifferenti e di sconosciuti.

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Questo è in breve quanto in breve si può dire dei sogni, che le signore lo mettano in pratica, per quanto possano e se qualcuno ha bisogno di consigli me ne scriva per lettera al Mondo Secreto, e sotto il nome che è firmato o il segno, darò su questa rivista il consiglio che mi si chiede. G. KREMMERZ. BIBLIOTECA DEL « MONDO SECRETO »

VINCENZO CAVALLI—L'occulto e l'occultato o carte in tavola. Napoli, ditta editrice Erasmo Travi. 1898. L. 0,60.

Do il posto d’onore all’opuscolo del signor Cavalli, che ha sentito (e gliene son grato) il bisogno di dedicarmelo. Come dal titolo Carta in tavola s'intuisce giustamente, l'A. che è persona intelligente e scrittore purgato, si fa a ripetere tutte le asinerie che la gente di poco studio scaglia su questa scienza occulta, pel solo fatto che si chiama occulta; e dimostra, con mio gran cordoglio, che io non ho la fortuna di annoverarlo tra i miei pochi lettori. Se cosi non fosse, il signor Cavalli non avrebbe fatto veder la luce ad un libro che in parte ripete delle cose fritte e in parte discute delle cose e degli argomenti che io ho discusso... come meglio so e posso. Il libro si apre con un periodo di Cornelio Agrippa, che dà del fallace e dell'inesistente alla Magia. A parte che l'Agrippa suonò nel suo sacco molte noci, che non erano della sua foresta e che tra lui e Maestro Tritemio v’ha molto che li separa, resta il dubbio a chi fa la critica alla moderna che il De incertitudine et vanitate non risponde all'opinione vera dell'autore: se io fossi un carattere fiacco, e vivessi in tempi oscuri e la compagnia di Lojola volesse comperarmi, dopo scritto un trattato rudimentale di Magia naturate e divina io potrei, senza intimamente cangiar d’opinione e di fede, stampare un secondo libro sulla vanità della magia—quindi l'amico Cornelio, nel caso speciale, non fa testo. In quanto al resto pare che tutto ciò che dell'occultismo dà sui nervi all’Autore è l'occulto occultato, per cui egli si crede in diritto di metter le carte sotto la tavola e gridare accidenti a chi non accende i lumi, grido moderno dei lampionai dello scibile. Come accendere questi lumi! mio Dio! come illuminare tutti costoro che invocano l'avvento e la creazione di un faro che sveli, nuova lampada alla Rötgen, il di dentro e il di fuori delle misteriose e tenebrose iniziazioni magiche? Con un mezzo molto semplice: con un invito a tutti quelli che dispregiano l'occulto a partito preso di studiare, di praticare, di unirsi e formarsi una opinione giusta di quanto finoggi non sanno che molto imperfettamente; che se si vuol giudicare senza studiare e senza sapere, si corre l'alea di far sorridere coloro che hanno studiato e sanno Or tu chi sei, che vuoi sedere a scranna Per giudicar da lungi mille miglia 173

Con la veduta corta di una spanna? —Ma è il secreto che ci urta, grilla il signor Cavalli, che bisogna vi è di stare in secreto a covare un secreto? Questo mi ricorda il dialogo di una commedia. spagnuola: un signore che divenne geloso e furioso perchè la sua gentil meta, che si figura un bel tocco di ragazza, si divertiva ad avere un secreto pel marito, il libro di devozione, che ella andava a leggere in una stanza appartata. La poveretta credeva che il marito fosse volterriano e che non glielo avesse lasciato leggere: ma viceversa il marito era un imbecille che prendeva gelosia del libro... rivale senza conoscerlo. Il signor Cavalli, se ha un po’di tempo da disporre, legga non il libro di devozione ma la favola di Amore e Psiche e ne tragga delle conclusioni per se, senza protocollar niente, e rifletta sul consiglio che le sorelle davano alla signorina Psiche, di accendere una lanterna mentre il mostro dormiva. L'incauta sorprese il bell’angioletto Amore, il più bello di tutti gli abitatori del ciclo, che, schiusi gli occhi, andò via per non più ritornare. Il signor Cavalli, dopo letta la bellissima favola, griderà: — Ma questo stupido ragazzo alato poteva fare a meno di scapparsene: perché non farsi godere, vero marito alla moderna, con un lampione e in piena luce, dando alla sposa (pag. 18) LE PROVE VIVE, I DOCUMENTI ATTUALI, I FATTI FRESCHI E PALPITANTI DEBITAMENTE POI REGISTRATI PARAFFATI E PROTOCOLLATI IN ARCHIVIO? Se non che il signor Cavalli e i filosofi di pari valore hanno un bel gridare le belle teorie; se Psiche non serba il patto col suo sposo, Cupido l'abbandona e il consigliarle ad accendere la lanterna è cosa da traditore e da invidioso... piuttosto, l'A. nel po’di vita umana che ancor gli resta, faccia voti che a lumi spenti, una mogliettina dell’invisibile gli vada a sedere allato e stia attento a non violare il secreto e a non accendere i lumi! Che cosa ho da farvi io se il secreto risponde ad una precisa necessità del Vero Assoluto? Così è, e così è: non è in facoltà dell’uomo di cambiare la natura delle cose. Comprendo perfettamente che la natura umana è avida di sapere, ma la Provvidenza ha così ben disposto le cose che ogni uomo ottiene per quanto vale. La selezione della specie del signor Darwin, come legge naturale, applicatela alla sapienza umana. D’altronde è falso che lo spirito moderno tende a mettere in balia di tutte le persone i ritrovati delle scienze: questo sarebbe anarchico e la, scienza non è anarchica, perchè tutti gli uomini e il contenuto intelligente degli uomini sono tra loro gerarchicamente organizzati in ragione del loro sviluppo e della loro perfezione. Tutto ciò è riconosciuto vero dall'organizzazione dell'insegnamento in tutti gli stati moderni: l'analfabeta non si manda a studiare anatomia o diritto internazionale nelle università ed intanto si crede e si gabella per moderno il grido: svelate il nostro secreto alla scienza dei Magi che assume l’aire di una scienza perfettissima, e quindi da essere insegnata nella Università Superiore a tutte le Università del mondo profano. Dico inoltre che è poco gentile supporci tutti di mala fede o illusi, per il solo fatto che affermiamo che un secreto è necessario: gli stati moderni hanno leggi e disposizioni speciali per le fabbriche e le vendite di polvere pirica, di dinamite, di esplodenti; gli stessi farmacisti hanno speciali raccomandazioni per la somministrazione e la custodia dei veleni; ora se noi non siamo in mala fede perchè dovremmo dare nelle mani di coloro che possono abusarne il secreto 174

che potrebbe far male grandissimo agli innocenti e stabilire senza merito intrinseco la supremazia di uno sul male di cento altri che non ne saprebbero profittare? Perciò l'esoterismo di tutte le epoche invita a studiare e a meditare, perciò Edipo, nella favola greca, che scioglie il famoso enigma, diventa cieco: per averlo detto ad alta voce uccise la Sfinge ma non fece il suo bene nè il bene degli altri. Edipo non disse che non parola: l'Uomo: e su questa parola si aggirano tutti gli studii profani da che mondo è mondo: tutti gli uomini studiano il gran secreto dell’uomo per.... dominare riti uomini. Pare un giuoco di parole ed invece è una verità della vita pratica, e chi manca di fede nella Provvidenza divina dovrebbe inchinarsi innanzi a questa grande pruova di ossa, che impedisce a chi non ha la virtù dell'animo, l'intelletto della verità di cose che lo renderebbe signore e tiranno degli altri suoi simili. Siate virtuosi e avrete la luce — questo dicono tutti i Cristi di tutti i secoli e di tutte le nazioni, e quando dieci professori, di quelli che gridano come ossessi contro la superstizione dell'occultismo, arriveranno ad afferrare il secreto della sfinge, se avranno la virtù o non l'avranno, sentiranno il bisogno di stringersi nel silenzio, capiranno il perchè deve impedirsi agl'impreparati di arrivare. Un'altra leva del volgo e degli studiosi volgari è di farsi credere più degli altri e altre persone hanno scritto agli occultisti arrivati: se avete un secreto liberatelo al mondo, avrete fama, titoli accademici e fortuna. Questo è volgare: perchè o il secreto non nasconde nessuna verità ed allora chi dice di possederlo è un impostore e i suoi secondi fini verranno subito a luce; o il secreto dell'enimma veramente si possiede e in questo caso non potrete dare al suo possessore nè fama, nè titoli accademici, nè fortuna, nè merito che voi abbiate per l'umana vanagloria perchè egli non ha bisogno di niente perchè possiede tutto ciò che gli è necessario. Anche decretaste per lui il trionfo del Cesare, non riuscireste che a togliergli la pace per quattro o cinque ore ed egli non ve ne sarebbe grato. Se a me, che vi affermo tutto ciò, neanche volete credere, io non me ne dorrò, ma comprenderete dal seguito che io, scrivendo il Mondo Secreto, non ho avuto e non ho altro scopo che di attirare l'attenzione degli studiosi sulla verità. L'A. se la piglia anche con le sette, sul perchè di una gerarchia, sul perchè delle logge. In questo stesso fascicolo il Mondo Secreto pubblica il discorso del signor Encausse al Congresso di Londra, e ne è detto abbastanza. In quanto agli elementari o elementini non è il caso di farne ora la disamina, giacché le evidenze per noi non si discutono con gli altri che le rinnegano chiudendo gli occhi dello spirito e del corpo allo studio di esse. Un giorno gli scolari (mi pare che me ne discorse il senatore Bonghi) gridarono un grido di guerra contro il classico greco: ABBASSO SENOFONTE! NON VOGLIAMO PIÙ PLATONE! Gli adulti sorrisero, perchè i ragazzi non volevano più saperne dell’ellenica favella — perché era una cretineria sciuparvi su del tempii che si sarebbe passato più utilmente in osteria. S'impara più in un'oretta là Che in dieci anni all'università. Eppure l'ombra aoristica della lingua di Omero e di Saffo (come gli elementari magici urtano il pianoforte nervoso dell'Autore) scuoteva la psiche degli scolari ribelli, non ostante i quali, gli aoristi son restati e restano gli elementari in evidenza e in fatto, Degli 175

elementari ne parlerò diffusamente, e se l'A. mi leggerà, non faccia che tentare la prova o farla tentare, se non può personalmente, onde la presentazione officiale a tali brave persone avvenga in modo indimenticabile. D’altra parte l'A. per accettare la Magia come una verità, vorrebbe che io ne dessi una pubblica rappresentazione nel teatro S. Carlo, tra una sonatina dell'orchestra e una piruetta della prima ballerina — infatti, dice testualmente l'A., « invece che scrivere libri che insegnino a divenire mago o fata agli altri senza che i loro eccelsi autori lo siano divenuti, o che si sappia stiano pur divenirlo, gioverebbe assai più farci vedere un cencio di mago autentico in azione o di fata genuina all’opera...» Io ci aveva pensato da tempo ed oro son lì lì per decidermi, tanto per allettare e propiziarmi l'A. penserò come pubblicamente far risorgere un morto dalla bara e far venire fuori, in pubblico, dei biglietti da mille dal postremo della coda di un asino. Questo secondo miracolo convincerebbe certamente tutti, specialmente quelli che potrebbero acchiapparne una dozzina appena la coda fa cenno.... di metter alla luce gli autentici ritratti di cui è sopra. Vorrei contentare anche l’A. sulla parte che riguarda la mia rivista, a rimodernare i vocaboli sfatati e smagati: ma interamente non posso. Questa sarà opera di altre persone, dopo di me. Io mi son proposto di far conoscere che la Magia dei Magi comprenderà tutte le leggi assolute, cioè schematiche dell'ordine materiale e spirituale esistente e che la sua pratica creava il sapiente o mago. Per far questo non posso procedere senza illustrare le formole antiche e servirmene. Do un passo innanzi, cerco di raccogliere intorno a questa scienza degli studiosi che non abbiano nessuna ossessione di negare a priori; fatta la scuola, (e non una setta perchè l'occultismo non è settario, e perchè la scienza non è una congiura), il Giovanni Evangelista verrà dopo, ma dovrà dire: noi giamo figli di maghi e magia fu sapienza dell’arca: quindi la verità è una, noi torniamo all'antico con forme nuove. Quando un moderno si impadronisce di G. B. della Porta, viene su Lombroso è la sua scienza della criminalità; l'A. che fischia alla magia e alla fisiognonomia del suo concittadino filosofo, si inchina ai ritratti dei criminali del professore torinese. Se ci fosse stato qualcuno che avesse riannodato il Porta al Lombroso, il della Porta potrebbe passare per il fondatore della scuola antropologica criminale italiana... Per ora preparo il miracolo dell’asino che metto fuori i biglietti di banca cui ho accennato... e lasciamo stare G. B. della Porta e le sue malinconie. KREMMERZ.

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FOTOGRAFIA DEL PENSIERO E FOTOGRAFIA DEGLI SPIRITI

+ Al Congresso spiritualista di Londra fu comunicata una memoria del Comandante Darget, la quale è molto interessante. Lo scrittore dico che le sue ricerche intorno allo spiritualismo ed al magnetismo, cominciate da lui nel 1871, gli han fatto supporre, nel 1883, che il fluido magnetico, aiutato dalla luce ordinaria, poteva dar luogo ad impressioni fotografiche. Per conseguenza egli si recò da un fotografo per farsi fare il ritratto, dopo d’aver scritto su d’una carta le seguenti parole: « Io voglio avere sulla mia fronte o un triangolo, od un circolo, od un quadrato» e difatti sulla immagine fotografica fu ritratto con un circolo sulla fronte. Sospese alquanto tempo i suoi esperimenti, finché, nel giugno del 1894, il Dr. Baraduc, riconoscendo in lui attitudini speciali, lo chiamò nella propria casa, dove ottenne, con l'aiuto dell’elettricità e dell’imposizione delle mani, sulle placche fotografiche, delle figure di uomini e di animali. Questo lo condusse all’idea che tali figure potessero forse ottenersi pure col solo processo di porre le mani al disopra delle placche. I risultati maravigliarono il Baraduc a tal segno, che si recò dal Comandante Darget, con tutto l'occorrente per operare nella sua presenza, ed ecco quello che narra nella sua memoria intitolata: « Differenza grafica dei Fluidi»: Nel maggio del 1896, il sig. Aviron de Tours, fece diversi esperimenti col Comandante, sopra diverse placche che questi recò con sè, usando il solo contatto delle dita sugli orli. Il sig. Aviron gli richiese di pensare ad un oggetto, e l’altro rispose che penserebbe ad una bottiglia, e difatti, quando la placca fu sviluppata, vi si scorsero alla superficie i contorni d'una bottiglia. Da quel tempo il Comandante ha fatto più di trecento esperimenti, adoprando diversi metodi per remissione del fluido psichico. Questi metodi comprendono: la direzione delle mani verso le placche, senza contatto; le dita in contatto con la gelatina o la lastra, mentre questa si trova nel bagno di sviluppo; lo stesso con le dita che sfiorano il liquido; lo stesso con le dita a distanza; le placche poste per un certo tempo dalla parte della gelatina o del vetro, in contatto con la fronte dell’operatore, ed anche talora tenute al disopra della fronte.

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In tutte queste circostanze, furono ottenute delle fotografie, le cui risultanze erano frequentemente, secondo ogni apparenza, governate da un’intelligenza, come vi furono evidenze di varie forme e talora di scritti. Egli sperimentò sotto l’azione del caldo e del freddo ed ottenne dei risultati affatto diversi ; mostrandosi assolutamente necessario, come conchiuse, per poter riuscire, di magnetizzare le lastre col toccarle, o col dirigere le dita verso di esse. In parecchie circostanze, egli prodotte, a volontà, taluni effetti con l'azione del solo pensiero. Egli trova positivamente, che i risultati variano a secondo dello stato di salute dell’operatore, come spesso avvenne, che una lastra, a momenti, posta a contatto del gomito di persona inferma, diede figure dissimili da quella che s'ottennero col contatto di persone sane: e conchiude che verrà un giorno in cui le malattie potranno essere diagnosticate dai raggi od irradiazioni projettate sulle placche. Il fluido vitale si sprigiona da tutte le parti del nostro corpo ; ma le dita, gli occhi e la fronte sono i più sicuri sbocchi per projettarlo. + Nel n° 3 del nostro Mondo Secreto. a pagina 171-172, noi promettevamo agli studiosi una riproduzione di fotografia spiritica ottenuta in casa della Contessa Elena Mainardi a Pisa. La quale studiosa signora, possedendo delle qualità medianiche ottime, in occasione del Congresso di Londra ha presentata una sua memoria degli esperimenti fatti in sua casa a Pisa. Ora tra questi esperimenti come avemmo occasione di notare altra volta, riuscitissimi furono quelli dello fotograne degli spiriti o fotograne medianiche, o fotograne psichiche: tanto chiamansi come si vogliono per gli scienziati, rappresentano in ogni modo la pruova che se non esistono per essi gli spiriti, le proprietà dello spirito umano, della psiche o dell’animo cominciano a diventare innegabili e degni di ogni attenzione di uomini serii o che non desiderano di passare tra i poco serii. La fotograna che noi ora pubblichiamo è tra lo migliori riuscite di cinque o sei mesi or sono. La Signora Contessa avrà avuta in questo lasso di tempo risultati diversi e migliori, che appena ci saranno comunicati non mancheremo di informarne i nostri lettori.

KREMMERZ

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Fotografia di uno spirito o immagine fluidica ottenuta in completa oscurità in una seduta in casa della contessa Mainardi a Pisa. V. MONDO SECRETO di Gennaio 1898. FASCICOLO .X. - Ottobre -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA NOTA DI MAGIA PRATICA AL N. 3

Prima di chiudere col n.° 3 la prima parte dei miei Elementi di Magia Naturale e Divina, condotto lo studioso al punto in cui può render realtà la sua aspirazione, devo dare alcuni chiarimenti su di alcune modalità di esecuzione e sulla maniera di interpetrare ciò che ci arriva di fuori; onde si comprenda facilmente che altro è il modo vero e scientifico di interpetrare il mondo delle cause e altro è il metodo empirico e volgare di cui si serve lo spiritismo comune. Riepiloghiamo le quistioni: 179

1.° Uno studioso che si trovi nel primo Caso (cioè di possedere una media o un medio) può cominciare nello stesso modo la pratica prescritta per i medii?

RISPOSTA Meglio eseguirla, se si desidera progredire con certezza determinata di scopo: eseguire l’operazione preparatoria varrà a determinare nell’iniziando la relazione tra la sua possibilità di essere e la sua volontà di pervenire. È questo che io spiego. Ogni organismo fluidico ed ogni spirito vivente in un uomo di carne, cartilagini ed ossa, ha il suo limite di sviluppo; come ogni corpo fisicamente studiato ha un limite di azione nel mondo sensibile. Mi spiego con un esempio. Tutti gli uomini di sana costituzione possono vivere la vita umana, però l’uno è atto a divenire un atleta della potenzialità di Milone Cotroniate e l’altro con tutta la buona volontà del mondo non riesce a sollevare una sbarra di ferro del peso di cinquanta chilogrammi—ciò dimostra che l'individuo, fisicamente ed intellettualmente studiato, viene al mondo fisico con coefficienti proprii della individualità che incarna e che forma tutto ciò che si chiama il destino di un uomo. Raccomando ai lettori colti di studiare bene questo problema e farsene un concetto esatto, perchè non vi è cosa alcuna che agisca tanto come refrigerante delle illusioni, quanto questo sguardo all’uomo fisicamente e intellettualmente vero. Nell’uomo tal quale agisce nella commedia umana, bisogna distinguere tutti i fattori che lo hanno formato: a) L'eredità fisica - (che è una delle conquiste della scienza moderna, ma che gli antichi conoscevano e studiavano lo stesso, conquista di verità che non avrà più modificazioni appunto perchè è una verità). b) Le accidentalità astrologiche e climatiche. ( La scienza officiale non riconosce nessuna influenza del periodo di nascita sullo svolgimento della vita fisica dell'individuo, ma non tarderà ad avvedersi che senza ritornare sacco e fiasco alla astrologia dello Scaligero, deve accettare l'influenza dei tempi sull'uomo — nel modo stesso che la filosofia zoologica ha dovuto accettare, come necessaria, l'influenza dei climi sulle razze). c) L'educazione umana. (L’educazione nel bambino e nel giovane è un continuo processo di suggestione che comincia negli anni più teneri e finisce quando il giovane, maturo alla vita, è diventato una macchina incosciente conseguenza della educazione ricevuta. Il Cristo di Nazareth diceva: non battete mai un fanciullo, perchè anche con un fiore, la battitura lascia un solco profondo sullo spirito tenero ed incarnato. Il fanciullo è paragonato al terreno non coltivato, dove la buona erba o la mala può piantarsi e dar frutti). d) La volontà o potere volitivo (che è una emanazione della potenza intellettiva dell’individuo, modificata dall’ambiente umano in cui l'individuo si svolge e agisce). 180

e) La resistenza dell'ambiente all'attività volitiva dell'individuo (che nella società esiste sempre come un fattore, energico che l'individuo vince con la legge dell’adattabilità). f) La perseveranza di attività volitiva (che è una modificazione dell’ambiente sotto la tenacia della volontà energica dell’individuo agente). g) La intelligenza o spirito o luce intellettuale (che nella vita è sempre ostacolata o modificata nei suoi fattori dall’azione dei sei elementi precedenti). L’esame ordinario degli elementi costituenti l’uomo, nel ternario di un’intelligenza, di un corpo fisico e di un corpo siderale o astrale o perispirito è sintetico, ma l'esame deve andare più innanzi, perchè anche coloro che sono seguaci dello spiritismo elementare possono col semplice lume della ragione riflettere che i tre termini

spirito perispirito corpo fisico

}

sono relativi armonicamente tra loro.

L’armonia è la giusta proporzione di relatività tra gli elementi trinitarii costituenti la sintesi nomo: infatti come la circonferenza è proporzionale al raggio, come un contenuto è proporzionato al contenente, il perispirito non è relativo ma armonico al corpo fisico e allo spirito. Perchè tra il corpo fisico, il corpo astrale e lo spirito non esista che armonia, una proporzione costante e cangiante nella reciprocità dei termini, tal quale come nella musica, dove l'accordo e l'effetto auditivo si ottiene per l'azione varia dei suoni, ciascuno dei quali a volta domina e a volta tace. La musica è l’espressione più esatta dell'armonia dei tre elementi costituenti l’uomo; l'armonia dei suoni è l'espressione, come legge, della loro reciprocità. Si osserva nella pratica che la necessità dell’uomo di adattarsi all’ambiente in cui vive sviluppa più o meno lo spirito, il perispirito o il corpo fisico. In una società di gladiatori domina il fisico, in una società di intellettuali lo spirito: e il corpo siderale rappresenta il mezzo di legame dell’uno all’altro—e segue sotto certi aspetti pel suo sviluppo la legge di compressione dei corpi soffici ammorzanti l’urto tra due forze cozzanti e sotto un altro punto di vista acquista le proprietà di tensione dei corpi, elastici che pure permettendo il distacco tra i due fattori estremi (Spirito e materia) conservano il potere di riunirli appena ripiombano nello stato di inerzia. L’analisi delle funzioni del corpo siderale o astrale o perispirito è lungo e difficile, e per comprenderne tutta l’essenza bisogna esser molto progredito nella produzione dei fenomeni di magìa naturale e nello sviluppo dell'astralità. Cito il caso delle materializzazioni: anche la gente che ha fatto studii speciali sulle materializzazioni ottenute coi medii, ripete un luogo comune della filosofia spiritica, cioè che ogni 181

materializzazione è una esteriorizzazione del corpo astrale, mentre così non è; perchè non vi è materializzazione senza il doppio contributo dello spirito e del corpo fisico. E LA SOLA PROIEZIONE ALL’ESTERNO APPARTIENE AL PERISPIRITO. Comprendo che questo enunciato sconvolge tutte le idee fatte di molti spiritisti, ma così è nella pratica di magia naturale: se così non fosse le apparizioni materializzate non dovrebbero nè sottrarre peso e forza ai medii in catalessi nè dovrebbero generare al risveglio la stanchezza per esaurimento del corpo fisico che sente il bisogno di riparare le forze perdute. Negli incanti di magia nera (envoùtements, fatture, stregonerie) non si espelle dal corpo un po’ del perispirito e lo si attacca agli oggetti, ma si materializza il sentimento di amore o di odio esteriorizzando e fissando il magnetismo del corpo fisico sotto l'azione dello spirito sul corpo siderale—il quale nel mago sotto l'azione maschia dell’intelletto ispirante opera come femmina nella realizzazione della concezione attiva e per la nutrizione plastica del fatto concreto: ecco perchè le scuole antiche si servirono del vocabolo androgino, in magia, per stabilire che vi era in ogni operazione magica un vero processo di incubato generativo il cui meccanismo si intuisce con la pratica, ma che nella terza parte noi ci troveremo in condizione di studiare ampiamente, esaminando le dottrine finora note sulla polarità delle fluidificazioni. Ritornando al nostro procedimento di analisi dell'uomo, dobbiamo ogni giorno constatare che la finalità istintiva o fatale dell’uomo è corretta dalla necessità—così come un proiettile espulsa da un obice è deviato o arrestato nella sua traettoria da un ostacolo. L’uomo libero di sè si svolge secondo l'azione primitiva intelligente che lo ha messo tra i vivi; la necessità che gli si oppone è l’ambiente fisico è morale in cui si svolge la sua vita umana, così la necessità di adattarsi all'ambiente o mezzo di esistenza fa sviluppare le facoltà di uno del tre fattori sugli altri due. Dunque di questa resistenza dell'ambiente sull'attività dell'individuo vergine secondo la natura sua, bisogna tener conto massimo nella disamina dell'individuo, dividendolo nei fattori agenti indistintamente sulla sua costituzione trinitaria. Così chiamando:

A lo Spirito E il Perispirito C il Corpo materiale

possiamo stabilire una equazione

A + B + C = a + b + c + d + e + f = UOMO

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ora essendo la costituzione assoluta dell’individuo A + B + C, nella esplicazione pratica il suo potere di realizzazione è relativo a tutti i fattori a + b c + d + e + f che noi abbiamo studiato come coefficienti della potestà nella vita. Due uomini, nati dallo stesso padre e dalla stessa madre (fattore a) nati nello stesso mese e nello stesso paese (fattore b) variano per l'educazione umana (fatture c), l'uno può sviluppare molto il suo fisico, l'altro la sua intelligenza: l'uno può non avere sviluppata la volontà in un ambiente eternamente ostile e l'altro può essere tanto resistente e potente da modificare l’ambiente al suo volere (fattori d, e, f); l’uno esplica la sua attività intelligente in un modo, e l'altro in un altro. Ora sulla mente di tutti gli uomini agisce un elemento larvale che forma il sogno fantastico di ognuno, e che si nasconde come una simile natura dell'orgoglio fantastico— i vanitosi agognano le onorificenze più alte, i libidinosi l’aggiogamento di tutte le femmine belle al carro onnipotente del loro orgoglio di maschi, gli avari il danaro a secchie e a botti.... il solo illuminato non cerca che la verità, disopra a tutte le donne, a tutti gli onori, a tutte le ricchezze. Se si tenta l’occulto per la soddisfazione delle utopie, la via del manicomio è aperta: l'operazione preparatoria, e che io ho dato col rito da eseguirsi e lo stato di purità e la sentimentalità affettuosa che deve unire l'iniziando al suo soggetto, hanno lo scopo supremo di schiudere l'occhio ai ciechi e rinfrescare il cervello agli illusi per fare che si desideri e si aspiri solamente ciò che può rappresentare il massimo svolgimento delle forze occulte nell’iniziando; ma per ripetersi come programma immutabile che bisogna cominciar con l'ideale netto di volere la conoscenza della verità. Alla verità possono tutti pervenire, ma non tutti son nature atte a far miracoli e a diventar profeti e a volare nelle nuvole dall’oggi al dimani: e altro è conoscere la verità e le sue leggi e altro è compiere la soddisfazione di tutte le immaginose utopie del cervello immaginoso, Il bambino a sei anni dice modestamente: —Quando io sarò grande come papà non andrò più alla scuola, mangerò tanti e tanti confetti, ogni giorno ordinerò pasticcetti alla cuoca, ogni sera andrò a teatro. Ma come il bambino fatto adulto non mangia confetti e pasticcini tutti i giorni, nè va a teatro ogni sera, così l'iniziando che dice: — Se io fossi mago o quando io sarò mago farò questo e questo... farà come il bambino e diventato mago non farà che proporzionatamente alla giustizia del suo criterio perfezionato, uso delle sue forze. Perchè l'iniziando di fronte al mago è come il bambino di fronte all'adulto — e come per l'adulto che resti bambino di spirito e di volontà vi sono le leggi umane che ne interdicono la validità degli atti, cosi per l'iniziando che devia dal retto sentiero vi sono le leggi divine che ne annullano gli atti. Lo scettico non rida. Il mondo umano è plasmato sul divino. Si può esser mago quanto si vuole ma non si può violare le leggi naturali di giustizia: perciò il mago è sapiente, perchè non cade nei terribili ingranaggi delle ruote fatali: perciò il mago deve essere giusto, perchè non deve giovarsi delle sue conquiste contro il più debole violando il diritto di natura. Servitevi delle leggi e avrete tutto: ma non desiderate il tutto attraverso le leggi o interpretando le leggi secondo il fine che vi proponete se no non raggiungerete il vostro 183

scopo non solo, ma vi aprirete il più burrascoso inferno sotto i piedi quando desidererete delle cose che gli dei giusti vi negheranno. E credo di aver detto abbastanza. Ma ritornando sull’argomento proposto, io suggerisco che l'operazione debba compierla anche la media o il medio su cui agisce un iniziando, in siti differenti o nello stesso sito — perchè un soggetto che insieme al suo sperimentatore esegue Io stesso rito, determina una consonanza di astralità e di finalità la quale è utile al fine di progresso spirituale cui si mira[i]. Come pure l'operazione eseguita da chi si serve di una media o di un medio agisce potentemente come disilludente allontanando le ossessioni delle simili nature, ossessioni tanto facili a prendere i principianti[ii].

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2.° Uno studioso di forte volontà che comincia solo o un medium ad effetti fisici che tenta solo il problema delta iniziazione, se ha delle comunicazioni come nello spiritismo ordinario a cui tutti sono abituati, deve credervi ed eseguire?

RISPOSTA Esaminiamo bene la questione proposta, affinché non vi siano mezzi termini. I medium dello spiritismo ordinario si credono di due categorie, quelli ad effetti fisici e gli intellettuali. Quelli ad effetti fisici non si possono in magia chiamar medium, perchè sotto una forma o sotto un’altra, costoro non sono che dei realizzatori di fenomeni fisici, i quali hanno tutta l'apparenza del sopraumano e che in realtà non sono che fenomeni delle forze psichiche o fluidiche del soggetto. Ordinariamente non entrano nella produzione di questi fenomeni entità extracorporee, quantunque quasi tutti i medii per produrre il loro esaltamento fluidico, hanno bisogno di chiamare John, Fanny, Fritz e tante altre eccellenti ipotetiche cagnette di questa natura. Quando poi veramente ci sia fuor del medio un essere intelligente questo essere non si materializza se non con un processo proprio, cioè impressionando il centro sensorio del medium il quale produce lui il fenomeno ispirato dall'altro che è e che resta fuor di lui. Il medium a rigor di logica è sempre intellettuale, qualunque sia il modo di manifestare le sue sensazioni. Ora perchè un iniziando alla magia produca dei fenomeni di magia naturale, è necessario che abbia sviluppato in un certo grado il potere di produrre gli effetti fisici. I medii di questa natura e sviluppati abbastanza, stiano attenti a bene interpetrare le loro manifestazioni, perchè insieme alla potestà di esteriorizzare le forze psichiche occulte, comincerà a nascere visibilmente, il potere di comunicare il proprio magnetismo 184

polarizzato agli oggetti e alle cose e agli uomini ed agli animali che sono in loro contatto. Di qui grandi inconvenienti che debbono essere attentamente studiati, da chi comincia, e i quali inconvenienti si dividono in due categorie: le perdite di fluido e le perdite di potestà di fenomeni del genere. Per ora accenno delle spiegazioni che scientificamente svolgere con pratici esempi del magnetismo umano nella seconda parte di questa opera, dove ogni teorema avrà la sua dimostrazione con una esperienza. Nelle sedute spiritiche i fenomeni fisici avvengono appena una, vera catena di fluidi è formata. Fino a poco tempo fa anche delle persone serie credevano che in un circolo spiritico cessavano i fenomeni quando vi fosse entrato un uomo che non credeva agli spiriti. Ciò si dimostrava col nessun successo che avevano certi medii nelle sedute in cui assistevano persone incredule o nuove. Poscia si è osservato che se le stesse persone incredule e temute continuavano a frequentare il circolo, i fenomeni si ricominciavano a produrre. Ora non si dice più niente, e si capisce che una corrente magnetica di otto persone attira e coinvolge nell'aura magnetica la nona che non ci crede; ed il solo fatto di stendere le mani sul tavolo girante immerge l'incredulo nel fluido collettivo, anzi il solo fatto di presenza individuale in un ambiente inonda il restio della volontà della catena. Questo è il grande arcano della Compagnia di Gesù, tra le spire della quale cadono tutte le mosche umane. Ma questa è la legge comune. Vi sono però delle maniere come interrompere le catene magnetiche anche potenti e distruggerle. E chi conosce qualcuno di questi segreti o chi compie senza saperlo uno di questi atti interruttori, come distrugge o devia la corrente magnetica di una catena, può sottrarre il fluido o la potestà psichica di esteriorizzazione ad un medium che produce fenomeni[iii]. Ora se eseguendo le operazioni che io ho dato, comincia il diavolino rosso a mostrar le sue brave corna e a suggerire qualche idea di fare e produrre, si stia in guardia quando cominciano i conati di pratica, perchè vi è molto da stare attento in un ambiente vasto, e quando il pericolo non sia grande vi è sempre a temere uno squilibrio fluidico che può manifestarsi perfino con disordini fisici. Chi è un medio ad effetti fisici è portato con la iniziazione immediatamente nella magia naturale e, se a questa non si accoppia una morale alta e una luce intellettuale pura, si sdrucciola nella tanto terribilmente dipinta stregoneria o magia nera di cui tutte le pubblicazioni satanniche di questi ultimi tempi han detto e rivelato delle orribili cose. La magia nera (o diabolica o demoniaca) è la magia delle passioni umane: la magia divina o bianca è la magia dell'ideale filantropico. La magia nera si fa coi diavoli... le passioni umane sono i peggiori diavoli che si conoscono nel calendario occulto. La magia bianca con gli angeli, perchè ogni ideale è un cherubino. 185

La magia nera si pratica esteriorizzando e projettando tutto il fluido magnetico umano intorno a esseri invisibile che lo accompagnano in determinati scopi — e come che questa specie di magia è seducente per gli studiosi, vi sdrucciolano facilmente tutti i novizii, ma bisogna aprire tanto di occhi, cari allievi, prima di tentare la magia delle passioni, perchè questa può essere una PROVA CHE VI VIENE DALL'ALTO E VOI POTETE ESSERNE VITTIMA. Più non posso dire. Altro è produrre il bravo colpo di timpano in una stanza con una catena ben formata, ed altro è divertirsi in pubblico — dove non si sa mai precisamente che cosa di accidentale possa capitare.

-----------------------------------------------------------3.° Un medio scrivente che segue l'operazione da me data, è avvisato di non sentir comunicazioni e non cedere a consigli che gli vengono di fuori (pagina 427). Ma quando è che bisogna riprendere la via delle solite manifestazioni con gli spiriti per sapere delle notizie e dei consigli?

RISPOSTA Chi mi fa questa obbiezione apra bene le orecchie fisiche e quelle del cervello et si vult capere capiat. I medii, quasi tutti i medii dello spiritismo, sono afflitti dal verme roditore di qualche simile natura. Esaminate con la freddezza di un medico dinanzi ad un pazzo un qualunque medio, seguitelo come un cane poco intelligente nelle manifestazioni del suo ego psichico e osserverete che è preso da una di quelle larve intellettuali che lo separa dal comune degli uomini e degli iniziati e lo rende credulo di sole cose che gli vengono per mezzo del suo cervello. Quello che fanno gli altri è sospetto. Questo nello spiritismo, non nella magia divina, nella quale sì considera UNA la verità, UNA la luce, UNO Dio, UNA la materia, UNO l'Universo, UNA la forza. La maniera di vedere questa Forza Intelligente Unica dev'essere eguale presso tutti gli iniziati — come è unica nella sua essenza sintetica dell’essere unico nella sua percezione — e quando un iniziando progredisce e studia a Napoli, dove vedere e sentire questa unica verità e le sue leggi nello stesso modo di un'altro che studia e progredisce a Copenhagen, a Melbourne e Lima; Questa unità di vista del Dio occulto e delle sue leggi forma la fratellanza universale degli iniziati e l’unità di tutte le antiche e più recenti religioni classiche. Questa unità di tutti i veri nel VERO UNICO, fatalmente porta. la scienza profana a scoprire la verità vera delle cose e a formare la teocrazia della scienza. 186

Gli iniziati di tutto il mondo sono fratelli, perchè tutti percepiscono la Verità nello stesso modo e con le stesse leggi: due di’essi s'incontrano e si riconoscono perchè si comprendono. Dei medii dello spiritismo come dei veggenti negli scismi religiosi non è così: ognuno vede e sente quello spirito particolare delle cose che non è la spirito universale di Dio. Nella storia degli Ebrei, la comparsa di tanti profeti è epico. Da Mosè in giù, la Voce di Dio è sempre quella; quando l'uno tace parla l'altro, ma il contenuto è lo stesso. Se qualcuno ricorre ad indovini, a incantatori, a idoli, quella voce si fa sentire ammonitrice: — Ma dunque nel popolo d’Isdraello tu non avevi nè trovavi profeta di Dio? Quando il castigo piomba, la voce di Dio tace; Saul non trova il Dio del suo popolo e tenta di evocare lo spirito di Samuele: l'atto stesso della evocazione rappresentò la sua condanna e la sua fine e proprio questo fatto rappresenta la differenza tra lo spiritismo empirico e la scienza di Dio o magia divina. Apollo parlava nello stesso modo in tutti gli oracoli, e la favola greca dell'Apollo vincitore del serpente Pitone, è una leggenda magica perchè il  centro di luce o Apollo dominava lo spirito del fango della terra, cioè il Serpente Astrale della magia, che corrisponde al serpente che la statuaria cattolica pone ai piedi di Maria Immacolata, aggrovigliato alle corna lunari. Re Saul quando si vide perduto per l'abbandono di Dio ricorse alla Pitonessa di Endor: cioè alla sacerdotessa del Serpente Pitone, o sacerdotessa nera della corrente astrale della terra, dalla quale rianimò innanzi al pazzo i ruderi materializzati di Samuele. Pei maghi il Serpente Pitone è quello che bisogna dominare; per gli spiritisti invece il Serpente Pitone è quello che si deve stare a sentire. Abbandonandosi nelle spire del Serpente diventerete indovini dell'astrale: in balia a tutte le illusioni della psiche siete presi nel vortice turbinante di tutte le impressioni, di tutte le immagini del cinematografo dell'anima della terra. In questo vortice, in questa corrente di basso respiro terrestre, tutto è misto al fango. Lo spiritismo vi si diletta. Le sue comunicazioni non sono che l'aura dei tempi in cui gli spiriti scrivono o si manifestano e si trovano perfino degli spiriti disincarnati che usano un linguaggio scientifico come quello della Salpetriére nel parlare di verità e di scienza assoluta[iv]. La Magia dei maghi, come nello stemma di Cagliostro un serpente trafitto da una freccia, mira al sole Γ, passando di sopra al dragone, a quel dragone orrendo che è il guardiano terribile della. Verità Vera. La Leggenda Giasonica, Bellorofonte, Perseo, Teseo sono forme favolose diverse della stessa conquista della verità. I combattenti fantastici delle mitologie nordiche tra cavalieri e dragoni, tra generosi e valorosi militi della verità e mostri che vomitavano fiamme e inghiottivano popoli come polli non sono che identiche artificiose rappresentanze di questa verità. 187

Non sarai mai un iniziato se continui a baloccarti col tuo serpentello astrale — il quale in tutte le manifestazioni è terrestre, perfino nel lingnaggio che rivela in tutte le vacue ed accademiche comunicazioni spiritiche la forma grammaticale umana che è l'espressione DELLE IDEE RELATIVE DELLA TERRA E DEI SUOI FIGLI.

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Mio caro lettore, io tocco in questo punto una delle questioni di filosofia divina, intorno alla quale chi sa non può dir tutto, e chi non sa e pensa resta, perplesso. IL LINGUAGGIO DELLA VERITÀ È UMANO? È TRADUCIBILE RAPIDAMENTE NEL LINGUAGGIO UMANO? Il linguaggio che parlano gli spiriti ai medium è il linguaggio degli spiriti? Se invece è la traduzione psichica che ne fanno i medium è una traduzione fedele e costante delle idee degli spiriti? In magia il linguaggio delle cause è una parte riservata ai maestri, l'IDEOGRAFIA DIVINA è la chiave di tutta la simbolica religiosa, e il secreto dei talismani, dei geroglifici sacri, dei libri occulti. Questa chiave si conquista all’invisibile con una comunicazione persistente del nostro io nel mondo delle cause, appena il terribile serpente è morto trafitto dagli sforzi della volontà dell’iniziato. La chiave ve la donerà S. Pietro, l'apostolo, alla porta del mistico paradiso, se siete un cristiano: o Iside, stendendovi la sua bianca ed affusolata mano ve la farà toccare, se preferite di entrare nel giardino egizio: in tutti i casi allora solo avrete la scienza dei segni e della potestà dei caratteri nella magia divina e nella naturale e ne saprete gli usi e le corrispondenze, quando la Vostra virtù ve ne ha fatto meritevole. Per ora bastano queste poche parole per dire ai medii che essi non intenderanno mai più il linguaggio di Dio se staranno a sentire ora per ora, giorno per giorno, momento per momento il dilettevole canto delle creature del serpente — e non passeranno mai oltre i confini della terra conosciuta. Ho detto (pag. 427) non ascoltate alcuna comunicazione, solo potrete interpetrare qualche sogno lucido e mai alla lettera. Perchè consiglio ai medium scriventi abituati alle lunghe prediche degli spiriti di allontanarsi un po’ dalla via vecchia per non confondere vecchio e nuovo in una minestra sola. Facendo l'operazione ogni sera, ogni mattina, non hanno che a domandare di essere illuminati con un sogno. In quanto ad intenderlo non devono seguire che lo stesso metodo. A questo proposito credo di aver detto chiaramente che il serpente parla il linguaggio degli uomini, e Dio il linguaggio di Dio.

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4.° Ma queste operazioni preliminari che voi date ai vostri studiosi, non rassomigliano alle pratiche religiose e non sono cose poco serie per l’epoca in cui viviamo e per gli uomini colti che vi dedicassero il loro tempo?

RISPOSTA Le operazioni in magia sono di due nature: le prime implicanti la comunicazione con l'anima dell’universo e le seconde determinanti la dominazione del serpente astrale o anima della terra. Le operazioni della prima specie servono per mettere in relazione l'uomo o operante che si inizia con lo Spirito Universale. Chi comincia è, come tutti gli uomini, come tutte le cose, imbevuto e impregnato dalla aura terrestre. Egli non sa — perchè non conosce alcuna cosa di concreto—neanche come formulare la sua volontà di passare attraverso il turbine e penetrare nel mondo delle cause. Le prime operazioni gli danno due cose: la spinta di ricercare il nuovo etere e la forza di affermarvisi. Quando l'operazione ha questo ordinamento e ideale magico, non è una pratica religiosa, perché quantunque i principianti la eseguano per sola fede, essa non e che un calcolo di filosofia trascendentale e quindi scientifica essenzialmente e non indegna di alcun dottore. Chi comincia bene non tarda ad avere dei barlumi della luce divina, non perchè gli angeli scendono dal cielo e prendono di peso l'iniziando e lo trasportino fuori la corrente della terra, ma perchè lo spirito di Dio che è in lui si sfronda piano piano di tutti gli involucri terreni fino a farsi veggente. A misura che progredisce, cioè si innalza, entra in comunicazione con lo spirito del maestro, il quale, oltre la barriera del Dragone, aspetta coloro che arrivano e entra in diretta relazione col loro spirito. Se il Maestro fosse un mago nero — cioè un mago della corrente terrestre—allora le pratiche durerebbero meno, perchè lo spirito del serpente astrale è più vicino agli uomini della LUCE-BEATRICE di Dante degli Aldighieri— infatti i fenomeni dello spiritismo ordinario, appunto perchè sono di questa natura, sono facili ad aversi da tutta la gente impreparata, tra un buon sigaro e una tazza di the — e perciò ogni volta che si vuol parlare veramente di fare e si danno le norme per arrivare, chi facilmente vuol tutto ottenere si sente pestare in un mortaio di bronzo, perchè non ha la forza individuale di tentare un’alta conquista che divinizza l'uomo, cioè lo fa assorgere alta potestà di un Dio. Le persone che si stimano abbastanza serie per tentare la pruova, non debbono e non possono stimar vil cosa un ideale tanto grande incluso in una pratica che è scientifica, cioè sapiente e non cieca superstizione. 189

Per ovviare alle miriadi di controversie che sarebbero nate se io avessi oltre la pratica dato anche una preghiera assegnata, io ho detto pregate col cuore di voler arrivare. La preghiera è un atto di concreta fluidificazione della volontà. Formulare l'idea e desiderarne la realizzazione è una preghiera. Siccome i miei lettori non hanno bisogno di libri di devozione, sono avvisati che devono ben concretare le loro idee per l’ascenso spirituale—e non tarderanno ad avere degli effetti— perchè le idee cosi concrete, ripetute nella operazione che io ho data, passano attraverso l’aura astrale della terra e son raccolte da un coppiere ai piedi del trono del Sole — al quale, al cominciare del 1898, ho rivolto una preghiera[v] che dice così: « O SOLE, tu che spazzi le tenebre della gran notte dei fan« tasmi passionali, degli spettri delle concupiscenze più sfrenate, « delle superbe creazioni dell’orgoglio umano, illumina l’igno« ranza di colui che, mondo dai fremiti della volontà delle cose « temporanee, ha sete di verità eterne — e fa che l'Idolatra della « Bestia, incatenato alla vanagloria dell'ignoranza, senta il suo « raggio divino e si prepari all'avvento del Cristo ». Quel Sole cui io allora mi rivolgeva, è il Sole cui devono rivolgersi tutti quelli che operano: chiamatelo Sole, chiamatelo Dio, Universo, Forza Unica, Principio Primo, Tetragrammaton, Regno Universale, è il regno della Luce che voi invocate e cui voi vi dirigete. Lo Spirito Santo, il colombo messaggero di luce, è il raggio di quel Sole che splende nella vostra anima la quale se si cangia in colomba potrebbe andare a raggiungere il suo sposo oltre i limiti della zona conosciuta. ------------------------------------------------------------

5.° Avete detto, (pagina 428) che i presuntuosi che non lavoreranno pel solo fine di bene avranno il loro male. È uno spauracchio o è un avviso sul serio? Possono i pochi segni e la pratica tanto semplice far del male a, chi tenta senza precauzione di volontà ferma questo ignoto?

RISPOSTA Raccomando agli uomini leggieri di spirito, alle donne incostanti, ai giovanotti che non hanno il cervello a posto di dilettarsi sempre e costantemente con le regole dello spiritismo, ma non tentare mai le operazioni concrete della magia, perchè il pericolo che essi vi corrono è grande.

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Spiego teoricamente il pericolo: l'iniziazione della magia è una lotta corpo a corpo col Dragone della corrente astrale. Come in tutte le lotto, si può vincere o soccombere - ma in questa lotta o si vince o si muore. Fintantoché si vive la vita comune, il Serpente vi protegge e dorme: ma appena voi tentate di violarne i limiti egli si sveglia e sibila forte, e vi stringe e vi opprime. Gli uomini di costanza e le donne di fede lo vincono; i pazzi che lo tentano senza forza e senza volontà finiscono coll'esserne divorati, perchè in magia ogni operazione interrotta nel suo compimento porta la sua reazione terribile con un effetto perfettamente opposto a quello che l'operante si prefigge. Interrompete a mo’ d'esempio una operazione fatta a fine di illuminare il vostro spirito e avrete tenebre: delle operazioni per sicurezza personale in dati pericoli, interrotte, vi attirano i pericoli: così l’amore vi dà l’odio, la pace vi dà guerra, la sapienza vi dà pazzia, il rimedio per la buona salute del corpo vi rende infermo. Vi sono delle persone che tentando le operazioni della ricchezza per scoprire tesori o per guadagnare alla lotteria sono piombate nella più squallida miseria: pulsate et aperietur, ma bussate intelligentemente. Tutte le operazioni di magia hanno due periodi: uno di reazione ed uno di azione: il primo negativo e il secondo positivo. Avviene quasi sempre che il novizio vedendo arrivare l'effetto contrario, si ferma impaurito; e il guaio è completo. Invece resistendo, insistendo, coercendo, l'effetto positivo corona gli sforzi di colui che opera — la tomba di ogni ideale è la incostanza e ne ho visto esempii terribili e spaventevoli. Perciò coloro che sanno sono austeri nel dare, perchè tutti i discepoli si credono resistenti alle prove, ma il momento più terribile per un maestro è quando si avvede che un discepolo sperimentato per lunghi mesi, si è illuso sulle sue forze e cade. in bocca al serpente dello spiritismo volgare. Leggete Zanoni, che il Bornia ha esaminato. Il guardiano della soglia è quell'orribile e tempestoso e ubbriacante fantasma che vi prende il novizio nel momento della sua iniziazione e lo devia, ponendolo in contraddizione con se stesso e con la cosa e ne determina una caduta fatale! Per non ingannarsi, diceva un maestro di mia conoscenza, non bisogna dar mai — perché il giorno che avrai donato a chi lui avuto la sventura di non apprezzare il tuo dono, tu avrai dato in bocca al serpente un pazzo di più e ti sarai creato un nemico cieco, che ti guarderà come la causa del male di cui egli è la sola cagione. Ho detto che bisogna leggere attentamente il Guardiano della Soglia del Bornia o lo Zanoni del Bulwer per comprende. re tutto il pericolo delle impreparazioni. Non tentate l'iniziazione a cuor leggero, e con tutte le stupide leggerezze del così detto senso comune: in magia bisogna picchiare assiduamente e non arrestarsi a mezza via. Chi cade quando anche ritrovasse il suo maestro, non si rimette sulla via retta che ricominciando: ma se il maestro non lo ritrova più, il solo partito a prendere è di chiedere perdono a Dio di essersi fatto accecare dalle passioni e dalla cattiva logica della paura e dalla diffidenza, e di non aver capito tra l'errore e la verità che la meno seducente era da scegliersi per compagna e arrivare, quantunque la più aspra e ripugnante. 191

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6.° L’operazione da voi prescritta ha, come molte cose della magia e dei rituali magici, il pregio della inattuabilità, per molte persone che non sono in grado di possedere una stanza opportuna, ed acquista così alla magia la fama di essere ARISTOCRATICA, preclusa agli studiosi poveri.

RISPOSTA Coloro che così mi hanno scritto, e così argomentano di una scienza la cui arte non ha bisogno di altro mezzo che della volontà, si ingannano sull’apprezzamento del rito da eseguirsi. Io ho detto: Ventotto giorni di castità. Tutti credo che possano mettersi in tale condizione, con pecunia o senza. Mangiate non alla tavola comune per tal periodo... perchè sotto un certo aspetto, la mensa è la comunione di cui la chiesa cattolica ha fatto il sacramento eucaristico, il mistero del quale è magico, è profondo, più di quanto i dotti ignoranti e i preti stessi non comprendano. La chiesa, raccolta universale della gente cristiana, nacque come anteriormente ho accennato, da una doppia eresia nel campo ebreo e nel mondo pagano. I riti dei primi cristiani erano settarii. La cena del Cristo ai suoi Apostoli è simbolica— la benedizione del Cristo sul pane e sul vino è una invocazione dello spirito santo che il Maestro fa scendere dalla zona bianca di Luce, e che commuta le vivande sintetizzate nel pane e vino da semplici creature della materia colma di bassa astralità, in una materia spiritualizzata per l'intervento di quel angelico colombo che è simbolo della purificazione di tutto ciò che è pregno del respiro del mondo. Quando il Cristo divide il pane e il vino comunica a tutti gli affiliati lo spirito che è sceso sulla mensa, chiamato da lui. Allora riuniti, mangiando il pane benedetto dal Maestro, tutti si sentono allacciati nella unità nello spirito di Dio Grande, e tutti sono fratelli. Bisognerebbe studiare attraverso tutti i secoli le grandi variazioni di questo rito, il quale si presenta così nella leggenda essena del Nuovo Testamento, ma che io ho ragione di credere molto più antico anche nella forma, oltreché per la sostanza, in tutte le religioni classiche dell’antichità. La Mensa, sacra o no, ha riunita sempre intorno a se i membri che avevano la stessa fede e la stessa idealità; questo nel costume dei popoli di tutte le razze, e l'uomo che sente nel suo cuore di essere straniero alla tavola in cui prende il cibo insieme agli altri uomini, è un Giuda, perchè prende l'alimento insieme a quelli che egli istintivamente tradisce, sentendo di volersi da essi separare — perchè il peccato più grande che l’uomo possa commettere di fronte alla Intelligenza — Dio e la colpa più grande contro i proprii fratelli, si fondono nell’ipocrisia, la quale è del serpente, che i 192

latini chiamavano callidus; è della biscia che si rotola nel fango della terra e che è cieca della luce di Dio! La vita degli angeli non è compatibile con la vita umana: lo stesso potrebbe dirsi della vita demoniaca. Sedere alla stessa mensa, bere la stessa acqua, ingoiare lo stesso pane e poi pensare che tu vuoi uscire dalla materialità della legge comune per inoltrarti nell’infinito, è un tradimento vergognoso, perchè tu nascondi agli altri il tuo pensiero, e nell’anima del mondo anche i pensieri più ascosi portano la loro efficace reazione sul plasma della vita visibile. Gli antichi rituali delle società iniziatiche contenevano questo precetto: dal giorno che vieni con noi, tuo padre e tua madre ti sono stranieri. I Gesuiti ne fanno una pratica della vita religiosa — e se fossero vere le parole del Cristo alle Nozze di Canaan, non potrebbero essere interpetrate che cosi, — Ma questo è immorale? gridano i filantropi moderni. Un rito che consiglia il figliuolo a separarsi dai genitori, lo sposo dalla sposa, il padre dai figli, non è che un delitto! — Ricrediti, o filantropo della civiltà, la morale vera, che attraversa inalterata le mode e le passioni dei secoli, consiglia una sola cosa: che non bisogna mai mentire nè al padre, nè alla sposa, nè al figli—il non separarsene come di scienza e di verità per il periodo in cui non può benedire il pane della mensa comune e invitar loro a compartire la benedizione che si invoca da Dio, è l'atto più immorale che possa mai avvelenare una coscienza retta. Il non fare così è un adattamento sofistico, ed ha tutto il veleno della menzogna in se. L’ospitalità è sacra. Lo straniero che entra nella tua casa, fino a che il tetto tuo gli ripara il freddo, deve stimarsi tutt’uno con la tua famiglia, come il cane fedele della tua casa: se no è un traditore, e gli dei di sopra e diavoli di sotto dei traditori non sanno che farsi. I simposii massonici, le foste e i banchetti ospitali nunzii di allegria e di concordia accennano a questa legge. Però come ogni medaglia ha il suo rovescio, come ogni cristiano era eretico della sinagoga o apostata del paganesimo, noi (cioè tutti noialtri che lottiamo per la nostra deificazione) siamo degli eretici della legge comune della materialità — e il banchetto innanzi a cui ci assidiamo, spezzando lo stesso pane che i nostri affini mangiano, è saturo della sola soddisfazione della fame; invece di scendere lo Spirito di Dio a comunicare i convitanti, il Serpente della materia comunica la sua possanza pestifera al neofito che si mantiene nella stessa catena: il traditore ingoia la fame dei traditi. E poi è tanto difficile per un neofito di prendere la sua brava porzione di cibo, cotta e preparata a parte, e di mangiarla in un’ora in cui gli altri non mangiano? Lo stesso è pel dormire: ma per povera che sia una casa, un angolo v’è sempre dove si possa un uomo riposare solo, e non essere nè molestato, nè interrotto, nè impestato da altri nel suo riposo. 193

Resta a risolvere quel problema impossibile della stanza per le operazioni e qui devo confessare che ho suggerita una stanza per le operazioni credendo di far cosa grata a tutti i lettori e ai neofiti, ma quelli che non hanno una camera — e sono i prediletti dello Spirito di Dio — hanno a buon mercato la terra della campagna e il cielo stellato o pien di sole o piovoso. La Magia Divina è a buon mercato. Ognuno trovi un sito, su di un terrazzo, una spiaggia o un luogo solitario purchessia dove compiere ciò che deve compiersi con costanza. Se la vostra povertà è grande bruciate delle erbe odorose all'aperto—o delle legna di arbusti — come il rovo di Isacco. A pag. 427, ho scritto « pregate con le finestre aperte » per dirvi che la vostra preghiera deve mettervi in comunicazione col mondo astrale superiore e quindi con lo spirito puro dell'universo: se invece delle finestre aperte operate ed agite all'aperto non fate che il meglio. Tutto ciò procurerà un po’ di disagio, un po’ d'incomodo, ma bisogna ricordarsi che i pigri non otterranno mai niente, e che lo spirito attivo della Natura Universale non si dona, ma si lascia dagli attivi attirare. A questo proposito, come ho dato il precetto di TACER SEMPRE. ricordo ai discepoli della Magia il precetto cristiano malamente interpetrato dai preti: — SE AVETE SETE DI ARRIVARE SIATE SEMPRE VIGILI, COSTANTI E ATTIVI. Ho detto che le intelligenze o spiriti o nature fluidiche si presentano a noi con la rapidità della folgore (v. pag. 420): ebbene, la sola, la potente, la immensa leva della mente umana e che la riattacca a Dio attraverso il serpente della volontà della Terra, è questa solerzia o attività propria agli spiriti di Mercurio, per cui Dante comincia il settimo canto del Paradiso con questa terzina inesplicabile con la scienza profana dei grammatici: Osanna sanctus Deus Sabaoth Superillustrans claritate tua Felices ignes horum malachoth! L'attività, la sola attività intelligente può generare la più grande delle conquiste cui un uomo di genio possa aspirare, la Verità delle Cause, che è al di sopra della stagnante inerzia di cui la miscredenza è un sintomo volgare, per raggiungere un ideale che per il volgo dei bambini è la più poetica delle follie.

(continua)

GIULIANO KREMMERZ

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[i] Per far ciò non cesso dal raccomandare che bisogna essere sicurissimo del soggetto impiegato — se no, val meglio eseguir solo il rito e poi servirsi di tutti i soggetti ma diffidar di tutti. [ii] Gli spiritisti empirici insegnano che quando un medio dà un responso o una risposta, bisogna tacere, ammirare e ringraziare. La Magia. invece consiglia che qualunque risposta bisogna discuterla al lume della ragione e non delle passioni proprie: quindi magia è ragione anche quando parlano i sonnamboli come eco infedele delle regioni di Averno. Se il medio è di una purità angelica, cioè sopraumana, non si lascia influenzare da nessuna delle passioni umane. Le vestali della prima Roma ebbero a perpetuare il fuoco della santità e purità dei pensieri: il monacato ebbe in mira lo stesso, però nel monacato quando non è eremitaggio, alle passioni umane si sostituiscono le passioni degli ordini religiosi che sono pestilenziali lo stesso, cosi come nelle sette in cui si crea un'anima collettiva con delle passioni collettive. Io desidero che ehi si accinge allo studio delle scienze occulte sfugga perfino lo spirito settarie o spirito di scuola, perchè io intuisco la conquista della verità come di sopra a tutte le sette, a tutte le chiese e a tutti gli ordini e che un ordine o una chiesa potrà nascere veramente vitale, e superiore a tutte le esistenti, quando i fedeli suoi fossero sicuri di agire risolvendo nella pratica il grande arcano di unire la fede alla scienza e di spiegare la fede con la scienza e di far che operi la scienza a mezzo della fedeli controaltare di questa potente realizzazione è, come si capisce facil-mente, nella fede che non è diretta dalla scienza e dalla scienza che è spoglia di fede. La prima è torre babelica, perchè innalza il suo vertice al ciclo senza le radici nel profondo della terra, la seconda è distruttrice perchè procede distruggendo la fede. La moderna filosofia (intendo di quella che grida in piazza ad ogni occasione politica) dispregia le vecchie teocrazie orientali dalle assiro-babilonesi alle egizie e alla ebrea perchè non portando le sue conoscenze religiose oltre il cattolicismo e i cristiani delle differenti chiese scismatiche si accieca dinanzi alla bestia trionfante di una religione che combatte la scienza e non comprende che le due sorelle sono destinate alla rigenerazione delle antiche età auree, fondendosi: perchè quando il supremo sacerdozio delle religioni e il supremo potere degli stati sarà identificato nella scienza, i re saranno dei Salomoni e i collegi pontificali ordini di scienziati perfetti: ai volghi sarà concessa la fede, a chi esce dai volghi la scienza. Allora solo lo storico penetrando i misteri dei tempii antichi potrà dire dove cominci e dove finisca la colpa dei pontefici romani e quella degl’imperatori da Carlo Magno a Napoleone, e quella dei ministri della pubblica istruzione degli stati moderni. [iii] Il medio ad effetti fisici ha in se molto del mago operante in magia naturale; e questo come quello può veder nulli i suoi effetti per la Stessa ragione. I maghi di magia divina interrompono coi loro mezzi o annullano gli effetti di magia naturale. La leggenda di Simone Mago che cadde mentre S. Pietro pregava vuol dir questo. [iv] Nell'Odissea XVII v. 485, si legge; Gli Dei prendono la sembranza dei viaggiatori dei diversi paesi e percorrono la città sotto diversi trucchi. A questo proposito bisognerebbe leggere di Platone De Republica, il secondo libro, quando Scorate parla della menzogna. [v] Vedi fascicolo 1 — Gennaio 1893.

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AVVISO AI LETTORI CHE SEGUIRANNO LE OPERAZIONI ASSEGNATE Per essere chiari: 1.° Dal 14 al 28 novembre, siccome è detto a pag. 426, può cominciare il periodo di preparazione; però io consiglio di cominciare al più presto. 2.° Compiuti i ventotto giorni di preparazione (per chi comincia il 14 p. es. il periodo finisce il giorno 11 dicembre) segue 1’operazione dei segni che ho promessi alla fine del capitolo. I lettori praticati troveranno questi segni nel fascicolo del venticinque novembre prossimo, chiudendo la nota pratica al capitolo 3 e la prima parte della mia Magia Naturale o Divina. Raccomando a tutti di eseguire senza interrompere, e di ricordarsi che le quistioni dell'anima umana vanno giudicate con la scienza dell'intelletto, e che non bisogna temere il ridicolo quando l'ideale della ricerca, è la Luce della Verità.

LA VALIGIA DEL MONDO SECRETO A coloro che desiderano " la pruova convertente e inconfutabile"

Ai Sigg. Dott. D. P., Dott. A. G. V. R. e incredulo I lettori del Mondo Secreto sì dividono in più classi: Coloro che credono senza vedere — e sono i benedetti da Cristo; I semplici studiosi di una scienza che ora appena, per il grosso del pubblico, vagisce e che aspettano la pruova del fuoco (la innegabile) per convertirsi; Gli incerti, eternamente titubanti se darsi o no al diavolo, se farsi rapire dalla fiorente poesia di una scienza del mistero o restare terra terra con la scienza officiale; I miscredenti per educazione che per decidersi a credere si debbono decidere a fare la vostra scoperta, e che vorrebbero, in altri termini, rivelarvi all'attonito mondo degli

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accademici come un fenomeno da fiera ed annunziarvi come un soggetto degno dello studio dei patologi; Gli ultimi, quelli che desiderano vedervi all'opera, armato di spada e verga e convocare i farfarelli di tutto l'universo in una campana di cristallo, o sfoderato dal vostro corpo materiale come un doppio amorfo, o evocante le ombre dei morti ad uso e consumo dei vaghi di esperimenti—questi ultimi, dico, sono i più e tra essi alcuni, mossi per questa via, si convertirebbero lealmente. E ad essi che io m'indirizzo, ai pochi che vogliono vedere per convertirsi sinceramente— o comechè essi, per il desiderio loro ben determinato, non sono delle persone del volgo dei profani, così devo loro dei chiarimenti, affinché di tutte le lezioni pubblicate e da pubblicarsi nel Mondo Secreto ne ricavino un succo, e non si dica che quando un occultista si decide a parlare ha il dono di non farsi capire. ---------------------La magia che io esumo sotto una forma compatibilmente concorde con le conoscenze contemporanee dei profani è quella classica, contenente tutti i principii fondamentali delle scienze spirituali e materiali. Finora si è detto: la magia è un arte da ciurmatore e il solo nome di mago è poco serio. Invece i pochi lettori che mi hanno seguito dal 1897 fin'oggi, cominciano a capire che il solo volersi appropriare il nome di Magister Magus Perfectus è temerario — perchè quell’uomo sarebbe il personale ritratto di un Dio sulla terra. Però io ho detto che tutti gli uomini possono arrivare a questo esercitando le loro virtù dello spirito (animo e psiche) e obiettivando nel campo della realtà materiale ogni creazione della loro immaginazione. Se la lingua latina si studiasse bene, secondo i principii della etimologia sacerdotale, le verità si troverebbero nelle parole. Immaginazione, italiano, viene dal latino imago, che, analizzata secondo ho detto, si divide in i-mago aut in-mago: e vuole indicare una potestà della mente di determinare nell’astrale una concezione, tal quale come fa il mago (sic ut in-mago) per ottenere una realizzazione in pratica. L'architetto (massone o muratore, concepisce il disegno di una casa e lo traduce in atto prima disegnando e poi costruendola materialmente — perciò la Massoneria si serve, senza spiegarlo, di tutto un linguaggio e di tutti segni simbolici che dovrebbero avere questo concetto fondamentale di tradurre e costruire nella pratica il tempio ideale della giustizia di Salomone—sapienza, prosperità e pace che sono, socialmente, non troppo vicini alla nostra epoca. Gli studiosi che sono arrivati a questa realizzazione di pensare e realizzare, s’intende con le sole forze magiche, sono degli adepti riusciti della Scienza perfetta o Magia, ma a costoro bisogna chiedere quello che è strettamente logico di chieder loro, la scienza cioè, il modo di pervenire ma non il modo di convertirvi. Per convertirvi, se voi siete preparati ad un ascenso, egli fa appello alla vostra ragione sviluppata e vi affilia alla sua scuola per farvi trovar facile il primo cammino: come un maestro ai discepoli nella scuola volgare, egli vi dà quello che crede utile di dare. È poco scientifico schiedere più di questo, se questo è tutto. — Ma, dice lo scettico, che cerca quei tali fatti da protocollarsi e documentarsi, ciò che può convertir noi è il fenomeno imponente. Io non domando altro che vedervi in corpo 197

astrale, in forma tangibile...[i] oppure vedervi come Simon Mago volare, o come Beato Giuseppe da Copertine ballonzolare in aria. La domanda non ammette replica: o siete mago e dovete saper volare e dovete potervi manifestare a me dovunque, perchè lo spirito non conosce spazio— o non lo potete, ed allora la Magia è un vaniloquio. Questa domanda che sembra a prima vista una formidabile sfida alla potestà magica, non è una domanda logica: bisogna prima diventar discepoli di fatto di un maestro e poi tentare di ottenere qualche cosa: il Cristo non si trasfigurava che innanzi ai prediletti, gli apostoli, e a chi gli domanda una grazia egli chiede prima se crede. Elia non ridà la vita che al figlio della vedova che gli aveva dato ospitalità. Mosè non compiva il miracolo della pietra che dà acqua che con Aaron,.. Oggi invece la posizione è invertita, perchè si dice: Se vuoi tu che posi a maestro convertirmi, fammi questo. E che importa al maestro che tu non voglia convertirti alla spiritualità? — Ha egli forse in mira di fondare una setta, una religione, una chiesa nuova e assidersi a papasso? La domanda rassomiglia per la sua ingenuità a quella sciocca di un bambino che visitava il tempio di San Pietro: — Papà perchè non mi compri una cupola di S. Pietro per metterla sulla nostra casa? Il babbo sorridendo disse al figliuolo: — Caro bimbo, la nostra casa non è per quella cupola, bisogna prima preparare la casa e poi vi porteremo la cupola. Ma credete voi che avete sano l'intelletto che 1’organismo di un uomo spiritualmente evoluto, capace di darvi prove di fenomeni trascendentali ed intellettuali mille volte superiori a tutte le levitazioni del Giuseppe da Copertine, possa esser cupola per ogni modesta casa? Non è la cupola è la casa che non affida. Potrei dirvi che come profano avete ragione: che il pubblico ammira e batte le mani ad un uomo cannone e passa non curante innanzi ad un edificio recentemente costrutto: che voi volete delle esperienze acrobatiche dal direttore della compagnia: che voi desiderate che 1’architetto di un monumento, prenda la cazzuola e suda a costruirvi il piedistallo di silice. — Ma io vi dirò semplicemente così: permettete che io vi dia la certezza di un occulto potere, umano ed extraumano, con una iniziazione progressiva — io non sono un fakiro dei tempii della Imalaia, nè Homo, nè un medio sul genere della Paladino: diversamente non potrei scrivere un libro che vanta tra i suoi pochi lettori degli uomini e filosofi colti, non sarei un maestro di magia, nè avrei la libertà di non aver bisogno di alcuno. Nelle condizioni soprascritte della Paladino, io mi farei scritturare per un giro artistico, ma non insegnerei le leggi della scienza nè interesserei degli uomini della cultura di coloro che mi scrivono, e cui son dirette queste parole. Questa iniziazione progressiva cui io accenno non è nè sarà un vaniloquio. Io la traccio con una pratica che, per la sua semplicità, tutti, giovani, giovanetti, signore, uomini validi possono cominciare a seguire senza grave incomodo. Sarà ottima pei medii: maggiormente proficua per chi vuole arrivare ad ogni costo: e offrirà agli sperimentatori di sonnambolismo, che trovino una compagna adatta, a prodursi nella medianità magica. Solamente, io ho pregato, se non si ha nettamente l'ideale di voler imparare qualche cosa di nuovo, di non tentare questo ignoto o lasciare che la lumaca, non metta fuori la corna: por molte ragioni, sopratutto per impedire con la non pura 198

idealità della scienza che quell’ignoto Signore che verrà a visitarvi, appena voi ne sarete degni, non faccia, alla rovescia, il vostro bene, calcando sulle vostre cose mondane la sua mano invisibile e dandovi pruova della sua presenza influendo a traverso tutto ciò che può farvi piacere, cangiando ogni carezza in randellata. Questa pratica serve a scozzonare il nudo organismo psichico del neofito dandogli la possibilità di fenomeni di ordine superiore, e certamente una luce tale da permettere di praticare tutti gli esperimenti e intendere tutte le teorie che andrò pubblicando in seguito; giacché finito il primo ternario astrologico Sole

Luna

Γ

Ρ s Mercurio

noi entreremo nel secondo ternario Marte

Venere

U

T V Giove

nel quale ogni studioso deve cominciare, preparato com’è, a esperimentare e a tentare i primi problemi di magia naturale, cioè: 1.° Influenza dell’uomo sull’uomo, 2.° Influenza dell’uomo sull’ambiente, 3.° Azione determinata su uomini, ambiente e cose inanimate. 4.° Limiti della magia naturale e possibilità di entrata nel mondo extraumano. Il quale mondo extraumano comincia a schiudersi all’incipiente nel pianeta di saturno b, cioè al settimo punto, in cui i limiti della magia naturale confinano col mondo degli esseri invisibili, ed allora o si va innanzi o si rimane un aborto in magia. Tutto ciò, il lettore lo intuisce, non lo abbandono al caso. Spiego, scrivo, raccomando delle precauzioni. Chi esegue le mie pratiche si metterà in comunicazione diretta con me, per mezzo di determinate cose che svilupperanno in terreno propizio, ed allora di QUANTO SCRIVERÒ di OSCURO, IL PRATICANTE CAPIRÀ LO SPIRITO, mentre il lettore volgare intenderà la lettera SOLAMENTE. Questa insomma è la chiave di tutto un edificio (Massoneria?) filosofico, che avrà la sua grande influenza sulla creazione di una scuola la quale faciliterà le ricerche individuali e il progresso di quelli che si sentiranno spronati dai successi a continuare nelle ricerche. Studiando e praticando quanto io scriverò, ciò che oggi si domanda come un esperimento, cioè il vedere e toccare il corpo astrale di un maestro, si otterrà facilmente, 199

perchè allora il fenomeno sarà possibile ed ora no, non per altra ragione che permetter su di una casa la cupola di S. Pietro vi è bisogno di renderla atta a sopportarne la mole. —Ma, risponde Io scettico, dei tempii dell'India si scrivono tante cose; dei bramani si dicono mirabilia... È vero; ma lo studioso ricordi che altro è parlar di tempii ed altro è parlar di scuola: come altro è discorrere di un collegio medico in un ospedale di primissimo ordine, e altro è parlare di un medico magari di fama mondiale. Nell’ospedale vi ha tutto ciò che occorre a qualunque insegnamento e il soccorso anche imprevisto; nel consultorio di un medico invece, non si può pretendere che ciò che il medico può dare agli altri e vuol dare. V è iniziato che può fare delle cose che altri non può: dipende dalle sue condizioni speciali: un architetto potrebbe edificare rapidamente un edificio che altri in tal tempo non può, perchè l'uno dispone di operai e mezzi materiali che 1’altro non è disposto a usare o non ha che per determinate opere. Generalmente si crede la più facile cosa del mondo esteriorizzarsi non solo, ma rendersi tangibile, cioè plastico, cioè sensibile a coloro che non escono dall’ordinario della sensibilità umana—mentre non si capisce e non si pone attenzione che nel circoli di esperienze spiritiche non si producono i fenomeni che modificando la sensibilità degli intervenuti e che nei tempii i miracoli o i fatti anormali non si verifìcano che con uno STATO DI CRISI degli spettatori. D'altronde nature eccezionali possono dare determinati fenomeni, ma non danno che quei fenomeni: il Beato Giuseppe da Copertino era levitante ma non faceva che quello e la Paladino non fa che ripetersi: riuscire completo in tutto non è che dei messia. Ora mi permetto riprodurre dall’opera magistrale di Stanislao de Guaita, questo che riguarda l'esteriorizzazione del corpo astrale, affinché si sappia quanto se ne debba sapere: « Allo stato normale il corpo fluidico è invisibile, ma può, abbiettivandosi, rendersi compatto in una misura più o meno accessibile ai sensi; sia che egli obbedisca alla efficace volontà degli adepti o che egli si trovi in certe condizioni poco frequenti che determinano le variazioni dell'atmosfera iperfisica di cui è circondato il nostro pianeta. Allora diventa visibile e presenta anche una incredibile resistenza al tatto ». Ma, dopo detto che in potenzialità tutti gli uomini possono riuscire a esteriorizzare il loro corpo astrale egli aggiunge testualmente: « Questa esperienza è cosa grave: qualsiansi le precauzioni che si prendano non si tenta mai senza pericolo. « Prima, il Perispirito in stasi di condensazione, che incontri sul suo cammino una punta metallica è seriamente minacciato: per poco che la sua sostanza centrale sia intaccata, il coagulato si dissolve e la morte è certa. Nel caso in cui un oggetto acuto si limiti a sfiorarne la periferia, una parte notevole della sua vitalità è subitamente sottratta a lui come l'elettricità di una nuvola dalla cuspide di un parafulmine. Il corpo astrale corre il medesimo rischio, per questo fatto, del corpo materiale dopo un’abbondante emorragia: — la sincope ». E qui il Guaita comincia ad enumerare tutti gli altri pericoli, specialmente quello di vedere il proprio corpo materiale invaso da larve o spiriti vaganti dell'astrale e si riferisce al vocabolo alienato e alienazione mentale la cui origine dimostra che i mutamenti di personalità nei casi di follia sono appunto da addebitarsi ad ospiti nuovi in case da cui il proprietario è stato messo alla porta o ridotto a servitù.

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— I maestri però, soggiunge lo scettico, devono sormontare tutti questi ostacoli, e fare, vincendo tutti i pericoli, ciò che è tanto pericoloso di fare. Perfettamente: ma i neofiti che vogliono davvero, non hanno che a praticare e purificarsi: appena saranno progrediti tanto quanto si può arrischiare di porre la cupola di S. Pietro sul nuovo edificio psichico, non hanno che a chiamare insistentemente con la voce dell’animo e della volontà, e, senza illusioni e senza sorrisi, mi vedranno, mi toccheranno e mi sentiranno, dovunque e comunque vogliono. Questo è tutto il programma della scuola che inizio. Rendersi atti a vedermi e a sentirmi è il compito vostro; rendermi visibile o sensibile a chi è pronto, dovunque si trovi, questo è mio volere. GIULIANO KREMMERZ [i]

Qualcuno potrebbe aggiungere:.. vorrei pungervi con un bistori per vedervi sanguinare.

PER UNA "SOCIETÀ DI RICERCHE PSICHICHE„ IN NAPOLI AI SIGNORI DETKEN & ROCHOLL Editori del Mondo Secreto Napoli

Carissimi Signori Nella Rivista di Studii Psichici che si pubblica in Torino con mia meraviglia leggo il seguente poco incoraggiante articolo, del quale pongo in rilievo alcune frasi.

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Si annuncia da Napoli che si sta colà preparando la costituzione d'una Società per le Ricerche Psichiche. Suo scopo principale sarebbe di creare un centro per le riunioni, per gli esperimenti dei medii, per le conferenze e facilitare la formazione d’una biblioteca speciale, che aiuti nelle ricerche chi ne ha bisogno. Tutti potrebbero iscriversi — dice il suo programma — occultisti, spiritisti, teosofi, sperimentatori e volenterosi d’imparare. Sarebbe dunque — a quanto sembra — uno dei soliti Circoli di studi spiritici, colla differenza, però, che il Sodalizio non sarebbe ascritto ad una data Scuola, ma sarebbe costituito di persone d’ogni idea in fatto di psichismo. Una Società di questo genere vive, tant bien que mal, in Torino da alcuni anni, e certo non vi ha fatto del male allo svolgimento degli studi psichici: quindi un Sodalizio consimile può forse vivere e rendersi utile anche in Napoli, quando soltanto procuri di non cadere incoscientemente fra le mani di speculatori, e non sia indipendente da questa o quella Scuola soltanto in apparenza. Senonchè, il nome di Società per le Ricerche Psichiche può creare una pericolosa confusione, lasciando credere a taluno che il nuovo Sodalizio abbia a riescire una ridevole caricatura della famosa e benemerita Società di Londra. Un tentativo di costituzione di Società di tal genere fu fatto in Milano da dotti uomini come Brofferio, Schiapparelli, Finzi, Ermacora, ecc., e non riescì. Figuriamoci ciò che accadrebbe altrove in diverse circostanze! Una Società di questa fatta non potrebbe avere utile e lunga esistenza fra noi, tranne che raccogliendo nel suo seno uomini i cui nomi siano circondati da quella stessa aureola che in Inghilterra illumina quelli del prof. Lodge. di William Crookes, del prof. Sidgwich, del prof. W. James, del Vescovo di Ripon, dell’on. A. J. Balfour, del Conte di Crawford, del prof. J. J. Thomson e dei tanti altri illustri personaggi che ne costituiscono il Consiglio direttivo. Cosa che, pel momento, non si può ancor sperare in Italia. Occorrerebbero poi centinaia di soci, disposti a pagare una larga quota, per provvedere i mezzi di retribuire medii, lettori del pensiero ecc., di pagare viaggi a località in cui accadono fenomeni spontanei, e sopratutto per la pubblicazione degli Atti della Società. Dacché nessuno studio. per quanto ben compiuto, potrà mai essere preso sul serio, se pubblicato in un periodico, ove sia preceduta da una comunicazione fresca fresca dello Spirito di Sant’Agostino o di Napoleone I sul disarmo e la pace universale, o sia seguito dalla chiara spiegazione delle leggi che reggono l’Universo per mezzo del Tetragrammaton, JOD, hed, vav, hed; atma, BUDDHI, manas, kama rupa e altrettanti lagrimevoli... facezie, Avanti dunque: adelante Pedro! ma adelante con juicio. Non so perchè un giornale di tanto pregio diventi un po’ soverchiamente acido con questa nascitura Società di Ricerche Psichiche che una Rivista di studii psichici dovrebbe certamente incoraggiare; perchè forse crede suo dovere di far l’oca capitolina onde siano impediti gli ingenui soscrittori a cadere nelle mani di speculatori capaci di cavarne un frutto nelle prossime elezioni politiche o per evitare ai novizii che piombano nelle bocche dei diavoli della magia? Domando a voi, editori del Mondo Secreto, il permesso di mettere i punti sulle lettere ebraiche e tagliar corto a sottintesi che nocerebbero al concetto della nostra pubblicazione, e dichiarare: 1.° che il Mondo Secreto non ha niente a vedere con la società di ricerche psichiche di prossima fondazione a Napoli;

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2.° che io non ne sono il fondatore perchè io non fonderei una società di ricerche psichiche... giacché non vi è niente da ricercare ma vi e tutto da studiare e imparare nella magia che predica da secoli ciò che oggi la gente che vuol parere profonda vuol mettere in... protocollo: 3.° che io applaudo e sottoscrivo alla bella iniziativa sicuro di concorrere all’opera di progresso che lo spiritualismo si propone, come applaudirei a qualunque idea consimile che spuntasse in altra regione d'Italia o del mondo, e, potendolo, vi concorrerei col mio obolo; 4.° che il Mondo Secreto e il suo direttore non hanno alcuno scopo diverso dal palese, il quale è di insegnare a chi vuole imparare e diffondere tra coloro che hanno vaghezza di studii nuovi, che la Magia, dottrina filosofica e pratica, è una realtà di sintesi scientifica da meritare tutta intera l’attenzione dei progrediti; 5.° che ho messo al Mondo Secreto il titolo di avviamento alla scienza dei magi, appunto per non generare confusioni e perchè io non credo che il pane non debba chiamarsi pane per nascondermi dietro il paravento di una società di ricerche o di fondare una società di studii psichici; 6.° che se la Rivista di studii psichici vuoi assumere la gratuita inserzione degli atti di questa società, se la vedremo costituita, il Mondo Secreto volentieri cede il posto, perchè una Rivista di Studii Psichici sarà certo più adatta a pubblicare le ricerche della nascitura società. Ora però alcune illustrazioni a queste dichiarazioni brevissimo. Io sono molto e cordialmente addolorato de gli spiritualisti in Italia debbeno più che in Francia, fare a capelli, quasi che lo stùdio della Verità sia una impresa commerciale in cui il bottegaio abbia a guadagnarci quattro scudi in più o in meno—e credo che sia opera deleteria questa di combattere a colpi di penne e di inesattezze l'Opera degli altri e sospettarla, escludendo dalle clientele coloro che credono in altre interpenetrazioni. Mentre il giornale di Torino scrive tanto garbatamente su di una società di studii che appena ora si tenta di fondare a Napoli, a Milano nella assemblea della Unione Kardekiana si propone un articolo allo statuto che impedisce agli iniziati di altre società di far parte dell'U. K. E perchè? per impedire che cosa?—ma le società spiritiste, con tutti gli articoli restrittivi e i non restrittivi, senza che nessuno possa impedirlo, sono destinate a fare da semenzaio alle società iniziatiche più alte. Il ripetere le parole del Brofferio che gli spiritisti si debbono scompagnare dagli occultisti e dai teosofi è ripetere una sciocchezza messa inconsapevolmente fuori da un uomo di talento come il Brofferio; gli occultisti non sono che degli Spiritisti che studiano tutte le leggi dello spirito umano e che non si fermano alla sola cieca persuasione che la voce dell'ignoto sia sempre quella dell'anima disincarnata di un Alfredo, di un Antonio odi un Quinto Cursio Travicello. È opera anticivile ed oscurantista ogni opera di separazione e il Mondo Secreto porta impressa sulla sua covertina, fino dal 1897, che rispetta tutte le scuole, le affratella, le riunisce, le fonde nell’ideale alto della spiritualità: ora perchè tutto questo affannarsi a dividerci, a combatterci con una ostinazione che nuoce alla progressiva diffusione dello spiritualismo in Italia? La Contessa Elena Mainardi, di cui pubblichiamo in questo numero il ritratto, scrive una lettera al signor Direttore del Vessillo Spiritista ben calcando sul concetto oramai diffuso, che dell'occultismo nessuno capisce niente, e che perciò non vi può sottoscrivere — mentre personalmente è tale paziente studiosa di fenomeni occulti, specie della fotografia spiritica, che diventa un soggetto di molto interesse anche per gli occultisti, 203

tenuto conto sopratutto della sincerità degli esperimenti suoi, e della lealtà sua sulla quale si può fondare senza discussione. Il progresso che otterrà la signora Contessa nei suoi esperimenti fotografici la farà preziosa al progresso della spiritualità in genere: ora non è detto che per essere tale produttrice di fenomeni debba appartenere allo spiritismo più che all'occultismo: essa appartiene alla scienza, la quale nella sua fede dovrebbe unirci in una famiglia sola. Ho detto inoltre che io non fonderei che una scuola di magia: con questo ho ripetuto nettamente la mia idea di ripristinare gli studii magici — e in un'altro scritto che pubblico in questo stesso numero più nettamente determino il mio concetto; ma, se il terreno io trovo infecondo, e trovo l'ostacolo nelle convinzioni aprioriste della gente che vuol discutere per far mostra di valentia sofistica, io chiudo il libro e depongo perfino l'idea di una scuola di magia che mi è tanto a cuore, perchè ciò che impedisce la rapida formazione di questa scuola, con un metodo diverso, è appunto la diffidenza che desta nella famiglia latina qualunque apostolo di verità... nuove per la loro antichità: diffidenza ingigantita dalle mezze parole di quelli che non potendo dottoreggiare e spropositare nell'occultismo, tentano di screditarlo. Nè si creda che questo sia un patrimonio degli ignoranti: il direttore della Rivista di Studii Psichici chiama il Tetragrainmaton una facezia lagrimevole, dando così dell'animale a tutti i rabbini che hanno fatto studii di cabbala e del faceto a tutti quelli che da Pico della Mirandola, a Franck e al Papus e a me hanno gittate in pasto agli studiosi le contemplazioni della verità assoluta! e nella Storia dello spiritismo discorre di Magia come di una impostura e confonde il mago che dava responsi e quello delle novelle col mago filosofo e pratico delle leggi filosofiche occulte, di cui si può ritenere che l'autore della storia non ha mai visto il naso! Però il Mondo Secreto serve appunto a far intendere agli studiosi che alle pretenziose sentenze dei voluti e creduti dotti del volgo non devono credere senza prima studiare quello che sia magia e praticarla: la quale missione del Mondo Secreto dà sui nervi ad alcuni, ma non per questo io muterò programma: il Mondo Secreto resta quello che è, si contenta di pochi lettori, e non ha in mira che una sola cosa, la verità nella Filosofia e nella Pratica e si pubblicherà fino al giorno in cui non avrò stimato di aver detto abbastanza e che più non deve nè può dirsi. Cari editori, ho voluto far capire che la nostra non è una impresa libraria. L'hanno capito o devo spiegarmi più chiaramente, che è per mera combinazione che il Mondo Secreto si stampa a Napoli presso la vostra casa, e che non ci unisce un contratto di vita e di morte? Io avevo pensato di mantenermi lontano da Napoli per qualche tempo, e non farmi degli amici personali; ora la mia riserva a farmi innanzi mi è giovata, e mi gioverà a dileguare perfino il sospetto che io voglia metter cattedra di magia a Napoli (dove prometto di non farmi vedere) per far amici e clienti. Desidero che innanzi al disinteresse tutti, anche i meno benevoli, si persuadano che oltre la magra soddisfazione di predicare ai sordi, altra non v’è. Dopo ciò non ritornerò più in queste polemiche dolorose. Scrivo Magia: chi vuole legga, chi no, no. GIULIANO KREMMERZ

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L'ANIMA È FOTOGRAFABILE?

Nel fascicolo di giugno passato della Rivista di Studii Psichici, il sig. Lucio Silva scrive di alcune sue esperienze di effluviografia e ne discute con molta competenza. Il signor Silva dà il metodo come Ottenere l'effluvio (o irradiazione fluidica) su di una lastra sensibile, in un gabinetto fotografico. Posate le dita per un quarto d'ora sulla parte non gelatinata di una lastra, per non sospettare del sudore e del movimento delle dita sullo strato gelatinoso, e fissata l'impressione si ottiene attorno all’impronta lasciata dalle dita un’aureola che si estende tutt’attorno. Lo sperimentatore esclama con fine sarcasmo: — Oramai non ci era più dubbio: l'esistenza dell'anima era scientificamente e definitivamente dimostrata!.. Ma maliziosamente aggiunge; 205

« Io non ho creduto del tutto ozioso il tentare una nuova esperienza. « Eccola. Prendete un oggetto qualunque, alla temperatura del corpo umano, meglio un sottile bicchiere pieno d'acqua, perché esso impiegherà maggior tempo a raffreddarsi; ponete quest'oggetto sulla lastra sensibile dalla parte opposta alla gelatina. Sempre inteso che la lastra sia immersa nel bagno e che si escluda persino la luce rossa. Dopo un quarto d’ora, passate al fissaggio e — oh delusione! — corrispondentemente alla grandezza dell'oggetto, sarà visibile una macchiala quale presenterà all'ingiro le stesse strie, lo stesso vermicolamento, che prima s'erano disegnati intorno ai segni del polpastrelli delle dita. Gran Dio! che il bicchier d'acqua abbia un corpo fluidico anch'esso?! « Ora — domando io — quale è la particolarità che ci autorizza ad attribuire queste impressioni ad un ignoto fluido, anziché al calore istesso della mano? « Se questa esperienza non dimostra che la mano non esercita veruna azione fuori del calore, non si potrà neppure perciò sostenere che questa ignota azione esista. « In altre parole, se nulla prova che sia solo il calore a determinare queste impressioni, nulla prova il contrario. Mi permetto di domandare la parola per un fatto assolutamente impersonale — perché a leggere tutto ciò che i psichiatri e gli sperimentatori metton fuori sui giornali scientifici, senza che nessuno discuta la inesattezza dei loro apprezzamenti e la nessuna serietà di essi, mi fa l'effetto delle discussioni di un vescovo che innanzi a dei preti ignoranti discuteva di rapporti tra il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo: ma chi è questo padre, questo figlio e questo.... terzo? Così delle osservazioni sulle effluviografie. Io dico sì, non imitiamo i grammatici che sono fabbri della bella parola, poco curando l’idea, ma se vogliamo intenderci, badiamo a ricordarci che ogni parola è un segno cui corrisponde un'idea determinata, se no noi non c'intenderemo più. Il signor Silva ad un punto del suo ragionamento dice che molti si sono affrettati a citare queste irradiazioni come « prova dei corpo fluidico del nostro essere; mentre più giù celiando esclama: l’esistenza dell’anima è provata. L’espressione di corpo fluidico è presa dagli occultisti e l’anima dalla filosofia elementare; parole elastiche le prime è parola molto elastica la seconda, che il signor Silva dovrebbe definirei per farci comprendere il valore che vi attribuisce. Perché se lascia le parole come stanno, indecise il suo ragionamento demolitore della prova scientifica dell'anima e del corpo fluidico non raggiunge il suo fine, e dimostra a coloro che studiano i simboli degli occultisti antichi e che appena cinquettano i rudimenti della filosofia occulta dei moderni che gli esperimenti del signor Silva, e gli altri delle effluviografie dimostrano che si fa molto male, prima di procedere a prove sperimentali, di non studiare ciò che sotto il velame di versi strani la scienza dei magi predica ai sordi da tempo immemorabile. Ponendo da parte il corpo fluidico e l'anima o adoperandoli in qualunque senso prettamente fisico, le due esperienze del Silva non si negano e non negano niente. Le dita appoggiate sul rovescio della superficie non sensibilizzata di una lastra fotografica, danno l'impronta di una aureola o di macchie che segnano i polpastrelli delle dita e intorno a ciascuna di esse delle diramazioni a modo di strie vermicolate. Che cosa siano queste macchie e queste strie è ozioso discutere, perché è indiscutibile che sono l'effetto di luce che per la sua tenuità non è sensibile all’occhio fisico dell'uomo —e se esiste un dubbio che le macchie siano il prodotto del calore emanante dalle dita 206

dello sperimentatore, è egualmente oziosa l’osservazione perché gli attributi delle diverse forme della emanazione fluidica umana è unitaria, cioè sintetica: vale a dire che se il fenomeno si attribuisce al calore, questa irradiazione calda, contiene la luce, perché nella filosofia della fisica (di cui non si sono occupati i soli occultisti) luce, suono, calore, magnetismo, è tutta la stessa forza centrale sotto le differenti manifestazioni e le varie energie sensibili: e quando i nostri mezzi meccanici di osservazioni saranno più avanzati si dovrà constatare che le manifestazioni foniche, per esempio, devono includere anche nelle minime parti manifestazioni di luce e di calore e così reciprocamente. Passate alla seconda esperienza, quella del bicchier d’acqua. Le macchie sono identiche a quelle lasciate dalle dita! e che cosa prova questo?—Bisogna prima studiare se l’acqua non abbia la proprietà di ritenere in parte anche minima i raggi luminosi e di irradiarli nell’oscurità, oppure per essere più generici, bisogna riflettere se tutte le cose non abbiano il potere di assorbire, ritenere e rimandare la luce in proporzione insensibile per l'occhio umano e sensibile per un apparecchio più delicato. Sclama il signor Silva: —Gran Dio! che il bicchiere d’acqua abbia un corpo fluidico anch'esso?! Non è una celia nè una caricatura: sotto l'aspetto puramente fisico tutti gli oggetti hanno un corpo fluidico: dove v’è materia v’è radiazione di fluido: e, strano a dirsi, l'anima delle cose è vera ed ogni fenomeno chimico ne è una prova. L’Unità o Monade universale (Unità sintetica) è basata sul principio della continuità interrotta dell'anima delle cosa — o per intenderci meglio della vita o forza vitale, che dalla silice e dal granito monta attraverso il regno vegetale e animale fino al cervello umano. In quanto poi alla prova fisica o meccanica del corpo fluidico dell'uomo bisogna ricercarla in tutte le manifestazioni di cui non ultima è quella della proiezione fluidica nelle esperienze di materializzazione — ma non bisogna spaventarsi nè credersi oltraggiato se la materia umana ha la stessa proprietà della materia non umana; tutto è materia e tutto è spirito, lo spirito penetra tutta la materia dal cristallo di quarzo all'alito di una creatura che pensa e ragiona. Bisogna montare molti scalini di sopra all'organismo dell’uomo progredito, per arrivare alle Intelligenze separate da materia, di cui parlano Dante Alighieri o i neoplatonici le quali Intelligenze, essendo da tutti presentate sotto forma di luci o di corpi o centri luminosi il filosofo della materia dovrebbe indagare se tra le differenti manifestazioni delle unica forza (cui l'unità delle forze fisiche ci fa riferire il suono, il calore, il magnetismo e la luce) sia proprio la luce la più perfetta delle manifestazione delle forze fisiche, ed espressione reale e fisica (non simbolica) di una intelligenza delle cose. Così la fotografia degli spiriti ci avvierebbe alla soluzione sperimentale della espressione di una intelligenza embrionale anche negli oggetti che apparentemente non hanno anima! Il problema che io pongo dà le vertigini: ma la scienza deve arrivare, per erigersi a sacerdozio, a questa incredibile constatazione dello spirito nella materia bruta! KREMMERZ

NOTE VARIE 207

+ La Baronessa Cartier da Saint-René, segretaria della Lega delle donne per il disarmo internazionale ha pubblicato sulla Nation un bell’articolo inneggiante all’idea umanitaria di Nicolò II Zar delle Russie, testé tanto discussa. + Nel The Studio di Londra del 15 ottobre (n. 67) si trovano riprodotti gli affreschi del Palazzo Green, Amore e Psiche, i quali meritano di essere considerati nella. storia del pensiero e del secreto nel pensiero umano che vola a Dio. + Il Prof. Giuseppe Pugliese ha pubblicato una traduzione del libro di Alessandro Weil, Leggi è Misteri della Creasione secondo la legge più assoluta. Eccellente idea.

FASCICOLO .XI. - Novembre -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA NOTA DI MAGIA PRATICA AL N. 3

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7.° Gli occultisti parlano sempre di “iniziazione„. L’operazione che voi ci date ad eseguire è proprio ciò che in occultismo è la iniziazione? oppure che cosa è iniziazione?

risposta Initium è tradotto nei vocabolari della lingua latina per principio — invece letto con le regole analitiche del tempio significa il seme che produce, cioè il principio dell’attività nella natura (dello spirito e della materia), ed era speciale dei misteri di Cerere, la natura naturante dei teologi cristiani da S. Tommaso di Aquino al Bellarmino. Inizio e iniziazione, nel linguaggio templare, significava 1’ammissione al tempio in cui i sacerdoti delle scienze segrete si raccoglievano. Il linguaggio, con poche varianti, è restato alla Massoneria di rito scozzese, perché tutte le forme massoniche non prescindono dall’idea templare. Il neofito è l'aspirante. Nel moseismo ebraico e nell'essenismo si chiamava levita. Nel monacato si dice novizio. Questo neofito, prima di entrare nel tempio, prima di varcarne la soglia per tentare la conquista dei suoi misteri incomunicabili, era soggetto a prove terribili, che in tutti i libri che si occupano di massoneria i lettori possono trovar descritti. In altre parole il portinaio del tempio non apriva i due battenti della porta misteriosa che al neofito atto a meritare la fiducia di un ascenso per le sue virtù e per la sua costanza. Nelle logge egiziane il neofito entra spingendo la porta del sinedrio, dove i maestri di primo grado sono seduti in circolo intorno al fuoco fiammante, in veste rossa, mascherati, con la testa chiusa nelle fasciature sacerdotali. Quando il neofito apre la porta, tutti i maestri gli corrono incontro, lo circondano e gli appuntano un pugnale alla gola, chiamandolo traditore e violatore del secreto irrivelabile della natura. Indi si consigliano come ucciderlo, per immolare il suo spirito alle divinità che custodiscono l'ordine e si erigono a tribunale e lo condannano alla morte per cremazione. Allora si entra in un recinto vasto dove è accesa una pira. Due dei maestri spogliano il traditore, e ad una ad una gittano sul fuoco le sue vesti e si arriva a far lambire con le fiamme la carne del condannato, quando sopraggiunge l'Ierofante o Gran Maestro, che sospende 1’esecuzione, e al neofito ignudo, innanzi al fuoco divampante, tiene un discorso quasi così: — Tu hai avuta l'audacia di violare la porta che nasconde i misteri della verità al volgo dei vivi, e questo prova che sei o un uomo coraggioso o un temerario pazzo. Io posso giudicarti perché leggo nella tua anima e giudico il tuo ardimento per pazzia incosciente: tu non sapevi di andare incontro alla morte dei violatori. Io sospendo la tua esecuzione; la differisco, ma non ti salvo, se vuoi salvarti devi vincere il fuoco che divora. —... e l'acqua che soffoca, risponde l'anziano dei maestri. —... e il vento che porta il soffio della terra, aggiunge un secondo. 209

—... e la terra che ingoia le anime, dice un terzo. Allora l'Ierofante riprende: — Se vincerai questi quattro potenti fantasmi della negaziore dello spirito, tu sederai nella nostra famiglia, e passerai innanzi— se no la tua morte è procrastinata al giorno che tu tremerai. — E non potrà liberarti nessuno — perché la pruova del tuo tradimento è questa, che non meritando hai violata l'entrata al tempio. Allora il neofito è avvicinato dal maestro che l'Ierofante gli assegna; Il maestro lo copre con una veste bianca e il neofito giura di tacere tutto ciò che ha visto e vedrà, di vincere la pruova o morire. Il sacerdozio, ordinato a casta, faceva tutto questo con un rituale o codice per mezzo del quale l'ordine era salvo da ogni infrazione e violazione. Nei club moderni non è ammesso un socio se non esaminati i suoi precedenti, per impedire che gli indegni macchiassero di lor presenza gli altri. Nei tempi antichi invece si creavano questi precedenti, ponendo a prova tutto ciò che un curioso poteva promettere. Quando il neofito era pronto, il sacerdote maestro si avanzava, lo riceveva e lo iniziava, cioè gittata in lui il seme che doveva dare il suo frutto. Da questo concetto di seminare nell'individuo il germe che produrrà il frutto si disse nel linguaggio sacro in-inter-humum cioè per la seconda volta seminate o create, per cui il maestro della iniziazione esseno-cristiana si chiamava padre, perché il maestro che inizia è il padre dello spirito dell'allievo—donde la sincope volgare di initium per assonanza e consonanza anagogica. Nella chiesa cattolica il nome di padre si dà al confessore. Ora della parola Iniziazione si fa un grande abuso, e tutti credono che si debba intendere per principio di una cosa. Initiamenta, initiator, initium sono voci pagane a due fronti, volgare e sacerdotale, e fu in origine della sola Cerere misteriosa. In-itio (itio, itionis, il movimento generante il principio) equivaleva nel linguaggio antico sacro al soffio di cui la Genesi ebraica dice che si servì il Dio Grande per comunicare il suo spirito divino ad Adamo, 1’uomo di fango, da cui initium diverso da in-itio. La Cerere, dea fecondante e fecondabile, coi suoi misteri poteva far capire che la potestà sacerdotale doveva gittare nell’iniziando il seme intellettivo delle cose riposte. Certi scrittori che non vogliono leggere le verità in fondo alle parole, si dimenano nelle invenzioni immaginose che rasentano tutte le belle novelle del dott. Battaille, sul famoso rito luci feriano dell'alta massoneria! Gli italiani, che hanno rivendicata allo stato laico la città che ha per suo nome la lupa lattante, dovrebbero non lasciarsi infinocchiare dai romanzi dell’occultismo che qui piovono dalla babelica Parigi. Roma meriterebbe uno studio speciale dal punto di vista dell'occultismo e studiandone la religione antichissima nelle sue fonti greco-etrusche, si saprebbe l'origine dell'Inferno che è passato nella simbologia cattolica e di cui si è servito Dante degli Allighieri.

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Nel cattolicesimo, tutto ciò è restato, variato nei riti, e vuoto nella sostanza, fino al momento in cui il sacerdote cattolico non si fa la chierica; la quale tonsura dei capelli cervicali non è del solo cattolicesimo, e nel simbolismo orientale o nei culti delle divinità frigie introdotte a Roma[i] i preti erano tonsurati lo stesso perché l'alma mater la dea Atti, di cui discorre Luciano, nei suoi dialoghi, mietuta vi dà l'erba, tal quale il capello che tagliato rinasce. I preti cattolici (parlo dei moltissimi) ignorano, per esempio, che la forma circolare della tonsura è solare come l'ostia che si consacra e ha rapporto per la forma al sole e per la sostanza alla Cerere antica — e quando nella celebrazione della messa pontificale il novizio assunto al sacerdozio apre l'evangelo, l'anziano o vescovo gli dice una parola nell’orecchio che è la chiave della Luce e dell'Ombra e quindi il fondamento dogmatico del miracolo. Ma il prete regolare corrisponde ipoteticamente appena al primo scalino del sacerdozio egizio e il nuovo entrato non è in possesso dei veri la cui legge è potestà del maestro. Il quale maestro o sacerdote conducente il gregge dei neofiti è rappresentato dal vescovo, il quale, come ho accennato altrove, è quello che ha il diritto di benedire con la mano che tien chiuse le due ultime dita, per dimostrare che egli è padrone del secreto di corrispondenza nei tre mondi[ii], il materiale (il visibile) l'astrale (l'invisibile) e il divino (le cause). Se chiudete la vostra mano e ne riaprite in triangolo le prime tre dita con le punte rivolte in su, l'ombra che esse disegnerebbero sul muro ha il contorno di quella del diavolo, cioè una testa tra il caprone e 1’asino con due corna e un ciuffo tra le due prominenze. Ora il rituale cristiano-esseno è terribile quando un vescovo benedice la turba dall'alto, perché, stendendo la sua mano in segno di benedizione, intercetta la luce che dal sole cade sul popolo — ora la proiezione di quella mano essendo la silhouette della testa del Diavolo, il potere sacerdotale, in religione, considera il diavolo o spirito di materia nella turba mondana, perché sulla turba si proietta l'ombra della mano che si alza in segno di benedizione.

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Il lettore che comprende ciò che io dico, rifletta che gli iniziati pagani nel periodo della invasione essena nell’Impero Romano, capivano il terribile segno di occultismo religioso e cercarono di screditare il sacerdozio nuovo, dicendo che il Cristo che essi adoravano era una testa di asino, perché l'ombra della benedizione della mano del vescovo era appunto la testa di asino, o testa di caprio, che il volgo non vedeva— e che non poteva vedere, perché l'ora della caduta degli dei era sonata, dopo le profanazioni dei misteri del tempio che la nuova religione andava a ricostituire per altra via. Da questo che d'indeciso tra la forma della testa dei due animali (il caprio e l'asino) i maghi ebraizzanti e i caldaici del medio evo e quelli della scuola egiziana di Alessandria fecero rivivere il culto dell'Astaroth[iii], il signore non angelo e non diavolo della concezione plastica della bassa età. Perché Astaroth in ebraico ed in siriaco vuol dire condensatore, raccoglitore e gregge, cioè il dominatore di tutto ciò che è materia, che è ricchezza (il gregge), il possessore di ciò che è reale (il popolo). Lo si dipingeva con la testa di asino o di caprio perché l'ombra dell'atto di dominio del vescovo era la testa dell'animale paziente o del libidinoso duce delle pecore (il ricco gregge). Ho detto negli Angeli e Demonii dell'amore come era dipinto: Cavalcava il Dragone: cioè dominava la corrente astrale della terra, la signoreggiava. Stringeva nella mano una vipera cioè nel pugno suo riuniva tutto ciò che di sottilmente velenoso era risultato dalla corrente astrale. Nel Museo Nazionale di Napoli vi è al n.° LXXXI un affresco di Pompei rappresentante il quadro di Io che ha come Astaroth in pugno il serpente: ebbene leggete la mitologia greco-egizia e confrontate la virtù e il simbolismo di questo velenoso tra i rettili e troverete l'occasione di spiegarne il valore attraverso trenta secoli di mitologia delle occulte forze della natura di cui alla fine del Secolo XIX, tra tanti pretensiosi accademici, non vi è un solo che sia stato capace di impadronirsene e spiegare le origini. 212

Il S. Pietro della Cristianità e 1’Iside della mitologia egizia sono dipinti il primo con le chiavi del Paradiso e la seconda con la chiave del Nilo o fiume sacro: se non tenete conto del sesso dei due custodi delle misteriose regioni, le chiavi rappresentavano il secreto di virtù, dopo le prove, da carpire per far parte dei misteri. Nella moderna dottrinella cristiana, si legge che il fedele deve compiere vita virtuosa per entrare in paradiso, se no S. Pietro non apre le porte: questa è una corruzione dell’antico rituale che prescriveva la virtù di aspirare al sacerdozio o magistero sacro[iv]. Il neofito, che resiste a tutte le prove del diavolo travagliante la massa umana, o gregge, indovina dove sta Pietro che, dato uno sguardo da conoscitore a chi picchia, apre la porta e lo introduce. I misteri isiaci erano identici. Il sacerdozio egiziano, come il caldaico, prese l'analogia dei tre mondi (il visibile, 1’astrale e il divino) e lo riprodusse nell'esoterismo del suo tempio pigliando a prestito dall'astronomia, dalla geografia e dalla storia naturale tutto l'artificio della sua simbologia o tecnica religiosa. La terra (geografia) simboleggiò la realtà prodotta—gli animali la zona astrale (l'ibis) — gli astri con le configurazioni stellari il il mondo divino (planisfero)[v]. Nelle città di origine greca, i riti egiziani si trovano ripetuti e a Napoli vi è tutto un antico quartiere che ricorda non il Nilo fiume come vogliono gli archeologi volgari, ma il Nilo Sacro della verità e dei misteri sacerdotali di cui nessuno dei profani può discorrere, se prima non si inizia nelle verità della magia che è la chiave filosofica di tutte le religioni — in fatto da altre fonti si rileva che dove il culto egiziano si affermava con un nome o un monumento, la si insegnava la scienza secreta degli egizii e Napoli ebbe perpetuato per un lungo periodo la tradizione della scienza occulta col rito secreto egiziano, a cui certamente fu ascritto quel Giovanni Battista della Porta che primo scrisse della camera oscura—e don le il gesuita Kircherio succhiò il latte del suo Oedipus aegyptiacus! Nel Museo di Napoli vidi una statua d’Iside che ha in mano la chiave della corrente del Nilo e chi mi può capire capirà coma da questa forma di chiave attraversata da un battente sia venuto il segno del pianeta Venere in Astronomia, che è un simbolo arcano dell'occulto e per molti chiave inafferrabile della realizzazione in magia.

T Ma per tornare a quanto ho premesso, il tempio non si apriva che al neofito dopo le pruove, e 1’iniziazione era l'atto di penetrare nel tempio ricevendo da un sacerdote provetto il seme che deve fruttificare — perciò anche nel linguaggio moderno si dice iniziato chi è entrato nella conoscenza dei misteri e adepto chi è riuscito a realizzare. A questo punto è bene notare che l'iniziazione alla scienza assoluta non si ottiene né si dà nello stesso modo da tutti. 213

Vi sono: a) Iniziazioni per riti; b) Iniziazioni per conferimento; c) Iniziazioni dirette. 1.° L’Iniziazione per riti è quella da me prescelta, per fondare in Italia una scuola di magia. Il maestro che la dà deve essere in grado di sentire il suo discepolo che è entrato nella zona di purificazione, dovunque si trovi, e mettersi in determinati momenti in rapporto con esso, o assegnare ad esso un suo sostituto nella zona extraumana. 2.° L’Iniziazione per conferimento è quella delle società costituite visibilmente: gerarchia di gradi quindi e potere di iniziazione conferito da un maestro a seggi di praticanti. 3.° L'iniziazione diretta è invece la comunione che un maestro fa di se stesso direttamente ad un discepolo o Beniamino— ed in questo caso è una vera dedizione del maestro al discepolo. Questa avviene nel solo caso di un mandato extraumano; diversamente nessun maestro si dona. Dunque seguendo il rito da me prescritto, l'iniziazione è della prima specie, non solo, ma è una iniziazione virtuale: perché per sè stessa non vale che a spingere il presunto neofito a traversare la corrente astrale umana e tentare di afferrare la mano o la parola del maestro che aspetta i vincitori della lotta col serpente, fuori la corrente della terra. Di là comincia la vera iniziazione ai misteri della natura intelligente.

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8 — Ma che cosa vuol significare la maniera di tracciare i segni che avete prescritta? che il dito pollice rivolto in giù debba e voglia sostituire simbolicamente la verga o bacchetta che si attribuisce ai maghi da Mosè a noi? Esiste questa bacchetta?

RISPOSTA

La magia adopera per la realizzazione tutti i mezzi esterni di cui un uomo possa servirsi —le stesse religioni hanno magiche le pompe delle funzioni sacre, i paludamenti sacerdotali, le cerimonie templari. Così la Massoneria che è stata una difesa di maggiore 214

universalità nel suo concetto primitivo, così le sette. Però se le pompe sono magiche nelle religioni, la magia dei maghi, presa isolatamente nella sua essenza, non ha bisogno che di una sola cosa, della volontà per produrre miracoli. Nelle grandi operazioni cerimoniali della religione cattolica, la messa di requie, la celebrazione del Te Deum laudamus, sono vere e grandi operazioni collettive. Il sacerdozio presieduto da un operante anziano esegue tutto un rito analogico e canta e pronunzia parole che hanno tanto valore quanto ne ha chi le canta e le pronunzia secondo la fede di un pubblico che assiste e prega e partecipa alla cerimonia.

Fede è sustanzia di cose separate Ed argomento delle non parventi

dice Dante[vi]: ma 1’argomento delle cose che non appaiono nell'anima del volgo che tiene molto ai segni esterni si suscita con le forme pompose dei riti sacerdotali, e 1’animo anche il meno sviluppato alla idealità si sente commuovere e prendere nel movimento generale delle anime commosse in tutto ciò che vi è di ricordo atavico e di paura dell’ignoto. Ultimamente si sono stampati dei libri sulla psicologia della folla[vii]; ma l'indagine filosofica che prescinde dalla forza psichica e dal suo contagio farà sempre una pappa pei bambinelli con la sua psicologia e i suoi paradossi. Nelle chiese, nelle processioni, nelle rivoluzioni, nelle cerimonie civili la chiave della commozione generale è nella generazione del sentimento dominante la catena della psiche di tutte le unità componenti il pubblico. In un esercito valoroso anche chi ha l'animo meschino di un coniglio compie prodigi di valore, e basta visitare il tempio della Madonna di Lourdes o quello di Valle dì Pompei per studiare nei momenti della crisi di fede della folla come l'animo meglio equilibrato si senta commosso e vinto. Potrei a questo proposito dire cose profonde per quanto semplici, dire delle verità scottanti capaci di scuotere non solo l'ordine delle religioni, ma anche l'ordine degli stati se in ALTO si permettesse di gittare in pasto alle passioni politiche e alle ambizioni dei cattivi il secreto per impadronirsi dell'animo delle turbe ragionanti e facilmente ubbriacabili, che si chiamano al giorno d'oggi col pomposo nome di Popolo sovrano! Resta assodato però che nella magia cerimoniale delle pompe religiose, la fede (se ve ne è il germe) invade tutta la massa, e la prende come in un vortice. Non così la magia divina e naturale esercitata da un mago che sa e che può: alla stupenda ritualità, ricca di arredi e paramenti e addobbi sacri e religiosi, il mago non sostituisce che la sua spirilualizzazione per 1’intelligenza e la sua fluidificazione per la realizzazione di ciò che egli vuole. Egli pensa o si ispira, trova le analogie e con la sua arte realizza. 215

Certi filosofi che tutto vogliono spiegare con la ipnotizzazione dicono che nel fachirismo e nella magia tutto dipende da uno stato autoipnotico dell'operante, che i segni, le cifre e gli strumenti magici non servono a niente altro che a mettere il mago in tali condizioni di esaltazione da produrre il fenomeno. Altri invece spiegano che gli oggetti di magia operante sono carichi di fluido magnetico umano in condizioni tali da operare col magnetismo di cui sono carichi. I primi si sono rivolti come i secondi all'esperienza di gabinetto e hanno avuto dei successi parziali, ma sono convinti, ognuno di essi, che il loro assioma è il vero. Gli ipnotisti ascrivono alla esteriorizzazione o alla libertà della intelligenza o spirito del mago il potere di produrre i fenomeni: così hanno posto un soggetto in istato di sonnambulismo, ed hanno ad esso comandato di produrre il dato fenomeno fisico. Ci sono riusciti a metà, o non ci sono riusciti affatto, ma certamente hanno provato apparentemente che i fenomeni soggettivi si sono tutti realizzati. Il medico che addormenta una sensibile e le offre un bicchiere d'acqua dicendole che quella è veleno, e l'obbliga a bere, avrà avvelenata una persona con l'acqua potabile. Così di qualunque fenomeno soggettivo, dicono gli ipnotisti, di un individuo che raggiungesse, come i fachiri, di autoipnotizzarsi a volontà. Così però non si spiegano i fenomeni oggettivi. Entrano in campo i magnetisti i quali con a capo il Barone Du Potet, l'autore della Magie Devoilée, dicono che alle cose si può attaccare il fluido magnetico di un buono emissore e dar loro una virtù determinata, cosi si rende oggettiva la potenzialità magica. Spiegano in questo modo la potenza dei talismani, cosi la potenza dei filtri, così la potenza di qualunque indumento che 1’operante indossa o mette in azione. Sbagliano i primi e i secondi, perché il secreto della magia operante non è né l'autoipnotizzazione del mago, né la magnetizzazione degli oggetti di cui si serve 1’operatore. Esaminiamo i lati deboli delle due teorie esplicative. L'autoipnotismo potrebbe portare la esagerazione della soggettività. Autoipnotizzandosi un uomo potrebbe credere di vedere un’aquila quando non ha dinanzi a sè che un piccione. Se un uomo facesse questo non riuscirebbe che volontariamente a suicidarsi come ragione e come spirito. Invece di riuscire un mago, riuscirebbe uomo tale da far ridere la gente di senno. Il magnetismo come determinazione di volontà è una forza incompleta per servire da se sola ad un operante, perché non può essere che projettata sulle cose e renderle forti dell’intenzione ma non dell’intelligenza: il mago si serve del magnetismo, adoperandolo trascendentalmente, ed accoppiandovi il segreto potente della vitalizzazione delle cose che è qualche cosa al di sopra del magnetismo perché accoppia alla fluidificazione magnetica un’anima intelligente per la sua potestà.

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La parola vitalizzazione è impropria, ma non ve ne è altra che possa indicare il potente mezzo magico che accoppia alle cose inanimate non solamente una forza ma una intelligenza che vive e distingue da sè le contingenze di atto. L’esperimento del barone du Potet del fiume in una stanza, può essere un esempio. Un forte magnetizzatore prenda un pezzo di carbone e tracci a terra con ferma intenzionalità magnetica due linee parallele così:

e comprenda che le due linee rappresentino le due rive di un fiume. Si addormenta un medio e gli si dice: — Cammina innanzi a te. Il sonnambolo cammina. Arrivato alla linea A si fermerà. Dite: — Cammina. — Non posso, risponde il medio. — Perché? — Perché vi è un fiume. Se addormentate un secondo e un terzo soggetto il risultato è lo stesso. Ponete ora un magnetizzatore che abbia una tortissima proiezione di fluido e che tracci le stesso due linee in mezzo ad una stanza, senza addormentare nessun medio, accadrà che ogni persona sensibile al contatto di quelle due linee proverà la trepidazione di qualche cosa come di un pericolo di corrente d'acqua. Le sensibilissime si fermeranno davvero e avranno la riproduzione del pensiero di chi ha tracciate le linee (corrispondenza telepatica?) Di qui i magnetisti conchiudono: ecco il segreto dei talismani e dei segni e delle operazioni in magia. Ma questo non è un segreto di magia, è una operazione magnetica semplicemente, perché il mago se traccia le due linee con lo scopo di non farvi passare un uomo determinato, vi riesce senza che nessun’altra persona abbia anche lontanamente l'idea della sensazione che possa colpire la determinata persona. Il mago prende non il carbone ma un qualunque oggetto che non lasci traccia, segna una linea C - D

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e stabilisce che questo sia un ostacolo insormontabile per il signor Mevio che deve venire. Ora quella linea non è un ostacolo che per Mevio. È magnetismo, è fluido o è intelligenza? Procediamo ancora. La persona determinata col nome di Mevio che non deve sormontare 1’ostacolo, riceve intuitivamente 1’avviso che non deve passare per quel luogo, prima ancora che vi si avvicini — forse in lui si muove come un desiderio ragionato il pensiero che è meglio di non andare da quella parte, una mano lo trattiene mentre uno spirito gli parla giustificando con una falsità il suo astenersi dall’avvicinarsi a quella parte. Qui il magnetismo è accoppiato a una qualche cosa che è il segreto degli operatori in magia e che non ha niente a vedere con le forze conosciute e note. La parola vitalizzare è imperfetta perché la vitalizzazione può essere magnetica ma non intelligente, non può cioè essere capace di discernimento e di giudizio. Ora queste operazioni o altre di questo genere sono fatte sugli oggetti di cui si serve un mago. La spada, il coltello, la verga, il camice, i pentacoli, i talismani, la patera, sono potentemente costituiti e preparati per 1’azione di determinate potenzialità, e ogni strumento può avere un valore diverso. Un circolo in cui si serra un operante fatto con la spada o con la verga o col coltello può avere tre valori e tre significazioni diverse[viii]. Oramai tutti sanno che può avvenire spontaneamente lo sprigionamento del corpo astrale di streghe o stregoni: gli antichi coltelli adoperati in magia avevano questo valore di far cadere o ferire le streghe i cui corpi fluidici venivano ad urtare nel campo di un mago, e nel processo delle streghe che il Mondo Secreto sta pubblicando si leggono le testimonianze di coloro che vedevano le fattucchiere sotto forma di gatti nelle case degli stregati, e si capirà 1’uso del coltello che si faceva al medio evo nelle operazioni magiche di difesa. Il più potente di tutti gli strumenti è la verga o bacchetta. La quale è propria del mago e non è la sola di nocciuolo dei cercatori di sorgenti, ma viceversa è uno strumento di proiezione e di concentrazione di fluido, preparato con operazioni potenti da un maestro o ereditato o trovato. La verga del mago rappresenta tutta una sintesi di operazioni magiche per sè stessa, quindi è un grande strumento di realizzazione. Ma differiscono tra loro per potenza e virtù le verghe dello stesso ordine di maghi. Vi sono quelle di ebano sormontate di metalli planetizzati, con cifre incise in oro puro — altre di metallo con la sola impugnatura di legno prezioso—altre, le veneree o laurine, di nocciulo, di bosso e altre che servono esclusivamente per maleficii e queste sono terminanti in forma di forca e che il mago nero impugna nei momenti in cui vuoi compiere opera di distruzione. Però non si comincia con tanta roba, 1’arsenale viene su messo quando il mago incipiente comincia a rendersi indipendente e a formare casa a sè. 218

Il dito, volto in giù, nella operazione da farsi, tien luogo di tutti gli strumenti di magia che verranno dopo. Occorre soprattutto di possedere la volontà, perché il mago tenta a finire la sua carriera come egli principia. Cioè abolendo tutti i mezzi—e servendosi della sola verga carne del suo scettro: perché lo scettro dei re di oggi non è che la corruzione della verga magica dei Re-Maghi nella Teocrazia sacerdotale antica. Vero è che la gente di oggi vorrebbe più lo scettro di un re vivo che la verga di un mago che non si vede: ma la differenza è in questo che la verga dei maghi invisibili fa cantare i re della terra coi loro scettri, simboliche verghe atrofizzate quando chi le impugna non vi infonde l'alito della intelligenza salomonica.

GIULIANO KREMMERZ.

[i] I Coribanti, sacerdoti frigi dell’Alma Mater (scotitori della testa) o i Cureti, ricordati da Ovidio, nei Fasti. Il culto della Terra fu introdotto in Roma dall'Oriente, verso il quinto secolo (a.C.) e i sacerdoti frigi che si occupavano del culto erano detti galli. Il lettore paziente cerchi di intendere la favola di Cibele. [ii] Il segno dei tre mondi non è solo sul triangolo che rappresenta il Dio Onnipotente nelle chiese cattoliche, ma nella statuaria religiosa in tutte le immagini del bambino Gesù che tra le tre dita aperte regge una sfera sormontata da una croce cosi T e che i preti dicono rappresentare il mondo governato dal principio-secondo della Trinità: mentre è tanto facile vedere che la formola esoterica ha rovesciato nella mano del bambino il segno astronomico e cabalico di Venere T | in segno di purità dominatrice dei veri nei tre mondi. Da quanto ho scritto in questi fascicoli del Mondo Secreto sulla pessima ed antiscientifica interpetrazione che i preti cattolici danno ai segni da essi adoperati, si ricava che un libro da farsi da chi ha mente, scienza e tempo è questo di esaminare il simbolismo chiesastico al lume delle scienze occulte e del progresso delle scienze moderne. Il tempio di Notre Dame di Parigi ha un rilievo indicante tutta una operazione di alchimia (vedi Papus), ma nelle chiese molto antiche, e nei tempii di divinità latine e greche si trovano innumerevoli figure del genere: non potrebbe essere diversamente se si consideri che gli antichi sacerdoti come i primi cristiani eran dotti nelle secrete scienze dei magi, di cui ogni religione è una forma esoterica o di adattamento a popoli, a razze, a lingue, a costumi, a tendenze etniche. In tal modo il Bramanesimo dà la mano alla rivelazione cristiana, e la simbologia Egizia e Caldea e Frigia si confonde e si ripete ora in questa ora in quella mitologia. Perciò l'Apocalisse, libro profetico della storia eterna e che è scritta su basi scientifiche assolute (cioè immutabili) profetizza simbolicamente l'Unico Sovrano come segno di pace. Ma lasciando stare i libri sacri, scritti cabalisticamente, nei quali è bene non mettere tanto dentro il naso per non far trovare in imbarazzo i bravi monsignori di Roma, anche gli ornamenti e l'architettura dei tempii antichi cristiani o pagani o egizii manifestano chiaramente l'importanza e il valore esoterico dei riti, perpetuati da secoli, e dei quali nei 219

semenzai dei preti non si insegna la chiave, per paura di trovare tra tante teste di rape qualche cervello abbastanza svelto da domandare ai sopracciò che cosa hanno fatto dell’esoterismo esseno o come l'abbiano disfatto in diciannove secoli di ignoranza dommatizzante! Ma nelle scuole ed università laiche è peggio, perchè certi illustri maestri di filosofia che le antiche filosofie hanno studiate al lumicino delle analisi materialiste grossolane ed ignoranti, volentieri dicono corna delle religioni e le classificano tra le industrie dei furbi sulla credulità dei semplici —mentre lo stesso potrebbe dirsi di tutte le scienze officiali, dalla medicina all’avvocatura che, messe in pratica a solo scopo di lucro, sono vere industrie sulle passioni dei clienti. Invece così non è né per le religioni, né per le scienze, i cui luminari non hanno mai avute mire personali. Dato e non concesso che il Cristo Nazzareno sia stato tal quale vivo come la Emmerich e gli altri estatici ce lo fanno vedere, non ci pare che a lui si potesse addebitare un grande concetto industriale della religione: concetto industriale che ora alimenta le chiese più miracolose dei due emisferi e che allontana i savi dalla fede quando la fede diventa un commercio sfruttabile! Più saggio sarebbe di distinguere il logliolo dal grano ed esaminare ciò che è scienza e ciò che è industria sulla scienza. Le religioni caddero e cadranno tutte per la violazione dei loro secreti fondamentali: il paganesimo non cadde perchè 1’umanità era stanca davvero di sacrificare alla bella Venere, ma perchè alla Venere e a Mercurio, sintesi di idee che poi il cristianesimo ha riprodotte, erano venuti sostituendosi dei Mercurii e delle Veneri che il sacerdozio corrotto aveva denaturati Ma come si possono fare queste distinzioni quando i maestri che insegnano critica delle religioni, per quanto profondi e di nomi mondiali, come il Muller, 1’Hartmann, il Pfleiderer e gli altri minori, sono semplici eruditi e non iniziati? [iii] Vedi Angeli e Demoni dell'Amore, testè pubblicato dalla Libreria Detken e Rocholl. [iv] Ciò fa argomentare che il paradiso sta di sopra i cicli (qui coelant) o che tenendo 1’occhio ai cieli il paradiso non stia di sotto? Questo problema bisognerebbe proporlo a qualcuno dei tronfi professori di materie religiose nelle università laiche. [v] L’amato lettore troverà in queste parole qualche dissonanza mia con gli scrittori che negli ultimi tempi hanno discorso di egittologia sacra, in ispecial modo quelli che si sono occupati di Iside: ma uscendo l'argomento dalla nostra tesi, lascio libero il lettore di credere a me o a quelli. [vi] Parad. XXV. [vii] LE BON, SIGHELE. [viii] Ogni operazione fatta con uno strumento di un mago porta l'impronta della volontà del mago; quando un oggetto appartenente alle operazioni magiche non è dato, ma è sottratto o rubato, perde non solamente il suo valore benefico, ma può diventare un continuo pericolo per colui che lo possiede: ecco perchè la parola vitalizzare non è esatta, perchè resta attaccata all’oggetto una intelligenza determinata, uno spirito, un demonio, un essere, o più spiriti, più demonii, più esseri, che, attaccati all’oggetto rubato, tentano svegliare tutte le loro proprietà cattive, tutta la loro ira contro il ladro. Di queste cose fanno cenno le novelle arabe conosciute sotto il titolo di Mille e una notte, o che sono vere novelle occultistiche. La ruina di certe famiglie doviziose nel medio evo e 220

nell’e-poca moderna è spesso stata originata da qualcuno di questi possessi illeciti. Un mio amico della Francia meridionale e cultore della nostra scienza mi raccontava in che modo la fortuna della sua casa, fortuna antica di un secolo e mezzo, si estinse in meno di venticinque anni, fino a ridurre lui a fare l'aiutante in una farmacia di villaggio. Egli mi raccontava che suo nonno conosceva intimamente uno spagnuolo di Alicante, buon diavolo e molto servizievole. Un giorno il nonno, che amava molto il giuoco, perdette un bel gruzzolo di monete di oro. Lo spagnuolo lo confortò e, dicendogli che si occupava un po’di magia, gli prestò un anello di poco valore dicendogli cosi: questo anello porta fortuna alla casa in cui sta e all’uomo che lo porta al dito: fanne l'esperimento al giuoca « me lo ridarai. Il francese, cominciato a vederne il dolce, ridomandava spesso 1’anello in prestito. Un giorno seguendo l'ispirazione della moglie o di qual suo cattivo genio, disse allo spagnuolo che l'anello lo aveva perduto. Lo spagnuolo da buono amico pregò e supplicò di ritrovare l'anello ma il francese duro a negare: stanco alla fine l'altro gli fece sapere che l'anello prigioniero portava disgrazia e riduceva la casa alla miseria. Il nonno se ne rise: con la sua fortuna, le sue terre, avrebbe voluta vedere questa signora miseria... e seppellì l'anello in un angolo della casa. Cominciarono le disgrazie dopo un anno dal giorno che aveva negato 1’anello. Prima s'incendiò la casa, poi si susseguirono man mano una serie di sventure. Dopo l'incendio l'anello non fu trovato, lo spagnuolo che per un anno intero aveva chiesto, non si era fatto più vivo, ma la famiglia in una sola generazione era ridotta all’indigenza. L’amico mi domandò un rimedio, io glielo detti: restituire l'anello al suo padrone e la fortuna ritorna. L’amico mi disse che non era stato più possibile di trovar 1’anello: — allora avvisatene l'amico di vostro nonno, lo spagnuolo — ma anche lo spagnuolo è introvabile... — ed in questo caso non vi è da fare, cercatelo, chiedete a lui il perdono che vostro nonno non chiese, l'otterrete: se il vostro spagnuolo è morto, la vostra disgrazia è completa. Infatti è, per giustizia di Dio, dato solo ai possessori legittimi dei talismani o ai loro creatori di annullare la potestà dei genii che vi sono attaccati, genii intelligenti, come si vede, che sanno quando produrre a diritta e quando a rovescia.

NOTIZIE DIVERSE 221

Il « Jaurnal du Magnetisme »

Fondato nel 1845 dal Barone Du Potet, continuato dal Prof. H. Durville, dal 5 gennaio 1899 diventa bimensuale. Avrà per titolo Journal du Magnetisme e de la Psicologie. Sotto la direzione del Prof. Durville, redattor capo e amministratore ne sarà il sig. Albau Dubet. Prezzo di abbonamento per tutta l'unione postale è di 10 franchi per anno; il numero 50 centesimi. Il giornale uscirà regolarmente il 5 e il 20 di ogni mese.

La Società delle Conferenze Spiritualiste in Francia Dopo fondato il Sindacato della stampa spiritualista, oggi bene avviata e potentemente contribuito allo Stabilimento dell'Università libera degli ulti studii, gli occultisti francesi fondano a datare dal novembre corrente una Società di Conferenze Spiritualiste, con sede all'Hotel des Societés Savantes, 28, Rue Serpent a Parigi. Questa società farà appello una volta al mese ad un conferenziere a qualunque scuola appartenga. Tale quale come in Italia, dove per l'eccesso di zelo dei puritani e degli asini, qualunque cosa si faccia merita di esser combattuto! D'altronde se così non fosse e gli italiani non avessero nelle vene la preoccupazione della diffidenza, non semineremmo nella arena né la scienza né le parole di pace.

ERRATA CORRIGE — Pag. 511 — settima riga — dove dice in-inter-humum, leggi initer- humum.

FASCICOLO .XII. 222

- Dicembre -

ELEMENTI DELLA MAGIA NATURALE E DIVINA PARTE II. — I MISTERI DELLA TAUMATURGIA Prologo alla seconda parte

Mio caro Discepolo, Esposti nella maniera più possibilmente chiara i principii generali delle due Magie, eccoci ora di fronte al problema scientifico dei miracoli e dei prodigi nell’ordine naturale delle leggi immutabili. A chi non ha studiato e praticato quanto nella prima parte della magia naturale e divina io ho esposto, questa seconda parte riuscirà in alcuni tratti poco chiara, perché ai principii generali la specula/ione filosofica si riferisce. Io ti avviso, o studioso delle occulte proprietà della natura delle cose e dell’umano spirito, che in questa seconda parto io comincio a toccare alcuni argomenti terribili che agli uomini incolti o senza morale non si possono, por legge divina, confidare interamente, e che perciò tutte le scienze sacerdotali antiche li hanno sempre celati alla turba—e la religione cattolica apostolica romana traendo sua origine appunto da quelle religioni e culti, tanto ha rivelato (cioè tanto è andata man mano nei riti nascondendo le verità) che all'ora in cui scrivo per la volgare Europa, vacca da latte di cui l'italo vitello segnò fino dai tempi bui della gente enea il cristo civilizzatore, il pontificato cattolico ha perduto le chiavi dei miracoli ed è restato prigioniero della società volgare del diritto delle plebi, tal quale l’mima umana e prigioniera del corpo bestiale, negli uomini che perdono la luce della mente e ogni soddisfazione nel senso grave del corpo fanno consistere. Perché adunque nel secolo XX il giovane filosofo delle forze occulte della natura attenda pazientemente che il Papa Mago ritorni sulla cattedra di Pietro il pescatore di anime, io gitto il seme nelle zolle preparate a riceverlo e nutricarlo, onde la pianta del sapere occulto trovi il perpetuatore della verità, ma non chi abusi e violi la natura umana a danno del suo simile: perché il contrasto è vivo, e mai l’nomo si deve servire della scienza dei magi per il male. Il cristo esseno dalla croce diceva: Perdona, o Padre a costoro che non sanno quel che fanno. Ma il perdono sarebbe invocato lo stesso dal cristo, se i suoi martorizzatori avessero saputo quel che facevano? Dunque non e un delitto il violare le leggi del mondo divino per ignoranza, ma è sacrilegio imperdonabile il violentarle sapendo ciò che si fa. Questa è una delle grandi ragioni della gerarchia nelle società iniziatiche occulte, gerarchia tanto sindacata dai fautori del livello naturale

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delle intelligenze che apporta nella vita sociale tutta la falange degli errori e della miseria, che finiscono con lo scatenarsi dei flagelli divini sulle società umane. Mio caro lettore, al cominciare del primo libro, io ti dissi che il semplice curioso non ha diritto alla scienza oltreumana ora è tempo che tu ti formi un concetto esatto della missione dell’uomo superiore nella umanità, e discerni chiaramente il peccato della filosofia moderna zoologica e materialista e positiva e il peccato dell'ignoranza sacerdotale quali i due flagelli più terribili di questa epoca illuminata materialmente dalla luce elettrica ed oscurata moralmente dalla dottrina egoistica del godimento sensista. In un giorno di baldoria popolare, di festa pubblica e di sollazzo, guarda dalla finestra l’onda umana che invade le vie. Immaginati, chiudendo gli occhi per un istante, che siano trascorsi cento anni: riapri gli occhi e innanzi alla via deserta pensa che tutte le migliaia di uomini, formicolanti un momento prima in quella stessa via, sono morti e diventati polvere. Se tu questo fai al vivo, avrai imparato che la vita dell'uomo, come la vita delle masse nel bollore dei sensi materiali, è la ingannevole voluttà del nulla, che gli uomini e le generazioni passano come fulmini ognuno dei quali noi chiamiamo secoli, e svaniscono come bolle di sapone, o diventano fosfato di calce e detriti immondi nei cimiteri! Se questo fai e vi rifletti su, assiduamente, puoi riuscire un santo o uno scellerato. Diventerai uno scellerato, se pensi che come è vano il corpo e il senso è vana la morale: ti sentirai santificato, se rifletti che nell'ecatombe quotidiana di tanti corpi umani differenti si alimenta lo spirito della terra, sul quale domina il genio delle razze o l'anima dell’uomo purificato, diventato, come Dante dice, Intelligenza separata dalla materia, la cui patria è fuori tutti i luoghi comuni della logica bugiarda dei sensi. Ma ogni bolla di sapone ha un'anima: il bambino che soffia attraverso un cannello nell'acqua saponata, se non soffiasse non creerebbe le bolle: dunque ogni bolla racchiude un soffio, o uno spirito, un'anima, un pensiero, un ideale. Crepa la bolla di sapone, e il soffio, lo spirito, l'anima di essa è svanita, è morta? o mentre il corpo non ritorna alla terra, nel pesante fardello che aspetta la sua dissoluzione lo spirito non si confonde al respiro universale e non ritorna nel caos dello spirito del mondo? Oppure non resta soffio, pensiero in via di evoluzione? Questo è il problema della Sfinge, dell'Iside velata, della Croce, della Stella a cinque punte, della Parola Misteriosa esprimente il nome di Iehova: questo è il secreto incomunicabile delle antiche scuole di Magia, capace di tutti i miracoli e di tutti i prodigi. Ma il secreto corrispondente a questa verità ASSOLUTA non è una vana dissertazione degli orti accademici: la Magia solo in teoria è una cosa inutile, ma realizzata con la pratica diventa la leva più potente nelle quattro correnti della croce edenica: 1° — nella Religione, che governa l’anima delle plebi, 2° — nella Società umana (Stato), 3° — nella Sapienza volgare, 4° — nell'Arte. La Magia o Scienza assoluta si trova in conflitto con la religione quando i sacerdoti di questa ne hanno perduta la chiave—con la società umana quando questa cammina nelle tenebre illuminando il pensiero coi sensi — con la scienza profana quando il finito della 224

ragione imperfetta vuol conoscere e giudicare l’infinito dell’invisibile — con l'arte quando questa eterna manifestazione dell’Ideale più grande si involge nel fango della maniera, fuori i due estremi della realtà plastica e della creazione poetica. Gli empii, i titani della scienza profana come i babelici, tentano con la materia di dare la scalata ai cieli, e la satannica, eterna lotta dello spirito ribelle contro Dio si eternizza in questa marcia forzata della filosofia dei sensi contro l’assoluto, anima grande e semplice, che governa lo spirito e la materia nei mondi creati. Così le società umane, in balia alla ragione materializzata, decadono nell'abisso della materia—così si nega la Provvidenza del mondo divino — cosi si crede, si scrive, si insegna, si predica e si evangelizza, che Spirito è materia e che il pensiero filosofico umano è il solo provvidente al cammino delle masse verso l'infinito della storia dei tormenti sociali e terreni! Quante menzogne! Eppure è là la storia che dovrebbe ammaestrarci; non la sto ria aneddottica e miserabile delle società in evoluzione, ma i monumenti delle razze e delle nazioni attestanti, tra le miriadi di bolle saponacee, la presenza delle anime elette, delle incarnazioni di spiriti evoluti o qui mandati a compiere la missione eroica di affrontare il serpente dell'errore e mozzargli la testa. Ma la lotta è la, tra l'anima materializzata della masse e lo spirito fecondo di Iehova — e gli angeli ribelli sono incarnati nella filosofia statale, egoismo dottrinario di stati, nella investigazione materialistica dello spirito delle cose, nella perturbazione mentale determinante le rivoluzioni senza scienza, mentre i missionarii che arrivano di lassù nei momenti di crisi delle infermità delle masse mettono le cose a posto e ripartono. Cercate i loro nomi nella storia delle religioni, della filosofia, della scienza, della libertà dei popoli, e vi scorgerete continuamente la luce divina ombrata dalla ragione della superbia umana. Accostarsi adunque con la Magia è lo studio della sua filosofia e della sua pratica alla riva del grande Oceano della Verità Vera, significa o mutarsi in angelo, o trasformarsi in demonio o morire suicidi della propria ragione e del proprio ardimento, senza neanche giustificare se stessi innanzi alla società umana o alla sua storia. -----------------I MISTERI adunque delle CAUSE prime ti cominciano, o discepolo, a manodurre, attraverso l’inferno delle cognizioni umane, alla ricerca della ragione dei miracoli e dei prodigi, ma la tua ricerca, la tua affaticante missione sarà un'opera vanissima se tu non pratichi; la sola pratica dà nelle nostre scienze il diritto di arrivare: però la chiave di ogni pratica è subordinata alla santità del discepolo — senza la santità o successiva purificazione del tuo spirito non compirai mai opera divina — e se riesci a qualche cosa senza santità farai opera diabolica. Diventar santo?! Ecco un paradosso per il lettore che è al corrente degli studii scientifici e dei metodi odierni — ma bisogna intendere la santità non come il volgo intende la divozione e la bigotteria, il santo È CHI IMMEDESIMA LA SUA RAGIONE DI UOMO ALLA RAGIONE FATALE DELLE COSE E DEGLI spiriti — il SANTO È L’ALTRUISTA CHE SI CONSIDERA 225

QUAGGIÙ COME UN VIAGGIATORE IN UN ALBERGO, IN UNA PAUSA DEL SUO VIAGGIO VERSO L’INFINITO, EVOLUZIONE ULTIMA DI TUTTE LE COSE CREATE — il SANTO E CHI POSSIEDE LA SCIENZA DI NON ILLUDERSI SULLE RAGIONI VISIBILI E CHE SI FA DEGNO DELLA SCIENZA DI DIO. Così non potrai trovare la tua santificazione che nell’amore PER il tuo simile e così tu diventi il piccolo Gesù Nazzareno che ti sacrificherai volontariamente amando il tuo prossimo, stendendo la mano al tuo fratello, per redimerlo e condurlo alla luce spirituale, e la Magia nella tua mano riprodurrà gli antichi prodigi leggendarii, la tua verga fiorirà, e intorno a te seminerai il bene — e mentre una parte dell’umanità penserà ed illuminerà l'altra parte con le lampade elettriche, tu sarai un soldato di questa e sarai faro delle anime in questo viaggio sulla terra..... per non ripeterlo più o per ripeterlo a piacere. ------------------Una leggenda ebraica merita di essere raccontata perché coloro che si accingono a operare in magia se ne ricordino per tutta la vita. Ascoltatemi e comprendetemi. Un ricco ebreo passeggiava nel suo giardino e accortamente ghermì un uccellino per la coda. Ma la sua maraviglia fu grande quando sentì che l’uccellino parlava e gli diceva: — Potente signore, lascia ad un povero uccellino la libertà e la vita; a che cosa io ti posso servire? Non sono bello per le mie piume, non canto armoniosamente, non valgo neanche per un buon boccone perché sono magro... Deh! lasciami, che se mi lasci io ti dirò tre massime che formano la scienza di tutti i tempi. — Ebbene, disse l’ebreo, se è così, dimmi le tre massime e io ti darò la libertà. — Eccoti servito — rispose l’uccello — se vuoi non esser pazzo ricordati di queste tre cose: 1.° non PENSARE MAI A QUELLO CHE É PASSATO E CHE NON TORNA PIÙ. 2.° non DESIDERARE QUELLO CHE NON PUOI AVERE. 3.° non CREDERE ALLE COSE IMPOSSIBILI. —Bravo! disse l'ebreo, le tre massime mi piacciono, e mantengo la promessa. Apri la mano e l'uccellino volò via. Ma appena posato su di un albero, cominciò a ridere pazzamente, L’ebreo sconcertato gli domandò: — Uccellino, perché ridi? —— Rido perché c'è da piangere sulla debolezza della ragione umana. Tutti gli uomini hanno la superbia della ragione e per questo deviano dalla verità e perdono tutto. Ed a qual proposito dici ciò? — Dico ciò perché mi hai concesso a buon mercato la libertà e seguendo la tua ragione hai perduto un tesoro, perché è vero che io non ho belle penne, è vero che io non ho un bel canto e non sono un buon boccone; ma se tu avessi aperto il mio ventre vi avresti trovato un brillante grosso tre volte un uovo di gallina e saresti il più ricco della terra. L’ebreo restò stupito. Indi disse: — Ma sciocco sei tu che preferisci la tua libertà alla tiepida stanza in cui ti avrei messo e ti metterei, con erbe sempre fresche e grano sceltissimo... perché non vieni? 226

Ma l'uccello continuò a ridere e disse: — Voi altri uomini sapienti non dovete mai dimenticare ciò che avete appreso, e mai la ragione dovete offuscare con il desiderio. Sono appena pochi istanti e ti ho dato tre massime ed ora le hai già dimenticate? Ti ho detto non pensare alle cose passate, e tu ci pensi. Non desiderare ciò che non puoi avere e tu scioccamente desideri che io venga a farmi squartare. Non credere alle impossibili, e tu credi che il mio corpicino racchiuda un brillante più grosso del mio corpo. Così ridendo si allontanò e l’ebreo restò per la seconda volta compreso di maraviglia. La leggenda è preziosa. L'ho raccontata perché il mio lettore e discepolo non dimentichi, ora che abbiamo a fare molta pratica, queste tre cose: la magia è scienza perfetta perché è ragione assoluta, è giustizia ed è amore. Violate queste tre massime e non riuscirete in nessuna opera.

4—U 227

LA FORZA FISICA ED IPERFISICA ATTIVA PRIMA CHIAVE DEI PRODIGI VISIBILI * * *

Tavola di alcune corrispondenze ———————————————— Intelligenza ] Spirito Elemento — il fuoco Costellazioni — A e H Arcangelo — Anhiel (sist. ebr.) Angelo — Ariel (sist. ell-lat.) Démoni del giorno di Martedì — Samaël, Sataël, Amabiel.

(d'Abano) Suggello di Samaël

(Agrippa) Cifra di Marte

(Agrippa) Cifra palese della Intelligenza di Marte (Kremmerz) Cifra secreta

(si ottiene nelle operazioni di A)

(Agrippa) Cifra del demonio

(Agrippa) Caratteri di Marte =

----------------------------cifra del Démone o Genio maggiore

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( buono ) forte invincibile Kremmerz Demonio o genio malvagio (pessimo, distruttore) cattivo Kremmerz

(non si scrive né si pronunzia)

Profumi = il pepe, l'euforbio, il sangue. N. B. Si raccomanda di non tracciare, con intenzione di evocare i segni qui sopra tracciati — specie i due ultimi, se prima non se ne intuisce l'uso, diversamente si otterranno effetti che possono essere contrarii al desiderio dell'evocatore I. Verso la fine del secolo XIV, s’incontrarono in una taverna alle porte di Magdeburgo due pellegrini. Uno era un neoplatonico italiano latinizzante; l’altro uno dei moreschi di Spagna. Arrivarono alla taverna della Rosa e della Croce per due vie differenti. Posate le bisacce, sederono a tavola — una tavola rettangolare — e ognuno dei due sedè ad un estremo di essa. L'oste portò due orciuoli di vino e due pani, collocò pane e vino innanzi a ciascheduno e poi domandò ai due avventori se preferissero minestra al lardo o dei legumi lessi con la carne. Disse il pellegrino italiano: — Consento e trovo giusto che m'hai portato del pane, ma come e perchè m'hai apprestato del vino a tua iniziativa? —Signore, disse l'oste, ti ho visto dal portamento e dal colore di cristiano che sei d'Italia, e deve esserti caro un gocciolo di vino del tuo paese. — Ma non sono italiano io, disse l'altro, il moro, e pur tu facesti l'identico. — Ma sei del paese del buon vino e delle belle donne, sei del paese saraceno di Spagna e deve piacerti il succo dell’uva. — Io bevo acqua, disse l’italiano, il vino è fatto per gli uomini che amano la terra. —Ed anche io non bevo che l'acqua e non mangio che pane, legumi, frutta della terra e olio. — Anche io, soggiunse l'italiano, son felice come il Papa se mi darai insieme al pane un po’ di sale e una frutta. 229

L’oste innanzi a sì magri viandanti ammutolì, tolse loro il vino e appresta il frugale companatico — i pellegrini strinsero amicizia e si riconobbero per due studiosi di filosofia. Venivano entrambe a Magdeburgo, dove, isolato, viveva un famoso rabino, Jehiel, uno dei più potenti cabbalisti del tempo. Il giorno seguente, appena alto il sole, andarono a casa del sacerdote filosofo giudeo, e lo trovarono all'orto a passeggiare. Il maestro li accolse benignamente e domandò loro se in Italia e tra i Mori di Spagna non avessero per caso distrutta fino alla radice la pianta della vera filosofia, giacché avevano dovuto sfidare gli aspri pericoli di un lunghissimo viaggio per interrogar lui che era uomo modesto, studioso e solitario. I due pellegrini risposero concordi: Né in Italia né tra i Mori il seme della vera filosofia è perduto; essi da quella filosofia nutricati avevano molto ragionato, molto discusso; ma non domandavano, dirigendosi a lui, che una cosa la quale mai avevano trovato chi insegnasse loro: la pratica dei miracoli. Jehiel li guardò attentamente e poi disse: — La filosofia si studia, le idee si discutono, i simboli si spiegano, ma per imparare l'arte magica dopo la filosofia della magia bisogna possedere tre cose: 1.°— LA VOLONTÀ senza desiderio, 2.° — LA FORZA di fare senza fermarsi, 3.° — LA PRATICA di non sbagliare. E il rabbino Jehiel così continuò: — Chi desidera non può volere. Il desiderio è un appetito della illusione che paralizza la volontà, il cui meccanismo diventa perfettissimo nell’assenza di ogni desiderio. L’uomo che desiderii una donna ne diventa il servo; se invece la vuole ne fa una schiava. L'uomo che desidera il danaro è un misero pitocco della fortuna, chi lo vuole lo domina. Il mago che desidera non è un mago e non compie miracoli. Ma dove finisce il desiderio e dove comincia la volontà questo nessuno può definirvi esattamente: la vostra filosofia solo può darvene la ragione. La seconda cosa e necessaria, è la forza. Sapete voi perché un seme confitto nell'arena del mare non fruttifica e posato nel solco di un orto dà frutto? perché l'arena del mare ha molto sale e non produce e la terra dell’orto ha forza di dare la vita senza arrestarsi. Perciò il Mago deve possedere la forza di trasformarsi nelle singole forze della natura per produrre come la natura tutti i suoi miracoli e i suoi prodigi: deve avere la forza di alimentare come la terra dell'orto il seme o di distruggerlo come il sale dell'arena del mare. La forza di continuare senza arrestarsi è nella costanza immutabile della natura ed è così di chi vuol compiere miracoli. La terza dote è la pratica. Il fanciullo inesperto che coglie le rose, si graffia le dita e le vede sanguinare; ma il giardiniere ne fa larga messe senza punzecchiarsi le mani. In arte magica chi sa come si produce e non produce è simile al fabbricante di spade che fa l'arma per la guerra e non va alla guerra. Per le quali tre virtù, miei cari pitagorici e filosofi, dovete implorare prima di tutto al nome divino di Dio di fortificare il vostro spirito, e fare che il vostro corpo si trasformi a volontà dello spirito nel becco di uno sparviero per prendere, nella zampa di un leone per possedere; nella carne di una femmina per illudere i sensi; nella parola del serpente per produrre l'incanto. Jehiel si avvicinò ad un arbusto, ne spezzò un ramoscello e soggiunse: 230

— Questo piccolo tronco di albero nelle vostre mani è un legno, nella mia è una verga. Voi che avete la filosofia sola non avete la forza, la volontà e la pratica come fondervi attraverso di essa e fissarvi dov'essa posa: io con la punta di essa traccio un cerchio sulla nuda terra e impedisco ai demoni della terra di penetrarvi. Voi che tanto cammino avete fatto, siete mai penetrati nel laboratorio di uno scultore? là troverete il fanciullo che comincia e sbozza la pietra, chi ne lavora il grosso e chi la mena a termine delineandone nettamente i contorni. Ma per arrivare a questo, bisogna cominciare da quella sbozzatura che il bambino fa della pietra, così per tutte le arti e specialmente dell'arte dei prodigi e dei miracoli che rappresenta la pratica della filosofia magica. Felice chi impara a temprar le spade in una fucina di un maestro spadaro, e chi ebbe fortuna di invenirne uno non ne perda le tracce che la magia si impara due volte se la si ruba ad un artista. II. Ho raccontata questa storiella, che è una delle versioni differenti della cabbala di Reudino, che ho ricordato ora di aver letto in un polveroso manoscritto della Vaticana, dedicato a quel Leone X della cui famiglia, l'angolosa Catterina dei Medici fu protettrice, in Francia, dell'astrologia, della fattucchieria e della divinazione astrologica — e spero che il lettore ne cavi il suo frutto e comprenda come la filosofia delle Scienze occulte si allontani dalla comune credulità dello spiritismo elementare, cioè che il principio di ogni magia stia negli spiriti di oltretomba. Gittate sulla vostra testa riscaldata un secchio di acqua diaccia e rinfrescate il cervello. Il Mago si annunzia artista, dopo essere stato filosofo, con lo sviluppo delle sue facoltà, cioè con le virtù del suo spirito. Il quale spirito del mago, messo ed alimentato nel corpo umano, ha due grandi prerogative che gli spiriti disincarnati non hanno, cioè il potere di trasformarsi in forza e la libertà di materializzarsi. Appena il mago comincia a fare da se, la sua anima plastica è la fiamma di vita che scende e monta, secondo si esprimevano gli antichi ermetici. Vale a dire che il suo spirito vive in terra e negli spazii e solamente quando lo spirito dell'uomo vivente in carne ha acquistato il potere di montare, cioè di salire alla superficie della corrente astrale, che egli è capace di assoggettare a sé tutte le creature della corrente o marea che forma l'aura della terra. Annotando un libriccino della Biblioteca Esoterica ho spiegato l’interpetrazione dell’Ibis o pesce simbolo del Cristo dei primi cristiani [i], però il simbolo del pesce, esprimente il Cristo, appartiene all'essenismo, la setta da cui venne fuori il Gesù di Nazareth, essenismo che aveva dalla grafica egiziana presa la simbologia figurativa che è propria agli egizii sacerdotali; — mentre che i riti ebraizzanti puri fanno a meno delle figure e si servono dei segni letterali della cabbala che hanno valore di idee, di cose e di numeri; nello stesso modo che il sistema pitagorico esprime coi soli numeri le idee assolute e con le combinazioni e i numeri nei multipli e nei sottomultipli le idee relative. Le cifre taumaturghe ebree sono linee, rette e curve, con apparenza geometrica; ma le egizie sono figurative, antropomorfe e le pitagoriche sono numerali. Ora il Cristo — cioè l’anima dell'uomo che sale ai cieli o scende negli abissi, a suo compiacimento — fu raffigurato nel pesce che servendosi delle bue pinne e vesciche natatorie monta alla superficie dell'acqua o scende a suo piacimento nelle profonde 231

caverne dell'oceano. Perciò la magia naturale, la più facile delle due magie, non adopera che forze prettamente dello spirito umano incarnato, e degli animali inferiori della zona astrale, perciò è suscettibile di bene e di male, di opere utili e di micidiali e si serve di fluidi materializzati e di animali orribili dell'astrale. Siccome io ho promesso nel 1° fascicolo del 1897, il mio trattato di magia naturale e divina deve riuscire chiara esposizione non di quanto hanno detto gli altri, ma di quanto veramente È: per la qual cosa io prego il mio lettore che vuol essere pratico di formarsi un quadro esatto di ciò che siamo. Prendete un vaso di cristallo, molto grande, riempitelo di acqua e mettetevi dentro dei pesci di fontana, delle anguille e degli scarabei di acqua dolce. Osservando l'acqua e i pesci attraverso il vetro voi, uomo, siete rispetto agli animali immersi nel liquido, ciò che un'intelligenza di ordine superiore (spirito purificato o arcangelo) è rispetto a noi che siamo immersi nella corrente astrale. Mentre che le tre specie acquatiche che stanno immerse nel liquido ( scarabeo, anguilla, pesce) rappresentano tre gradi diversi dello spirito umano nel suo sviluppo. Io dico spirito umano perché nell'uomo lo spirito non è separato da materia, quindi va sottinteso che lo spirito dell’uomo porta con se quel tanto di materia purificata ( diafano, corpo astrale, perispirito ) che è inerente al suo sviluppo. Più grave è il fardello, più pesante è la materia che lo involge, meno sensibile è lo spirito intelligente. Ora passate dalla visione del vaso di cristallo coi pesci alla stessa osservazione della vita dell'oceano. Per diletto potete leggere il Figuier la vita dell'oceano e il Verne, Ventimila leghe sotto i mari. Formatevi un concetto anche approssimativo di tutto ciò che è nell'oceano, dalla vita dei protozoi fosforici alla contorsione delle alghe spadacee, dallo spasimo vescicolare dei molluschi protoplastici al gambero, all'orata, al delfino, al pesce cane, alla balena, e avrete analogicamente tracciato un quadro dell'animalità nell'oceano astrale, animalità che comincia dalla vita della pietra e corre alla vita della pianta, e da questa approda all'intelligenza istinto del microbo per salire, tutta la scala bestiale fino all'omo. Il Darwin fu il più chiaroveggente illustratore delle concatenazioni di rapporto nella scala zoografica, ma la stessa gerarchia è intellettuale. Dal cane all'elefante, alla scimmia, all'uomo il processo intellettuale e la sua gerarchia è graduale intellettualmente fino alla specie homo-sapiens; ma in questa specie umana esiste sempre il legame gerarchico che lega intellettualmente gli nomini alle razze intere. Vi sono uomini poco più intelligenti di un cane intelligentissimo, come vi sono altri che confinano con gli spiriti puri evoluti e non più vivi alla vita umana. Ora osserviamo il mare astrale o zona fluidica in cui noi viviamo. Ho spiegato nella prima parte il valore etimologico della parola Astrale—né è possibile fraintenderci[ii]. Ma scendiamo all'esame delle concezioni magiche, relativamente alle scienze moderne profane, onde si trovi insieme alla investigazione dei simboli la conoscenza sperimentale, dell’astrale, e quindi spieghiamo in modo particolareggiato. 1.° che si intende per coagulazione astrale: 2.° che significa Spirito elementare: 3.° che bisogna intendere per proiezione fluidica: 4.° che cosa avviene dell’anima degli uomini dopo la morte. (continua) GIULIANO KREMMERZ 232

[i]

Cristo, la Magia e il Diavolo, di Elifas Levi, con note dichiarative del Dott. Giuliano Kremmerz. Detken e Rocholl 1898. Come il pesce nell'acqua, cosi l'anima dell'uomo nella luce astrale. Ora solamente quando l'anima dell'uomo ha acquistato il potere del montare e discendere come il pesce può operare di accordo con le potenze intellettuali ultra-astrali; perché prima di esser tale l’uomo volgare è simboleggiato nella testuggine e nella lumaca che rappresenta il corpo astrale nel fodero pesante di materia-carnea. [ii] Vedi Fasc. Aprile 1897 e fascicoli 2 e 4 del 1898.

LA VALIGIA DEL MONDO SECRETO 233

METTIAMO LE COSE A POSTO Psichisti — Teosofi — Spiritisti ed occultisti

A chi ha buon senso Io non m'illudo che, riepilogando le dottrine occulte in una breve epistola, come le apostoliche dei primi secoli alle primitive chiese, converta alla Ragione della verità i psichici, gli spiritualisti kardekini, gli spiritisti indipendenti, o di altre chiese, i teosofi e gli stregoni. Lascio il compito di questa conversione a qualche futuro S. Paolo della scienza dell'anima umana e dell'anima delle cose, e scrivo alla buona, chiudendo il 1898, per scagionare l'occultismo, che sintetizzo nella Scienza sacerdotale dei Magi o magia, da tutte le accuse ingiustificate di cui lo disonorano i psichici, gli spiritisti e gli altri militi della schiera spiritualista. Non mi illudo, ripeto, di convertire gli inconvertibili, quantunque io parli la parola serena della scienza e non delle persone e delle sette e delle chiese; però desidero che la gente che ancora conserva libero il giudizio dalle suggestioni delle correnti empiriche, abbiano una risposta semplice ad ogni accusa semplice che vien fatta all'occultismo da persone o ignoranti o falsarii congeniti della verità. Inutile aggiungere che questa opera che io compio è buona azione — come fu una buona azione la pubblicazione del Mondo Secreto, che, cominciato con lo scopo di parlare a 13 lettori, nell'aprile del 1897, in pochi mesi ha convertito allo spiritualismo scientifico o magico diverse decine di anime titubanti. Non apporrei la mia firma alla lettera se la consuetudine umana non dichiarasse necessaria la conoscenza del padre putativo di una polemica spiritualista. Dico padre putativo è non autore, perché l'autore è l'inventore e il creatore di una cosa reale, mentre che gli apostoli delle nuove e vecchie forme delle idee vere ed immutabili, stampate a caratteri indelebili nella Luce Eterna, non sono che Padri adottivi delle verità che sono predicati della sapienza inalterabile ed assoluta. La società umana tiene molto al nome di battesimo, al casato illustre, alla genealogia degli uomini che appaiono e scompaiono dal mondo come tante marionette dal palcoscenico di un teatro meccanico: senza i nomi sarebbe morta ogni vanità e ferita a sangue la fierezza di coloro che vogliono dominare sul proprio simile, o con la fama o con l'autorità dell'origine o con la pompa dei titoli accademici — ma tutti coloro che scrissero o parlarono alle turbe in nome della Scienza o di Idee assolute si limitarono ad essere i soldati umili, gli apostoli e non gli autori delle idee che predicavano. Chi è l'autore della Bibbia? forse Mosè, forse gli edificatori del secondo tempio? — Chi l'autore del cristianesimo? forse il Gesù di Nazareth? — Chi l'autore dei Dialoghi di Platone? Forse Platone? — Chi dell’Iliade e dell’Odissea? forse Omero? — Chi l'autore del Romanzo della Rosa?—Chi l'autore delle verità della Divina Commedia? — quelli 234

che veggono e sanno sono gli artisti delle manifestazioni; il vero ha per suo autore la Sapienza assoluta, cioè la Verità eterna, il cui nome profano, individuo, per le turbe profane è Dio. Passate dalla religione alla politica. I filosofi di stato sono la luce dell'anima dei popoli — i politici ne sono la vita. Mosè, come il Cristo, mirava alla immedesimazione dell’Io delle nazioni con l'Io universale o Dio e le teocrazie non hanno altro fondamento che questo, di fondere religione e stato in un governo unico. Ecco perché la chiesa cristiana si volle chiamar cattolica o universale perché avrebbe dovuto rappresentare il governo intelligente delle masse nell’immedesimazione delle coscienze individuali nella coscienza universale che è il Dio dei profani e la sapienza degli iniziati. Diviso il potere però, per evoluzione di cose, tra la spada e la mitra, il governo civile dei popoli si sottrasse al potere dei filosofi e dei profeti della verità — ma non per questo non sorsero apostoli e soldati della verità luminosa, che e civiltà, dove la Provvidenza dei Cieli stimò necessario l'apparire di uno spirito chiamato a redimere i popoli dalle tirannie perpetue, conseguenze delle colpe e dell'abrutimento delle famiglie umane. Quando gli Ebrei uscirono dalla schiavitù dell'Egitto, chi ne li aveva tratti a salvamento? non disobbedirai mai ad Jehova; non adorerai mai altro Dio, diceva Mosè: però così non opinarono i ribelli, e vollero attribuire la liberazione al Bue Egiziano e adoravano il vitello d'oro. Chi li aveva liberati veramente dalla schiavitù se non il Dio di tutti gli dei? Nella storia gli autori dei grandi rinnovamenti, delle redenzioni, delle rivoluzioni umanitarie non sono che nomi di idee: Cromwel, Bozzari, Lafayette, Mazzini, sono come Lutero, come Calvino, come Savonarola, come Giordano Bruno personificazione delle verità assolute in relazione alle società ed ai tempi. Le plebi salutano in ogni nome un autore delle rinnovazioni politiche della Grecia, dell'america del Nord, dell’Inghilterra, dell’Italia; ma la sana filosofia vede in ognuno di essi uno spirito di giustizia che il mondo delle cause incarna in un uomo con la missione di compiere la volontà divina in terra. L'idea per la libertà dei popoli come il concetto del diritto dell'uomo e della emancipazione della donna dalla servitù nell’uomopadrone, la abolizione della schiavitù, il socialismo di stato o il collettivismo e l'idea rivoluzionaria assurda della eguaglianza dei diritti negli uomini di sviluppo psichico differente non hanno autori: gli apostoli di quelle idee e di quegli ideali di governo non furono, non sono né saranno gli autori di essi: sono e saranno dei buoni o cattivi interpetri delle leggi universali. In essi parla sempre lo spirito della collettività o Nazione e Dio lo incarna e lo benedice, quando è spirito di verità e di Giustizia e non si pronunzia in alto la parola contro di lui che solo quando lo spirito incarnato con una missione prevarica o la tradisce. Cosi di Napoleone, per non discorrere di più recenti o di contemporanei, la storia dei quali tutti possono imparare o giudicare. Eccomi adunque padre putativo di questo movimento in Italia, non perché io voglio parere o farmi chiamare autore delle verità, ma perché io non compio altra missione che di rendere chiare le verità assolute che un po’ la malvagità umana, un po’ la goffaggine pretensiosa di certa gente che ragiona coi piedi, un po’ lo spirito di bottega nascondono alla buona fede della gente semplice. Allo scritto adunque non apporrei la mia firma se non fosse la necessità di determinare la base di una dottrina come la mia pratica, e la

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filosofia insegna a tutti gli iniziati, che, sparsi nell'Universo. sotto miriadi di forme diverse l’occultano e la perpetuano. I. I Teosofi e l'Occultismo. I Teosofi, o meglio i membri della Società Teosofica fondata nel 1872 a New York dal colonnello Olcott e dalla Blawatski, combattono l’occultismo occidentale, anteponendogli il sistema orientale, o indiano bramanico. Se a prima vista pare che dissidio tra gli occultisti orientali e gli occidentali non vi sia, in sostanza una ragione di dissidio vi è, nelle pratiche e nel metodo: non nella sostanza. Mi spiego. La parola Teosofia non è indiana è greca. Significa sapienza o scienza di Dio: parola elastica che comprende tutto ciò che è dottrina da illuminato: da S. Paolo al marchese Claudio di S. Martino tutti sono teosofi quelli che hanno esposta la occulta filosofia della Dività Una e Trina. Scopo della Società Teosofica pare quello di formare un nucleo di una fratellanza universale della Umanità, senza distinzione di razza, sesso, credo e colore. Sotto questa prima bandiera tutti potrebbero ascriversi alla società, nel caso specifico non più teosofica ma umanista. Tutti siamo fratelli e mi sottoscrivo alla lodevole propaganda. Perché il programma della società teosofica spiega esser sua convinzione (della società) che uno studio accurato delle Religioni e dello Filosofie delle epoche passate in confronto con quelle dei tempi nostri rivelerà la base comune su cui si fondano tutte, manifestando nello stesso tempo la verità unica che si nasconde sotto ognuna di essa. A questo l’occultismo non ha niente da aggiungere. La Verità è una sotto tutti i meridiani e tutti i paralleli. Chi la conosce ha la chiave di tutte le religioni e di tutti i culti. Uno è Dio Universale, uno è l'Uomo e uno è lo spirito di fede. In questi tre mondi di causa, di spirito e di realtà materiale si sintetizza la verità assoluta. Verso il 1889 questa società, a Parigi, entrò in conflitto col martininismo restaurato, come associazione occultista, dal dott. Gerardo Encausse, più noto sotto il nome di dott. Papus. Nel Mondo Secreto io ho parlato spesso dei Martinisti e pochissime volte dei membri della società teosofica per la ragione principalissima ed esclusivamente scientifica che segue. Io non giudico la miscellanea e il glossario teosofico; non pretendo di immischiarmi nella questione che poco mi riguarda della introduzione nel linguaggio teosofico occidentale di tutta la graduazione animica orientale; non desidero di esaminare come l’oriente, occidente e il mezzogiorno vi si trovino mischiati— ma ho creduto ed ho saputo sempre che la lingua nazionale è più dolce e comprensiva di una lingua che sente dei paesi sconosciuti — e che per porgere agli ignoranti la Verità, prima è bene esporgliela nella sua lingua e secondo con un metodo più storicamente e intellettualmente conforme alla sua razza. L’occidente, con quel po’ di bene filosofico lasciateci da tutti i maestri della Teosofia platonica, cristiana, ebraica e della rinascenza, invece di cercare la comune origine delle 236

religioni e dei culti con i ravvicinamenti ispirati o no dell’Isis Unveiled, poteva spiegarsi la cabbala ebraica o la numerica pitagorica, innestata da trenta secoli nella letteratura europea e nelle religioni occidentali, senza il bisogno di una lingua nuova e di un culto esotico. Il Papus, giovane e d'ingegno molto, capi che se per la razza angloamericana il teosofismo novello era un valore, per l’Europa continentale non poteva riuscire, come dottrina, che una pianta forestiera acclimatata per forza. Seguì l'avvenimento della restaurazione del Martinismo a società iniziatica, perché il S. Martin fu l'ultimo teosofo puro e semplice dell'occidente classico; continuato fino all’abbate Constant (Levi) nelle opere cabalistiche dell’applicazione magica. I teosofi potrebbero rispondere che lo studio del buddismo comprende le manifestazioni posteriori delle religioni occidentali — ma a questo si può contradire che se le forme religiose classiche nascondono tutte le stesse verità, basta lo studio di una sola per intenderle tutte; pero questa sola da preferirsi per la intelligenza delle cose, è la più conosciuta e la meglio innestata nello spirito o cervello delle razze. Di qui la polemica si accentua nel metodo. La scuola teosofica si estende all'esposizione dottrinaria e l'occultismo occidentale riproduce la magia cerimoniale classica. In Italia esistono teosofi e martinisti: ma io, se fossi italiano e non del Celeste Impero, sarei un iniziato italiano della scuola mista di Pitagorismo, Cabalismo ebraico, neoplatonismo e paganocristiano; perché da quanto ho potuto intendere studiando l'Italia contemporanea, mi pare che gli animi delle persone colte siano il frutto della coscienza filosoficoreligiosa di tutta la grandezza italica, dalla Magnagrecia a Numa, dall’Impero Romano a Dante, dalle Repubbliche a Leone X, dalle Accademie a Vico, a Gioberti, a Ferrari, e che tra la coscienza speculativa scientifica, della patria del Redi e della gloria del Cimento, la nevropatia nazionale nordamericana e inglese e la contemplativa degl'Italiani del sud grecoarabo, ci corre quanto tra un filosofo degli Stoi e un mercante manifatturiero di Glascow. L'Occultismo francese, che si impernia al martinismo, in un mercato dottrinario tanto vasto come Parigi, con una lingua che è intesa eletta in tutto il mondo civile, ha preso il carattere spiccatissimo della tradizione cabbalistica occidentale e convive con la scuola teosofica che non pare aver raggiunto i pinnacoli della diffusione religiosa. Ma in Italia i teosofi continuano la loro propaganda: vi è venuta la Annie Besant, e vi è un giornale di Teosofia diretto dal signor Decio Calvari. La mia divisa, come giuramento che vorrei da ogni mio discepolo, come ciò che ho scritto sul frontespizio del Mondo Secreto, è che l'iniziato alla verità non deve essere settario. La verità è Una, come Dio, come l’universo. Chi la conosce deve inchinarsi innanzi a tutte le forme di culto della verità Unica: innanzi alla Croce o al serpente di Saturno che mangia la propria coda, innanzi alla sfinge o al tripode greco della Pitonessa Delfica e alla trimurti, l'Iniziato che sia veramente tale non dice che questo: Ti saluto, eterna polimorfa Verità, sei la stessa dovunque. A questo punto, il lettore comprenderà che l'occultista iniziato, sia martinista o no, non può combattere la teosofia né le dottrine che i suoi scrittori vanno illustrando. Il metodo adoperato dalla teosofia per l’insegnamento della verità e delle pratiche da pervenire, non giudico, e vorrei che anche i teosofi non giudicassero il metodo degli occultisti né le loro pratiche.

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II. I Psichici Dalle sublimi altezze della filosofia, piombiamo nella elementare e superba ignoranza di coloro che senza avere imparato pretendono di giudicare, avvinghiando la coda come Minosse. Da Psiche, anima, si chiamavano Psichici i primi cristiani. Ora psichici o fautori degli studii psichici sono tutt'altra cosa. Come i maccheroni di Calandrino rotolavano sulla montagna di formaggio grattugiato, così mi capita, per grazia, di Cibele, un po’ di prosa esplicativa del giornale di studii psichici di Torino che esse dalla questione bottegaia e mette così le questioni tra occultisti e psichisti. Scrive l'autore della Storia dello Spiritismo. Ogniqualvolta nasce una polemica fra psichisti e occultisti, gli argomenti che questi ultimi oppongono ai loro avversari sono essenzialmente due: 1.° che gli psichisti e spiritisti parlano d'Occultismo senza conoscerlo; 2.° che psichisti. spiritisti, occultisti, teosofi, ecc., sono altrettanti rami d'una sola famiglia e non debbono accapigliarsi fra loro. Accapigliarsi no, ma fare comunanza anche meno. Per parte mia, una buona dose di volumi di Eliphas Levi, del Papus, del marchese di Guaita, del Plytoff, del Barlet, nonchè della Blawatsky, di miss Besant, con relativi organi dell’Initation, del Voile d'Isis, ecc., me li sono — ahimè — digeriti e me li digerisco, benché con qualche stento, quotidianamente: potrei quindi forse considerarmi quale un iniziato, se iniziato veramente è (come dovrebbe essere) chi studia, e non chi abbia ricevuto questo titolo da un Ordine qualsiasi, più o meno tenebroso e ridicolo. Comincio da questo periodo per persuadermi che il signor De Vesme, pur leggendo ogni giorno Levi, Papus, Guaita, Plytoff, Barlet, Blawatsky, Besant, li digerisce peggio di quanto non vuol dare a vedere, per assoluta mancanza di acido peptico e di succhi assimilativi. Diversamente capirebbe che leggendo non si diventa un iniziato: leggendo si può diventare un’enciclopedia, un calendario per le fiere, una storia aneddotica, un dizionario infernale, un glossario tecnicooccultista e spiritista ma non un iniziato. L'iniziato è colui che conosce non solo le teorie dell'occultismo; ma le pratica con successo, in via di diventare un maestro perfetta o adepto. Io non discuto se un ordine può dare o no il titolo di iniziato, perché io parlo delle cose e non come gli ordini o le sette applicano le cose: questo è fuori tesi. Però non sarebbe ingiusto né biasimevole che in una scuola, ordine o chiesa in cui si facesse della pratica di occultismo, colui che perviene ad un certo grado possa essere con giustizia e criterio sano chiamato iniziato da compagni e maestri più avanzati di lui; nello stesso modo che nelle regie scuole non si chiama dottore in matematica chi ha letto i libri di matematica, ma colui che una commissione accademica o universitaria ha stimato tale. Ripeto, questo è fuori la nostra tesi e non mi riguarda. Mi preme però di far notare il fondamento molto traballante della logica di questi critici. Il signor de Vesme comincia a credersi un iniziato, quindi addentro a tutte le secrete cose, lui che definiva il Tetragrammaton «una ridevole caricatura»! E 238

partendo da questo punto giudica ciò che gli altri hanno scritto in occultismo credendosi un maestro ed invece, fermandosi alle parole, ne scrive sotto l'impressione degli scritti letterati ed artistici o esclusivamente dialettici. Ma la questione cangia natura nella realtà, perché questo dotto uomo che digerisce male tanti libri di occultismo dovrebbe capire che ponendosi a tavolino e dissertando coi libri non si fa della magia e non si diventa mago, come studiando medicina venti anni senza mai visitare uno spedale non si diventa medico. Ma egli prosegue: Ma appunto perché conosco abbastanza le teorie magiche ed occultistiche, ho potuto comprendere perfettamente come, in mezzo ad alcune idee buone e giuste, che non mancano in nessuna Religione, in nessuna Filosofia, contengano tanto dogmatismo, tante dottrine avventate a sballate, da rendere necessario che sia ben segnata la differenza fra psichisti ed occultisti. Certo che lo sperimentalismo presta qualche punto di contatto fra gli psichisti da una parte e gli occultisti e teosofi dall'altra: certo che lo spiritualismo unisce occultisti, teosofi, spiritisti, cristiani, maomettani, ebrei e feticisti. Ma questi legami, che esistono — ripeto — fra tutte le idee, sono ben poca cosa, quando si prendano, per esempio, a fondamento del nostro ragionare le parole del Kremmerz, maestro di Magia, secondo il quale una Società di ricerche psichiche non serve, giacché non vi È niente da ricercare, ma ci e tutto da studiare e imparare nella Magia, che predica da secoli ciò che la gente che vuol parere profonda vuol mettere in... protocollo, Invitate un fervente Cristiano a sperimentare con un medium per studiare, possibilmente, i misteri della vita futura. Vi risponderà: «A che sperimentare? Quello che cercate con tanta pena lo abbiamo già tutto nel Vangelo; quivi, nella parola del Cristo, è tutta la verità ». Un ebreo sostituirà al Vangelo l'Antico Testamento, a Cristo Mosè: un Musulmano vi sostituirà il Corano e Maometto, e così via; ma la risposta sarà pur sempre quella del dott. Kremmerz: «Non c'è bisogno di ricercare; la pappa è già bella e fatta in quei dati libri». Di queste risposte ne ebbi io d'innumerevoli e da Cattolici e da Protestanti e da Ebrei e da Occultisti e da Spiritisti Kardecisti della Scuola di Jackson Davis, ecc. Il guaio si è che non possono avere tutti ragione, allegando testi che si contraddicono a vicenda. L’autore se parte dalla falsa premessa che gli occultisti avanzati nella pratica siano dei ricercatori delle verità occulte tal quale come i psichisti che cercano le leggi sperimentando, ha perfettamente ragione. Viceversa rifaccia la via, e stabilisca con me degli assiomi: 1.° Che tutti gli uomini non sono sviluppati allo stesso grado; 2.° Che come nelle scienze profane cosi nelle occulte vi sono maestri e scolari; 3.° Che i maestri che sono arrivati a tale grado di sviluppo da intendere e spiegarsi tutte le leggi della natura visibile ed invisibile hanno e possono dare la chiave dei fenomeni palesi ed occulti insegnando la pratica della Magia. Se ammette questi tre assiomi — come io per scienza e coscienza li ammetto —deve conchiudere che se un maestro di magia vuol fare una scuola non stabilisce un'accademia di giuochi olimpici di spiritismo volgare o di tentativi psichici. Ma gli studii psichici in mancanza di meglio, devono essere incoraggiati perchè è il psichismo sperimentale sempre una tentazione e una via per intravedere la verità di uno spirito delle cose e uno spirito dell'uomo capace di uno sviluppo potenziale inaudito. 239

Riconosco però che i psichici increduli, non si sentono in vena di accettare i tre assiomi proposti: perché ogni psichista si crede arrivato (individualmente) all'altezza di giudicare ogni fenomeno; quindi non ammette maestri e tanto meno che possano esistere uomini dotati delle virtù di chiaroveggenza e di donarle a quelli che ne sono meritevoli... perché partono dalla seconda promessa falsa che l'uomo capace di chiaroveggenza prodigiosa non si rintanerebbe in un eremo e non si priverebbe degli applausi dei gazzettieri. Ma i psichisti arditi potrebbero pescare qualcuno di costoro, anche nei loro eremitaggi e farebbero certamente il migliore esperimento psichico convertendosi. Il cristiano vi dirà che tutto è nel Vangelo; un Ebreo vi dirà che tutto è nell'antico testamento, ma il dott. Kremmerz non vi dirà che la pappa è bella e fatta ne libri, ma che se avete volontà di apprendere, vedendo, sentendo, provando, non avete che a praticare ciò che lui vi stampa, tacendo e praticando senza interrompere, vedrete APRIRVI INNANZI AGLI OCCHI IL LIBRO ETERNO DI CUI LA bibbia, I veda, IL vangelo, IL corano NON SONO CHE PAGINE. I psichisti prendono l'occultismo come uno " sport " da illusi o da cerretani e sbagliano. Un illustre medico italiano, a Roma, una sera parlava degli spiritisti e degli occultisti come matti da legare. Lo rividi poco tempo dopo in ferrovia e gli domandai perché avesse tanto in avversione gli occultisti. — Perché non vi credo. — Ma provate per lo meno a leggere. — Perderei la testa... — E se io vi dessi una piccola pratica a fare? — La farei per curiosità. Gli mantenni la promessa e gli mandai una pratica ad eseguire. Mi scrisse dopo un mese, testualmente cosi: Per seguire la vostra pratica di magia ho un ammanco di duemila lire sui miei introiti mensili! ecco il vostro miracolo! Sarebbe stato uno "sport" veramente degno dell'attenzione dell'illustre uomo se il dott. Kremmerz gli avesse regalato un terno a lotto! E il nostro autore conchiude: Voi dunque, signori Occultisti, vi avvicinate bensì, nel metodo, alle altre Religioni fondate su rivelazioni e dogmi, ma siete le mille miglia lontani dagli psichisti e da quelli Spiritisti che chiamerei seguaci dello spiritualismo sperimentale, che, cioè, non credono se non quello che può direttamente e ragionevolmente dedursi dallo esperimento. Questi «psichisti», questi «spiritualisti sperimentali», se hanno una colleganza di sistema, l'hanno piuttosto coi materialisti che non siano tali a priori, ma soltanto perché dallo sperimentalismo trassero diverse conclusioni, ovvero perché loro mancò l'occasiono di assistere ad alcuni fenomeni. Soltanto NELLO SPERIMENTO È LA SCIENZA, E FUORI DELLA SCIENZA NON VI HANNO CHE TENEBRE E DOGMI DAI PIEDI D'ARGILLA. avrò IN BREVE OCCASIONE DI SVOLGERE MEGLIO IL PENSIER MIO, CHE DIFFICILMENTE PUÒ ACCOGLIERSI COSÌ IN POCHE PAROLE. Che belle parole. Soltanto nell'esperimento è la scienza! Ma di quale esperimento intende parlare il De Vesme che ha letto tanti libri? Non gli parlo degli esperimenti che io propongo, non pretendo l'onore di uno scolare e della sua 240

valentia, ma lui che ha letto il Levi, cominci per esempio a praticare e ad esperimentare le evocazioni degli spiriti elementari. È o no un esperimento? Se lo è, vi cerchi la scienza praticandolo. Ma non predichi la necessità di sperimentare ed invece, nei fatti, crede d’iniziarsi leggendo e fantasticando se è o non è un perfetto conoscitore delle occulte cose. Così ragionano i psichisti degli occultisti— ingannando se stessi e gli altri sul nostro conto. Un occultista che operi passa venti anni in tentativi ed esperimenti, si ammaestra lavorando, progredisce e arriva dove può arrivare: indi si imbatte in un giovane di farmacia e costui gli dice: — i libri ti hanno alterato il cervelletto, noi siamo quel che siamo, perché sperimentiamo e tocchiamo con mano..... i libri che gli altri hanno stampato! Senta a me l’autore della Storia dello Spiritismo, pratichi e diventi veramente un iniziato — allora sarà convinto che se tutta la vita nell'uomo e nella natura è esperienza, non sono gli occultisti quelli che la negano. III. Gli Spiritisti Kardecisti Eccomi innanzi al tribunale delle tavole giranti e delle anime pietose dei morti. Quando gli Spiritisti Kardecisti sentono parlare degli occultisti sono presi dal mal di mare. Gli spiritisti in genere e gli spiritisti kardeeisti in ispecie: due schiere agguerrite che si armano contro l'occultismo con una ferocia di campanile, originata semplicemente o dal troppo amore che prendono alla causa da essi difesa o dalla ignoranza che hanno delle nostre dottrine. Avviene delle idee come delle donne: alcuni amano tanto esageratamente una donna che ogni giudizio emesso sul suo conto, assume le inqualificabili parvenze di un oltraggio. Questo amore senza confine, senza ragione, senza rettitudine, genera il fanatismo, uno dei furori bellici meglio conosciuti nella storia delle religioni, dei rinnovamenti politici, delle rivoluzioni e delle apostasie scientifiche — fanatismo bellico che si muta in fanatismo letterario (bellico letterario cioè polemico) e gonfia e imbroglia le idee delle teste semplici che finiscono o miscredenti o bigotte del più volgare bigottismo. Parlo degli spiritisti così detti scientifici. Costoro non sono come i lettori degli scritti del signor Kardec, credenti puri e semplici: sono delle persone che non avendo intero il coraggio di gridare: io credo, vogliono giustificare la loro fede con un preteso controllo scientifico che aggiunge molta salsa alla broda medianica, ma nulla più. Costoro ordinariamente non vanno d’accordo coi Kardeisti: anzi trattano questi da creduloni, ma si trovano d'accordo coi Kardeisti quando devono tirare a palle infuocate contro l'occultismo unico corpo di dottrine che resiste a tutte le critiche, a tutti gli attacchi e perfino alla corrosione del tempo che dopo trenta secoli dal periodo caldaico e persiano ritrova vero, eterno, immutabile lo stesso simbolo esprimente la stessa verità. Qui il lettore è pregato di considerare che nessun difensore dell’occultismo è stato un fanatico; neanche il dott. Fausto, nel sogno artistico di Goethe, dimentica che 241

Mefistofele ha tanto sale in zucca ed è tanto freddo consideratore degli uomini e delle loro debolezze che non lo vede giammai eloquente avvocato della causa della realtà: la quale ha tanti incanti naturali che fa a meno di riscaldare dei ciceroni d’occasione. Cosi vorrei far capire e inchiodare nella mente dei signori che mi leggono e che non sono a priori pronti a convertirsi, che io non intendo di difendere la causa della Verità occulta con l’apostolato della penna, ma desidero che le questioni relative alla forza occulta di cui le scienze profane si occupano come chiusura di questo secolo, siano posti nei veri termini, tal, quali le pone a se dinanzi la sapienza dei Magi antichi, perpetuata nei simboli e nelle religioni, e lette nelle formole esoteriche e nei caratteri mistici da tutti gli illuminati di tutte lo epoche nello stesso concorde modo. Eccoci ora innanzi a ciò che gli spiritisti dicono dell’occultismo, e vediamo se hanno ragione. 1.° accusa. L'occultismo è settario e tenebroso. Questo è falso. L’occultismo è scienza assoluta, come scienza non può essere settaria. È la filosofia di tutte le religioni, quindi non ha neanche la forma spiccata di una religione. Come pratica è una graduale educazione individuale, agente sul fattore materiale visibile (corpo fisico) e sul fattore psichico (mentalità) dello studioso — e non può neanche da questa parte essere considerato come una setta, perché ha per scopo pratico di sviluppare l'io dell’individuo, renderlo libero da ogni illusione, legame o catena del mondo. Gli spiritisti, come i teosofi, imbrogliano l’occultismo nella ingiustificata antipatia loro contro il Martinismo, di cui ho discorso innanzi; fingendo di confondere la scienza con una società occulta Se un uomo venisse domani a dire che l'Ipnotismo è una setta dell’università di Parigi fondata dallo Charcot e continuata dai suoi discepoli, farebbe ridere anche ai galli d'India della Turchia Europea; perché qualunque ignorante circasso risponderebbe: l’Ipnotismo o uno studio speciale scientifico che vive indipendentemente dalla scuola di Charcot, come studiavasi prima di lui con altro nome. Tanto questo è vero che il signor Bornia, in uno scritto sugli esoteristi, pubblicato nel Mondo Secreto, (anno II) ha parlato di molte società segrete che si occupano di occultismo; dunque l'occultismo non è patrimonio di una sola setta e quindi non è una setta. So questo non basta, prendiamo dei nomi: di occultismo sono riconosciuti maestri classici il Lullo, il Tritemio, il Paracelso. Ci saprebbero dire lor signori a quale setta appartennero? Nell'epoca contemporanea a noi è vero che il martinismo si occupa di scienze occulte, ma non per questo il martinismo si è eretto a supremo pontificato dell'occultismo e anello gli scrittori della rivista loro in Francia, godono di tale libertà di esporre e cementare le dottrine occulte che neanche nelle accademie arcadiche si vide maggiore indipendenza. Dunque l'occultismo non è settario ma scienza a se e chiave di ogni scienza e il martinismo ne è una scuola autorevole come teosofia e pratica. 2.° accusa. L’occultismo è difficile ed intrigato come dottrina ed inacessibile alle menti semplici. 242

Anche questo è essenzialmente falso. Se dicessi: le scienze matematiche sono difficcilissime, hanno bisogno di menti sviluppate e di uomini pazienti ed è meglio non studiarle, io direi una grande asineria. Perché le matematiche comprendono tutti i calcoli dall’abbaco alla trigonometria sferica, dall’algebra alla valutazione integrale. Ora se è vero che non tutti siano e riescano dei Laplace e dei Newton, è anche certissimo che un po’ di aritmetica la sanno tutti. Chiaro è che l'Occultismo non può essere la sola aritmetica della scienza, visto e considerato che la si presenta come scienza assoluta e ragione universale; ma non perché voi non giungiate ad essere un sommo matematico vuol significare che dobbiamo ignorare le quattro operazioni dell'abbaco. L'alta magia, lo studio profondo della Cabbala, l'Astrologia domandano in olocausto la vita, il tempo, le abitudini, le affezioni di tutti gli uomini che vogliono interrogarle e conquistarle, ma lo studio dei principii generali delle scienze occulte, ma le prime operazioni di esse, il sistema invocativo per esempio per mezzo della preghiera, non è punto una cosa difficile. Nelle società di Rito Egizio (un rito cui io appartengo) gli affiliati danno preghiere, caratteri e segni a tutte le persone di famiglia, ai conoscenti, ed agli amici; e dispensano per mezzo di questo metodo il benessere attorno ad essi e fanno del grande bene a tante anime. È una cosa facile, semplice, onesta, gentile una pratica psichica come questa che vale la verità, e ciò che il fenomeno dei tavoli saltellanti non è. Appena qualcuno si avanza, con quelle pratiche comincia ad avere sogni lucidi e profetici... e senza aver niente letto, né protocollato, né discusso con testimonianze di persone, con una semplice ed onesta pratica si trova in piena e reale comunicazione con le intelligenze extraumane — e protocolla i suoi fenomeni ogni giorno, ogni ora, ogni istanti e dirà, senza spiritismo scientifico e senza scricchiolio di tavola, Dio È. Io tengo a dimostrare questo che dura in ogni accusa contro l’occultismo, la malafede di ignorarlo non solo, ma di abusare dell’ignoranza degli altri. D'altronde senza essere ascritto a nessuna setta, tutti possono pregare che il bene trionfi sul male, e che la luce e la verità trionfi della menzogna — e l’occultismo è verità perdio è ragione e scienza. Quando in Italia sulla Scena Illustrata sì legge una delle solite comunicazioni di oltre tomba presa dal libro della Noeggerath, in cui lo spirito di Cagliostro pensa tal quale come l’autrice più o meno kardekiana del libro la Survie, si diffonde l'errore che i libri del signor Kardec non solo hanno convertito i vivi ma anche i morti di un secolo fa! — Mentre l'occultismo ammette un Unico fattore, una Unica legge, una Unica perfetta sintesi, di cui tutti gli avvenimenti della storia non sono che esplicazioni e forme diverse della sua provvidenza unica. 3.° accusa. L'occultismo non crede alla conservazione dell'individualità nello spirito dei morti — ma invece che muore il perispirito e lo spinto i si riunisce allo spirito dell'universo. Potrei rispondere a tale accusa che i Kardecisti alla continuità dell'individuo dopo morto non ci credono affatto: perché un individuo che si chiama Paolo, morto resta secondo essi lo spirito di Paolo. Rinasce alla vita; ha dimenticato ciò che fu, quindi ha dimenticato la sua individualità precedente — egli non è più Paolo e diventa 243

Nicolò... dunque ha perduto la coscienza della prima individualità per una seconda. Così di seguito, mentre l'occultismo è tanto chiaro, tanto esplicito, che io non comprendo come si possa essere di buona fede dicendo il contrario: cito Eliphas Levi, uno degli autori che alla Rivista degli studii Psichici di Torino, si leggono ogni giorno: chi non capisce queste poche righe significa che non le vuol capire. Dunque il Levi scrive: gli SPIRITI SONO DELLE INTELLIGENZE SECONDARIE O CREATE. sono DI TRE SPECIE, FISSI, ERRANTI E MISTI. I FISSI SONO SPIRITI PURI, EMANCIPATI DALLE LEGGI CHE REGGONO LA MATERIA. gli ERRANTI SONO QUELLI CHE ONDEGGIANO NELLA LUCE ASTRALE. I MISTI SONO DEGLI ERRANTI CHE LAVORANO E SONO PERVENUTI A FISSARSI IN PARTE. tra I FISSI SI POSSONO DISTINGUERE I PURISSIMI, I PIU' PURI E I PURI. tra I MISTI, I DOMINANTI, I DOMINATI E I MILITANTI. tra GLI ERRANTI, I CONDUTTORI, GLI INCOSTANTI E GLI ATTRATTI. I FISSI SONO GLI ANGELI. I MISTI SONO GLI UOMINI INTELLIGENTI. GLI ERRANTI SONO GLI UOMINIBESTIE. Fin qui il Levi. Dunque la teoria è esplicita. Si comincia da uominibestie e si finisce a spiriti fìssi o angeli. Quanti milioni di anni occorrono per l'evoluzione completa di un anima che dal primo scalino della intelligenza giunga alla purità ultima, non credo che sia utile di calcolare — diversamente con buona pace dei kardecisti teneri dell’Io individuo costante verrebbe voglia di esclamare: ma non sarebbe meglio di finirla più presto? Il Nirvana é della tradizione orientale e significa uno stato di estasi dello spirito umano in cui si irradia della luce divina e si fonde con essa. I teosofi si sforzano a far capire che il Nirvana non è il nulla, e gli spiritisti non sentono con questo orecchio; ma ciò non ci riguarda perché noi seguiamo l’insegnamento occidentale in cui le idee sono più comprensive perché il cristianesimo le ha divulgate in diciannove secoli di religione classica, resa maccheronica dalla supina ignoranza dei presbiteri. Le anime del Purgatorio sono appunto le anime erranti e le miste cui accenna il Levi, prima di arrivare in Paradiso — e le preghiere alle anime dei morti che stanno in Purgatorio formano lo spiritismo del cattolicesimo, senza l'invocazione loro ad apparire. 4.° accusa. L’occultismo non ammette le comunicazioni tra i vivi e le anime dei morti. Altra calunnia! Tutti sanno che la Necromanzia era parte delle iniziazioni antiche per evocare i morti. Se la Necromazia esiste segno è che l'Occultismo ammette la possibilità di comunicare colle anime dei morti. Quello che l’Occultismo non ammette è che ogni brava persona più o meno sensibile e più o meno media possa conversare quando le pare e piace per 244

mezzo di un tavolino o di una penna con l’anima del fratello, della mamma, del suocero e perfino della suocera passata all’altro mondo. Invece insegna e prova e fa provare che: 1.° Le evocazioni spiritiche coi tavolini e con le penne ORDINARIAMENTE non sono che fenomeni attribuibili alla esaltazione psichica dei medii che incarnano evocazioni di idee dei morti, tal quale Novelli o Coquelin incarnano i personaggi storici sulle scene, e tal quale un poeta o un romanziere fa parlare i suoi personaggi mettendosi al loro posto. 1.° Che si può in certe congiunture comunicare coi morti per lo speciale sviluppo del loro spirito e per le condizioni loro atte a manifestarsi. 3.° Che molte volte invocando le anime dei morti si evocano le carogne dell'astrale, gli spiriti elementari o demoni erranti inferiori all’uomo e si rischia una ossessione. 4.° che CHI AMA VERAMENTE UNA PERSONA MORTA A QUESTO MONDO DEVE PREGARE PER ESSA dio E GLI SPIRITI PURISSIMI, PERCHÈ L'AIUTINO NELLA NUOVA VITA, PERÒ NON DEVONO EVOCARNE LO SPIRITO — PERCHÈ LO SPIRITO DEI MORTI TENDE AD ALLONTANARSI DALLA TERRA E PURIFICARSI, (evoluzione) MENTRE LA SUA EVOCAZIONE È L’ATTO DI ATTIRARLA NEL FANGO DA CUI SI VUOLE EMANCIPARE (involuzione). Per essere in relazione con gli spiriti dei morti di un certo sviluppo, e neanche di tutti, bisogna che l'iniziato sia di tale una chiaroveggenza da visitar lui il regno dei cieli delle anime; ma questi (almeno i conosciuti) sono rari come le mosche bianche. Lo Swederborg ne fu uno in Europa. Se poi pretendete che l'occultismo creda che gli spiriti dei morti son proprio quelli che parlano dai tavolini e tutti i medii ne possono evocare a loro beneplacito impugnando la penna come nuova bacchetta necromantica, è lo stesso che pretendere dal Prof. Cesare Lombroso la confessione che i pazzi son finiti nel mondo! V. Conchiudiamo Domando ora il permesso di definire l’Occultismo nella forma sua più semplice. È, come scienza delle scienze, la filosofia di tutti i culti, di tutte le religioni e di tutte le forze. È, come matematica dell’invisibile, la legge delle cause e degli effetti, nel mondo archetipo o ideale e nella vita delle cose e degli uomini. E, come pratica, lo spiritismo più sublime e più ragionevole, perché unisce l'iniziato all’UNICO fattore delle cose, elevandolo al contatto perpetuo degli spiriti puri, e impedendo che egli cada nel vortice delle anime immerse nell’astrale. In oltre: Come scienza è degno delle menti più profonde; Come matematica dell'invisibile è l'esperimento che conviene a tutti i progrediti. Come pratica è accessibile a tutte le anime semplici, buone, volenterose e costanti. Un giorno una gentildonna, seguace di Kardec, mi rimproverò gentilmente che il darsi all’occultismo valeva rinunziare al cuore — perché si perde la convinzione di star vicini a un congiunto sparito, e i morti non s’amano più. 245

— Come v’ingannate, o signora, sul conto del mio apostolato: io voglio che amiate gli angeli quando voi vi ostinate ad evocare i residui eterei del congiunto morto alla terra. Se il vostro congiunto era un angelo, cioè uno spirito puro, e vi amava come amano gli angeli, cioè gli spiriti puri, oltre la soglia del mondo invisibile può continuare ad essere per voi amore e luce. Le spiegai allora perché Mosè dichiara impuro il Levita che ha toccato il cadavere di un uomo o di una bestia. — Ebbene i cadaveri dell’astrale sono impuri, e portano seco i germi delle più terribili psicopatie — solo gli spiriti fissi, gli arcangeli e le coorti dei puri arrecano scienza, virtù, carità e bene; se il chiamarli arcangeli non vi suona grato, chiamateli spinti purificati o purissimi e vi troverete nella verità. La signora è convertita — cosi voglia l'Olimpo Orfico che io converta gli animi gentili e le menti elette e ardite, che amano la scienza per la scienza, il bene per il bene, e la verità di sopra a tutte le cose, visibili ed invisibili, note ed ignote. GIULIANO KREMMERZ

BENEMERITI DELLO SPIRITUALISMO

Sig. W. T. Stead. (da una fotografia dei Signori Elliot and Fray) 246

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